e/o speranza. Dunque la bellezza di oggi sta nello scoprire come il Paradiso tanto decantato nelle Sacre Scritture, è in primo luogo comunione vera con Cristo: tutti i Santi hanno compreso bene questo punto e hanno cercato il modo per entrare in Comunione con Gesù già durante la loro vita terrena; il modo che hanno trovato per far questo è stato accogliere e vivere la sofferenza perchè è nella sofferenza che si sentivano vicini a Colui che per primo aveva sofferto per amore di tutti gli uomini, buoni e cattivi, giusti e ingiusti. L'uomo oggi non si rende conto di tutto questo e non si ricorda nemmeno qual è lo scopo della sua esistenza: spende il suo tempo cercando di trovar stabilità, dimenticandosi che non esiste stabilità poiché noi siamo come un popolo nomade in terra straniera. Soltanto vedendo con gli occhi rivolti all'eterno, si può scorgere quest'aspetto della nostra esistenza: se un uomo vedesse con gli occhi di Gesù e dei Suoi Santi, si renderebbe conto di quanto risibile è la durata di questa vita terrena e dunque capirebbe come essa sia soltanto un cammino per giungere al Paradiso, alla Comunione Eterna con Cristo:
IL PARADISO E’ COMUNIONE CON CRISTO
Il vincitore sarà vestito di bianche vesti, non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma lo riconoscerò davanti al Padre mio e davanti ai suoi Angeli. Apocalisse 3, 5
Il Paradiso è comunione con Cristo
«Oggi sarai con me in Paradiso»
Bibbia alla mano, in umile ascolto e rinunciando ad aprioristiche opinioni, sforziamoci di accogliere ciò che Dio ha voluto rivelarci sul Paradiso. Le parole che più ci colpiscono sono quelle con le quali Gesù illustra l'esistenza e i contenuti fondamentali del Paradiso. Sono le parole proferite sulla croce, poco prima di morire.
Racconta l'evangelista Luca: «Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!".
Ma l'altro lo rimproverava: "Neanche tu hai timore di Dio benché condannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male". E aggiunse: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno". Gli rispose: "In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso"».
In poche semplici parole Gesù dice l'essenziale:
l. oggi: cioè subito, senza attendere tempi più o meno lunghi, senza aspettare la fine del mondo e la risurrezione dei corpi;
2. sarai con me, cioè in mia compagnia, in intima comunione di amicizia e di amore. Sarai dove sarò io: e staremo e godremo insieme;
3. in Paradiso: in un luogo e in uno stato di delizie, dove cesseranno, finalmente, tutte le sofferenze della vita presente.
Ecco dunque la principale rivelazione: in Paradiso saremo in comunione piena e definitiva con Cristo! La promessa fatta al ladrone pentito vale per tutti coloro che nel Giudizio finale saranno ritenuti degni di entrare in Paradiso. Gesù dirà "venite benedetti...", e li introdurrà personalmente nel suo Regno. E nella comunione con Lui avranno gioia piena e felicità senza fine.
Piena comunione con Cristo
Essere con Cristo è la massima perfezione e la massima felicità.
Essere lontani da Lui è la maggiore di tutte le infelicità.
Dove è Gesù, è il Paradiso; dove Egli manca, è l'inferno.
Proprio per questo, il diacono Stefano, mentre moriva sotto i colpi delle pietre, guardava sorridente il cielo, pregustando la gioia di incontrare Gesù. Nella vita terrena, siamo già uniti a Cristo, ma percepiamo solo confusamente questa unione. Inoltre non possiamo vederlo, perché manchiamo dello strumento necessario per vedere il Signore glorificato. Siamo come un cieco che non percepisce i meravigliosi colori del bel quadro che ha fra le mani. Quando raggiungeremo il Paradiso, invece, incontreremo Cristo, che ci svelerà, finalmente, il suo volto. Lo vedremo
- immediatamente,
- direttamente,
- personalmente,
e subito saremo coscienti della nostra comunione con Lui.
