mercoledì 22 giugno 2011

Alle sorgenti della Pietà - IV parte

Torniamo a meditare con l'opera di don Luigi Fusina che ha raccolto alcune meditazioni rivolte a semplici fedeli e capaci di sollecitare in loro un senso di meditazione e riflessione sulle grandi verità che generano nell'anima la vera pietà cristiana. Oggi don Fusina medita sul contenuto della fede la quale non è un qualcosa di statico, ma un vero cammino verso le tre Persona della Santissima Trinità. Attraverso la fede, noi ci incamminiamo verso Dio, verso Gesù Cristo, verso lo Spirito Santo con intelligenza, cuore e vita: infatti, sono proprio questi tre elementi che vengono coinvolti nel cammino della nostra fede:

- Capitolo 2 -

"IO CREDO IN... "

 LA FEDE E' UN CAMMINO 
 
Abbiamo visto il significato dell'espressione iniziale: "io credo!" e in che cosa consiste la fede che professiamo: è un aprire il cuore a Gesù per accoglierlo come Salvatore e Signore, per farlo sedere sul trono della nostra vita affinché ne sia il sovrano assoluto. Questa fede ci ha trasformati in figli di Dio, ci ha fatti nascere di nuovo, non più dalla nostra mamma, ma dallo Spirito di Dio. Ora in noi vive ed opera Gesù stesso! Il cristiano, cioè il credente, è un altro Cristo!

Facciamo ora un passo avanti. L'espressione iniziale aggiunge una particella grammaticale molto importante. In italiano diciamo "in" così come in latino. In greco si dice "eis o `ev": "Credo in...".

L'espressione è presa dal Vangelo di Giovanni. Giovanni non usa la parola fede, ma usa molte volte il verbo "credere in"... che vuol dire: "cammino verso qualcuno o qualcosa".

Tutto ciò è molto importante perché manifesta la fede come un cammino e non come una realtà ferma, statica. Nell'atto di fede è tutto il mio essere che si muove incontro a qualcuno nel duale ho fiducia. La fede ha come meta un incontro di persone, non un manifesto di verità astratte. Infatti diciamo: Credo in Dio Padre..., Credo in Gesù Cristo..., Credo nello Spirito Santo. Sarebbe come dire: cammino incontro a Dio Padre, a Gesù Cristo, allo Spirito Santo...

 Lo scopo della nostra fede è l'incontro con le tre Persone della Ss.ma Trinità. Non è però solo l'incontro del mio intelletto, ma è l'incontro di tutto il mio essere: intelletto, cuore, vita.

L'INTELLIGENZA

Mediante la fede io vado incontro a Dio con la mia intelligenza.

In che modo? Accogliendo come sicuramente vere quelle realtà che Egli mi rivela nella predicazione apostolica e nella Sacra Scrittura e che la Chiesa mi propone di credere. Eccovi un esempio.

L'oggetto del mio occhio è tutto ciò che è corporeo: un uomo, una pianta, una montagna, un bicchiere, un libro, ecc.

Per vedere queste cose però mi è necessaria la luce: senza di essa queste cose ci sono ugualmente, ma io non le vedo. E' come se non ci fossero. La luce invece le illumina così che i miei occhi le possono vedere e, in un certo senso, farle proprie, portarle dentro di me nella loro immagine.

L'oggetto della mia intelligenza è la verità e la realtà: tutto ciò che è vero e reale può essere capito dal mio intelletto. Ma qui ci troviamo di fronte a due tipi di realtà e a due tipi di luce: a) ci sono le realtà terrene e le verità terrene, quelle cioè che la mia intelligenza può capire alla luce dell'esperienza, dell'evidenza e del ragionamento;

b) ma ci sono delle realtà e delle verità che sono divine ed eterne che superano la capacità della mia intelligenza e non sono percepibili alla luce naturale. Occorre una facoltà nuova e una luce nuova, soprannaturale.

La facoltà nuova è la fede, la luce soprannaturale è la Parola di Dio.

Con questa facoltà e con questa luce mi è possibile accogliere dentro di me realtà e verità divine altrimenti invisibili.

Es.: la Ss.m Trinità è una realtà ed una verità divina che supera ogni esperienza ed ogni ragionamento. Eppure io la conosco perché l'ho accolta in me mediante la fede ed alla luce della Parola di Dio.

