giovedì 9 giugno 2011

Sessualità umana - XVII appuntamento

Torna l'appuntamento con il documento del Pontificio Consiglio per la Famiglia "Sessualità umana: verità e significato". Oggi entriamo in una nuova parte che ci mostra alcuni consigli per muovere i primi passi nell'educazione dei più piccoli ad una sessualità corretta. Ovviamente il documento non vuole certamente dare la ricetta perfetta per tutti poiché ogni bambino è un individuo a sé e come tale deve essere trattato: ciò significa che l'educazione impartita dai genitori, inevitabilmente deve tener conto dei caratteri del proprio figlio. Detto questo, scopriamo quelle che possono essere importanti linee guida da tener presente durante il percorso di crescita del bambino (a questo aggiungo una postilla personale: bisogna porre attenzione nel far utilizzare ai propri figli piccoli, le nuove tecnologie. Sia la Tv, sia Internet sono infatti propagatori di una sessualità distorta, perversa e completamente avulsa da ogni moralità. Proprio oggi ho letto di un padre che ha scoperto il proprio figlio piccolo navigare su siti pornografici; quindi bisogna davvero porre attenzione a questo per evitare una crescita sessuale sbagliata e perversa):

VI

I PASSI NELLA CONOSCENZA

 
64. Ai genitori compete particolarmente l'obbligo di far conoscere ai figli i misteri della vita umana, perché la famiglia « è l'ambiente migliore per assolvere l'obbligo di assicurare una graduale educazione della vita sessuale. La famiglia possiede una carica affettiva adatta a fare accettare senza traumi anche le realtà più delicate e ad integrarle armonicamente in una personalità ricca ed equilibrata ».1

Questo compito primario della famiglia, che abbiamo ricordato, comporta per i genitori il diritto a che i loro figli non siano obbligati a scuola ad assistere a corsi su questa materia che siano in disaccordo con le proprie convinzioni religiose e morali.2 E infatti compito della scuola non sostituirsi alla famiglia ma, piuttosto, « assistere e completare l'opera dei genitori, fornendo ai fanciulli e ai giovani una valutazione della sessualità come valore e compito di tutta la persona creata, maschio e femmina, a immagine di Dio ».3

In merito ricordiamo quanto insegna il Santo Padre nella Familiaris consortio: « La Chiesa si oppone fermamente a una certa forma di informazione sessuale, avulsa dai principi morali, così spesso diffusa, la quale altro non sarebbe che un'introduzione all'esperienza del piacere e uno stimolo che porta a perdere la serenità — ancora negli anni dell'innocenza —, aprendo la strada al vizio ».4

Occorre, perciò, proporre quattro principi generali e in seguito esaminare le varie fasi di sviluppo del fanciullo.

Quattro principi sull'informazione riguardo alla sessualità


65. 1. Ogni bambino è una persona unica e irripetibile e deve ricevere una formazione individualizzata. Poiché i genitori conoscono, comprendono e amano ciascuno dei loro figli nella loro irripetibilità, sono nella migliore posizione per decidere il momento opportuno per dare le diverse informazioni, secondo la rispettiva crescita fisica e spirituale. Nessuno può togliere ai genitori coscienziosi questa capacità di discernimento.5

66. Il processo di maturazione di ogni bambino come persona è diverso, per cui gli aspetti che toccano di più la sua intimità, sia biologici che affettivi, devono essergli comunicati tramite un dialogo personalizzato.6 Nel dialogo con ciascun figlio, fatto di amore e di fiducia, i genitori comunicano qualcosa del proprio dono di sé, che li mette in grado di testimoniare aspetti della dimensione affettiva della sessualità, altrimenti non trasmissibili.

