mercoledì 13 luglio 2011

Alle sorgenti della Pietà - VI parte

 Torniamo a meditare con l'opera di don Luigi Fusina che ha raccolto alcune meditazioni rivolte a semplici fedeli e capaci di sollecitare in loro un senso di meditazione e riflessione sulle grandi verità che generano nell'anima la vera pietà cristiana. In particolare vediamo oggi don Fusina continuare la sua meditazione su Dio Padre, primo oggetto della preghiera del Credo: 

- Capitolo 4 -

 "IN DIO, PADRE ONNIPOTENTE, CREATORE" 

 IL CREATORE  
 
C on il primo articolo del Credo, abbiamo detto, noi esprimiamo la nostra fede nel Dio Padre del Signore Nostro Gesù Cristo e Padre Nostro Celeste.

Questo Padre è pure il Creatore onnipotente, Colui cioè che ha fatto dal nulla tutte le cose e che sostiene con la sua potenza tutto l'universo.

 La creazione è uno dei grandi postulati della fede. Anche la ragione, di per sè, arriva ad ammettere un intervento divino nell'origine del mondo, ma è la Parola di Dio che ci rivela con chiarezza in che cosa consista questo intervento.

IN PRINCIPIO

 La Bibbia comincia con queste parole: "In principio Dio creò il cielo e la terra" (Gen 1,1). Poi prosegue descrivendo l'evolversi del creato sotto la mano potente di Dio usando espressioni poetiche e popolari nelle quali si manifesta la mentalità semplice e concreta dei popoli di quel tempo. In questo racconto tuttavia c'è un messaggio di fede ed è la dipendenza di ogni cosa da Dio, vuoi nella sua origine, vuoi nella sua stessa esistenza. Tutto viene da Dio e tutto sussiste in Lui. Nulla esiste, o può esistere, senza di Lui!

LA SCIENZA

 La scienza moderna, pur essendo molto progredita rispetto a quella dell'Antico Testamento e pur avendo possibilità tecniche di ricerca infmitamente più valide di quelle che potevano avere gli studiosi egiziani o babilonesi, si trova tuttavia handicappata di fronte al problema dell'origine del mondo. Essa può spiegarti tutto ciò che avvenne dopo il primo istante, ma non sa dirti che cosa sia avvenuto in quell'istante (cfr. L'universo che fugge - Paul Davies, pag. 49 Ed. Mondadori). Si parla del bang iniziale, si parla di creazione continua, si parla di un universo che pulsa e respira. Tutte ipotesi scientifiche, più o meno seguite dagli studiosi moderni, ma nessuna delle quali riesce a risolvere il vero problema: che cosa .c'era prima? Come ha avuto inizio il mondo attuale? E' un mistero e tale rimane anche per la scienza.

LA FEDE

La fede, invece, ci offre la soluzione. La fede ci parla di creazione dal nulla mediante un atto d'amore onnipotente. Prima c'è Dio, Amore eterno, Amore Infinito, Amore onnipotente. Da Lui, dalla sua sapienza, dal suo cuore è partita la scintilla che ha dato origine al mondo e che ha messo in moto l'enorme, meravigliosa macchina dell'universo: "fiat"! Questa è la risposta della fede cristiana. Ma è ancora incompleta. La risposta globale è quella che troviamo in Colossesi 1,15-17: "Il Dio invisibile si è fatto visibile in Cristo nato dal Padre prima della creazione del mondo. Tutte le cose create, in cielo e sulla terra, sono state fatte per mezzo di Lui; sia le cose visibili, sia quelle invisibili: i poteri, le forze, le autorità, le potenze. Tutto fu creato per mezzo di Lui ed in vista di Lui. Cristo è prima di tutte le cose e tiene insieme tutto l'universo".

Leggiamo pure in Effesini 1,3-12: "Il Padre del Signore Nostro Gesù Cristo ci ha scelti, prima della creazione del mondo, in Cristo per renderci santi e senza difetti al suo cospetto... Nel suo progetto Dio ha scelto anche noi fin dal principio... ha voluto che fossimo una lode della sua. grandezza".

E San Giovanni, nel prologo del suo Vangelo, scrive: 'Al principio (prima che Dio creasse il mondo), c'era (colui che è) la Parola (il Verbo). Egli era con Dio; Egli era Dio. Egli era al principio con Dio. Per mezzo di Lui Dio ha creato ogni cosa e senza di Lui non ha creato nulla" (Gv 1,1-3) .

La Bibbia, dunque, non solo ci rivela che il mondo è stato creato da Dio, ma ci rivela pure come questa creazione faccia parte di un progetto divino per noi.

 Nessuno costruisce una casa se non per abitarla lui stesso o per farla abitare da qualcuno; così Dio ha creato questo mondo per farlo abitare da noi, perché fosse la nostra dimora, la nostra casa.

