mercoledì 2 marzo 2011

Voglia di Paradiso - VI appuntamento

Torniamo a sentire voglia di Paradiso attraverso l'approfondimento dell'opera di Mons. Novello Pederzini: "Voglia di Paradiso". In particolare, vediamo oggi se e come è possibile conoscere il Paradiso. E' un dato oggettivo che sin dagli inizi dei tempi, l'uomo ha sempre sentito il desiderio del Paradiso, di un luogo che lo potesse accogliere dopo la morte. Chiaramente questo è un naturale desiderio che trova le sue radici nella mortalità dell'uomo: l'uomo, non accettando la morte, si affida al mistero e pensa ad una realtà soprannaturale. Ma l'unica realtà che ha mostrato concretezza è stata quella del Regno dei Cieli che ha raggiunto per primi gli ebrei. Dalla Bibbia vediamo come solo il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe dava veri segni di esistenza e Potenza: chi può dimenticare l'Esodo ebraico dall'Egitto? Cosa hanno potuto fare gli dei egiziani contro Dio? Nulla, perchè non esistevano: Dio invece esiste, è reale e si è voluto rivelare prima al popolo israelita e poi all'intero popolo mondiale attraverso Gesù Cristo che si è sacrificato interamente a favore di ogni singolo uomo, indipendentemente dalla razza. Non a caso, proprio Gesù invia i suoi apostoli ad annunciare il Vangelo sino agli estremi confini della Terra!
Dio si è dunque rivelato a noi e ci ha promesso il Regno dei Cieli se avessimo avuto fede nel Signore Gesù Cristo e, come vedremo appresso, è proprio la fede la chiave che ci permette di aprire la porta della conoscenza ultraterrena.:


4.


MA È POSSIBILE CONOSCERE IL PARADISO?

Il tuo desiderio sia quello di vedere Dio;

il tuo timore sia quello di perderlo.

Il tuo dolore sia quello di non possederlo;

la tua gioia sia in ciò che ti può condurre a Lui.
S. Teresa d'Avila

O Dio mio, vita mia, mio unico desiderio!

Che cosa cerco io nei cieli?

Che cosa desidero sulla terra?

Il Dio del mio cuore,

che sarà il mio possesso per l'eternità.
L. Bloy

Ma è possibile conoscere il Paradiso?

Il Paradiso è un'esigenza generale. Non c'è popolo al mondo che non abbia avvertito o non avverta l'esigenza di una vita interminabile e felice oltre la morte. Lo attestano antichi inni e codici sacri, voci di eroi e di sapienti, riti e sacrifici, a volte infantili e primitivi, a volte più originali ed elevati. È stato detto giustamente che «è più facile trovare popoli senza città o casa o scuole o leggi o scrittura, che trovare un popolo senza il suo paradiso».
L'esigenza di un Paradiso felice, alla fine della vita presente, nasce dall'istintivo desiderio

- di felicità,

- di perfezione,

- di giustizia,

- di immortalità.

È un desiderio insopprimibile, perché radicato nel profondo del cuore; e nessuno è riuscito o riuscirà a sradicarlo, anche nelle condizioni di vita migliore. Naturalmente, in ogni civiltà e tempo, si sono cercate spiegazioni e risposte, ma quante opinioni diverse e fantasiose! Quante credenze stravaganti! Quante teorie prive di fondamento razionale!

Per cui viene ovvia la domanda:

Ma è possibile conoscere il Paradiso?

Sì, è possibile! Ma non certamente col solo lume della ragione e della logica umana!
Trattandosi di un mistero soprannaturale, il Paradiso lo conosce solo Dio; e lo possono in parte conoscere coloro ai quali Egli vuole rivelarlo. È possibile quindi conoscerlo solo accettando la divina Rivelazione.
C'è infatti una sostanziale differenza fra le Religioni naturali e la Religione cristiana:

• le Religioni naturali contengono quelle conoscenze che nascono dalle ricerche delle persone umane (noi diremmo dal basso) che tentano di conoscere Dio e il suo mistero;

• la Religione cristiana nasce come adesione alla Rivelazione che viene direttamente da Dio (dall'alto), e svela cose che inutilmente gli esseri umani cercano di scoprire con le loro sole forze naturali.

Potremmo dire che gli uomini, da soli, possono giungere alle porte del Mistero, ma solo aderendo alla Verità rivelata riescono a entrare nel Mistero stesso. Dio si è incaricato personalmente di svelarci il mistero dell'altra vita, attraverso una serie di interventi che hanno avuto il loro momento culminante nell'invio di Gesù Cristo. Queste opere e rivelazioni divine sono fedelmente documentate dalla Bibbia, che contiene ben 400 riferimenti al Paradiso.

