GIOIA DI VIVERE
La gioia risiede nel più intimo dell'anima. La si può possedere in una prigione oscura, come in un palazzo sfavillante. S. Teresa di Lisieux
Gioia di vivere
La terra, dunque, è attesa del Paradiso, ma può essere essa stessa un piccolo Paradiso. Basta volerlo! Basta fare le scelte giuste che portano a vivere bene! Basta orientarsi secondo quel dettato evangelico che si riassume nelle Beatitudini e che è garanzia sicura di realizzazione personale.
Ma come fare, in concreto?
A quali valori ispirare le proprie scelte per avere la gioia, la piena riuscita personale, la voglia di vivere bene... e quindi quella goccia di Paradiso che fa bella la vita e la rende degna di essere vissuta?
Eccoti alcune scelte di vita che si ispirano ai principi fin qui descritti. Te li propongo con quel confidenziale tu che è proprio dell'amico che parla con amore al cuore dell'amico.
Mi ispiro anche a diversi pensieri già espressi in alcuni miei precedenti volumetti ai quali ti rimando per ulteriori approfondimenti.
Accogli la vita come dono
Devi convincerti che la vita è un dono, un dono d'amore offerto da quel Dio che ti ama di un amore eterno, disinteressato, infinito e personale. Non sei venuto al mondo per caso e senza un preciso disegno preordinato: fai parte di un piano divino che prevede anche te, come persona indispensabile. Sì, sei importante e indispensabile!
Non sono importanti solo gli uomini e le donne che arrivano al potere e al successo, ma sei importante anche tu, qualunque sia la tua età, la tua condizione, la tua professione... e nonostante le tue povertà e i tuoi insuccessi. Nessuno ti ama come ti ama il Signore!
Nessuno pronuncia il tuo nome con l'interesse e il calore con i quali lo pronuncia Lui! E’ incredibile: c'è un solo vero innamorato di te, ed è il tuo Creatore! Sei la sua vera grande passione... anche se tu non lo sai e non ci pensi mai!
Se riuscirai a scoprire questa Presenza amorevole e tenerissima, gusterai la gioia di esistere, e accoglierai la vita come l'ineguagliabile dono attraverso il quale il Padre vuole comunicarti la sua gioia.
Sappi accettare te stesso
Accettati per quello che sei! So benissimo che non sei contento di te: della tua persona, della tua statura, della tua immagine, dei tuoi capelli, del tuo carattere... di ciò che sei e di ciò che hai. Conduci una vita agitata e insopportabile. Vivi fra mille pensieri e fantasie irrealizzabili. Sei proprio un'infelice... proprio tu che avresti tanti motivi per essere contento, e anzi entusiasta dei doni che hai ricevuto.
Impara ad accettarti, a calmarti, a distenderti in serenità.
Abbandonati all'Amore che ti conosce, e che ha predisposto questa tua realtà personale non senza un delicato e amorevole progetto che ha una sua logica, anche se essa sfugge per ora a ogni tua verifica. Devi convincerti che, agli occhi del tuo Creatore, tu sei una cosa bella, la più bella possibile!
Sei unico, irripetibile, speciale! Sei un vero capolavoro!
Nessun altro è come te, può paragonarsi a te, può sostituirsi a te.
Tu devi solo dire: io sono io... e basta!
E se questo è vero, non ti resta che accoglierti, amarti, onorarti, e, paradossalmente, abbracciarti con gioia!
Stringi idealmente a te quella realtà preziosa che sei tu, proprio tu!
E solo dopo aver abbracciato te stesso, potrai abbracciare gli altri, donando loro quell'amore che prima hai riversato su dite.
Non invidiare nessuno!
L'invidia, vizio capitale, è fonte di grande infelicità.
Non invidiare la vita di nessun altro, perché essa non è adatta a te.
Il Padre ha preparato per te una vita su misura, ed è questa che tu possiedi: e tu sarai felice nella misura in cui saprai amarla e arricchirla.