67. L'esperienza dimostra che questo dialogo si sviluppa meglio quando il genitore, che comunica le informazioni biologiche, affettive, morali e spirituali, è dello stesso sesso del bambino o del giovane. Consapevoli del ruolo, delle emozioni e dei problemi del proprio sesso, le madri hanno un legame speciale con le proprie figlie e i padri con i figli. Bisogna rispettare questo legame naturale; perciò, il genitore che si trovi ad essere solo dovrà comportarsi con grande sensibilità nel parlare con un figlio di diverso sesso, e potrà scegliere di affidare i particolari più intimi ad una persona di fiducia del medesimo sesso del bambino. Per questa collaborazione di carattere sussidiario, i genitori possono giovarsi di educatori esperti e ben formati nell'ambito della comunità scolastica, parrocchiale o delle associazioni cattoliche.

68. 2. La dimensione morale deve far parte sempre delle loro spiegazioni. I genitori potranno mettere in rilievo che i cristiani sono chiamati a vivere il dono della sessualità secondo il piano di Dio che è Amore, nel contesto cioè del matrimonio o della verginità consacrata o anche nel celibato.7 Si deve insistere sul valore positivo della castità, e sulla sua capacità di generare amore vero verso le persone: questo è il suo radicale e più importante aspetto morale; solo chi sa essere casto, saprà amare nel matrimonio o nella verginità.

69. Fin dalla più tenera età, i genitori possono osservare inizi di un'attività genitale istintiva nel bambino. Non è da considerare repressivo il correggere dolcemente quelle abitudini che potrebbero diventare peccaminose più tardi e insegnare la modestia, sempre che sia necessario, man mano che il bambino cresce. E sempre importante che il giudizio di rifiuto morale di certi atteggiamenti, contrari alla dignità della persona e alla castità, sia giustificato con motivazioni adeguate, valide e convincenti sia sul piano razionale che su quello della fede, perciò in un quadro di positività e di alto concetto della dignità personale. Molti ammonimenti dei genitori sono semplici rimproveri o raccomandazioni che i figli percepiscono come frutto della paura di certe conseguenze sociali o di reputazione pubblica, più che di un amore attento al loro vero bene. « Io vi esorto a correggere con tutto l'impegno i vizi e le passioni che in ciascuna età ci assalgono. Poiché se in qualsiasi epoca della nostra vita navighiamo disprezzando i valori della virtù e soffrendo così dei costanti naufragi, rischiamo di arrivare in porto vuoti di ogni carica spirituale ».8

70. 3. La formazione alla castità e le opportune informazioni sulla sessualità devono essere fornite nel contesto più ampio dell'educazione all'amore. Non è sufficiente comunicare perciò informazioni sul sesso assieme a dei principi morali oggettivi. Occorre anche il costante aiuto per la crescita della vita spirituale dei figli, affinché lo sviluppo biologico e le pulsioni che cominciano a sperimentare si trovino sempre accompagnate da un crescente amore a Dio Creatore e Redentore e da una sempre più grande consapevolezza della dignità di ogni persona umana e del suo corpo. Alla luce del mistero di Cristo e della Chiesa, i genitori possono illustrare i valori positivi della sessualità umana nel contesto della nativa vocazione della persona all'amore e dell'universale vocazione alla santità.

71. Nei colloqui con i figli, quindi, non devono mai mancare i consigli idonei per crescere nell'amore di Dio e del prossimo e per superare le difficoltà: « La disciplina dei sensi e dello spirito, la vigilanza e la prudenza nell'evitare le occasioni di peccato, la custodia del pudore, la moderazione nei divertimenti, le sane occupazioni; il frequente ricorso alla preghiera e ai sacramenti della Penitenza e dell'Eucaristia. I giovani, soprattutto, devono preoccuparsi di sviluppare la loro pietà verso l'Immacolata Madre di Dio ».9

72. Per educare i figli a saper bene valorizzare gli ambienti che frequentano con senso critico e di vera autonomia, come anche nell'abituarli ad un uso distaccato dei mass-media, i genitori dovranno sempre presentare i modelli positivi e le modalità adeguate per impegnare le proprie energie vitali, il senso di amicizia e di solidarietà nel vasto campo della società e della Chiesa.