IL PROGETTO DI DIO

Il suo progetto però va più in là. Egli vuole che noi andiamo a vivere con Lui, partecipiamo alla sua stessa vita divina. Ecco allora che, nel suo progetto, la creazione è solo il primo atto di un grande dramma. L'epilogo, il finale del dramma, è la Vita Eterna, quando tutto il progetto divino troverà il suo compimento. Perché ciò sia possibile Dio, fin dal principio, ha previsto e voluto l'incarnazione di suo Figlio, la sua passione, la sua morte e la sua risurrezione. Così in Lui, nel suo Figlio, il mondo sarebbe rinato, sarebbe ricominciato di nuovo in una nuova creazione dove il peccato e la morte, il dolore e la cattiveria non ci saranno più, ma soltanto pace, amore, gioia senza fine.

La Bibbia è molto chiara in proposito. Essa dice per bocca di San Pietro: "Dio ci ha promesso cieli nuovi ed una nuova terra, dove tutto sarà secondo la sua volontà. Questo noi aspettiamo" (Pt 3,13). E ancora: "Allora io vidi un nuovo cielo ed una nuova terra - il primo cielo e la prima terra erano spariti, ed il mare non c'era più - e vidi venire dal Cielo, da parte di Dio, la santa città, la nuova Gerusalemme, ornata come una sposa pronta per andare incontro al suo sposo... Non ci sarà più né lutto, né pianto, né dolore. Il mondo di prima è scomparso per sempre... Allora Dio da suo trono disse: Ora faccio nuova ogni cosa" (Ape 21,1-5).

La prima creazione, dunque, cioè quella nella quale ora viviamo, è orientata alla seconda, quella che Dio attuerà nel tempo stabilito. Ora noi viviamo nell'attesa, come nell'aspettativa di un parto. Nel parto ci sono due persone distinte: la mamma ed il bambino. Finché non è giunta l'ora della nascita, il bambino vive nella mamma e per mezzo della mamma. Ebbene il mondo nuovo vive ora in questo mondo creato ed attende l'ora della nascita. Scrive San Paolo: "Tutto l'universo aspetta con grande impazienza il momento in cui Dio mostrerà il vero volto dei suoi figli... Noi sappiamo che fino ad ora il creato soffre e geme come una donna che partorisce" (Rm 8,19-22).

Alla fine del Credo riprenderemo la meditazione di questa attesa quando commenteremo le ultime parole: "Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà". Ma fin d'ora noi dobbiamo aver presente "quel mondo" perché esso è già presente, come il bambino è presente nel seno materno finché non viene il giorno della nascita. E quando noi professiamo la fede in Dio Creatore non abbiamo davanti agli occhi soltanto questo universo nel quale viviamo ora come peccatori, ma anche l'altro, quello che Dio ci ha promesso ed al quale questo conduce. Parliamo infatti di creazione del mondo e di fine del mondo. In realtà il mondo non avrà fine, ma sarà trasformato dalla stessa onnipotenza divina che lo ha creato. Sarà trasformato perché corrisponda in pienezza al progetto di Dio. Il peccato lo ha guastato, come un terremoto che rende inagibile e pericolante la casa. Dalle sue rovine l'uomo è stato tratto in salvo da Cristo Signore, vivificato dal suo Sangue divino, rinato ad una vita nuova come figlio di Dio. La vecchia casa deve essere abbattuta, non distrutta. Con le sue pietre si costruirà una casa nuova, più bella, più sicura, incrollabile dove potremo abitare tranquilli per sempre. Questo è quanto Dio ha promesso di fare e questo ha già cominciato ad attuare in Cristo Gesù ed in noi.

 Credere nel Creatore per un cristiano significa perciò credere anche nella futura nuova creazione. Significa accogliere la rivelazione del nuovo progetto di Dio per un mondo che non ci deluderà mai più. Ma significa anche lavorare con Dio per l'edificazione di quel mondo, come i terremotati lavorano con i loro salvatori prima nello sgombrare le macerie della vecchia casa, poi nel costruire la casa nuova.

L'IMPEGNO

La fede in Dio Creatore impegna l'uomo verso il mondo attuale e verso il mondo futuro.

a) Verso il mondo attuale: lo impegna in tre direzioni.

la direzione lo impegna a scoprire nel mondo attuale la sapienza e l'amore del Creatore, come dice bene il poeta Metastasio:

Ovunque il quardo giro - immenso Iddio ti vedo nell'opre tue t'ammiro - ti riconosco in me.

La terra, il mar, le sfere - parlano del tuo potere. Tu sei per tutto, e noi - tutti viviamo in te.

Se Dio veder tu vuoi - guardalo in ogni oggetto cercalo nel tuo petto - lo troverai con te.

