mercoledì 11 maggio 2011

Voglia di Paradiso - XIV appuntamento

Torniamo a sentire voglia di Paradiso attraverso l'approfondimento dell'opera di Mons. Novello Pederzini: "Voglia di Paradiso". Oggi l'autore si sofferma su un punto importante: può la Terra essere un Paradiso anticipato? Sotto certi punti di vista, sicuramente può esserlo, anche se ovviamente si tratta solo di un piccolo antipasto, di un anteprima di quello che sarà il vero spettacolo. Ma se seguiamo coerentemente l'ordine naturale stabilito da Dio, allora potremo riuscire a trovare anche in questa vita uno spicchio di felicità e serenità: tutto dipende dal come si decide di vivere la propria vita e cioè se inseguendo i sogni e i desideri della carne o se ascoltando e applicando i consigli evangelici che indirizzano il nostro cammino terreno. Chi segue la prima via non riuscirà a trovare una felicità spensierata, mentre chi segue i comandi divini riuscirà a pregustare il sapore del Paradiso e anche se la felicità piena è qui irraggiungibile (perchè sempre controbilanciata dalla sofferenza e dalla precarietà umana), si potrà comunque vivere in armonia e gioia interiore: 
11.

LA TERRA PUÒ ESSERE IL PARADISO ANTICIPATO

Gli uomini implorano dagli dèi la felicità, e non pensano di avere in mano, essi stessi, gli strumenti per generarla. Democrito

Non esiste una strada al cui termine ci attende la felicità. La felicità è la strada stessa che percorriamo. W. Dyner

La terra può essere il Paradiso anticipato

La vita terrena è solo attesa del Paradiso futuro, o può essere già, di per se stessa, un anticipo di Paradiso?

È l'una e l'altra cosa!

• è attesa e preparazione del Paradiso celeste, e, insieme,

• è una piccola goccia di Paradiso, per chi sa accogliere la vita nel modo dovuto.

È, insieme "una valle di lacrime", e un cammino costellato di "mille fiori e di mille gioie".

La vita è un grande dono, il massimo dono!

E quando si dice vita non si intendono una vita terrena e una vita celeste, ma:

- una sola vita,

- l'unica vita, che si svolge in due fasi diverse: la fase terrena e la fase celeste.

La vita è una sola ed è eterna!

Incomincia sulla terra, al momento del concepimento materno, e si protrae oltre la morte, senza cambiare identità. Ed è tutta bella, anche se vissuta in modo diverso, perché è ripiena di quei doni che, al momento della morte, non andranno perduti, ma saranno purificati, elevati e resi stabili per sempre.

I magnifici doni che fanno bella la vita

Sono tali e tanti da suscitare sorpresa e stupore: basta saperli scoprire! Basta saperli gustare con intelligenza, con moderazione, con equilibrio e con amore.
1. A livello naturale sono doni preziosi:

- l'intelligenza,

- la volontà,

- la libertà,

- l'amore,

- l'amicizia,

- la salute,

- la bellezza,

- la casa,

- il lavoro,

- il successo,

- lo splendido mondo che ci circonda, formato dagli elementi naturali quali il sole, l'aria, il mare, i monti, le piante, gli animali, i fiori... Tutto è bello e tutto è nostro, creato per noi, perché possiamo goderne a piacimento, nell'ordine voluto dal Creatore. Chi sa intuire il valore di questi doni può "fare una bella vita", può gustare la gioia di esistere, può godere momenti di incredibile felicità. Nessuna esistenza è tanto povera da non poter offrire qualche possibilità, anche minima, di assaporare attimi di Paradiso!

2. A livello soprannaturale sono incommensurabili doni:

- la Grazia, e quindi

- la fede,

- la speranza,

- la carità,

- i Sacramenti,

- la Parola di Dio,

- la guida dei Maestri della fede,

- la comunione con i fratelli,

- la preghiera...