In presenza di tendenze ed atteggiamenti devianti, per i quali occorre avere grande prudenza e cautela per ben distinguere e valutare le situazioni, sapranno ricorrere anche a specialisti di sicura formazione scientifica e morale per identificare le cause al di là dei sintomi e aiutare i soggetti con serietà e chiarezza a superare le difficoltà. L'azione pedagogica sia orientata più sulle cause che sulla repressione diretta del fenomeno,10 cercando anche — se fosse necessario — l'aiuto di persone qualificate, come medici, pedagogisti, psicologi di retto sentire cristiano.

73. Obiettivo dell'opera educativa è per i genitori trasmettere ai loro figli la convinzione che la castità nel proprio stato di vita è possibile e apportatrice di gioia. La gioia scaturisce dalla consapevolezza di una maturazione e armonia della propria vita affettiva, che, essendo dono di Dio e dono di amore, consente di realizzare il dono di sé nell'ambito della propria vocazione. L'uomo infatti, unica creatura sulla terra voluta da Dio per se stessa, « non può ritrovarsi pienamente se non attraverso un dono sincero di sé ».11 « Cristo diede leggi comuni per tutti... Non ti proibisco di sposarti, né mi oppongo a che ti diverta. Soltanto voglio che tu lo faccia con temperanza, senza impudicizia, senza colpe e peccati. Non pongo come legge che fuggiate ai monti e ai deserti, ma che siate bravi, buoni, modesti e casti vivendo in mezzo alle città ».12

74. L'aiuto di Dio non ci manca mai, se ognuno pone l'impegno necessario per corrispondere alla grazia di Dio. Aiutando, formando e rispettando la coscienza dei figli, i genitori devono procurare che frequentino in modo consapevole i sacramenti, camminando davanti a loro con il proprio esempio. Se i bambini e i giovani sperimentano gli effetti della grazia e della misericordia di Dio nei sacramenti, saranno in grado di vivere bene la castità come dono di Dio, per la sua gloria e per amare Lui e gli altri uomini. Un aiuto necessario e soprannaturalmente efficace è offerto dalla frequenza al Sacramento della riconciliazione, specialmente se ci si può avvalere di un confessore stabile. La guida o direzione spirituale, anche se non coincidente necessariamente con il ruolo del confessore, è un prezioso aiuto per l'illuminazione progressiva delle tappe maturative e per il sostegno morale.

Di grande aiuto sono le letture di libri di formazione scelti e consigliati sia per offrire una formazione più vasta e approfondita sia per fornire esempi e testimonianze nel cammino della virtù.

75. Una volta identificati gli obiettivi dell'informazione, occorre precisarne i tempi e le modalità a cominciare dall'età della fanciullezza.

4. I genitori devono impartire questa informazione con estrema delicatezza, ma in modo chiaro e nel tempo opportuno. Essi sanno bene che i figli devono essere trattati in modo personalizzato, secondo le condizioni personali del loro sviluppo fisiologico e psichico e tenendo in debito conto anche l'ambiente culturale di vita e l'esperienza che l'adolescente fa nella vita quotidiana. Per valutare bene quel che devono dire a ciascuno è molto importante che essi stessi chiedano prima luce al Signore nella preghiera e ne parlino insieme, affinché le loro parole non siano né troppo esplicite né troppo vaghe. Dare troppi dettagli ai bambini è controproducente, ma ritardare eccessivamente le prime informazioni è imprudente, perché ogni persona umana ha una naturale curiosità al riguardo e prima o poi s'interroga, soprattutto in una cultura in cui si può vedere troppo anche per strada.

76. In genere, le prime informazioni circa il sesso da impartire a un bambino piccolo non riguardano la sessualità genitale, ma la gravidanza e la nascita di un fratello o di una sorella. La curiosità naturale del bambino viene stimolata, per esempio, quando vede nella mamma i segni della gravidanza e che vive l'attesa di un bambino. I genitori possono approfittare di questa gioiosa esperienza per comunicare alcuni fatti semplici circa la gravidanza, ma sempre nel contesto più profondo della meraviglia dell'opera creativa di Dio, il quale dispone che la nuova vita da Lui donata venga custodita nel corpo della mamma vicino al suo cuore.

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