sabato 16 luglio 2011

La storia di San Francesco di Assisi - Trentaduesima parte

 Continuiamo la lettura della storia di San Francesco d'Assisi: siamo ormai giunti al momento finale della vita del beato Francesco e assistiamo agli ultimi atti prima dell'ora finale. Grande è la fede mostrata, sicuro che ad attenderlo vi è la vera vita:

CAPITOLO OTTAVO

ULTIME PAROLE E ATTI PRIMA DELLA MORTE 

109. Erano ormai trascorsi vent'anni dalla sua conversione e, come gli era stato comunicato per divina rivelazione, la sua ultima ora stava per scadere. Era avvenuto così. Mentre il beato Francesco e frate Elia dimoravano insieme a Foligno, una notte apparve in sogno a frate Elia un sacerdote bianco-vestito, di aspetto grave e venerando, che gli disse: «Va, fratello, e avverti Francesco che, essendosi compiuti diciott'anni da quando rinunciò al mondo per seguire Cristo, gli rimangono solo due anni e poi il Signore lo chiamerà a sé nell'altra vita».

Così dunque stava per compiersi esattamente quanto la parola di Dio aveva annunciato due anni prima. Da pochi giorni riposava in quel luogo tanto bramato, e sentendo che l'ora della morte era ormai imminente, chiamò a sé due suoi frati e figli prediletti, perché a piena voce cantassero le Lodi al Signore con animo gioioso per l'approssimarsi della morte, anzi della vera vita. Egli poi, come poté intonò il salmo di David: Con la mia voce al Signore grido aiuto, con la mia voce supplico il Signore. Uno dei frati che lo assistevano, molto caro al Santo e molto sollecito fra tutti i frati, vedendo questo e conoscendo che la fine era vicina, gli disse: «Padre amato, già i tuoi figli stanno per rimanere orfani e privi della luce dei loro occhi! Ricordati dei figli che lasci orfani, perdona tutte le loro colpe e dona ai presenti e agli assenti il conforto della tua benedizione». E Francesco: «Ecco, Dio mi chiama, figlio. Ai miei frati presenti e assenti, perdono tutte le offese e i peccati e tutti li assolvo, per quanto posso, e tu, annunciando questo, benedici da parte mia».

110. Poi si fece portar il libro dei Vangeli, pregando che gli fosse letto il brano del Vangelo secondo Giovanni, che, inizia con le parole: Sei giorni prima della Pasqua, sapendo Gesù ch'era giunta l'ora di passare da questo mondo al Padre... Questo stesso passo si era proposto di leggergli il ministro, ancora prima di averne l'ordine, e lo stesso si presentò alla prima apertura del libro, sebbene quel volume contenesse tutta intera la Bibbia. E dato che presto sarebbe diventato terra e cenere, volle che gli mettesse indosso il cilicio e venisse cosparso di cenere. E mentre molti frati,di cui era padre e guida, stavano ivi raccolti con riverenza e attendevano il beato «transito» e la benedetta fine, quell'anima santissima si sciolse dalla carne, per salire nell'eterna luce, e il corpo s'addormentò nel Signore. Uno dei suoi frati e discepoli, molto celebre, del quale non dico il nome, perché essendo tuttora vivente non vuole trarre gloria di un si grande privilegio, vide l'anima del santissimo padre salire dritta al cielo al di sopra di molte acque; ed era come una stella, grande come la luna, splendente come il sole e trasportata da una candida nuvoletta.

111. Mi si lasci, dunque, esclamare così: «Quanto glorioso è questo Santo, di cui un discepolo contemplò l'anima ascendente in cielo, Bella come la luna, splendente come il sole, mentre ascendeva raggiava di gloria in mezzo ad una nube candida. O vera luce del mondo, che rifulgi più del sole nella Chiesa di Cristo, già ci hai nascosto i tuoi raggi e, ritirandoti nella splendida patria celeste, hai scambiato la nostra compagnia di miseri mortali con quella degli angeli e dei beati! O insigne specchio della nostra religione, non deporre con la tua carne mortale la cura dei tuoi figli. Tu sai bene in quali pericoli li hai lasciati, ora che nelle innumerevoli fatiche e nelle frequenti prove non ci sei più tu che con la tua benevola presenza in ogni momento li confortavi e li rianimavi. O padre santissimo, veramente misericordioso, sempre pronto alla compassione e al perdono per i tuoi figli erranti! Ti benediciamo, dunque, padre amoroso, unendo la nostra alla benedizione dell'Altissimo, il quale è sempre Dio benedetto su tutte le cose. Amen.

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