Sono tutti doni che:

• elevano l'uomo,

- lo trasformano,

• gli fanno fare un salto di qualità,

• lo fanno figlio di Dio,

• lo rendono partecipe della vita del Signore risorto,

• lo innalzano a collaboratore nella "nuova creazione" con Cristo e nello Spirito Santo.

La certezza e il rischio

Questi doni nella vita terrena sono contrassegnati da una grande certezza e da un forte rischio.
1. La certezza nasce dal fatto che la persona umana, creata da Dio, ha come fine supremo e definitivo il suo Creatore. È stata creata per Lui, e quindi solo Dio può saziare in modo infinito la inestinguibile sete di felicità che è nel suo cuore. Sono note le parole di S. Agostino: «Signore, ci hai fatti per Te, ed è inquieto il nostro cuore fino a quando non riposa in Te».

2. Il rischio proviene dalla condizione umana, segnata dal peccato originale e dalle sue conseguenze. Queste conseguenze sono i sette vizi capitali: superbia, avarizia, lussuria, ira, gola, invidia, accidia. Si tratta di cattive tendenze che espongono la persona alla tentazione, e quindi al rischio di stravolgere il fine delle cose, creando disordine, e quindi infelicità. Ciò che è stato dato per la felicità può tramutarsi in una fonte di insoddisfazione, e fare della vita non un paradiso, ma un inferno anticipato.

Perché tanta infelicità in questo mondo?

L'infelicità del mondo ha la sua radice principale nel peccato che crea disordine. Il disordine nacque dal peccato originale e continua nei nostri peccati. È il peccato la fonte della nostra infelicità. Il peccato originale è "un mistero propriamente detto" e quindi impenetrabile e incomprensibile, ma lo si può comprendere in parte, sia verificandone gli effetti, sia considerando che esso è stato la causa dell'altro grande mistero, quello dell'Incarnazione del Figlio di Dio. Il fatto "storico" narrato dalla Bibbia con immagini e simboli può essere interpretato così: Dio crea l'essere umano straordinariamente ricco di doni, ma fa in modo che sia lui ad accettarli o meno in assoluta libertà.

Gli dice: ti do libertà di scelta:

- o me, o le altre creature!

- o il bene, o il male!

- o l'ordine, o il disordine!

- o la felicità, o l'infelicità... Decidi tu.

Ma Adamo ed Eva rifiutarono di aderire al progetto ideato per loro e i loro discendenti;

e, all'invito divino, con incredibile presunzione, risposero:

- no!

- non accettiamo il tuo piano!

- vogliamo costruirci un nostro progetto di felicità!

- vogliamo essere noi i giudici e i padroni della nostra vita!

- vogliamo anche noi essere Dio, come te.

Ogni persona porta in sé le conseguenze di quel no antico, e sente l'istinto perverso di ribellarsi al progetto divino. Vuole sostituirsi a Dio, vuole fare da sé, vuole essere l'artefice del bene e del male. E vive un profondo conflitto nella tentazione e nella falsa ebbrezza del peccato.

La felicità nasce e si sviluppa nell'ordine

La persona è felice solo quando vive nell'ordine fissato dal Creatore. Questo ordine si realizza quando segue quelle regole che le sono state date perché rispondenti alle esigenze vere della sua natura umana. Le regole nascono dall'amore di Dio, il quale, creando per amore, ben conosce il modo per fare felice la sua creatura. Dio le dice:

• scegli l'ordine da me voluto, e sarai felice!

• fidati di me e non conoscerai delusioni!

• scegli i comandi che io ti do, e farai della tua vita un Paradiso già in terra.

Non ti illudere e non lasciarti ingannare: ogni altro tentativo di costruire la tua felicità contro o senza quest'ordine, crea inevitabilmente:

- infelicità,

- fastidio,

- amarezza,

- delusione.

La felicità e la pace nascono e si sviluppano solo nell'ordine divino. Sono assai significative le parole di Paolo VI: «l'uomo, senza Dio e senza le sue leggi, riesce a vivere, ma non a essere felice».

Ma come riuscire a mettere ordine?