Non ci sembrerà vero di poter vedere e abbracciare quel Gesù che è stato l'oggetto di tanti sospiri, di tante preghiere, di tante scelte faticose, di tante rinunce, di tanti sacrifici, di tante speranze e anche di tanti dubbi e paure! E saremo felici di constatare che le molte speranze non erano un'illusione; e che la nostra fiducia nell'invisibile era stata molto bene riposta!
Un incontro che non ci deluderà
L'incontro con Gesù non porterà alcuna delusione, come invece spesso accade fra persone umane. Egli supererà tutte le attese, perché Egli è diverso da chiunque altro: in Lui, infatti, è tutto l'amore che il Padre ci vuole donare. La vita del cielo è la partecipazione alla sovranità di Cristo, che è il Signore del cielo e della terra. E se giungeremo a incontrarlo nella sua persona pienamente manifestata, sperimenteremo che Cristo ci darà ciò che il nostro cuore ha desiderato per tutta la vita. Tutto il cammino terreno è stato un viaggio verso questa persona, senza averla mai potuta vedere. In Paradiso saremo pieni di stupore, quando scopriremo che tutte le cose belle erano solo un'ombra, e che l'unica realtà era proprio Lui, e solo Lui! La morte diverrà amica e sorella, perché sarà il passaggio che ci apre alla comunione con Gesù. Così pensava l'apostolo Paolo, che prigioniero in Roma e in attesa del processo era lieto di scrivere: per me vivere è Cristo, e la morte un guadagno... infatti la cosa migliore è quella di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo. Colui che sarà degno del Paradiso sperimenterà immediatamente ciò che già sapeva, e cioè che Cristo è per noi il pane, la vita, la luce, la verità, la via.
Cristo è il pane
Gesù, per illustrarci la sua piena comunione con noi nella patria celeste, usa la similitudine del pane. Cristo dice di essere il pane, il pane vero, il pane buono. È il pane che solo può saziare la fame più intima e profonda: la fame del cuore e dello spirito. La nostra vita è caratterizzata da una continua fame, ma nel tempo presente possiamo vivere solo di desiderio. Gesù promette: io vi darò un pane che sazierà la vostra fame profonda, come il pane terreno sazia la fame corporale. E moltiplica i pani, sfamando la folla, come segno di una realtà futura in cui tutti saranno pienamente e definitivamente saziati. Giunge poi a trasformare il pane terreno nel suo Corpo e nel suo Sangue per farne il cibo per la fame spirituale dei suoi figli e fratelli. Ma anche questo pane non sazia perfettamente: solo in Paradiso diverrà Pane vero per appagare totalmente e definitivamente la nostra fame. Solo in Paradiso potremo sederci a quel gustoso banchetto preparato e servito personalmente da Lui.
Cristo è la vita
Gesù ha detto inoltre di essere la vita. Noi amiamo la vita e aneliamo a farla crescere e ad arricchirla. Desideriamo goderla in pienezza, senza amarezze e delusioni, ma purtroppo il nostro desiderio di godere non è mai pienamente soddisfatto:
- né dai beni materiali,
- né dal successo nella professione e nel lavoro,
- né dall'amore,
- né dalle amicizie,
- né dal danaro,
- né dagli onori,
- né da qualunque bene pur ambito e prestigioso.
La nostra vita è perennemente segnata dall'insoddisfazione, dalla tristezza, e spesso dalla depressione.Non esiste un momento nel quale possiamo dire di essere pienamente felici e quindi totalmente appagati. Perché?Perché nessuna persona e nessuna cosa si identificano con quella pienezza di vita e quindi di felicità alla quale aspiriamo. Gesù dice: solo io vi posso appagare; io e non altri, perché io sono la Vita, la Vita piena e sicura! Ciò che voi chiamate vita è solo un riflesso della Vita che sono io! La vostra vita è povera e caduca, ma se crederete in me essa diventerà piena e perenne. Per avere una vita piena, dovete essere uniti a me, come il tralcio deve essere unito alla vite e all'albero, per vivere e fiorire. Questa vita divina è già presente e operante nella vita terrena, ma sarà pienamente manifestata e posseduta in quella futura. Allora godremo la gioia di sentirci immersi in lui, nostra vera e unica Vita.
