2. Di conseguenza, solo affidandogli le sue pecore, il Signore gli preannunciò la passione che oggi celebriamo. Disse: Quando eri più giovane, ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, tenderai le tue mani e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi. Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio 9. Così avvenne, Pietro negò, Pietro pianse, Pietro lavò nelle lacrime la sua negazione. Cristo risuscitò, Pietro fu esaminato sull'amore: ricevette le pecore affidategli, non sue, ma di Cristo. Non gli disse infatti: Pasci le tue pecore, ma: pasci le mie pecore: pasci quelle che ho acquistato, perché ho riscattato anche te. Quindi, Cristo Signore si trattenne quaranta giorni con i suoi discepoli; una nube lo sollevò sotto i loro occhi ed egli ascese al cielo. Lo accompagnarono con i loro sguardi mentre ascendeva: si fermarono poi in città, al compiersi di cinquanta giorni ricevettero lo Spirito Santo, ne furono ripieni. In quell'istante appresero le lingue di tutti i popoli, cominciarono ad esprimersi in esse tra lo stupore e l'ammirazione di coloro che avevano ucciso Cristo. Il negatore di un tempo, l'amante qual è ora, solo fra tutti, perché il primo di tutti, si precipitò dai Giudei e intraprese ad annunziare Cristo agli uccisori di Cristo. Sparse in mezzo a loro il seme della fede di Cristo, e dispose a morire per Cristo molti di quelli dai quali aveva temuto di essere ucciso per lui.
3. Quando si disse, quando venne predetto che gli Apostoli di Cristo avrebbero parlato nelle lingue di tutte le Genti? I cieli narrano la gloria di Dio: intendi per cieli coloro che recano Dio; e l'opera delle sue mani, cioè la gloria di Dio, annunzia il firmamento 10. Questo sono i cieli. Il giorno al giorno ne affida il messaggio e la notte alla notte ne trasmette notizia 11. Giorno e notte non si smetta di annunziare Cristo. Rifletti tuttavia che il giorno al giorno ne affidò il messaggio: Cristo ai discepoli, la Luce alle luci. E la notte alla notte ne trasmise notizia: Giuda trasmise ai Giudei dove si trovava Cristo. Cristo venne catturato, Cristo fu ucciso, la morte fu uccisa in Cristo, perché Cristo risuscitò, e ascese al cielo, e inviò lo Spirito Santo promesso e ne furono ripieni, come otri nuovi, di vino nuovo. Aveva detto infatti il Signore: Nessuno mette vino nuovo in otri vecchi 12. E sappiate che questo è stato adempiuto. I Giudei pieni di stupore, e alcuni quasi a scherno, senza sapere quel che affermarono, dissero: Costoro sono ubriachi di mosto 13. Se parlarono lingue che non avevano apprese fu dunque perché lo Spirito Santo ne dette e il dono e l'ispirazione e l'illuminazione. Nel loro ambiente ne avevano appresa una, forse due, invece parlarono che diciamo… tre lingue, quattro, cinque, sei… Perché vai cercando il numero? Non è linguaggio e non sono parole di cui non si oda il suono 14; avete ascoltato ora il Salmo, mentre veniva cantato. Anch'essi furono uccisi ma il loro messaggio è stato scritto. Che fecero quelli che li uccisero? Per tutta la terra si è diffuso il loro annunzio 15. Noi residenti in Africa eravamo lontani di là dove non era linguaggio e non erano parole di cui non si udisse il suono. Lontani da lì eravamo, lontano eravamo a giacere, lontano eravamo in preda al sonno; ma, perché fossimo riscossi dal sopore, per tutta la terra si è diffuso il loro annunzio e ai confini del mondo la loro parola. Svegliati, tu che dormi, destati dai morti e ti illuminerà 16 colui che disse a Pietro: Mi ami? 17 Chi è capace di parlare degnamente di Pietro? È da tanto chi sta parlando di Pietro? Senza offesa, beato Pietro, mi si permetta di tacere appena un poco di te, il cui annuncio mi ha riscaldato. Il mio discorso non può esser solo per te; oggi non fosti solo tu a subire il martirio: senza dubbio sei tu il primo degli Apostoli, ma l'ultimo degli Apostoli ebbe il merito di esserti socio.
4. Si porti avanti a noi anche il beato Paolo, dobbiamo dire qualcosa di lui per un poco; avendo infatti questo senso il nome, volle essere chiamato Paolo, poiché in precedenza si chiamava Saulo. Prima Saulo, poi Paolo; perché prima superbo, poi umile. Ripensate al primo nome ed in esso riconoscete la colpevolezza del persecutore. Venne chiamato Saulo da Saul. Saul, dal quale la denominazione di Saulo, perseguitò il santo David, e nel santo David era prefigurato il Cristo venturo dalla stirpe di David, per mezzo della Vergine Maria. Saulo svolse il ruolo quando perseguitò i cristiani. Era stato un persecutore accanitissimo; quando venne lapidato il beato Stefano, egli stesso conservò le vesti dei lapidatori per trovarsi a lapidare nelle mani di tutti. Dopo il martirio del beatissimo Stefano, i fratelli che si trovavano a Gerusalemme vennero dispersi; e poiché erano delle luci, ardevano dello Spirito di Dio; dovunque si erano recati, comunicavano luce. Allora Saulo, notando che il Vangelo di Cristo si divulgava, fu ripieno di asprissimo zelo: ebbe lettere di presentazione dai sommi sacerdoti e partì, nell'intento di condurre in catene, perché fossero puniti, quanti avesse scoperti testimoni del nome di Cristo; e andava furioso di strage, assetato di sangue. Così, mentre andava, mentre era assetato di sangue cercando quanti poteva catturare e uccidere, proprio così, da persecutore qual era, udì una voce dal cielo. Fratelli miei, che aveva meritato di buono, che non aveva meritato di male? E tuttavia, da una sola voce dal cielo venne atterrato il persecutore e si rialzò il predicatore.
