sabato 2 luglio 2011

Il Cuore Immacolato di Maria trionferà

Carissimi, anche oggi voglio derogare alla consueta programmazione per celebrare, nel modo giusto, il Cuore Immacolato di Maria. Per vivere degnamente questo mistero, ci affidiamo alle parole di Don Giuseppe Tagliareni il cui articolo è stato pubblicato da papanews.it:

CITTA’ DEL VATICANO - Il cuore è il “centro” della persona, la parte più intima, da cui promana, come da una fonte zampillante, tutta la sua vita affettiva, volitiva e spirituale. E’ detto “cuore” perché, pulsando, manda il sangue a vivificare tutto il corpo; nello stesso modo, possiamo dire, il “cuore” spirituale vivifica la mente e l’anima della persona con un flusso continuo di affetti, pensieri, desideri, speranze, decisioni, che danno unità e spiritualità alla vita dell’uomo in modo che lo elevino immensamente sulle creature a lui inferiori. La “somiglianza” con Dio è da vedere soprattutto in questo “cuore”, organo centrale dell’essere umano, in cui egli è con se stesso e dove nessuno può entrare se non il Creatore solo. Il “cuore” è il vero tempio in cui abita Dio, finché non ne venga scacciato dal sopraggiungere di qualche idolo di turno. Perché, uno il cuore lo dà a chi gli pare, a ciò che reputa essere per lui un valore assoluto e irrinunciabile. E fuori di Dio, tutto è idolo. Solo Dio, infatti, dà la vita. La Vergine Maria fu creata senza macchia di peccato originale: il suo “cuore” non albergò mai alcun idolo, neanche il più naturale: il proprio io. Favorita e ripiena della Grazia, l’anima di Maria fu circonfusa della presenza di Dio in tutte le sue fibre fin dal primo istante di vita. Maria fu così presente a Dio dall’inizio e Dio fu presente in lei da sempre. Accettata la divina presenza come l’unico Assoluto, Maria fu libera dal peccato fin dal primo istante di vita. E ciò in virtù dei meriti del figlio suo Gesù. La creazione dell’anima di Maria fu istantanea come per tutti e operata al momento giusto nel grembo di Sant’Anna, dove si andava formando il corpicino della Vergine, secondo la volontà del Creatore, dopo il concepimento immacolato. La mano onnipotente del Signore formava il cuore fisico e quello spirituale, che sarebbe stato il Suo tabernacolo preferito sulla terra, l’unico in cui Egli non è allo stretto, perché è “adorato in spirito e verità” e amato “con tutto il cuore” dalla Sua creatura prediletta. È bello vedere in Maria bambina perfettamente realizzata la meraviglia della creazione: la più santa abitazione di Dio sulla terra: “L’Onnipotente ha fatto in me grandi cose” (Lc 1,49).
In Maria, il pensiero fin dal suo primo formarsi, è illuminato dalla luce di Dio, la volontà aderisce a Lui come unico e sommo bene, la coscienza è ripiena della Sua presenza, così grande e così evidente che lei si sente “piccola”, insignificante, povera ma insieme ricca: povera per la sua nullità di creatura, ricca per quella Presenza da cui si sente amata e favorita oltre misura. La meraviglia delle meraviglie è che Dio si doni all’uomo e lo renda partecipe della Sua felicità e immensità. Adamo ed Eva, pur creati con grande amore e senza peccato, non perseverarono e decaddero dallo stato di grazia. Maria invece no. Creata con tutte le perfezioni possibili in una creatura, essa amò Dio dal primo istante fino all’ultimo, conservando e aumentando quella pienezza di grazia che le fu donata, in previsione del Figlio: Dio-fatto-carne, Gesù. Il merito dell’Immacolata concezione è di Gesù. Così Maria può dirsi la prima redenta. Senza di Gesù anche lei sarebbe stata concepita col peccato originale e senza la grazia. Perciò nel Magnificat canta: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore” (Lc 1,46-47). Ma lei, umile serva del Signore, seppe mantenersi sempre senza peccato e continuò a meritare tutti i favori di Dio successivamente concessi, passando di gloria in gloria fino all’assunzione corporale nei Cieli e vincendo col peccato colui che del peccato e della morte ha il regno tenebroso: Satana. Perciò Maria Santissima è la nemica segnata di Satana e Colei in cui si realizzò l’antica promessa: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gen 3,15). L’Immacolata preannunzia la “Donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle” (Ap 12,1), che ingaggia la lotta finale col dragone infernale. E’ lei che difende il Figlio maschio e la sua discendenza per la vittoria finale e l’instaurazione del Regno di Dio sulla terra, quando saranno “Cieli nuovi e Terra nuova” (2 Pt 3,13). Allora il suo Cuore Immacolato avrà il più grande trionfo. In previsione di quel giorno, la Vergine prepara il cuore dei suoi figli, mediante il dono dello Spirito Santo che li trasformi.
Lo Spirito Santo inizia la nuova creazione nei cuori che Lo accettano. Egli ci viene ridato per i meriti del Redentore e l’intercessione del Cuore Immacolato e Addolorato di Maria Corredentrice del genere umano. Tutto è dono; ma l’apertura del cuore è operata dall’interno (cf. Ap 3, 20): per questo chi chiude il cuore all’amore non può essere salvato. La Madonna ci chiede di affidarci a lei perché Dio possa darci “un cuore nuovo e uno spirito nuovo” (cf. Ez 11,19-20; 18,31; 36,25-27; Ger 31,33) com’è voluto dal Signore e come ci ricorda lo stesso San Paolo (Ef 4,22-24).

Questa creazione dell’uomo nuovo può essere operata solo dallo Spirito Santo. La Madonna ci aiuta a dire il nostro “sì”, cominciando col dare completamente a Dio il nostro cuore. Allora bisogna ripulirlo da qualunque attaccamento agli idoli: nessuna cosa deve prendere il posto di Dio: Egli va amato più di ogni altra cosa. Maria ci è guida e maestra, aiuto potente nelle tentazioni, perché tutto si gioca al livello del cuore, nell’intimo dell’uomo.

Nelle sue più recenti apparizioni (Parigi 1830; Lourdes 1858; Fatima 1917; Tuy 1929), la Madonna entra in campo sempre più visibilmente nella lotta contro l’antico Serpente. Il campo di conquista non è la città o lo stato, ma è il cuore dell’uomo. Per questo Satana cerca di corrompere i costumi, il linguaggio, il divertimento, i rapporti uomo-donna e genitori-figli, e soprattutto il rapporto con Dio, impedendo la preghiera, la gratitudine per i doni ricevuti, la santificazione del giorno festivo, il pentimento, il ritorno a Dio con la conversione. Il suo scopo è che i cuori degli uomini siano pieni di idoli e non abbiano tempo per pensare a Dio, morendo così in peccato mortale. La Madonna vuole l’esatto contrario, e la lotta tra i due si fa gigantesca. Alla fine vincerà Maria, ma alla maniera sua: con la piccolezza e l’umiltà, con la forza dell’amore e della preghiera. Per questo oggi essa ci chiede di pregare e amare Gesù.

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