NELL'ORIZZONTE VOCAZIONALE
I genitori affrontano una preoccupazione attuale
31. Purtroppo oggi, anche nelle società cristiane, i genitori hanno motivo di essere preoccupati circa la stabilità dei futuri matrimoni dei figli. Devono, però, reagire con ottimismo, malgrado l'incremento dei divorzi e la crescente crisi delle famiglie, impegnandosi per dare ai propri figli una profonda formazione cristiana che li renda capaci di superare le varie difficoltà. In concreto, l'amore per la castità, a cui li aiuteranno a formarsi, favorisce il mutuo rispetto fra l'uomo e la donna e fornisce le capacità di compassione, tenerezza, tolleranza, generosità e, soprattutto, di spirito di sacrificio, senza il quale nessun amore regge. I figli arriveranno così al matrimonio con quella saggezza realistica di cui parla San Paolo, secondo il cui insegnamento gli sposi devono continuamente guadagnarsi l'amore l'uno dell'altro e prendendosi reciprocamente cura con mutua pazienza e affetto (cf 1 Cor 7,3-6; Ef 5,21-23).
32. Mediante questa remota formazione alla castità in famiglia, gli adolescenti e i giovani imparano a vivere la sessualità nella dimensione personale, rifiutando qualsiasi separazione della sessualità dall'amore — inteso come donazione di sé — e dell'amore sponsale dalla famiglia.
Il rispetto dei genitori verso la vita e verso il mistero della procreazione eviterà al bambino o al giovane la falsa idea che le due dimensioni dell'atto coniugale, unitiva e procreativa, possano separarsi a proprio arbitrio. La famiglia viene riconosciuta così come parte inseparabile della vocazione al matrimonio.
Un'educazione cristiana alla castità nella famiglia non può sottacere la gravità morale che comporta la separazione della dimensione unitiva e di quella procreativa nell'ambito della vita coniugale, il che si realizza soprattutto nella contraccezione e nella procreazione artificiale: nel primo caso, s'intende ricercare il piacere sessuale intervenendo sull'espressione dell'atto coniugale per evitare il concepimento; nel secondo caso, si ricerca il concepimento sostituendo l'atto coniugale attraverso una tecnica. Ciò è contrario alla verità dell'amore coniugale e alla piena comunione sponsale.
Così la formazione alla castità dei giovani dovrà diventare una preparazione alla paternità e alla maternità responsabili, che « riguardano direttamente il momento in cui l'uomo e la donna, unendosi "in una sola carne", possono diventare genitori. E momento ricco di un valore peculiare sia per il loro rapporto interpersonale che per il loro servizio alla vita: essi possono diventare genitori — padre e madre — comunicando la vita ad un nuovo essere umano. Le due dimensioni dell'unione coniugale, quella unitiva e quella procreativa, non possono essere separate artificialmente senza intaccare la verità intima dell'atto coniugale stesso ».12
E necessario anche presentare ai giovani le conseguenze, sempre più gravi, che derivano dalla separazione della sessualità dalla procreazione quando si arriva a praticare la sterilizzazione e l'aborto, o a perseguire la pratica della sessualità dissociata anche dall'amore coniugale, prima e fuori del matrimonio.
Da questo momento educativo che si colloca nel disegno di Dio, nella struttura stessa della sessualità, nella natura intima del matrimonio e della famiglia, dipende gran parte dell'ordine morale e dell'armonia coniugale della famiglia e, perciò, dipende anche il vero bene della società.
33. I genitori che esercitano il proprio diritto e dovere di formare alla castità i figli, possono essere certi di aiutarli nella formazione a loro volta di famiglie stabili e unite anticipando così, nella misura possibile, le gioie del Paradiso: « Come descriverò la felicità del matrimonio che la Chiesa fonda, la reciproca offerta conferma, la benedizione suggella, gli angeli proclamano e Dio stesso ha celebrato?... I due sposi sono come fratelli, servi l'uno dell'altra, senza che si dia separazione fra di loro, né nella carne né nello spirito... In essi Cristo si rallegra e invia loro la sua pace; dove sono due, lì si trova anche Lui, e dove c'è Lui non può esserci più il male ».13
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