giovedì 21 luglio 2011

Sessualità umana - XXII appuntamento

Torna l'appuntamento con il documento del Pontificio Consiglio per la Famiglia "Sessualità umana: verità e significato". Siamo ormai giunti nella parte conclusiva di questo cammino che ci ha mostrato, a più riprese, la verità sulla sessualità umana, dandoci ottimi consigli per una corretta educazione sessuale e per una corretta vita sessuale personale. Oggi, cominciamo a vedere gli ultimi orientamenti pratici rivolti ai genitori e agli educatori nell'affrontare il delicato processo di educazione dei giovani ad una sana sessualità, lontana dalle distorsioni e dalle perversioni: 

VII

ORIENTAMENTI PRATICI

112. E dunque compito dei genitori, all'interno dell'educazione alle virtù, farsi promotori di un'autentica educazione dei loro figli all'amore: alla generazione primaria di una vita umana nell'atto procreativo deve seguire, per sua stessa natura, la generazione secondaria, che porta i genitori ad aiutare il figlio nello sviluppo della propria personalità.

Pertanto, riprendendo in modo sintetico quanto fin qui detto e collocandolo su un piano operativo, si raccomanda quanto riportato nei successivi paragrafi.1

Raccomandazioni ai genitori e agli educatori

113. Si raccomanda ai genitori di essere consapevoli del proprio ruolo educativo e di difendere ed esercitare questo diritto-dovere primario.2 Da qui ne consegue che qualsiasi intervento educativo, relativo anche all'educazione all'amore, ad opera di persone estranee alla famiglia, debba essere subordinato all'accettazione da parte dei genitori e si debba configurare non come una sostituzione, ma come un sostegno al loro intervento: infatti, « l'educazione sessuale, diritto e dovere fondamentale dei genitori, deve attuarsi sempre sotto la loro guida sollecita, sia in casa sia nei centri educativi da essi scelti e controllati ».3 Non mancano frequentemente né consapevolezza né sforzo da parte dei genitori. Essi, però, sono troppo soli, indifesi e spesso colpevolizzati. Hanno bisogno non solo di comprensione, ma di sostegno e di aiuto da parte di gruppi, associazioni e istituzioni.

1. Raccomandazioni per i genitori


114. 1. Si raccomanda ai genitori di associarsi con altri genitori, non soltanto allo scopo di proteggere, mantenere o completare il proprio ruolo di educatori primari dei loro figli, specialmente nell'area dell'educazione all'amore,4 ma anche per contrastare forme dannose di educazione sessuale e per garantire che i figli vengano educati secondo i principi cristiani e in modo consono al loro sviluppo personale.

115. 2. Nel caso in cui i genitori vengano assistiti da altri nell'educazione dei propri figli all'amore, si raccomanda che essi si informino in modo esatto sui contenuti e sulla modalità con cui viene impartita tale educazione supplementare.5 Nessuno può obbligare i bambini o i giovani alla segretezza circa il contenuto o il metodo dell'istruzione data fuori dalla famiglia.

116. 3. Si è consapevoli della difficoltà e spesso dell'impossibilità, da parte dei genitori, di partecipare pienamente ad ogni istruzione supplementare fornita fuori casa; tuttavia, si rivendica il loro diritto di essere al corrente della struttura e dei contenuti del programma. In ogni caso non potrà essere negato il loro diritto ad essere presenti durante lo svolgimento degli incontri.6

117. 4. Si raccomanda ai genitori di seguire con attenzione ogni forma di educazione sessuale che viene data ai loro figli fuori casa, ritirandoli qualora questa non corrisponda ai propri principi.7 Questa decisione dei genitori non deve, però, essere motivo di discriminazione per i figli.8 D'altra parte, i genitori che tolgono i propri figli da tale istruzione hanno il dovere di dare loro un'adeguata formazione, appropriata allo stadio di sviluppo di ogni bambino o giovane.

2. Raccomandazioni a tutti gli educatori

118. 1. Dal momento che ogni bambino o giovane deve poter vivere la propria sessualità in modo conforme ai principi cristiani, e quindi esercitando anche la virtù della castità, nessun educatore — neanche i genitori — può interferire con tale diritto (cf Mt 18,4-7).9

119. 2. Si raccomanda di rispettare il diritto del bambino o del giovane ad essere informato in modo adeguato dai propri genitori circa le questioni morali e sessuali in un modo tale che venga assecondato il suo desiderio di essere casto e formato alla castità.10 Tale diritto è ulteriormente qualificato dallo stadio di sviluppo del bambino, dalla sua capacità di integrare la verità morale con l'informazione sessuale e dal rispetto per la sua innocenza e tranquillità.