Cristo è la luce
Alla vita si collega la luce. Cristo è la luce vera: la luce che allontana le tenebre, che vince l'errore, che smaschera l'ipocrisia, che scaccia il peccato. La luce rischiara e illumina il mondo, ma ogni luce terrena può scacciare l'oscurità solo temporaneamente e parzialmente. E anche quando è piena e splendente, come nel sole, non può concedere alla persona umana quel fulgore di cui ha bisogno per comprendere se stessa, e per percorrere le vie dello spirito e del cuore. Per soddisfare queste aspirazioni occorre un sole diverso da quello visibile, c'è bisogno di una luce che faccia conoscere le verità che sono al di fuori e al di sopra della realtà terrena, che è troppo parziale e relativa.
Solo Cristo può dare questa luce!
Solo Lui, che viene dal profondo della vita trinitaria può trasmettere la Verità di Dio, e con autorità divina. Il credente unito a Cristo nella sua vita terrena è già un illuminato da Lui, ma nella vita beata comprenderà pienamente tutta la Verità, immergendosi nella luce essenziale che è Dio, visto a faccia a faccia! In Paradiso si adempirà ciò che Paolo scriveva ai Corinzi: «Dio che disse: rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina, che rifulge sul volto di Cristo».
Cristo è la verità
Dio, che «abita in una luce inaccessibile», è divenuto accessibile in Cristo. In lui, quindi, «possiamo vedere il Padre». Ma durante questo tempo della vita terrena la realtà divina, pur accessibile, continua però a rimanere velata. Nell'esistenza celeste, invece, l'incontro con Cristo avverrà in modo diretto e senza alcuna sovrapposizione. Noi ci incontreremo con la Verità nella sua gloria e ne saremo dominati. E così la nostra fame di verità sarà pienamente saziata.
Cristo è la via
Cristo, nell'esistenza celeste, sazierà pienamente e definitivamente la nostra fame di pane di vita, di luce e di verità. Ma c'è di più: l'incontro con lui sarà anche la Via al Padre, che è il termine ultimo del nostro «andare a Dio». Perché non è solo il Maestro che indica la Via per arrivare al Padre, ma è la stessa Via, che deve essere percorsa per arrivare al Padre di tutti. Gesù lo afferma esplicitamente: «io sono la Via!». Noi accogliamo il suo invito, accostandoci a lui nella fede.
Ma fin che siamo nella fede non possiamo conoscere pienamente l'essenza di questa Via: la conosceremo completamente in Paradiso, quando ci sarà dato di conoscere che Lui solo è la "porta" d'accesso all'intimità del Padre. Ed essendo la Via obbligata al Padre, Egli ha il diritto di disporre liberamente della casa paterna e di introdurvi coloro che gli sono uniti. In questa casa invita gli amici:
- al banchetto della gioia,
- al convito di festa,
- alla tavola di Dio,
dove Egli stesso siederà a mensa e servirà i commensali. Al termine del viaggio terreno Egli assicura una meta felice: Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato, perché tu mi hai amato prima della creazione del mondo.
Cristo è il nostro tutto
Il Paradiso, quindi, prima che un luogo o qualcosa di grandioso e di bello, è una Persona: Gesù Cristo, il Figlio di Dio, il Verbo Incarnato; e, con lui e per lui, il Padre e lo Spirito Santo. Scopo della vita, perciò, è solamente Cristo. Giacomo Cusano, il santo palermitano della carità, così illustra la felicità dell'incontro con il Salvatore: «Gesù Cristo è nostro, tutto nostro, e abbracciarlo sarà la somma gioia. Egli è la nostra letizia, la nostra pace, la nostra esaltazione, il nostro gaudio, il nostro desiderio, il nostro pensiero, la nostra vita, il nostro alimento, la nostra forza, la nostra sostanza, la nostra speranza, la nostra felicità, il nostro Dio, il nostro Tutto».
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