lunedì 25 luglio 2011

Scopriamo Santa Maria Faustina Kowalska - Venticinquesimo appuntamento

 Torniamo ad approfondire la figura di Santa Faustina Kowalska, nota come l'Apostola della Divina Misericordia. Oggi vediamo come il rapporto intimo tra Gesù e Suor Faustina si rinsaldi con quest'ultima che acquisisce nuova consapevolezza e forza nell'affrontare le difficoltà del suo cammino: 

+ VIGILIA DI NATALE.

Oggi mi sono unita strettamente alla Madonna; ho vissuto i Suoi momenti intimi. Verso sera, prima che fosse spezzato l'« oplatek », sono entrata in cappella per scambiarlo spiritualmente con le persone care ed ho pregato la Madonna perché conceda loro le grazie. Il mio spirito era immerso totalmente in Dio. Durante la S. Messa di mezzanotte nell'Ostia ho visto Gesù Bambino; il mio spirito si è immerso in Lui. Benché fosse un bambinetto, la Sua maestà è penetrata nella mia anima. Mi ha colpita profondamente questo mistero: questo grande umiliarsi di Dio; questo Suo inconcepibile annientamento. Per tutta la durata delle festività questo mi è rimasto vivamente impresso nell'anima. Oh! noi non riusciremo mai a comprendere questo grande abbassarsi di Dio! Quanto più medito su questo... [Qui la frase è rimasta interrotta]. Una mattina, dopo la S. Comunione, udii questa voce: « Voglio che tu Mi faccia compagnia, quando vado dalle ammalate ». Risposi che ero d'accordo, ma dopo aver riflettuto un momento, dissi fra di me: « Come posso farlo, dato che le suore del secondo coro non vanno mai a far compagnia al Santissimo Sacramento, ma ci vanno sempre le suore Direttrici? ». Pensai però che Gesù avrebbe provveduto. Dopo pochi minuti venne a cercarmi Madre Raffaella e mi disse: « Lei, Sorella, andrà ad accompagnare Gesù, quando il Sacerdote va dalle ammalate ». E per tutto il tempo della probazione andai sempre, con la candela, a far compagnia al Signore e, in qualità di cavaliere di Gesù, procurai di cingermi sempre con una piccola cintura di ferro, dato che non sarebbe stato indicato andare vestita come al solito a fianco del Re. E quella mortificazione l'offrii per gli ammalati.

+ L'Ora Santa. Durante quest'ora cercai di meditare la Passione del Signore. Tuttavia la mia anima era colma di gioia ed all'improvviso vidi Gesù Bambino. Ma la Sua maestà penetrò in me e dissi: « Gesù, Tu sei così piccolo, ma io so che Tu sei il mio Creatore e Signore ». E Gesù mi rispose: « Lo sono, e perciò ho rapporti d'intimità con te come un Bambino, per insegnarti l'umiltà e la semplicità ». Tutte le sofferenze e le difficoltà le offrivo a Gesù come un omaggio floreale per il nostro giorno dello sposalizio perpetuo. Nulla mi era difficile, quando pensavo che lo facevo per il mio Sposo, come dimostrazione d'amore per Lui.

+ il mio raccoglimento con Gesù. Cercavo di mantenere un profondo raccoglimento per amore di Gesù. In mezzo al più grande frastuono, Gesù mi trovava sempre raccolta nel mio cuore, sebbene ciò talvolta mi costasse molto. Ma per Gesù cosa mai può essere troppo grande, per Colui che amo con tutte le forze della mia anima?

+ Oggi Gesù mi ha detto: « Desidero che tu conosca più a fondo l'amore di cui arde il Mio Cuore verso le anime e lo comprenderai quando mediterai la Mia Passione. Invoca la Mia Misericordia per i peccatori; desidero la loro salvezza. Quando reciterai questa preghiera con cuore pentito e con fede per qualche peccatore, gli concederò la grazia della conversione ». La breve preghiera è la seguente: « O Sangue e Acqua, che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di Misericordia per noi, confido in Te ».

Negli ultimi giorni di carnevale, quando facevo l'ora santa, vidi Gesù mentre veniva flagellato. Che supplizio inimmaginabile! Come soffrì tremendamente Gesù per la flagellazione! O poveri peccatori, come v'incontrerete nel giorno del giudizio con quel Gesù, che ora torturate a quel modo? Il Suo Sangue colava per terra e in alcuni punti cominciava a staccarsi anche la carne. Sulla schiena ho visto alcune Sue ossa scarnificate. Gesù mite emetteva flebili lamenti e sospiri. Una volta Gesù mi fece conoscere quanto Gli è cara l'anima che osserva fedelmente la regola. L'anima ottiene maggior ricompensa per l'osservanza della regola che per le penitenze e le grandi mortificazioni. Se esse sono state intraprese al di fuori dell'ambito della regola, ricevono anch'esse la loro ricompensa, ma non superiore a quella della regola. Durante un'adorazione il Signore mi chiese di offrirmi come vittima per una sofferenza, che doveva servire di riparazione nella causa di Dio, non solo in generale per i peccati del mondo, ma in particolare per le mancanze commesse in questa casa. Dissi subito che andava bene, che ero pronta. Gesù però mi fece conoscere quello che dovevo soffrire e in un momento mi si presentarono e passarono man mano davanti agli occhi dell'anima tutti i patimenti. Prima di tutto le mie intenzioni non sarebbero state riconosciute, poi sospetti vari e diffidenze, umiliazioni e contrarietà di vario genere; ma non sto ad elencare tutto. Davanti agli occhi della mia anima si presentarono tutte, come una cupa tempesta, dalla quale da un momento all'altro debbono cominciare a sprigionarsi i fulmini. Attendono solo il mio consenso. Per un momento la mia natura rimase spaventata. Ad un tratto suonò la campanella per il pranzo. Uscii dalla cappella tremante ed indecisa. Ma quel sacrificio mi stava continuamente davanti agli occhi, dato che non mi ero decisa né ad accettano, né avevo detto di no al Signore. Volevo rimettermi alla Sua volontà. Se il Signore stesso me lo assegnava, ero pronta ad accettarlo. Ma il Signore fece capire che ero io a dover essere spontaneamente d'accordo ed accettano pienamente consapevole, poiché diversamente in questo caso non avrebbe avuto alcun significato. Tutto il suo valore consisteva nel mio atto volontario di fronte a Lui. Ma nello stesso tempo il Signore mi fece conoscere che dipendeva da me: potevo farlo, ma potevo anche non farlo. Ed allora risposi: « Gesù, accetto tutto, qualunque cosa Tu voglia mandarmi; confido nella Tua bontà ». In un attimo mi resi conto che con quell'atto avevo reso un grande onore a Dio. Però mi armai di pazienza. Appena uscii dalla cappella mi imbattei subito nella realtà. Non intendo scendere nei particolari; basta dire che ce ne fu quanto ne potei sopportare. Una goccia di più e non ce l'avrei fatta.

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