L'ordine, come abbiamo detto, non è innato, perché ogni persona è concepita e nasce col peccato originale e le sue conseguenze. Va conquistato attraverso un lungo e impegnativo cammino sostenuto da tre insostituibili fattori:

- l'intelligenza,

- la volontà,

- la Grazia.

L'intelligenza giudica ciò che è bene fare e ciò che non si deve fare; ciò che è autentico bene e ciò che è difforme, equivoco, distruttivo e falso. La volontà traduce nella pratica ciò che l'intelligenza via via indica come utile per realizzare l'ordine desiderato. La Grazia previene, aiuta e sostiene l'intelligenza e la volontà che, dopo il peccato originale, sono fragili e incostanti. L'inclinazione al disordine è talmente forte che, senza un particolare sostegno divino, l'uomo non può compiere il bene totale e quindi realizzare l'ordine perfetto.

L'ordine è quindi realizzabile attraverso l'impegno comune di Dio e della singola persona:

• Dio non soltanto fissa le regole, ma aiuta a osservarle;

• la persona, benché debole e a rischio, diviene artefice e protagonista del proprio bene, della propria realizzazione e quindi della propria felicità.

La legge naturale e la legge rivelata

L'ordine perfetto si realizza nell'osservanza della legge naturale e rivelata. La legge naturale è profondamente radicata nella natura umana, ed è uguale per tutte le persone, senza distinzione di razza, di cultura e di religione. La legge rivelata perfeziona, specifica e concretizza la legge naturale, che è già scritta nell'intimo di ogni cuore. La legge rivelata è sostanzialmente racchiusa nei Dieci Comandamenti, i quali, prima che nelle due Tavole del Sinai, furono scritti nel cuore di ogni persona, e fanno parte delle sue tendenze naturali.

La felicità

• nasce

- dal rispetto delle regole indicate dai Comandamenti,

• non può nascere

- dal disprezzo,

- dalla noncuranza,

- dalla disobbedienza a queste leggi sapientemente progettate allo scopo di conservare l'ordine. Chi vive nel disordine non potrà mai essere felice!

Le Beatitudini

Gesù ha condensato il suo codice morale in alcuni brevi messaggi chiamati Beatitudini, assicurando che coloro che le accoglieranno saranno beati, cioè appagati e gratificati. Chiama beati:

• i poveri in spirito,

• gli afflitti,

• i miti,

• coloro che hanno fame e sete di giustizia,

• i misericordiosi,

• i puri di cuore,

• gli operatori di pace,

• i perseguitati a causa della giustizia, coloro che riceveranno insulti, persecuzioni e calunnie a causa sua.

Assicura loro: il regno dei cieli, la consolazione nel dolore, il possesso della terra, l'appagamento del cuore, la misericordia dai propri simili, la visione di Dio, la figliolanza divina, la ricompensa eterna. A ben pensarci, le Beatitudini non hanno solo lo scopo di dirigere il cuore verso il cielo, ma anche quello di elevare e potenziare tutto ciò che si compie sulla terra. Additando il cielo come meta suprema, Gesù viene a dare un senso diverso alle cose della terra. Illuminando il mondo con la prospettiva e la luce del Paradiso, dà a tutte le situazioni umane un diverso significato e valore: a tutte, anche quelle più dolorose e apparentemente assurde.

Fa in modo così di tramutare in gioia ciò che, per il normale modo di pensare, è solo motivo di rifiuto e di disprezzo:

- il dolore,

- le persecuzioni,

- le ingiustizie,

- gli insulti,

- le calunnie,

- le povertà di ogni genere.

Tutte le povertà, accettate e vissute nello spirito delle Beatitudini, possono incredibilmente trasformarsi in un felice anticipo del Paradiso futuro. Accogliere il Vangelo significa vivere felici, anche nelle condizioni più disagiate e meno accettabili. La terra è attesa del Paradiso, ma può essere essa stessa un piccolo Paradiso. Basta volerlo! Basta fare quelle scelte giuste che portano a vivere bene! Basta orientarsi secondo quella "furbizia" evangelica che è garanzia sicura di realizzazione personale!

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