La Fede dunque è. prima di tutto. un incontro dell'intelligenza umana con le verità rivelate da Dio, alla luce della divina Parola.

Queste verità, però, non sono astratte: corrispondono a realtà concrete. Anzi esse sono tutte riassunte in una persona: Gesù! "Io sono la Verità" Egli ha detto! (Gv 14,6). Ma Egli è pure la luce del mondo: "Io sono la luce del mondo: chi segue me non vivrà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" (Gv 12,46).

Infatti Gesù è la Parola stessa di Dio, l'immagine umana del Dio invisibile. Chi vede Gesù, vede il Padre! (cfr Gv 14,9). Quando noi diciamo `Yo credo in..." affermiamo il cammino della nostra intelligenza verso Colui che è la Verità e la Luce. Questo cammino dura tutta la vita e continuerà, sia pure in maniera molto diversa, anche nell'aldilà, per sempre. La nostra intelligenza, infatti, non arriverà mai ad esaurire la vastità infinita di verità che è Dio! Ci sono così due grandi caratteristiche della fede cristiana:

- la prima: è che essa è in continua crescita e perciò nessuno può mai tenersi pago di quello che conosce o, peggio, pretendere di conoscere tutto lui solo;

- la seconda: essa è certa e sicura nelle sue acquisizioni perché ha come fondamento la veracità e l'onestà di Dio stesso.

Quante cose noi accettiamo come vere solo perché ce le dice qualcuno che noi reputiamo verace ed onesto. Pensiamo un po' ai racconti della storia, alle descrizioni della geografia, dell'astronomia, ecc. Del resto tutta la nostra vita quotidiana è fondata sulla fiducia reciproca. Altrimenti come si potrebbe salire in treno, comprare il cibo, farsi curare dal medico, chiedere consiglio all'avvocato e via dicendo. "Ma se noi accettiamo la testimonianza degli uomini saggi ed onesti - scrive San Giovanni Apostolo - quanto più dovremo accettare la testimonianza di Dio!" (Gv 5,9).

Dio è autorevole perché Egli è verace (cioè dice sempre e solo la verità) ed è onesto (cioè non vuole e non può ingannare nessuno). Perciò quando Dio parla noi siamo certi di quel che dice e ci sentiamo sicuri delle verità che ci rivela: esse sono garantite dalla sua autorità.

Quindi l'effetto della fede intellettuale in Dio e nelle verità che Egli ci rivela è la nostra certezza (riguarda (intelletto) e la nostra sicurezza (riguarda il cuore).

 Il vero credente è un uomo certo e sicuro non perché si fonda sulla propria intelligenza, ma perché ha il suo fondamento in Dio e nella sua Parola: "Il Signore è con me: non potrò vacillare. Egli mi fa camminare sulle alture. Egli è la mia roccia, il mio rifugio, la mia sicurezza" (dai Salmi).

IL CUORE

Mediante la fede io vado incontro a Dio con il mio cuore. Dio non è soltanto Verità. Egli è anche Amore. San Giovanni scrive: "Dio è Amore, chi rimane nell'amore, rimane in Dio e Dio in lui" (Gv 4,16).

Quando io dico credo in... esprimo non solo il cammino del mio intelletto verso la Verità, ma anche il cammino del mio cuore verso l'Amore. Infatti Dio mi si rivela all'intelletto come Padre buono e misericordioso, un padre che mi ha pensato e scelto da tutta l'eternità e che mi ha creato al momento opportuno. Un Padre che mi vuole dare sè stesso come eredità eterna. Egli mi rivela che il suo amore per me è eterno, da sempre, prima ancora che io esistessi. Egli mi ama non perché io lo meriti, ma perché Egli è buono. Credere in questo Amore significa lasciarmi amare e, di conseguenza, amarlo a mia volta.

Dio non si rivela come un Dio astratto, ma come un Dio concreto che ama. La fede perciò non può restare nel campo puramente intellettuale, ma deve scendere nel cuore e diventare risposta d'amore all'amore di Dio.

 Una fede puramente intellettuale è incapace di salvarci. Solo una fede animata dall'amore può salvarci!

LA VITA

Mediante la fede io vado incontro a Dio con tutto il mio essere.

Un giorno i Giudei chiesero a Gesù: "Quali sono le opere che dobbiamo fare per piacere a Dio?" e Gesù rispose: "Un'opera sola vuole dà voi il Padre Celeste: che crediate in Colui che egli ha mandato" (Gv 6,19).

