giovedì 30 giugno 2011

Sessualità umana - XX appuntamento

 Torna l'appuntamento con il documento del Pontificio Consiglio per la Famiglia "Sessualità umana: verità e significato". Oggi ci soffermiamo sul periodo più complicato della vita umana e cioè l'adolescenza, un periodo dove si può davvero rischiare di uscire fuori strada se la famiglia non riesce a trasmettere i giusti insegnamenti sul valore della sessualità, del matrimonio, della vita stessa. Come detto nello scorso appuntamento, proprio la cultura del laissez-faire ha prodotto i risultati disastrosi dei giorni nostri, con adolescenti sempre più spinti verso le ombre di questa vita rappresentate dall'alcool, dalla droga, dal sesso facile e dall'immoralità dilagante. Bisogna dunque evitare di lasciare che i giovani crescano da soli, senza un vero insegnamento solido alle spalle, perché ciò significherebbe consegnarli un destino ignoto, dove potrebbero andare a sbattere contro il muro del male:

VI

I PASSI NELLA CONOSCENZA  

3. L'adolescenza nel progetto di vita

98. L'adolescenza rappresenta, nello sviluppo del soggetto, il periodo della progettazione di sé e perciò della scoperta della propria vocazione: tale periodo tende ad essere oggi — sia per ragioni fisiologiche che per motivi socio-culturali — più prolungato nel tempo che nel passato. I genitori cristiani devono « formare i figli alla vita, in modo che ciascuno adempia in pienezza il suo compito secondo la vocazione ricevuta da Dio ».25 Si tratta di un impegno di somma importanza, che costituisce in definitiva il culmine della loro missione di genitori. Se ciò è sempre importante, lo diventa in maniera particolare in questo periodo della vita dei figli: « Nella vita di ciascun fedele laico ci sono momenti particolarmente significativi e decisivi per discernere la chiamata di Dio: ... tra questi ci sono i momenti dell'adolescenza e della giovinezza ».26

99. E molto importante che i giovani non si ritrovino soli nel discernere la vocazione personale. Sono rilevanti e talora decisivi il consiglio dei genitori e il sostegno di un sacerdote o di altre persone adeguatamente formate — nelle parrocchie, nelle associazioni e nei nuovi e fecondi movimenti ecclesiali, ecc. — che siano in grado di aiutarli a scoprire il senso vocazionale dell'esistenza e le varie forme della chiamata universale alla santità, poiché il « seguimi di Cristo si può ascoltare lungo una diversità di cammini, tramite i quali procedono i discepoli e i testimoni del Redentore ».27

100. Per secoli, il concetto di vocazione era stato riservato esclusivamente al sacerdozio e alla vita religiosa. Il Concilio Vaticano II, ricordando l'insegnamento del Signore — « Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste » (Mt 5,48) — ha rinnovato l'appello universale alla santità:28 « Questo forte invito alla santità — scrisse poco dopo Paolo VI — può essere considerato come l'elemento più caratteristico di tutto il magistero conciliare e, per così dirlo, il suo ultimo fine »;29 e ribadisce Giovanni Paolo II: « Sull'universale vocazione alla santità ha avuto parole luminosissime il Concilio Vaticano II. Si può dire che proprio questa sia stata la consegna primaria affidata a tutti i figli e le figlie della Chiesa da un Concilio voluto per il rinnovamento evangelico della vita cristiana.30 Questa consegna non è una semplice esortazione morale, bensì un'insopprimibile esigenza del mistero della Chiesa ».31

Dio chiama alla santità tutti gli uomini e, per ciascuno di essi, ha dei piani ben precisi: una vocazione personale che ognuno deve riconoscere, accogliere e sviluppare. A tutti i cristiani — sacerdoti e laici, sposati o celibi —, si applicano le parole dell'Apostolo delle genti: « Eletti di Dio, santi e amati » (Col 3,12).