5. Dopo Saulo, eccoti Paolo: ecco, ormai predica, ormai ci fa sapere chi sia stato e chi sia. Io - dice - sono il più piccolo degli Apostoli 18. Se il più piccolo, giustamente Paolo. Rammentate il vocabolo latino: 'poco' vuol dire 'modico'. Certo usiamo dire così: 'Ti vedrò fra poco'. Di conseguenza, quel Paolo si riconosce il più piccolo, quasi la frangia nella veste del Signore, che toccò la donna inferma. Quella che soffriva perdita di sangue era certamente figura della Chiesa delle Genti, alle quali venne inviato Paolo, e il più piccolo e l'ultimo: infatti la frangia è la minima parte della veste e l'ultima. Paolo riconobbe di essere l'uno e l'altro: si disse il più piccolo e l'ultimo. Egli disse: Io sono il più piccolo degli Apostoli, e disse: Io sono l'ultimo degli Apostoli 19. Non è un'offesa la nostra, egli l'ha detto. E che altro ha detto? Lasciamo che sia lui a parlare perché non sembri che intendiamo recare ingiuria; sebbene non vi sia in alcun modo offesa di Paolo dove si fa valere la grazia di Cristo, tuttavia, fratelli, ascoltiamo lui. Io sono - egli dice - il più piccolo degli Apostoli, io sono chi non è degno di essere chiamato apostolo. Ecco chi era: Io sono chi non è degno di essere chiamato apostolo. Perché? Perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. E com'è che sei apostolo? Ma per grazia di Dio sono quello che sono e la sua grazia in me non fu vana, ma ho faticato più di tutti loro 20. Ti prego, san Paolo, uomini non intelligenti ritengono che sia ancora Saulo a parlare: Ho faticato più di tutti loro, dà l'impressione che sia detto con superbia. Eppure è stato proprio detto; ma che viene dopo? Ma quando si accorse di aver detto qualcosa che lo potesse elevare in superiorità - disse infatti: Ho faticato più di tutti loro - ecco subito: Non io, però, ma la grazia di Dio con me 21. L'umiltà si riconobbe, la debolezza trepidò, la perfetta carità confessò il dono di Dio. Quindi adesso parla, come pieno di grazia, come vaso di elezione, come diventato quel che non eri degno; parla, scrivi a Timoteo e annunzia questo giorno. Quanto a me - dice - presto sarò immolato 22. Ora è stato letto dalla Lettera di Paolo, in questo luogo è stato letto quanto sto dicendo adesso: Quanto a me - dice -presto sarò immolato. È prossima la mia immolazione. In effetti, il martirio dei santi è un sacrificio a Dio. Quanto a me presto sarò immolato. È imminente l'ora della mia liberazione. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede; ora mi resta la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi renderà in quel giorno 23. Retribuirà i meriti colui che dona i meriti. È stato eletto apostolo chi non era degno e non sarà coronato chi è degno? Allora infatti non era degno, quando ricevette la grazia non dovuta, ma gratuita: Non sono degno, disse, di essere chiamato apostolo, ma per grazia di Dio sono quello che sono. Ora, invece, esige il dovuto: Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede; ora mi resta la corona di giustizia, mi è dovuta la corona di giustizia. Che mi renderà, perché tu comprenda che è dovuta. Non disse 'mi dà', oppure, 'mi dona', ma: Mi renderà il Signore, il giusto giudice, in quel giorno. Perché misericordioso mi ha donato, perché giusto mi renderà. Ho davanti agli occhi, beato Paolo, a quali tuoi meriti è dovuta la corona; ma, guardando indietro, riconosco quel che sei stato; proprio i tuoi meriti sono doni di Dio. Hai detto: ho combattuto la buona battaglia, ma tu pure hai detto: Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo 24. Di conseguenza, hai combattuto la buona battaglia, ma hai riportato vittoria per dono di Cristo. Hai detto: Ho terminato la corsa, ma hai pure detto: Non dipende dalla volontà né dagli sforzi di chi corre, ma da Dio che usa misericordia 25. Hai detto: Ho conservato la fede, ma tu pure hai detto: Ho ottenuto misericordia per meritare fiducia 26. Notiamo allora che sono doni di Dio i tuoi meriti e perciò ci rallegriamo della tua corona. E se sono stato da meno nel fare l'elogio dei beati Apostoli, dei quali celebriamo la solennità, non sono venuto meno, tuttavia, all'attesa della vostra Carità secondo quanto si è degnato concedermi colui che li ha coronati.
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