Diventa piccolo
Sarai felice se riuscirai a divenire bambino: non nella statura, ma nella mente e nel cuore. Lo ha detto Gesù: «se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli». Sforzati di avere un cuore di bimbo, occhi di bimbo, candore di bimbo, sentimenti di bimbo... e tutto sarà più facile, tutto sarà improntato a spontaneità e a serenità. Cerca di guardare le cose con occhio limpido, escludendo quella malizia che porta a stravolgere il tuo rapporto con gli altri.
Accetta ogni cosa con quell'animo semplice che ti inclina a vedere
- prima il bene del male,
- prima l'aspetto positivo di quello negativo,
- prima ciò che unisce di ciò che separa e umilia.
Cerca di cogliere nelle persone la retta intenzione, evitando quei giudizi affrettati che portano a vedere in tutti solo il male, l'egoismo e la falsità. Fai come il bimbo che accetta ogni cosa anche sgradevole e sa perdonare subito, senza serbare rancore. Nessun adulto ha il cuore buono come quello di un bimbo! E solo se ti farai piccolo, potrai gustare questi sentimenti di felicità che sono propri di un bimbo contento!
Diventa "povero in spirito"
Riuscirai a diventare povero in spirito quando avrai acquisito un diverso modo di rapportarti con il danaro e con i beni materiali. La povertà evangelica
- è distacco dai beni terreni,
- è libertà nei loro confronti,
- è verità sul loro significato,
- è valutazione saggia del valore della ricchezza.
La povertà promulgata da Gesù è un nuovo stile di vita, un vero dono dello Spirito Santo, una beatitudine che si oppone al vizio capitale dell'avarizia e a tutte le forme di servitù che impediscono alle persone di essere felici. Sarai davvero povero quando ti sarai liberato da tutte le tue forme di esteriorità e di finzione, e sarai veramente te stesso. Sarai povero soprattutto quando avrai imparato ad accettare liberamente e serenamente i tuoi limiti e le tue miserie.
Sì, perché anche tu hai le tue povertà, e diventi sereno nel momento e nella misura in cui le sai accettare. Dio è più grande di queste tue povertà; e ciò che conta è che tu ti metta alla sua presenza con umiltà e semplicità, nella consapevolezza che puoi riuscire a fare cose grandi col suo aiuto, e giungere a quella felicità che non nasce dall'avere, ma dall'essere libero e distaccato.
Diventa "puro di cuore"
La purezza del cuore è la beatitudine più difficile da raggiungere, ma è la più feconda e sublime. Riempie il cuore di tale gioia da anticipare, in certo modo, la visione beatifica: "i puri di cuore vedranno Dio". Sarai "puro di cuore" quando avrai raggiunto il traguardo di una fede semplice, umile e non contaminata da pregiudizi e riserve continue e puntigliose. Sarai puro di cuore quando sarai giunto a un pieno equilibrio:
- del tuo corpo,
- dei tuoi sensi,
- della tua fantasia,
- dei tuoi sentimenti,
- della tua sessualità,
- della tua persona.
Sarai puro quando avrai compreso le finalità del sesso, che non è solo genitalità, istinto e piacere fine a se stesso, ma forza vitale che apre al dialogo e all'incontro personale nell'amore. Sarai puro quando vivrai l'amore come dono e non come egoismo, nel rispetto del tuo corpo e di quello degli altri, e, soprattutto, quando vivrai l'impegno esaltante di trasmettere la vita. Sarai puro quando avrai imparato:
- a non separare la sessualità dall'amore,
- a non vivere l'amore a livello di impulso,
- a non confondere l'amore con una qualsiasi attrazione fisica che ti lascia deluso e umiliato.
Se sei sposato, vivi intensamente la tua comunione d'amore, senza lasciarti sedurre dalla tentazione di costruirti una felicità diversa con qualche "innocente" avventura extra-matrimoniale... Non ti illudere: sarai felice solo nella misura in cui vivrai la tua realtà sponsale in pienezza di dedizione e senza alcuna finzione. Sarai felice quando potrai ancora guardare negli occhi il tuo consorte o la tua consorte potendogli dire: ti amo come il primo giorno! Se sei religioso o religiosa, vivi integralmente il tuo "matrimonio" senza cedimenti e senza compromessi. La gioia vera e insostituibile per te è riposta solo nel poter dire allo Sposo divino in ogni istante e a qualunque età: "sono tuo, tutto e solo tuo... oggi e per sempre!". Se sei giovane, preparati ad amare dominando, educando, ordinando la tua affettività e la tua sessualità. Sforzati di rinunciare a determinate esperienze che non ti preparano alla vita, ma anzi la distruggono anzitempo. Non avere fretta! L'amore verrà! La persona giusta verrà! Basta sapere attendere! Nell'attesa mantieni il tuo cuore puro e la tua mente libera da fantasie disordinate e inquietanti! Nulla può eguagliare l'incomparabile felicità di un cuore libero e pulito!?