Di fronte a questa dichiarazione qualcuno potrebbe essere tentato di pensare che la salvezza dipenda esclusivamente da una fede intellettuale. Ma quando Gesù parla di fede in Colui che Dio ha mandato, intende parlare di sequela, cioè di una fede che porta a seguirlo.

Altrettanto quando parla di amore: Gesù non si riferisce mai ad un amore puramente sentimentale, ma parla sempre di un amore che porta a seguirlo. "Vieni e seguimi": ecco l'invito di Gesù a tutti gli uomini. "Vieni" mediante la tua fede in me, accettandomi come tuo salvatore e come tuo signore. "Seguimi" mediante il tuo amore operoso pronto a compiere le opere sante alle quali Dio ti ha abilitato con il dono del suo Spirito. La fede salvifica è quella che porta a seguire Gesù fino alla Croce e alla Risurrezione. Del resto accade così anche nella nostra vita quotidiana. Quando noi diamo fiducia ad una persona, immediatamente gliela dimostriamo con l'atteggiamento e con le opere. Per esempio se io ho veramente fiducia in un operatore finanziario, gli do i miei soldi da amministrare. Se ho piena fiducia in un chirurgo, gli affido la mia vita e mi lascio operare da lui. Se ho fiducia in un insegnante, lo ascolto e mi sforzo di mettere in pratica le sue lezioni. Se ho fede in un avvocato, seguo i suoi consigli, ecc. Non si può pensare di aver fede in Dio ed in Gesù senza poi passare immediatamente alla sequela, all'attuazione del Vangelo, al compimento della divina volontà! Una fede che si fermasse unicamente all'intelletto o al sentimento, sarebbe una fede morta, come afferma la Bibbia: "La. fede senza le opere è morta!" (ciac 2,20).

Dunque credere in Dio significa andare incontro a Lui non solo con la mente e con il cuore, ma anche con tutta la nostra vita. Significa, in altre parole, aprire la porta del cuore, vuol dire che tutto in noi è al suo servizio: mente, cuore, corpo, forze, ecc.

Stiamo bene attenti però a non prendere un abbaglio che, purtroppo, inganna molti cristiani. La Bibbia ci dichiara apertamente che non è in virtù delle nostre opere che siamo salvi, ma in virtù del Signore mediante la fede in Lui (cfr Efes 2,9). Cosa vuol dire? Vuol dire che la salvezza è già stata compiuta da Dio nella Persona di Gesù. Noi possiamo far nostra la salvezza che è in Cristo. Come? Mediante la fede, cioè accettandoLe come nostro Salvatore e Signore. Allora Gesù verrà in noi e ci salverà.

Ma la fede che apre la porta della vita a Gesù, come abbiamo detto, comprende tutto il nostro essere: mente, cuore, corpo: tutto!

Vi faccio un esempio. Il perdono dei peccati Dio ce lo concede come un dono per i meriti infiniti del Signore Gesù. Tu potresti fare tutte le più grandi penitenze del mondo, ma non arriveresti mai a pagare uno solo dei tuoi peccati. Gesù, con il suo Sangue, ha pagato ogni nostro peccato una volta per sempre. Ora se tu vuoi il perdono non hai che una cosa da fare: credere in Gesù Salvatore e nel suo Sangue Prezioso. Ma con quale fede? Solo con la fede della mente? No! con la fede completa, quella che è resa viva ed operosa dalla carità, cioè dall'amore. Ecco perché confessi il tuo peccato, chiedi il perdono, fai penitenza. Non basta che tu dica: io credo che Gesù è il mio salvatore, ma è necessario che tu lo accolga

 come tale nel tuo cuore e nella tua vita rigettando il tuo peccato e convertendoti a Dio. Vedi, dunque, che è Gesù il tuo salvatore: ma è altrettanto vero il fatto che tu lo accogli con una fede autentica, viva e operante.

LA FEDE E' UN CAMMINO

Ecco, amici, il profondo significato delle prime parole del Simbolo: "Io credo in...". Esse indicano un cammino di tutto il nostro essere verso Dio Uno e Trino, cioè non verso verità astratte, ma verso realtà concrete, verso le tre Persone della Ss.ma Trinità con tutte le meravigliose realtà che Esse portano in sè.

La fede è. dunque, un cammino. Ora dire cammino, significa dire movimento da un punto fino ad un altro punto. Significa pure dire crescita.

