In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
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Celebriamo oggi la solennità dell'Ascensione di nostro Signore Gesù Cristo al cielo. E' la festa della speranza cristiana, è la festa della vera e definitiva meta di ogni credente, quel cielo ove Gesù si innalza per propria potenza, quel cielo che fissano i discepoli nel momento in cui Gesù Cristo lascia definitivamente la terra, nell'attesa del suo secondo e definitivo ritorno per giudicare i vivi e i morti. Oggi di fronte al mistero dell'Ascensione di Cristo c'è bisogno di interrogarsi sul perché guardare il cielo se ancora il cielo indica qualcosa per noi uomini e credenti del terzo millennio dell'era cristiana. Quel cielo che indica l'eternità di Dio e la nostra definitiva patria. Cogliere il vero significato che il cielo ha per noi viventi è dare senso alla nostra vita nel tempo. Guardare il cielo si motivo perché in esso scorgiamo la gioia di vivere, la vera serenità e l'aspettativa più vera per ciascuno di noi e per l'intera umanità, salvata da Cristo, asceso al cielo.
Gli Atti degli Apostoli ci descrivono il momento esatto in cui Gesù ascende al cielo e parimenti ne spiega anche le ragioni storiche e teologiche.
Dal racconto comprendiamo esattamente anche ciò che ci spetta fare mentre continuiamo a vivere nel tempo. Bisogna continuare l'opera di Cristo nel mondo nell'attesa della sua venuta. Un'opera che comprende esattamente quello che Gesù dice agli apostoli di fare mentre se ne torna alla destra di Dio Padre. Questo comando Gesù lo esplicita con chiarezza, nei contenuti, nei metodi e nelle finalità nel brano del Vangelo di Matteo che oggi ascoltiamo.
Andare in tutto il mondo e predicare il regno di Dio, la salvezza operata di Cristo. Compito fondamentale è quello dell'evangelizzazione e del battesimo, quale fondamentale scelta di fede e di adesione a Cristo. Non si tratta di fare proseliti di un regno che non ha senso, ma di comprendere il mistero della salvezza del genere umano, cioè un Dio che ha inviato il suo Figlio Unigenito nel mondo perché tutti avessero la pienezza della vita. Insegnamento e adesione volontaria e responsabile al Vangelo sono i passi preliminari di quanti vogliono seguire Cristo e immettersi nell'esperienza di quella famiglia di Dio che è la Chiesa. Da questa adesione scaturisce l'impegno e la fedeltà, che consiste nell'osservare tutto ciò che il Signore ha comandato di fare per il nostro ed altrui bene. Ma consiste pure nel vivere in un atteggiamento di fede-speranza i cui connotati essenziali sono espressi nel brano della seconda lettura odierna tratta dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini.
La sintesi della persona e della missione di Cristo che l'Apostolo Paolo ci offre in questo testo ci aiuta a capire quale scelta fare per essere davvero dalla parte giusta. In questo anno paolino che ci accingiamo tra qualche mese a vivere nel ricordo di quel grande apostolo delle Genti che fu Paolo di Tarso siamo chiamati a far tesoro del suo insegnamento Cristologico, sapendo che Paolo dopo la sua conversione fece di Cristo davvero il centro della sua e l'unico fine della sua esistenza terrena. Abbiamo anche noi di fare questa forte esperienza di Cristo nella fede, nella speranza e nella carità, le tre virtù teologali che trovano la ragion d'essere proprio in Cristo, perché Dio Padre tutto ha sottomesso a Cristo e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose.
La nostra lode e ringraziamento al Signore della vita e della gioia, a quel Cristo che è andato a preparare un posto per tutti nel suo regno di gloria e di gioia per sempre. Possiamo allora pregare con le parole della liturgia odierna: "Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre, per il mistero che celebra in questa liturgia di lode, poiché nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria. Amen".
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