120. 3. Si raccomanda di rispettare il diritto del bambino o del giovane di ritirarsi da ogni forma di istruzione sessuale impartita fuori casa.11 Per tale decisione né essi né altri membri della famiglia vanno mai penalizzati o discriminati.

Quattro principi operativi e le loro norme particolari

121. Alla luce di queste raccomandazioni, l'educazione all'amore può concretizzarsi nei quattro principi operativi.

122. 1. La sessualità umana è un mistero sacro che deve essere presentato secondo l'insegnamento dottrinale e morale della Chiesa, tenendo sempre in conto gli effetti del peccato originale.

Informato dalla riverenza e dal realismo cristiano, questo principio dottrinale deve guidare ogni momento dell'educazione all'amore. In un'epoca in cui è stato tolto il mistero dalla sessualità umana, i genitori devono essere attenti, nel loro insegnamento e nell'aiuto offerto dagli altri, ad evitare la banalizzazione della sessualità umana. In particolare si deve conservare il rispetto profondo della differenza fra uomo e donna che rispecchia l'amore e la fecondità di Dio stesso.

123. Allo stesso tempo, nell'insegnamento della dottrina e della morale cattolica circa la sessualità, si devono tenere in conto gli effetti durevoli del peccato originale, cioè la debolezza umana e il bisogno della grazia di Dio per superare le tentazioni ed evitare il peccato. A tale riguardo, si deve formare la coscienza di ogni individuo in un modo chiaro, preciso e in sintonia con i valori spirituali. La morale cattolica, però, non si limita mai ad insegnare ad evitare il peccato; si tratta anche della crescita nelle virtù cristiane e dello sviluppo della capacità di donare se stesso nella vocazione della propria vita.

124. 2. Devono essere presentate ai bambini e ai giovani solo informazioni proporzionate ad ogni fase del loro sviluppo individuale.

Questo principio di tempestività è già stato fatto presente nello studio delle diversi fasi dello sviluppo dei bambini e dei giovani. I genitori e tutti coloro che li aiutano devono essere sensibili: a) alle diverse fasi di sviluppo, in particolare agli « anni dell'innocenza » e alla pubertà, b) al modo in cui ogni bambino o giovane fa esperienza delle diverse tappe della vita, c) ai problemi particolari associati con queste tappe.

125. Alla luce di questo principio, si può indicare anche la rilevanza della tempestività in relazione ai problemi specifici.

a) Nella tarda adolescenza, i giovani devono essere introdotti prima alla conoscenza degli indici di fertilità e poi alla regolazione naturale della fertilità, ma solo nel contesto dell'educazione all'amore, della fedeltà matrimoniale, del piano di Dio per la procreazione e per il rispetto della vita umana.

b) L'omosessualità non va discussa prima dell'adolescenza a meno che non sorga qualche grave problema specifico in una situazione particolare.12 Quest'argomento deve essere presentato solo nei termini della castità, della salute e « della verità sulla sessualità umana nel suo rapporto con la famiglia, come insegna la Chiesa ».13

c) Le perversioni sessuali, che sono relativamente rare, non devono essere trattate se non attraverso consigli individuali, che sono la risposta dei genitori a veri problemi.

126. 3. Nessun materiale di natura erotica deve essere presentato a bambini o a giovani di qualsiasi età, individualmente o in gruppo.

Questo principio della decenza deve salvaguardare la virtù della castità cristiana. Perciò, nel comunicare l'informazione sessuale nel contesto dell'educazione all'amore, l'istruzione deve essere sempre « positiva e prudente »14 e « chiara e delicata ».15 Queste quattro parole, usate dalla Chiesa Cattolica, escludono ogni forma di contenuto inaccettabile dell'educazione sessuale.16

Inoltre, rappresentazioni grafiche e realistiche del parto, per esempio in un film, anche se non sono erotiche, devono essere portate alla conoscenza in modo graduale, sì da non creare paura e atteggiamenti negativi verso la procreazione nelle ragazze e nelle giovani donne.

127. 4. Nessuno deve essere mai invitato, tanto meno obbligato, ad agire in qualsiasi modo che possa offendere oggettivamente la modestia o che soggettivamente possa ledere la propria delicatezza o senso di « privacy ».

Tale principio di rispetto per il fanciullo esclude tutte le forme improprie di coinvolgimento dei bambini e dei giovani. Al riguardo si possono includere, fra altri, i seguenti metodi di abuso dell'educazione sessuale: a) ogni rappresentazione « drammatizzata », mimi o « ruoli », che descrivono questioni genitali o erotiche, b) la realizzazione di immagini, tabelloni, modelli, ecc. di questo genere, c) la richiesta di fornire informazioni personali circa questioni sessuali o di divulgare informazioni familiari, d) gli esami, orali o scritti, circa questioni genitali o erotiche.

0 commenti:

Posta un commento