Il privilegio di poter "vedere" prima del tempo

L'intervento di Dio ci dispensa da ricerche faticose, e ci solleva dalle difficoltà e dai rischi che esse comportano.La ricerca umana procede per sentieri oscuri, senza mai giungere a certezze e sicurezze definitive. Le sue conclusioni sono
- incerte,

- insicure,

- relative.

Quale uomo può annunciare con autorità, e con infallibile certezza, le realtà che appartengono a un mondo lontano, oscuro e indefinibile? I dati della Rivelazione invece sono:

- sicuri,

- completi,

- illuminanti,

- pacificanti.

Soltanto Dio può rivelarci Verità note solo a Lui; e solo Lui, con la sua Autorità, può garantirci che esse sono infallibilmente vere! È sempre incerto, insicuro e relativo ciò che nasce dall'uomo! Ma è sicuramente certo, luminoso e assoluto ciò che proviene da Dio! E credere a ciò che Dio rivela è già come vedere Dio prima del tempo, cioè prima di poterlo contemplare in Paradiso! Dice S. Leonardo da Porto Maurizio: «l'anima semplice di un uomo credente e pio scopre la verità meglio di tutti i sapienti del mondo». Ed è vero: non scopre tutto e del tutto, ma giunge a intuire cose superiori all'umana comprensione.

Solo attraverso la fede si può conoscere e accettare il Paradiso

Non resta che affidarsi alla fede e lasciarsi condurre da essa. Altre strade non ci sono! La conoscenza e la voglia del Paradiso sono quindi solo questione di fede!

Afferma P. Vincenzo Benetollo: «con la fede Dio penetra nell'intelligenza umana e vi lascia un seme di conoscenza superiore. La fede non umilia la ragione, ma la esalta, perché la rende partecipe di una conoscenza soprannaturale, superiore a ogni sapere umano, anticipando la visione di Dio».,

L'essere umano senza la fede rimane prigioniero del suo universo, cioè delle cose materiali, dei suoi sentimenti, dei peccati, dei dolori, delle gioie, del tempo e di tutti i limiti che gli impone la natura. Solo la fede può abbattere questi muri e liberare le persone da questi limiti, perché con essa si aderisce a Dio, che rivela il senso della vita presente e dischiude le porte della vita eterna. Dice il Catechismo della Chiesa Cattolica: «la fede ci fa gustare come in anticipo la gioia e la luce della visione beatifica che è il fine del nostro pellegrinaggio terreno». Allora vedremo «faccia a faccia», «così come Egli è».
La fede, quindi, è già l'inizio della vita eterna: «fin d'ora contempliamo come in uno specchio, quasi fossero già presenti, le realtà meravigliose che ci rivelano le promesse e che, per la fede, attendiamo di godere».

La fede

La fede è adesione alla rivelazione non per l'evidenza della verità rivelata, ma per l'autorità di Colui che la rivela. Il solo motivo per cui si accoglie la Rivelazione è l'Autorità di Dio. Questa Autorità è la massima in assoluto perché Dio è l'unico che non può né ingannarsi né ingannare. Chi aderisce a Dio nella fede è assolutamente certo di non incorrere in alcun errore, anche minimo, perché con la fede si raggiunge quella certezza che nessuna scienza sperimentale può donare.
Dice ancora il Catechismo: «la fede è certa, più certa di ogni conoscenza umana, le verità della fede possono sembrare oscure, ma la certezza data dalla luce divina è più grande di quella offerta dalla luce della ragione naturale».
La fede soprannaturale dunque:

- non è un'idea o un oggetto più o meno vago;

- non è un'opinione che ci facciamo leggendo il giornale o ascoltando le esperienze degli amici;

- non è un convincimento personale e interiore più o meno stabile e verificabile;

- non è il risultato di un qualunque esperimento scientifico, perché gli esperimenti della scienza propongono verità naturali e, quindi, non assolute e definitive.

La fede soprannaturale è un dono che viene dall'alto, perché solo dall'alto può provenire ciò che supera le forze umane. Nessuna forza esterna può produrre la fede! Essa è un dono di Dio, una virtù soprannaturale da Lui infusa. Perché si possa credere, è quindi necessaria la Grazia, che previene e soccorre, apre gli occhi della mente e muove il cuore, infondendo la dolcezza nel consentire e nel credere alla verità.

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