domenica 22 maggio 2011

Scoprire la Sacra Liturgia - Mediator Dei - Ventiseiesima parte

Continuiamo ad indagare la bellezza della Sacra Liturgia, nel giorno in cui Cristo ha vinto la morte, attraverso le parole dell'Enciclica Mediator Dei di Papa Pio XII. Concludiamo questo percorso domenicale che ci ha mostrato il volto della Sacra Liturgia, facendoci riscoprire il suo vero profondo significato, oggi troppo spesso sminuito. Sarebbe bello che i sacerdoti accogliessero l'invito finale formulato da Pio XII il quale esortò a promuovere incontri di studio e manifestazioni con le quali istruire il popolo sull'importanza rivestita dalla Sacra Liturgia. Abbiamo imparato molto da quest'Enciclica e speriamo di ricordarlo sempre, ogni qualvolta entreremo in una Chiesa e assisteremo ad una celebrazione liturgica: 

La formazione liturgica

Ma c'è una cosa ancora più importante, Venerabili Fratelli, che raccomandiamo in modo speciale alla vostra sollecitudine e al vostro zelo apostolico. Tutto ciò che riguarda il culto religioso esterno ha la sua importanza, ma urge soprattutto che i cristiani vivano la vita liturgica, e ne alimentino e incrementino lo spirito soprannaturale. Provvedete dunque alacremente che il giovane clero sia formato alla intelligenza delle sacre cerimonie, alla comprensione della loro maestà e bellezza, e impari diligentemente le rubriche, in armonia con la sua formazione ascetica, teologica, giuridica e pastorale. E ciò non soltanto per ragioni di cultura, non soltanto perché il seminarista possa un giorno compiere i riti della religione con l'ordine, il decoro e la dignità necessari, ma soprattutto perché sia educato in intima unione con Cristo Sacerdote, e diventi un santo ministro di santità.

Mirate anche in ogni modo a che, con i mezzi e i sussidi che la vostra prudenza giudicherà più adatti, il clero e il popolo siano una sola mente ed un'anima sola; e così il popolo cristiano partecipi attivamente alla Liturgia, che diventerà davvero l'azione sacra nella quale il sacerdote che attende alla cura delle anime nella parrocchia affidatagli, unito con l'assemblea del popolo, renda al Signore il debito culto.

Per ottenere ciò sarà certamente utile che pii giovinetti, bene istruiti, vengano scelti tra ogni classe di fedeli perché, con disinteresse e buona volontà, servano devotamente e assiduamente all'altare: compito che dovrebbe essere tenuto in grande considerazione dai genitori, anche di alta condizione sociale e cultura.

Se questi giovinetti saranno istruiti con la necessaria cura e sotto la vigilanza di un sacerdote perché adempiano questo loro ufficio con costanza e riverenza e nelle ore stabilite, si renderà facile il sorgere fra loro di nuove vocazioni sacerdotali; e il Clero non si lamenterà di non trovare - come, purtroppo, accade talvolta anche in regioni cattolicissime - nessuno che, nella celebrazione dell'augusto Sacrificio, gli risponda e gli serva.

Cercate soprattutto di ottenere, col vostro diligentissimo zelo, che tutti i fedeli assistano al Sacrificio Eucaristico e ne traggano i più abbondanti frutti di salvezza; quindi esortateli assiduamente affinché vi partecipino con devozione, in tutti quei modi legittimi dei quali sopra abbiamo fatto parola. L'augusto Sacrificio dell'altare è l’atto fondamentale del culto divino; è necessario, perciò, che esso sia la fonte e il centro anche della pietà cristiana. Ritenete di non aver mai abbastanza soddisfatto al vostro zelo apostolico se non quando vedete vostri figli accostarsi in gran numero al celeste convito che è «Sacramento di pietà, segno di unità, vincolo di carità».

Perché, poi, il popolo cristiano possa conseguire questi doni soprannaturali con sempre maggiore abbondanza, istruitelo con cura, per mezzo di opportune predicazioni, e specialmente con discorsi e cicli di conferenze, con settimane di studio e con altre simili manifestazioni, sui tesori di pietà contenuti nella sacra Liturgia. A questo scopo saranno certamente a vostra disposizione membri dell'azione Cattolica, sempre pronti a collaborare con la Gerarchia per promuovere il Regno di Gesù Cristo.

