giovedì 5 maggio 2011

Sessualità umana - XIV appuntamento

Torna l'appuntamento con il documento del Pontificio Consiglio per la Famiglia "Sessualità umana: verità e significato". Da quando abbiamo cominciato a leggere questo documento, abbiamo notato numerose affinità con la Familiaris Consortio del Beato Giovanni Paolo II. In entrambi i documenti abbiamo notato un forte riferimento al ruolo educativo della famiglia cristiana e al fatto che quest'ultima rappresenta la prima cellula della società e il primo nucleo sociale dove si impara l'arte del relazionarsi con gli altri. Anche oggi ci soffermiamo su quest'aspetto importante: la famiglia deve fungere da modello di amore per le giovani generazioni che le appartengono: in parole povere, i figli devono poter imparare l'amore attraverso l'esempio suscitato dall'amore coniugale e dall'amore vicendevole mostrato nei confronti dei diversi familiari. Per cui i genitori hanno un ruolo molto importante perchè devono essere capaci di trasmettere l'amore anche con segni visibili, in modo che i più giovani possano assorbire quei gesti e farli propri. Oggi vi è la cattiva abitudine dell'amore scontato: i gesti si sono persi e il risultato è stato quello di vedere giovani generazioni incapaci di esprimere l'amore puro, reale, vero. L'unico modo che hanno carpito è stato quello sessuale: infatti, nelle relazioni con persone dell'altro sesso, sono stati influenzati dai mass media che hanno propinato modelli sessuali totalmente avulsi da ogni riferimento morale. Il risultato è stato che tali giovani generazioni sembrano incapaci di amare qualcuno dell'altro sesso, se non attraverso il sesso: quasi come se solamente donando il proprio corpo si possa dar prova di vero amore.
Purtroppo questo è un segnale preoccupante alimentato dai dati statistici: si parla infatti di più di diecimila mamme teenager solo in Italia. E' un numero altamente preoccupante che mostra un senso di impotenza della famiglia e della Chiesa nel riuscire a prevenire questo sviluppo precoce e distorto della sessualità. Ecco perchè i genitori sono chiamati, come più volte ribadito, ad uno sforzo maggiore: essi debbono riuscire nell'impresa di trasmettere l'amore vero, insegnando i propri figli a come amare, a come relazionarsi con gli altri (soprattutto con altri dello stesso sesso verso cui si prova una certa attrazione) e a come dimostrare quest'amore, senza perdere la propria verginità e la propria purezza. Inoltre, sarebbe alquanto importante trasmettere la verginità come un valore importantissimo e unico destinato ad essere donato solo alla persona con la quale si vuole condividere la propria vita per sempre. 
Leggiamo dunque le osservazioni del documento del Pontificio Consiglio per la Famiglia:

V

ITINERARI FORMATIVI IN SENO ALLA FAMIGLIA 

Formazione nella comunità di vita e di amore

52. La famiglia cristiana è in grado di offrire un'atmosfera permeata di quell'amore per Dio che rende possibile un autentico dono reciproco.4 I bambini che fanno questa esperienza sono più disposti a vivere secondo quelle verità morali che vedono praticare nella vita dei genitori. Avranno fiducia in essi e impareranno quell'amore — niente muove tanto ad amare quanto il sapersi amati — che vince le paure. Così il vincolo di amore reciproco, che è testimoniato dai genitori verso i figli, diventerà una protezione sicura della loro serenità affettiva. Tale vincolo affinerà l'intelletto, la volontà e le emozioni, respingendo tutto ciò che potrebbe degradare o svilire il dono della sessualità umana la quale, in una famiglia in cui regna l'amore, è sempre intesa come parte della chiamata al dono di sé nell'amore per Dio e gli altri: « La famiglia è la prima e fondamentale scuola di socialità: in quanto comunità d'amore, essa trova nel dono di sé la legge che la guida e la fa crescere. Il dono di sé, che ispira l'amore dei coniugi tra di loro, si pone come modello e norma del dono di sé quale deve attuarsi nei rapporti tra fratelli e sorelle e tra le diverse generazioni che convivono nella famiglia. E la comunione e la partecipazione quotidianamente vissuta nella casa, nei momenti di gioia e di difficoltà, rappresenta la più concreta ed efficace pedagogia per l'inserimento attivo, responsabile e fecondo dei figli nel più ampio orizzonte della società ».5

53. In definitiva, l'educazione all'amore autentico, che non può essere tale se non diventando amore di benevolenza, comporta l'accoglienza della persona amata, il considerare il suo bene come proprio, e quindi implica di educare ai rapporti giusti con gli altri. Occorre insegnare al bambino, all'adolescente e al giovane come entrare in relazioni sane con Dio, con i suoi genitori, con i suoi fratelli e sorelle, con i suoi compagni dello stesso o diverso sesso, con gli adulti.

54. Non si può nemmeno dimenticare che l'educazione all'amore è una realtà globale: non si può progredire nell'impostare i giusti rapporti con una persona senza farlo, allo stesso tempo, nei rapporti con qualsiasi altra persona. Come già accennato, l'educazione alla castità, in quanto educazione all'amore, è nello stesso tempo educazione dello spirito, della sensibilità e dei sentimenti. L'atteggiamento verso le persone dipende non poco dalla maniera in cui si gestiscono i sentimenti spontanei verso di loro, facendone crescere alcuni, controllandone altri. La castità, in quanto virtù, non si riduce mai ad un semplice discorso sulle capacità di compiere atti conformi alla norma di condotta esteriore, ma esige l'attivazione e lo sviluppo dei dinamismi di natura e di grazia, che costituiscono l'elemento principale e immanente della nostra scoperta della legge di Dio come garanzia di crescita e di libertà.6

55. E necessario, pertanto, rilevare che l'educazione alla castità è inseparabile dall'impegno di coltivare tutte le altre virtù e, in modo particolare, l'amore cristiano che è caratterizzato dal rispetto, dall'altruismo e dal servizio e che in definitiva è chiamato carità. La sessualità è un bene di grande importanza, che è necessario proteggere seguendo l'ordine della ragione illuminata dalla fede: « Quanto più grande è un bene, tanto più in esso si deve osservare l'ordine della ragione ».7 Da ciò deriva che per educare alla castità « è necessario il dominio di sé, il quale presuppone virtù quali il pudore, la temperanza, il rispetto di sé e degli altri, l'apertura al prossimo ».8

Sono anche importanti quelle virtù che la tradizione cristiana ha chiamato le sorelle minori della castità (modestia, attitudine al sacrificio dei propri capricci), alimentate dalla fede e dalla vita di preghiera.

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