lunedì 4 luglio 2011

Scopriamo Santa Maria Faustina Kowalska - Ventiduesimo appuntamento

 Torniamo ad approfondire la figura di Santa Faustina Kowalska, nota come l'Apostola della Divina Misericordia. Ciò che ci troviamo a leggere oggi ci mostra la sofferenza e l'umiliazione patita da Santa Faustina, ma allo stesso tempo ci accorgiamo come Gesù viene sempre a dar refrigerio alle anime in pene. Un aspetto mi viene da sottolineare: Santa Faustina racconta (come leggeremo appresso) di aver visto una strada divisa in due: la prima era bella, larga e tutti si divertivano nel percorrerla, la seconda era invece angusta, piena di spine e coloro che la percorrevano erano martoriati dal dolore. Guardando con occhi umani, sceglieremmo sicuramente la strada bella e divertente, dove potremmo sperimentare ogni sorta di piacere, soddisfacendo così ogni nostro bisogno. Ma se guardiamo con gli occhi dell'eternità, con gli occhi di Dio, vedremo, come ha visto Santa Faustina, che chi percorre la prima strada finisce per cadere in un grande precipizio, mentre chi percorre la seconda strada, quell'angusta, finisce in un meraviglioso giardino di felicità. Ovviamente non ci vuole molto a comprendere che la prima strada porta all'Inferno e la seconda al Paradiso: ciò significa che vivere oggi nel divertimento e nella soddisfazione dei bisogni la propria esistenza, comporta un'eternità di dolore mentre il dolore e la sofferenza che viviamo oggi, nell'eternità non ce li ricorderemo nemmeno! Tutto questo deve spronarci a rinunciare a seguire la mondanità per seguire una vita d'austerità affinché i sacrifici di oggi fruttifichino domani: guardiamo ai Santi che si sono spogliati di tutto e che oggi indossano la corona di gloria posta sul loro capo dall'Altissimo!
Dopo aver fatto questa breve meditazione, leggiamo le parole di Santa Faustina che ci sta davvero aiutando a comprendere il cammino dell'anima che cerca di seguire la Voce del Maestro:


+ Un'anima nobile e delicata può essere anche la più semplice, ma di sentimenti delicati; una tale anima cerca di vedere Iddio in ogni cosa. Lo trova ovunque, riesce a trovare Iddio anche nelle cose più insignificanti. Tutto per lei ha un significato. Apprezza grandemente tutto. Ringrazia Dio per ogni cosa. Da ogni cosa ricava profitto e rivolge a Dio ogni lode. Confida in Lui e non s'impressiona quando viene il tempo della prova. Essa sa che Iddio è sempre il migliore dei padri e tiene poco conto delle considerazioni umane. Segue fedelmente anche il più piccolo soffio dello Spirito Santo; gioisce per questo Ospite spirituale e si aggrappa a Lui come un bimbo alla madre. Dove le altre anime s'arrestano e si spaventano, essa va avanti senza paura e senza difficoltà. Quando il Signore stesso vuole stare accanto ad un'anima e guidarla, allontana da lei tutto ciò che c'è all'esterno. Quando mi ammalai e venni trasferita in infermeria, ebbi molti dispiaceri per questo motivo. Eravamo in due ricoverate in infermeria. Da Suor N. andavano in visita le suore; da me non s'affacciava nessuno. Per la verità l'infermeria è una sola, ma ognuna ha la propria cella. Le serate invernali erano lunghe. Suor N. aveva la luce e la cuffia per la radio ed io per mancanza della luce non potevo nemmeno preparare la meditazione. Dopo che erano passate così all'incirca due settimane, una sera mi lamentai col Signore: « Ho molti dispiaceri e non posso nemmeno preparare la meditazione, dato che non ho la luce ». Ed il Signore mi disse che sarebbe venuto Lui ogni sera e mi avrebbe dato i punti per la meditazione dell'indomani. I punti si riferivano sempre alla Sua dolorosa Passione. Mi disse: « Medita la Mia Passione davanti a Pilato ». E così, punto per punto, per un'intera settimana meditai la Sua dolorosa Passione. Da quel momento una grande gioia entrò nella mia anima e non desiderai più né visite, né luce; mi bastava Gesù per ogni cosa. Per la verità l'interessamento delle Superiore per le ammalate era notevole; tuttavia il Signore dispose in modo tale che mi sentii abbandonata. Egli, il migliore dei Maestri, per poter agire direttamente su un'anima allontana da lei tutto ciò che è creato. Più di una volta fui bersaglio di così numerose vessazioni e sofferenze che la stessa Madre M. mi disse: « Sulla sua strada, sorella, le sofferenze spuntano direttamente da sotto terra ». Mi disse ancora: « Io guardo a lei, sorella, come se fosse crocifissa, ma ho notato che il Signore Gesù in qualche modo c'entra in questo. Sorella, sia fedele al Signore ».