Il punto di partenza della fede è Dio che si rivela a noi: la fede nasce dall'ascolto della Parola di Dio. E' nella Parola di Dio che sta la sorgente della fede. Chi non ascolta la Parola di Dio non può aver la fede! La Parola di Dio poi ci è offerta dalla predicazione, come insegna l'apostolo Paolo nella lettera ai Romani (Rom 10,9-15). La predicazione, infine, è affidata alla Chiesa cui Gesù ha detto: "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (Mt 28,19).

Se vuoi crescere nella fede fino alla sua perfezione, che si avrà nella visione beata in Cielo, è necessario che tu ti metta in religioso ascolto della Parola di Dio, come giustamente insegna il Concilio Vaticano II (Cost. Dei Verbum n. 5). Non coi tuoi sforzi intellettuali, né con la moltitudine dei libri e neppure con i ragionamenti sofisticati potrai crescere e maturare nella fede, ma unicamente accogliendo in te la divina parola e obbedendo ad essa. Infatti: "A Dio, che rivela, è dovuta l'obbedienza della fede con la quale l'uomo si abbandona a Dio tutt'intero liberamente, prestandogli il pieno ossequio dell'intelletto e della volontà e acconsentendo volontariamente alla rivelazione data da Lui" (Conc. Vat. Il, Dei Verbum n. 5).

"Per questo - continua il Concilio - sono necessari la grazia di Dio che previene e soccorre e gli aiuti interiori dello Spirito Santo, il quale muova il cuore e lo rivolga a Dio, apra gli occhi della mente e dia a tutti dolcezza nel consentire e nel credere alla. verità". "Infine - dice il Concilio - affinchè l'intelligenza della Rivelazione diventi sempre più profonda, lo stesso Spirito Santo perfeziona continuamente la fede per mezzo dei suoi doni".

Ecco, dunque, la strada per crescere nella fede: mettersi nelle mani di Dio, affidarsi alla sua grazia, chiedere il suo aiuto con preghiera umile e perseverante, ascoltare la sua Parola lasciandoci penetrare dalla dolcezza e dalla luce dello Spirito Santo.

 Così ha fatto la Madonna che Gesù ci ha presentato come modello di fede e che lo Spirito ha proclamato beata per la sua fede. "Maria - dice il Vangelo - conservava e meditava tutte queste cose nel suo cuore" (Le 2,19). Non solo essa si è abbandonata a Dio senza riserve, aprendo la porta del suo cuore a Gesù e facendolo Signore di tutto il suo essere, ma era in continuo e religioso ascolto della sua Parola, tanto che Gesù, correggendo l'espressione entusiasta di una donna che proclamava la grandezza di Maria ponendola tutta nella sua divina maternità, La presentò modello dei discepoli "che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica" ( Lc 11, 2728). Impariamo, dunque, dall'esempio di Maria a credere e a crescere nella fede.

CONTEMPLAZIONE

 Ora mettiti davanti al Signore Gesù, possibilmente in ginocchio davanti al Ss.mo Sacramento o ad una sua immagine nel segreto della tua cameretta. Riconosci umilmente i tuoi peccati e chiedine il perdono confidando nella misericordia di Dio. Poi apri la tua mente, il tuo cuore, la tua vita a Gesù che sta bussando alla tua porta e accoglilo in te quale tuo Salvatore e Signore pregandolo di prendere possesso di tutto il tuo essere senza eccezione alcuna. Fa questa preghiera con la Madonna, come un bambino ripete la preghierina che la mamma gli suggerisce.

PREGHIERA

 Signore Gesù, sono infinitamente riconoscente al Padre perché mi ha concesso il dono della fede e mediante il Battesimo mi ha fatto rinascere come suo figlio adottivo. Però mi accorgo che non Ti ho mai accolto con un atto coscientemente responsabile quale mio Salvatore e Signore personale. Oggi, ancora una volta, Tu bussi alla porta del mio cuore chiedendomi di entrare e di essere accolto come amico. Ebbene, con la tua santa grazia e con il materno aiuto di Maria, ecco che io, in questo momento Ti apro il cuore. Vieni, Gesù, a cenare con me perché anch'io voglio cenare con Te, mio Signore e mio Salvatore. Prendi possesso di tutto me stesso: io mi dono a Te per sempre e pongo in Te tutta la mia fede. Amen.

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