sabato 14 maggio 2011

La storia di San Francesco di Assisi - Ventiquattresima parte

Carissimi, come detto qui a destra, la piattaforma Blogger ha avuto alcuni problemi tecnici ed è stato sia cancellato il post relativo all'appuntamento con il tema della sessualità umana e sia è stato bloccato l'aggiornamento del blog per un intero giorno. Ora sembra esser tornato tutto normale e speriamo non accadono più problemi tecnici di questo tipo.

Torniamo alla normalità e continuiamo, come ogni Sabato, a scoprire la storia di San Francesco di Assisi. Oggi ci viene fatto un nuovo ritratto della personalità del poverello d'Assisi, davvero capace di dimostrarsi come un uomo non appartenente al nostro mondo. La sua santità la si percepisce immediatamente e Dio davvero ne ha fatto un modello per i suoi figli, a causa dell'obbedienza e dell'umiltà. Il beato Francesco sembra spirare amore da tutte le parti e nei confronti di tutti, uomini e donne, animali, piante, fiori ed ogni sorta di creatura che è sulla Terra. Il rapporto che egli vive con la natura è straordinario ed insegna molto alla nostra società attuale, incapace di apprezzare l'incredibile bellezza dell'ambiente che la circonda (molti uomini sono capaci persino di distruggere l'ambiente pur di salvaguardare i propri profitti). 
Non ci resta che vedere "da vicino" la testimonianza del suo essere e del suo amore: 

CAPITOLO VENTINOVESIMO

IL SUO GRANDE AMORE PER LE CREATURE A MOTIVO DEL CREATORE. SUO RITRATTO FISICO E MORALE

80. Sarebbe troppo lungo, o addirittura impossibile narrare tutto quello che il glorioso padre Francesco compì e insegnò mentre era in vita. Come descrivere il suo ineffabile amore per le creature di Dio e con quanta dolcezza contemplava in esse la sapienza, la potenza e la bontà del Creatore? Proprio per questo motivo, quando mirava il sole, la luna, le stelle del firmamento, il suo animo si inondava di gaudio. O pietà semplice e semplicità pia! Perfino per i vermi sentiva grandissimo affetto, perché la Scrittura ha detto del Signore: Io sono verme e non uomo; perciò si preoccupava di toglierli Sai. 21,~ dalla strada, perché non fossero schiacciati dai passanti. E che dire delle altre creature inferiori, quando sappiamo che, durante l'inverno, si preoccupava addirittura di far preparare per le api miele e vino perché non morissero di freddo? Magnificava con splendida lode la laboriosità e la finezza d'istinto che Dio aveva loro elargito, gli accadeva di trascorrere un giorno intero a lodarle, quelle e tutte le altre creature. Come un tempo i tre fanciulli gettati nella fornace ardente ~ invitavano tutti gli elementi a glorificare e benedire il Creatore dell'universo, così quest'uomo, ripieno dello spirito di Dio, non si stancava mai di glorificare, lodare e benedire, in tutti gli elementi e in tutte le creature, il Creatore e governatore di tutte le cose.

81. E quale estasi gli procurava la bellezza dei fiori, quando ammirava le loro forme o ne aspirava la delicata fragranza! Subito ricordava la bellezza di quell'altro Fiore il quale, spuntando luminoso nel cuore dell'inverno dalla radice di lesse, col suo profumo ritornò alla vita migliaia e migliaia di morti. Se vedeva distese di fiori, si fermava a predicare loro e li invitava a lodare e amare Iddio, come esseri dotati di ragione; allo stesso modo le messi e le vigne, le pietre e le selve e le belle campagne, le acque correnti e i giardini verdeggianti, la terra e il fuoco, l'aria e il vento con semplicità e purità di cuore invitava ad amare e a lodare il Signore. E finalmente chiamava tutte le creature col nome di fratello e sorella, intuendone i segreti in modo mirabile e noto a nessun altro, perché aveva conquistato la libertà della gloria riservata ai figli di Dio. Ed ora in cielo ti loda con gli angeli, o Signore, colui che sulla terra ti predicava degno di infinito amore a tutte le creature.

82. È impossibile comprendere umanamente la sua commozione, quando proferiva il tuo Nome, o Dio! Allora, travolto dalla gioia e traboccante di castissima allegrezza, sembrava veramente un uomo nuovo e di altro mondo. Per questo, ovunque trovava qualche scritto, di cose divine o umane, per strada, in casa o sul pavimento, lo raccoglieva con grande rispetto riponendolo in un luogo sacro o almeno decoroso, nel timore che vi si trovasse il nome del Signore, o qualcosa che lo riguardasse.

Avendogli una volta un confratello domandato perché raccogliesse con tanta premura perfino gli scritti dei pagani o quelli che certamente non contenevano il nome di Dio, rispose: «Figlio mio, perché tutte le lettere possono comporre quel nome santissimo; d'altronde, ogni bene che si trova negli uomini, pagano o no, va riferito a Dio, fonte di qualsiasi bene!». Cosa ancor più sorprendente, quando faceva scrivere messaggi di saluto o di esortazione, non permetteva che si cancellasse alcuna parola o sillaba, anche se superflua o errata.

83. Quanto era incantevole, stupendo e glorioso nella sua innocenza, nella semplicità della sua parola, nella purezza di cuore, nell'amore di Dio, nella carità fraterna, nella prontezza dell'obbedienza, nella cortesia, nel suo aspetto angelico! Di carattere mite, di indole calma, affabile nel parlare, cauto nell'ammonire, fedelissimo nell 'adempimento dei compiti affidatigli, accorto nel consigliare, efficace nell'ope­rare, amabile in tutto. Di mente serena, dolce di animo, di spirito sobrio, assorto nelle contemplazioni, costante nell'orazione e in tutto pieno di entusiasmo. Tenace nei propositi, saldo nella virtù, perseverante nella grazia, sempre uguale a se stesso. Veloce nel perdonare, lento all'ira, fervido di ingegno, di buona memoria, fine nelle discussioni, prudente nelle decisioni e di grande semplicità. Severo con sé, indulgente con gli altri.

Era uomo facondissimo, di aspetto gioviale, di sguardo buono, mai indolente e mai altezzoso. Di statura piuttosto piccola, testa regolare e rotonda, volto un po' ovale e proteso, fronte piana e piccola, occhi neri, di misura normale e tutto semplicità, capelli pure oscuri, sopracciglia diritte, naso giusto, sottile e diritto, orecchie dritte ma piccole, tempie piane, lingua mite, bruciante e penetrante, voce robusta, dolce e chiara e sonora, denti uniti, uguali e bianchi, labbra piccole e sottili, barba nera e rara, spalle dritte, mani scarne, dita lunghe, unghie sporgenti, gambe snelle, piedi piccoli, pelle delicata, magro, veste ruvida, sonno brevissimo, mano generosissima. Nella sua incomparabile umiltà si mostrava buono e comprensivo con tutti, adattandosi in modo Opportuno e saggio ai costumi di ognuno. Veramente più santo tra i santi, e tra i peccatori come uno di loro. O Padre santissimo, pietoso e amante dei peccatori, vieni dunque loro in aiuto, e per i tuoi altissimi meriti degnati, te ne preghiamo, di sollevare coloro che vedi giacere miseramente nella colpa!

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