+ Desidero annotare un sogno che feci su Santa Teresa del Bambino Gesù. Ero ancora novizia ed avevo certe difficoltà, che non mi riusciva di risolvere. Erano difficoltà interne collegate con difficoltà esterne. Avevo fatto parecchie novene a vari santi, ma la situazione diveniva sempre più pesante. Le mie sofferenze per questa ragione erano talmente grandi, che non sapevo più come continuare a vivere, ma improvvisamente mi venne l'idea di pregare Santa Teresa del Bambino Gesù. Cominciai la novena a questa santa, poiché prima di entrare in congregazione avevo molta devozione per lei. Adesso l'avevo un po' trascurata, ma trovandomi in questa necessità, di nuovo cominciai a pregarla con grande fervore. Il quinto giorno della novena sogno Santa Teresa, ma come se fosse stata ancora sulla terra. Mi nascose la consapevolezza che era santa e cominciò a dirmi parole di conforto; che non mi rattristassi a motivo di quella questione, ma avessi più fiducia in Dio. Mi disse: « Anch'io ho sofferto molto ». Ma io non ero molto convinta che lei avesse sofferto molto e le dissi: «A me sembra che tu non soffra per niente ». Ma Santa Teresa rispose assicurandomi che aveva sofferto molto e mi disse: « Sappia, sorella, che fra tre giorni lei risolverà la sua questione nel modo migliore». Dato che io non ero molto propensa a crederle, tutto ad un tratto si fece conoscere come santa. Allora la gioia inondò la mia anima e le dissi: « Tu sei santa? ». Ed essa mi rispose: « SI, sono santa ed abbi fiducia che quella questione la risolverai fra tre giorni ». E io le dissi: « Santa Teresina, dimmi, andrò in paradiso? ». Mi rispose: « Sorella, lei andrà in paradiso ». « E sarò santa? ». Mi rispose: « Sarai santa ». « Ma, Teresina, sarò santa come te, sugli altari? ». Ed essa mi rispose: « Sì, sarai santa come me, ma devi avere molta fiducia in Gesù ». E poi le chiesi se mio padre e mia madre andranno in paradiso, se [frase non ultimata]. Mi rispose: « Ci andranno». E domandai ancora: « E le mie sorelle ed i miei fratelli andranno in paradiso? ». Mi rispose che dovevo pregare molto per loro e non mi diede una risposta precisa. Compresi che avevano bisogno di molte preghiere. Questo è un sogno e come dice un proverbio polacco « Sen mara, a Bég wiara - il sogno è una chimera, mentre Dio è certezza ». Però, come mi aveva detto, il terzo giorno risolsi quella difficile questione con grande facilità. Per quanto concerne quella questione, si avverò tutto alla lettera come mi aveva detto. Questo è un sogno, ma ha avuto un suo significato.