101. E quindi necessario che non manchi mai nella catechesi e nella formazione impartita dentro e fuori della famiglia, non solo l'insegnamento della Chiesa sul valore eccelso della verginità e del celibato,32 ma anche sul senso vocazionale del matrimonio, che non può mai essere considerato da un cristiano soltanto come avventura umana: « Sacramento grande in Cristo e nella Chiesa », dice San Paolo (Ef 5,32). Dare ai giovani questa ferma convinzione, di portata trascendentale per il bene della Chiesa e dell'umanità, « dipende in gran parte dai genitori e dalla vita familiare che costruiscono nella propria casa ».33

102. I genitori devono sempre adoperarsi per dare l'esempio e la testimonianza, con la propria vita, della fedeltà a Dio e della fedeltà dell'uno all'altro nell'alleanza coniugale. Ma il loro esempio è particolarmente decisivo nell'adolescenza, periodo in cui i giovani cercano modelli vissuti e attraenti di condotta. Siccome in questo tempo i problemi sessuali si fanno spesso più evidenti, i genitori devono anche aiutarli ad amare la bellezza e la forza della castità con consigli prudenti, mettendo in luce il valore inestimabile che per viverla possiedono la preghiera e la ricezione frequente e fruttuosa dei sacramenti, in particolare la confessione personale. Devono, inoltre, essere in grado di dare ai loro figli, secondo le necessità, una spiegazione positiva e serena dei punti fermi della morale cristiana come, per esempio, l'indissolubilità del matrimonio e i rapporti tra amore e procreazione, nonché l'immoralità dei rapporti prematrimoniali, dell'aborto, della contraccezione e della masturbazione. Circa queste ultime realtà immorali, che contraddicono il significato della donazione coniugale, giova ricordare ancora che: « Le due dimensioni dell'unione coniugale, quella unitiva e quella procreativa, non possono essere separate artificialmente senza intaccare la verità intima dell'atto coniugale stesso ».34 Al riguardo sarà per i genitori un aiuto prezioso la conoscenza approfondita e meditata dei documenti della Chiesa che trattano questi problemi.35

103. In particolare, la masturbazione costituisce un disordine grave, illecito in se stesso, che non può essere moralmente giustificato, anche se « l'immaturità dell'adolescenza, che può talvolta prolungarsi oltre questa età, lo squilibrio psichico, o l'abitudine contratta possono influire sul comportamento, attenuando il carattere deliberato dell'atto, e far sí che, soggettivamente, non ci sia sempre colpa grave ».36 Gli adolescenti vanno quindi aiutati a superare tali manifestazioni di disordine che sono espressione spesso dei conflitti interni e dell'età e non raramente di una visione egoistica della sessualità.

104. Una particolare problematica, che può manifestarsi nel processo di maturazione-identificazione sessuale, è quella della omosessualità, che d'altronde si diffonde sempre più nelle culture urbanizzate. E necessario che questo fenomeno venga presentato con equilibrio di giudizio, alla luce dei documenti della Chiesa.37 I giovani richiedono di essere aiutati a distinguere i concetti di normalità e di anomalia, di colpa soggettiva e di disordine oggettivo, evitando di indurre ostilità, e d'altro canto chiarendo bene l'orientamento strutturale e complementare della sessualità in relazione alla realtà del matrimonio, della procreazione e della castità cristiana. « L'omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un'attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile ».38 Bisogna distinguere la tendenza che può essere innata e gli atti di omosessualità che « sono intrinsecamente disordinati »39 e contrari alla legge naturale.40

Molti casi, specialmente quando la pratica di atti omosessuali non si è strutturata, possono giovarsi positivamente di un'appropriata terapia. In ogni modo, le persone che sono in questa condizione devono essere accolte con rispetto, dignità e delicatezza, evitando ogni forma di ingiusta discriminazione. I genitori, da parte loro, quando avvertissero nei figli, in età infantile o adolescenziale, l'apparire di tale tendenza o dei relativi comportamenti, si facciano aiutare da persone esperte e qualificate per portare tutto l'aiuto possibile.