È assolutamente necessario, però, che in tutto ciò vigilate attentamente perché nel campo del Signore non si introduca il nemico per seminarvi la zizzania in mezzo al grano; perché, in altre parole, non si infiltrino nel vostro gregge perniciosi e sottili errori di un falso misticismo e di un nocivo quietismo - errori da Noi come sapete, già condannati - e perché le anime non siano sedotte da un pericoloso umanesimo, né si introduca una falsa dottrina che altera la nozione stessa della fede, né, infine, un eccessivo archeologismo in materia liturgica. Curate con egual diligenza perché non si diffondano le false opinioni di coloro i quali a torto credono e insegnano che la natura umana di Cristo glorificata abiti realmente e con la sua continua presenza nei giustificati, oppure che una unica e identica grazia congiunga Cristo con le membra del suo Corpo.

Non vi lasciate disanimare dalle difficoltà che nascono; mai si scoraggi il vostro zelo pastorale. «Suonate la tromba in Sion, convocate l'assemblea, riunite il popolo, santificate la Chiesa, adunate i vecchi, raccogliete i bambini e i lattanti», e fate con ogni mezzo che si affollino dovunque le chiese e gli altari di cristiani, i quali, come membra vive unite al loro Capo divino, siano ristorati dalle grazie dei Sacramenti, celebrino l'augusto Sacrificio con Lui e per Lui, e diano all'Eterno Padre le lodi dovute.

Conclusione

Tutte queste cose, Venerabili Fratelli, avevamo in animo di scrivervi, e lo facciamo affinché i Nostri e i vostri devoti figli meglio comprendano e maggiormente stimino il preziosissimo tesoro contenuto nella sacra Liturgia: cioè il Sacrificio Eucaristico, che rappresenta e rinnova il Sacrificio della Croce, i Sacramenti, fiumi di grazia e di vita divina, e l'inno di lode che il cielo e la terra elevano ogni giorno a Dio.

Ci sia lecito sperare che queste Nostre esortazioni sproneranno i tiepidi e i ricalcitranti non soltanto a uno studio più intenso ed illuminato della Liturgia, ma anche a tradurre nella pratica della vita il suo spirito soprannaturale, come dice l'Apostolo: «non vogliate spegnere lo Spirito».

A quelli che uno zelo eccessivo spinge talvolta a dire e a fare cose che Ci duole di non poter approvare, ripetiamo l'avvertimento di S. Paolo: «Mettete ogni cosa a prova, ritenete ciò che è buono»; e li ammoniamo con animo paterno perché vogliano ricavare il loro modo di pensare e di agire dalla cristiana dottrina, conforme ai precetti della immacolata Sposa di Gesù Cristo, e Madre dei Santi.

A tutti, poi, ricordiamo la necessità di una generosa e fedele obbedienza ai Pastori ai quali spetta il diritto ed incombe il dovere di regolare tutta la vita, e innanzi tutto quella spirituale, della Chiesa: «Obbedite ai vostri superiori e siate ad essi sottomessi. Essi, difatti, vegliano sulle anime vostre col pensiero di renderne conto, affinché lo facciano con gioia, e non gemendo».

Il Dio che adoriamo, e che «non è Dio di discordia, ma di pace», conceda benigno a noi tutti di partecipare in questo esilio terreno, con uno solamente e un solo cuore, alla sacra Liturgia, che sia come una preparazione ed un auspicio di quella celeste Liturgia, con la quale, come confidiamo, in compagnia con la eccelsa Madre nostra, canteremo: «A Colui che siede sul trono e all'agnello: benedizione, e onore e gloria e impero nei secoli dei secoli».

Con questa lietissima speranza, a voi tutti e singoli, Venerabili Fratelli, ai greggi affidati alla vostra vigilanza, come auspicio dei doni celesti, e attestato della Nostra particolare benevolenza, impartiamo con grandissimo affetto l'Apostolica Benedizione.

Dato a Roma, presso S. Pietro, il giorno 20 Novembre 1947, ottavo del Nostro Pontificato.

PIO PP. XII.

 

0 commenti:

Posta un commento