+ Mi trovavo, una volta, in cucina con suor N. e questa si adirò un poco contro di me e per penitenza mi ordinò di stare seduta su un tavolo, mentre solo lei continuò a darsi molto da fare; riassettò e strofinò ed io me ne stavo seduta sul tavolo. Le altre suore, che andavano e venivano, si stupivano nel vedermi seduta a quel modo. Ognuna diceva la sua. Una disse che ero una fannullona; un'altra, che ero stramba. A quel tempo ero postulante. Altre dicevano: « Che razza di suora sarà mai costei? ». Io però non potevo scendere dal tavolo, perché quella suora m'aveva imposto, sotto obbedienza, di restar seduta fino a che non m'avesse detto di scendere. Dio solo sa quanti atti di mortificazione feci in quell'occasione. Pensavo di prender fuoco per la vergogna. Dio Stesso talvolta così permise per la mia formazione interiore, ma il Signore poi mi ricompensò per quella umiliazione con una grande gioia. Durante la benedizione Lo vidi sotto un aspetto di grande bellezza. Gesù mi guardò amabilmente e disse: « Figlia Mia, non aver paura delle sofferenze. Io sono con te». Una notte ero di turno e soffrivo molto interiormente per il fatto di dover dipingere quell'immagine e non sapevo proprio che decisione prendere, dato che era un continuo volermi far credere che si trattava di un'illusione, mentre un sacerdote aveva detto che forse Iddio voleva essere adorato per mezzo di quella immagine; quindi bisognava darsi da fare per dipingerla. Ma la mia anima era molto stanca. Quando entrai nella cappellina, avvicinai il capo al tabernacolo, e bussai dissi: « Vedi, Gesù, quante difficoltà ho nel dover dipingere quell'immagine ». E sentii una voce dal tabernacolo: « Figlia Mia, le tue sofferenze non dureranno a lungo ».

Un giorno vidi due strade: una strada larga cosparsa di sabbia e di fiori, piena di allegria, di musica e di vari passatempi. La gente andava per quella strada ballando e divertendosi. Giungono alla fine, ma non s'accorgono che è finita. Alla fine di quella strada c'era uno spaventoso precipizio, cioè l'abisso infernale. Quelle anime cadevano alla cieca in quella voragine; man mano che arrivavano, precipitavano dentro. E ce n'era un così gran numero, che era impossibile contarle. E vidi un'altra strada, o meglio un sentiero, poiché era stretto e cosparso di spine e di sassi e la gente che andava per quella strada aveva le lacrime agli occhi ed era piena di dolori. Alcuni cadevano sulle pietre, ma si alzavano subito e proseguivano. Ed alla fine della strada c'era uno stupendo giardino pieno di ogni felicità e tutte quelle anime vi entravano. Subito, fin dal primo momento, dimenticavano i loro dolori.

Quando ci fu l'adorazione dalle Suore della Famiglia di Maria, di sera con una delle nostre Suore andai a quell'adorazione. Subito, appena entrai nella cappella, la presenza di Dio s'impadronì della mia anima. Pregai così, come in certi momenti, senza dire una parola. Ad un tratto vidi il Signore che mi disse: « Sappi che, se trascuri di dipingere quell'immagine e tutta l'opera della Misericordia, nel giorno del giudizio risponderai di un gran numero di anime ». Dopo queste parole del Signore, una certa apprensione entrò nella mia anima e anche timore. Non riuscivo a tranquillizzarmi da sola. Quelle parole mi risuonavano nelle orecchie. « Si, nel giorno del giudizio universale dovrò rispondere non solo di me stessa, ma anche di altre anime». Queste parole mi erano penetrate profondamente nel cuore. Quando tornai a casa entrai nel piccolo Gesù, caddi con la faccia a terra davanti al SS.mo Sacramento e dissi al Signore: « Farò tutto quello che è in mio potere, ma Ti prego, Tu rimani sempre con me e dammi la forza di fare la Tua santa volontà, poiché Tu puoi tutto ed io da sola niente ».

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