Scopri la gioia della preghiera
Vivrai nella gioia nella misura in cui scoprirai che la fonte dell'autentica gioia è l'amore, nelle due dimensioni: Dio e il prossimo. Sei stato creato per amare e l'unico scopo della vita è quello di amare: «amerai il Signore, Dio tuo... e il prossimo come te stesso». Dio quindi, anzitutto, e, dopo di Lui e in Lui, il prossimo. Se riuscirai a cercare Dio e a trovarlo, donerai alla tua vita non solo uno scopo per viverla, ma anche un indefinibile contenuto di serenità, di tranquillità e di pace. Impara a metterti in contatto con Lui attraverso la preghiera.
La preghiera ti è indispensabile come lo è l'acqua per il pesce e l'aria per ogni essere vivente.
La preghiera
• è elevazione,
• è colloquio,
• è respiro,
• è mettere il proprio cuore nel cuore di Dio,
• è ascolto della Parola, che la Bibbia propone, e della voce che sale dal cuore.
Nulla infonde più gioia della preghiera personale, fatta nel raccoglimento della tua camera, dove il Padre ti attende e ti ascolta con amore! E poi c'è l'Eucaristia: la gioia di una Presenza fisica, di una Persona divina, che non solo si fa tua compagnia, ma diviene anche cibo e bevanda per le tue necessità spirituali.
Don Guanella diceva: «l'Eucaristia è il mio Paradiso in terra!», e, come tanti altri, riusciva a godere di questo Paradiso per ore e ore, senza cercare altri conforti e sostegni.
Scopri la gioia di amare
L'amore verso Dio si concretizza nell'amore verso i fratelli: «hai visto il fratello: hai visto Dio» ha scritto Tertulliano. Sei invitato ad amare tutti quelli che la Provvidenza, di attimo in attimo, ti mette vicino, cioè fa tuo prossimo. Devi amare tutti, e non solo chi è simpatico, utile e gradito.
Gesù non dice: ama il prossimo simpatico e trascura quello antipatico... E nemmeno ti autorizza a fare certe discriminazioni e a giudicare tu chi merita e chi non merita nulla. Ti dice solo di amare, e di amare quelli che ti fa incontrare, qualunque sia il loro volto, e quali che siano le loro azioni.
Ti invita a vedere in ogni persona il suo volto e a impegnarti ad amarla, come la ama Lui!
Rinuncia a certi tuoi atteggiamenti negativi e pessimisti.
Non vedere in tutti solo ciò che è male.
Non giudicare nessuno del tutto riprovevole e irrecuperabile.
Sforzati di essere con tutti buono e cortese.
Infondi in tutti speranza e fiducia, evidenziando quelle buone qualità che, più o meno, sono presenti in tutti.
Scopri la gioia di essere amico di tutti,
• di essere capace di dimenticare il male subito e di valorizzare il bene ricevuto;
• di essere uomo di conciliazione e di pace;
• di essere una persona che sa dire grazie per ogni favore e cortesia ricevuta.
Essere buoni è meglio che essere ricchi e potenti.
E solo gli uomini buoni pregustano in terra la felicità che sarà poi piena ed eterna in Paradiso!
Scopri la gioia di condividere
Ciò che rende tristi le persone è l'egoismo; ciò che le tormenta è la ricerca sfrenata di fare di se stesse il centro di ogni interesse e di ogni cosa. Ciò che le fa felici è, invece, l'apertura alle altre persone, nel dono di sé e di ciò che si possiede. Come tu stesso puoi constatare, non sei contento quando trattieni tutto avidamente per te, e sei avaro, arido, chiuso nell'adorazione dei tuoi tesori. La felicità è racchiusa in un verbo: donare. L'infelicità nel verbo: trattenere, che scaturisce da due monosillabi così frequentemente e puntigliosamente pronunciati: io, mio.