2a direzione: la fede in Dio creatore impegna l'uomo a rispettare il mondo.

Oggi si parla molto di ecologia. La vera ecologia nasce dal rispetto del mondo come opera di Dio. Il che significa che ogni creatura deve essere usata secondo la sua. propria

natura, secondo le sue proprie leggi, secondo gli scopi per cui Dio l'ha voluta.

Abusare delle creature, violentarle per scopi criminali (come stiamo facendo con l'energia nucleare), distruggerle per i nostri sporchi interessi, significa rovinare il mondo e noi stessi, significa peccare contro il volere di Colui che le ha create.

3a direzione: la fede in Dio Creatore impegna l'uomo a sviluppare tutte le potenzialità del mondo attuale.

Dio ha detto: "Crescete, moltiplicatevi, riempite la. terra e dominatela" (Genesi).

El'invito, anzi il comando, al progresso ed alla promozione umana. Tutte le energie, tutte le potenze, tutte le ricchezze che Dio ha posto nel Cosmo sono per noi, per il progresso dell'umanità, per la promozione dell'umanità, di tutta l'umanità e di ogni singolo uomo. Di qui l'impegno alla giustizia sociale ed alla comune crescita verso un mondo migliore, più progredito, ma anche più giusto e più umano. Quando invece la tecnica o la scienza vengono poste non al servizio della promozione umana, bensì al servizio del potere dispotico o dell'egoismo personale, razziale o nazionale, allora esse diventano strumenti di rovina e di morte.

b) Ma la fede in Dio Creatore impegna l'uomo anche verso il mondo futuro che, come abbiamo già detto, è presente fin d'ora come un seme nella terra, come un bimbo nel seno della mamma. E' l'impegno a preparare il Regno di Dio nella speranza. Nella certezza cioè che tutto ciò che facciamo per il bene dell'umanità, non va perduto, ma concorre a costruire quel patrimonio di bontà e giustizia che formerà un giorno le fondamenta del mondo nuovo. Certo, esso sarà opera di Dio, del suo amore, della sua onnipotenza, della sua grazia. Ma sarà, in qualche modo, anche opera nostra. Più o meno come avviene per la salvezza individuale: è Dio che la opera mediante la fede in Cristo, ma è anche l'uomo che si apre al progetto di Dio e si fa disponibile al suo dono.

Così è avvenuto in Maria. Essa ha espresso la sua fede dicendo: "Eccomi, sono la serva del Signore; mi avvenga secondo la tua parola" (Lc 1,38). In questa frase troviamo i vari elementi della fede di Maria, elementi che dobbiamo noi pure avere.

"Eccomi": si tratta della prontezza. Maria crede subito, non tergiversa. Non tentenna... il suo Cuore è subito pronto. "Sono la serva del Signore": abbiamo qui l'umiltà senza la quale non è possibile la fede. L'umiltà è l'humus, il terreno su cui lo Spirito Santo fa germinare la vera fede.

"Si faccia di me": ecco l'abbandono. Maria si abbandona all'azione di Dio e al suo progetto senza cercare alternative, senza chiedere ripensamenti o attese...

"Secondo la tua parola": la fede si fonda sull'autorità di Dio che ci parla mediante vari strumenti secondo il suo progetto: gli angeli, i profeti, gli uomini ispirati che hanno scritto la Bibbia... La Madonna non guarda allo strumento, ma a Dio che lo adopera per far conoscere la sua volontà.

Credi in un solo Dio, Padre Onnipotente, creatore del Cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili?

 Sì, o Signore, io credo!

CONTEMPLAZIONE

 Se puoi mettiti alla finestra e guarda il cielo. Meglio ancora se lo guardi di notte quando brillano le stelle. Ogni stella è un sole, a volte immensamente più grande del nostro. Distanze enormi ci separano dalle stelle, distanze misurabili in milioni e miliardi di anni luce (un annoluce, come sai, è il cammino che la luce percorre in un anno viaggiando alla velocità di 300.000 Km al minuto secondo). Un'astronave che viaggiasse a questa velocità impiegherebbe solo 1 secondo per andare sulla Luna, 8 minuti per arrivare al sole, quattro anni per raggiungere la stella a noi più vicina, miliardi di anni per rincorrere da vicino le stelle più lontane attualmente visibili al telescopio. Ma quanto sarà grande ancora l'universo? Ebbene pensa alla grandezza e alla potenza di Colui che lo ha fatto e lo abbraccia! 

Salmo 8

 O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra: sopra i cieli si innalza la tua magnificenza. Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli. Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi?  Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi; tutti i greggi e gli armenti, tutte le bestie della campagna; gli uccelli del cielo e i pesci del mare, che percorrono le vie del mare. O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.

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