venerdì 18 marzo 2011

Imparando con le Lettere Apostoliche - Trentacinquesimo appuntamento

Torna l'appuntamento settimanale con "Imparando con le Lettere Apostoliche". Il cammino di oggi ci mostra la missione apostolica:

Quarta parte della Seconda Lettera ai Corinzi  
Perciò, investiti di questo ministero per la misericordia che ci è stata usata, non ci perdiamo d'animo; al contrario, rifiutando le dissimulazioni vergognose, senza comportarci con astuzia né falsificando la parola di Dio, ma annunziando apertamente la verità, ci presentiamo davanti a ogni coscienza, al cospetto di Dio.

E se il nostro vangelo rimane velato, lo è per coloro che si perdono, ai quali il dio di questo mondo ha accecato la mente incredula, perché non vedano lo splendore del glorioso vangelo di Cristo che è immagine di Dio. Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore; quanto a noi, siamo i vostri servitori per amore di Gesù. E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo.

Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale. Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita.

Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, ancora più abbondante ad opera di un maggior numero, moltiplichi l'inno di lode alla gloria di Dio. Per questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili sono eterne.

COMMENTO

Il passo di oggi rivela il volto e la missione degli apostoli, portata avanti oggi dall'ordine sacerdotale. Infatti, vediamo San Paolo affermare convintamente che ciò che lui e i suoi fratelli apostoli stanno compiendo, è la rivelazione del Vangelo di Gesù Cristo, così come è stato effuso nel loro cuore. Ma se qualcuno non riesce ancora a vedere la sostanza di quel Vangelo che rimane velato, non è per colpa dell'apostolo, ma per colpa del dio di questo mondo e cioè di quelle passioni che offuscano la mente e accecano gli occhi. Ancora oggi, mentre la Chiesa si pone come successore dell'attività apostolica nella rivelazione e trasmissione della Buona Novella, cisono uomini che non riescono a rimuovere quel velo che impedisce loro di vedere la vera sostanza del Vangelo, esattamente come coloro che, ai tempi della predicazione apostolica, non riuscivano a rimuovere il velo che impediva la comprensione dell'Antico Testamento e soprattutto di Mosè e della Legge.
Il dio di questo mondo che, oggi, impedisce di vedere oltre quel velo, è rappresentato dal denaro, dalla ricchezza, dal possesso avido ed egoistico e dall'egoismo puro: tutti coloro che non vogliono rinunciare ai piaceri della vita e ai piaceri egoistici, non possono vedere perchè accecati da tutta la futilità di queste cose e dall'io personale. Per poter invece vedere quel Vangelo che i nostri sacerdoti ci mostrano ogni volta, c'è bisogno di un ascolto umile, fedele, curato e soprattutto avulso da condizionamenti di natura personale. C'è chi, infatti, cerca nella Parola un modo per giustificare i propri vizi e i propri errori: costoro non vedranno mai, perchè non vogliono vedere. Se invece vogliamo vedere, dobbiamo ascoltare in totale umiltà e con cuore aperto: solo così tutto ci sembrerà all'improvviso più chiaro. Quando ciò accade, è come l'aprire gli occhi dopo aver dormito per tutta la vita: tutto sembra diverso, cambiano le prospettive, cambiano i pensieri e cambia la vita!

C'è un altro aspetto che oggi dobbiamo tener in considerazione: la fede nella risurrezione in Cristo Gesù. Infatti, l'apostolato comporta numerose tribolazioni (quelle dei primi apostoli furono davvero dure e mortificanti) come molti santi di Dio ci hanno dimostrato: ma queste tribolazioni possono esser affrontate con pazienza solo se si ha fede in Gesù Cristo e nella Sue promessa di redenzione. Infatti, anche se oggi siamo chiamati alla sofferenza, domani saremo chiamati ad una gioia che non avrà fine e che nessuno potrà mai più turbare. Perciò, carichiamoci della Croce, armiamoci di pazienza e sopportazione sull'esempio di santi come San Francesco e San Pio, e attendiamo fiduciosi il ritorno di nostro Signore Gesù Cristo, vero fondamento della nostra esistenza!

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