Tu allenati a compiere gesti nobili di cortesia e di generosità. Intervieni con piccoli e inaspettati segni di condivisione, specie in momenti difficili per persone amiche, e, più ancora, per persone ostili o indifferenti.
Quanta gioia nell'essere
- generosi,
- comprensivi,
- benevoli,
- attenti!
Basta poco! Basta inventare quei piccoli gesti capaci di fare bella e gustosa la vita: non solo di chi li riceve, ma, anche e soprattutto, di chi li compie!
La gioia nella sofferenza
Dice Gandhi: «La sofferenza non è che un aspetto della gioia: l'una e l'altra si susseguono immancabilmente». E Chesterton: «La gioia è il grande segreto del cristiano». Pascal afferma che «nessuno è felice quanto il vero cristiano».
Ed è vero!
Ma il cristiano deve prendere la sua croce e seguire il Maestro. Il dolore è il fedele compagno di ogni esistenza umana: si può ben dire che:
- non c'è gioia senza croce, e
- non c'è pace senza sofferenza!
E anzi le gioie più grandi sono quelle che vengono dopo le lotte più dure, le privazioni più amare, i sacrifici più eroici. Il motto di Beethoven: « la gioia è nella sofferenza», può sembrare assurdo, ma non lo è, perché, incredibilmente, nella sofferenza e dalla sofferenza scaturiscono le gioie più vere e più gustose.
Ma quali gioie?
Proviamo a descriverle e a comprenderle, anche se non sono subito evidenti!
Se stai soffrendo, puoi gustare:
• la gioia di sentirti collaboratore attivo di Dio nella realizzazione di un piano di salvezza nel quale tu sei parte attiva e insostituibile;
• la gioia di essere oggetto d'amore da parte di un Padre che ha per te grande rispetto e attenzione;
• la gioia di saperti sostenuto amorevolmente da Lui, per cui nulla ti potrà accadere senza il suo consenso;
• la gioia di sapere che «le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi»;
• la gioia di stare pregustando quella felice ed eterna contemplazione che sarà piena e duratura.
I Santi, che hanno compreso tutto questo, sono gli unici portatori di autentica gioia: non esiste un Santo coi segni della delusione e della tristezza! Essi sono nella gioia perché hanno imparato ad amare la croce, e hanno capito ché essa è il misterioso e incomprensibile dono che Dio fa ai suoi amici. La strada dell'uomo, come quella di Gesù, è una Via Crucis. Anche quella di Maria, sua Madre.
La devi percorrere anche tu, nelle quattro tappe successive:
- l'accettazione,
- la rassegnazione,
- l'offerta volontaria,
- l'adesione amorosa.
Quando sarai giunto a soffrire con amore, potrai incredibilmente assaporare la gioia che nasce proprio dal dolore. Gesù si è impegnato a intervenire personalmente, promettendo consolazione, sostegno, e quindi gioia: «beati gli afflitti, perché saranno consolati». È significativa quindi l'affermazione di S. Teresa d'Avila: « Il Paradiso del cielo consiste nei godimenti. Il Paradiso della terra consiste nei patimenti. È però tanto il bene che mi aspetto, che ogni pena mi è diletto».
La gioia ... nella morte
Ma è possibile morire con gioia? Potrò io, comune mortale, morire cantando, come Francesco d'Assisi?
Sì, potrai morire anche tu "cantando", a due sole condizioni:
• che tu ti vada lentamente convincendo che... la morte non esiste;
• che ti metta serenamente nel cammino dell'accettazione e dell'attesa.
Sforzati di ritenere che la morte non è la fine di tutto, non è una sciagura, non è un dramma, ma è semplicemente
• un passaggio,
• un "mutare stanza",
• un cambiare dimora,
• un passare da un modo di essere a un altro modo più gioioso e glorioso.