Per la maggior parte delle persone omosessuali, tale condizione costituisce una prova. « Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione ».41 « Le persone omosessuali sono chiamate alla castità ».42

105. La consapevolezza del significato positivo della sessualità, in ordine all'armonia e allo sviluppo della persona, nonché in relazione alla vocazione della persona nella famiglia, nella società e nella Chiesa, rappresenta sempre l'orizzonte educativo da proporre nelle tappe dello sviluppo adolescenziale. Non si deve mai dimenticare che il disordine nell'uso del sesso tende a distruggere progressivamente la capacità di amare della persona, facendo del piacere — invece che del dono sincero di sé — il fine della sessualità e riducendo le altre persone a oggetti della propria gratificazione: così esso indebolisce sia il senso del vero amore tra l'uomo e la donna — sempre aperto alla vita — sia la stessa famiglia e induce successivamente al disprezzo della vita umana che potrebbe essere concepita, considerata allora come un male che minaccia in certe situazioni il piacere personale.43 « La banalizzazione della sessualità », infatti, « è tra i principali fattori che stanno all'origine del disprezzo della vita nascente: solo un amore vero sa custodire la vita ».44

106. Bisogna anche ricordare come nelle società industrializzate gli adolescenti siano interiormente interessati, e talora turbati, non soltanto per i problemi di identificazione di sé, di scoperta del proprio piano di vita, e per le difficoltà di raggiungere un'integrazione della sessualità in una personalità matura e ben orientata, ma anche per problemi di accettazione di sé e del proprio corpo. Sorgono ormai ambulatori e centri specializzati per l'adolescenza spesso caratterizzati da intenti puramente edonistici. Una sana cultura del corpo, che porti all'accettazione di sé come dono e come incarnazione di uno spirito chiamato all'apertura verso Dio e verso la società, dovrà accompagnare la formazione in questo periodo altamente costruttivo, ma anche non privo di rischi.

Di fronte alle proposte di aggregazione edonistica che vengono fatte, specialmente nelle società del benessere, è poi sommamente importante presentare ai giovani gli ideali della solidarietà umana e cristiana e le modalità concrete di impegno nelle associazioni e nei movimenti ecclesiali e nel volontariato cattolico e missionario.

107. In questo periodo sono molto importanti le amicizie. Secondo le condizioni e le usanze sociali del luogo in cui si vive, l'adolescenza è un periodo in cui i giovani godono di più autonomia nei rapporti con gli altri e negli orari della vita di famiglia. Senza togliere loro una giusta autonomia, i genitori devono sapere dire di no ai figli quando è necessario45 e al contempo coltivare il gusto nei propri figli per ciò che è bello, nobile e vero. Devono anche essere sensibili all'autostima dell'adolescente, che può attraversare una fase di confusione e di minor chiarezza sul senso della dignità personale e delle sue esigenze.

108. Attraverso i consigli dettati dall'amore e dalla pazienza, i genitori aiuteranno i giovani ad allontanarsi da un eccessivo rinchiudersi in se stessi e insegneranno loro — quando sia necessario — a camminare contro le abitudini sociali tendenti a soffocare il vero amore e l'apprezzamento per le realtà dello spirito: « Siate sobri e restate in guardia! Il diavolo, vostro avversario, si aggira, come leone ruggente, in cerca di chi divorare. Resistetegli, fermi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze sono patite anche da tutti i vostri fratelli sparsi per il mondo. Il Dio di ogni grazia, chi vi ha chiamati in Gesù Cristo all'eterna sua gloria, dopo che avrete sofferto per breve tempo, vi perfezionerà egli stesso, vi renderà fermi, forti, incrollabili » (1 Pt 5,8-10).

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