venerdì 6 maggio 2011

Imparando con le Lettere Apostoliche - Quarantunesimo appuntamento

 Torna l'appuntamento settimanale con "Imparando con le Lettere Apostoliche". Il cammino di oggi ci mostra la risposta di San Paolo ai dubbi e alle "critiche" sorte in mezzo ai Corinzi:

Decima parte della Seconda Lettera ai Corinzi   
 

1Ora io stesso, Paolo, vi esorto per la dolcezza e la mansuetudine di Cristo, io davanti a voi così meschino, ma di lontano così animoso con voi; 2vi supplico di far in modo che non avvenga che io debba mostrare, quando sarò tra voi, quell'energia che ritengo di dover adoperare contro alcuni che pensano che noi camminiamo secondo la carne. 3In realtà, noi viviamo nella carne ma non militiamo secondo la carne. Infatti le armi della nostra battaglia non sono carnali, 4ma hanno da Dio la potenza di abbattere le fortezze, 5distruggendo i ragionamenti e ogni baluardo che si leva contro la conoscenza di Dio, e rendendo ogni intelligenza soggetta all'obbedienza al Cristo. 6Perciò siamo pronti a punire qualsiasi disobbedienza, non appena la vostra obbedienza sarà perfetta.

7Guardate le cose bene in faccia: se qualcuno ha in se stesso la persuasione di appartenere a Cristo, si ricordi che se lui è di Cristo lo siamo anche noi. 8In realtà, anche se mi vantassi di più a causa della nostra autorità, che il Signore ci ha dato per vostra edificazione e non per vostra rovina, non avrò proprio da vergognarmene. 9Non sembri che io vi voglia spaventare con le lettere! 10Perché "le lettere - si dice - sono dure e forti, ma la sua presenza fisica è debole e la parola dimessa". 11Questo tale rifletta però che quali noi siamo a parole per lettera, assenti, tali saremo anche con i fatti, di presenza.

12Certo noi non abbiamo l'audacia di uguagliarci o paragonarci ad alcuni di quelli che si raccomandano da sé; ma mentre si misurano su di sé e si paragonano con se stessi, mancano di intelligenza. 13Noi invece non ci vanteremo oltre misura, ma secondo la norma della misura che Dio ci ha assegnato, sì da poter arrivare fino a voi; 14né ci innalziamo in maniera indebita, come se non fossimo arrivati fino a voi, perché fino a voi siamo giunti col vangelo di Cristo. 15né ci vantiamo indebitamente di fatiche altrui, ma abbiamo la speranza, col crescere della vostra fede, di crescere ancora nella vostra considerazione, secondo la nostra misura, 16per evangelizzare le regioni più lontane della vostra, senza vantarci alla maniera degli altri delle cose già fatte da altri.
17Pertanto chi si vanta, si vanti nel Signore; 18perché non colui che si raccomanda da sé viene approvato, ma colui che il Signore raccomanda.


COMMENTO

Il passo di oggi è un passo in cui San Paolo cerca di far capire ai Corinzi il cammino intrapreso da lui e dagli altri apostoli di Cristo. Infatti, sembra che tra la comunità dei Corinzi vi sono delle personalità che contrastano il ministero paolino, giungendo a definirlo debole (cammina secondo la carne, cioè secondo debolezza) e giungendo, in qualche modo, a distorcere anche il messaggio evangelico.
Egli ha cura di precisare che gli apostoli designati dal Signore non camminano secondo la carne, ma secondo lo Spirito: essi hanno dunque una forza maggiore che li aiuta a sopportare tutte le tribolazioni a cui sono sottoposti. Nel proseguo della lettera, infatti, vedremo come San Paolo ricorderà di essere stato sottoposto a tribolazioni di ogni tipi, dalle frustate alle lapidazioni, dalle umiliazioni ai naufragi. E chiaramente solo un uomo che cammina con la potenza dello Spirito può affrontare simili tribolazioni senza vacillare: ci richiama alla mente tutto questo, il cammino doloroso dei Santi di Dio; non ultimo ricordiamo San Pio da Pietrelcina che ha patito un numero incredibili di infermità che avrebbero steso anche l'uomo più forte e possente del mondo. Questo mostra come coloro che sono designati dall'Altissimo e che si affidano a Lui totalmente, non camminano affatto nella carne e nella debolezza umana, ma camminano e combattono con le armi dello spirito, giungendo a soverchiare ogni ragionamento umano contro Dio. Ed in effetti, nessuno è mai riuscito a rispondere a coloro che hanno parlato per bocca del Signore.
I Corinzi non hanno compreso questo e si sono lasciati influenzare da chi semina zizzania contro gli apostoli, a cominciare da satana che da sempre ha cercato di seminare la divisione in mezzo alla Chiesa di Cristo Gesù.

Inoltre, San Paolo fa capire che, a differenza di coloro che aprono bocca a sproposito, raccomandando sé stessi, gli apostoli non parlano secondo la loro personale saggezza, ma secondo la saggezza del Signore il quale pone sulle loro labbra, ciò che deve essere detto. Gesù lo disse chiaramente:  quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi” (Mt 10,19-20).
Gli apostoli non trovano il loro vanto in sé stessi, ma nel Signore: coloro che invece raccomandano sé stessi, non hanno vanto nel Signore, ma hanno vanto in sé stessi. E questo ci porta a riflettere sui falsi profeti che hanno seminato la divisione e l'eresia: essi, infatti, non sono venuti nel nome del Signore, non trovando infatti alcun vanto in Lui, ma sono venuti nel loro nome e hanno influenzato le masse non con le parole del Signore, ma con le parole della loro interpretazione, della loro visione frutto di gran superbia perchè nessun uomo può decidere di parlare a nome del Signore se non è da Lui ispirato o costituito. I Santi hanno mostrato l'ispirazione del Signore, ma i falsi profeti non hanno dimostrato nulla se non di essere uomini normali che hanno voluto cambiare le cose solo perchè pensavano di avere la risposta a tutti i problemi (e cioè la divisione che, guarda caso, è sempre stato l'obiettivo del maligno).

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