Con la morte la vita «non è tolta, ma trasformata; e, mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un'abitazione eterna nel cielo». Non temere la sua venuta, perché quando essa verrà, sarà in buona compagnia; verrà col Signore, che ti si presenterà in veste di Padre, di Amico, di Sposo, e ti accoglierà con atteggiamento di festa.
Ti dirà queste esaltanti parole:
- vieni!
- finalmente!
- entra nel gaudio del tuo Signore!
La morte è il biglietto d'invito alle "nozze del re": tu come commensale importante e atteso, hai già il tuo posto assegnato: come non attendere con gioia questa chiamata regale?
Con Maria
Ma c'è un ulteriore motivo di gioia: la presenza di Maria che, invocata durante la vita, renderà il passaggio più semplice, più accettabile, più sereno. Se le starai vicino e la pregherai con fiducia durante la vita, ti sarà essa stessa vicina, con la sua presenza tenera e insostituibile. A quell'appuntamento finale sarà presente lei. Sarà lei ad aprirti quella porta e a presentarti a suo Figlio: proprio lei che è la Mamma dolcissima alla quale lo stesso Gesù ti affidò nel momento del suo ingresso in Paradiso. Dice il S. Curato d'Ars: «il cuore di Maria è così tenero che quelli di tutte le madri messe insieme al confronto non sono che un pezzo di ghiaccio».
E se tanto grande è l'amore, quell'incontro finale non potrà essere che un abbraccio di gioia e di festa!
Un gustoso episodio, per concludere
Questa piacevole storiella racchiude, volendo, tutto ciò che di più essenziale si può dire del Paradiso. Essa acquista particolare valore perché fu raccontata da Papa Luciani, Giovanni Paolo I.»
Un giorno - racconta il Papa - S. Pietro, stanco per il suo gravoso impegno di "portinaio" del Paradiso, decide di concedersi un momento di riposo, ed esce dal Paradiso. Ma, ahimé, subito si accorge di non avere preso con sé le chiavi (quelle famose chiavi riservate a lui solo!), e così si ritrova chiuso fuori, senza possibilità di rientrare. Come fare? Come riuscire a entrare e a introdurre i numerosi eletti che sono in arrivo? È proprio disperato, e non sa a quale Santo rivolgersi... proprio lui che ha avuto da Cristo il potere di aprire e di chiudere le porte del Paradiso. Non sapendo cosa fare, si affida alla collaborazione di chi è in arrivo e ha le carte in regola per entrare. Il primo ad arrivare è un grande personaggio che ha con sé una grossa borsa e tiene in mano un pesante mazzo di chiavi. S. Pietro gli chiede: possiamo provare se una delle tue chiavi riesce ad aprire?...
Le provano tutte, ma nessuna ci riesce. Nulla da fare: una vera disperazione! Arriva un Prelato dall'aria importante: stesse chiavi, stessi tentativi. Nulla! Nessuna chiave è capace di ottenere il miracolo! Dopo di lui, tante persone e tutte disponibili, ma nessuna chiave si rivela idonea allo scopo. E l'attesa si fa sempre più inquietante. Giunge finalmente una vecchietta curva e tremante. Nessuno la considera o si aspetta da lei qualcosa... Ma S. Pietro non si scoraggia e le domanda: «ma lei non ha portato proprio nulla?». La vecchietta alza timidamente la mano e mostra il suo unico tesoro: la corona del Rosario con appeso un piccolo Crocifisso. S. Pietro non esita un istante: prende il Crocifisso, lo infila nella toppa, e la porta... incredibilmente si apre!
La croce del Rosario, e non altre chiavi, ha avuto il potere sovrumano di aprire quella porta ormai chiusa per tutti! Questo gustoso episodio racchiude tre suggerimenti importanti sul modo di raggiungere il Paradiso. E cioè che:
l. sono i piccoli e gli umili quelli che, all'arrivo, troveranno spalancata la porta del Paradiso;
2. è la croce la strada maestra e sicura che ci porta con certezza alla meta del cielo;
3. è Maria, la mamma amorevole e fedele che, con la sua presenza e con la forza che ci dona nel Rosario, ci guida e ci sostiene nel cammino terreno, assicurandoci un felice approdo nel porto sicuro.
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