Incomincia la parte seconda. Ultimi due anni e felice transito del beato padre nostro Francesco
CAPITOLO PRIMO
88. Nella prima parte del nostro lavoro, condotto a termine con l'aiuto di Dio, ci siamo soffermati sulla vita e sulle opere del beatissimo padre nostro Francesco fino al diciottesimo anno della sua conversione; ora aggiungiamo brevemente le altre notizie degne di fede, che abbiamo potuto raccogliere circa gli ultimi due anni della sua vita. E vogliamo riferirne qui solo i dati essenziali, lasciando ad altri la via aperta per una più ampia esposizione.
L'anno 1226, indizione XV, il 4 di ottobre, in giorno di domenica, in Assisi, sua città natale, presso Santa Maria della Porziuncola, dove egli aveva fondato l'Ordine dei frati minori, il beatissimo padre nostro Francesco, a vent'anni dalla sua piena adesione a Cristo, seguendo la vita e gli esempi degli apostoli, si libera dal carcere della carne, e portando a compimento la sua opera, se ne va felicemente nel soggiorno dei beati. Tra inni e lodi il suo sacro corpo viene collocato e riverentemente custodito in quella città, e a gloria di Dio rifulge per molti miracoli.
89. Poiché nella prima età era stato lasciato ignaro quasi del tutto delle realtà divine, Francesco aveva trascorso parecchio tempo seguendo liberamente e vogliosamente le passioni naturali; ma poi, quando la destra del Signore si volse verso di lui, riuscì a districarsi dal peccato, e da allora, per grazia e virtù dell'Altissimo, fu ripieno di sapienza divina più di tutti i suoi contemporanei. Infatti, in mezzo all'avvilimento, non di pochi ma generale, in cui era caduta la dottrina evangelica, a motivo dei costumi di coloro che la insegnavano, la Provvidenza di Dio mandò nel mondo questo uomo, perché, come gli apostoli, fosse testimone della verità davanti a tutti gli uomini. E realmente egli dimostrò con chiarezza, mediante la parola e l'esempio, quanto fosse stolta la sapienza terrena, e in breve, sotto la guida di Cristo, trascinò gli uomini, mediante la stoltezza della predicazione, alla autentica sapienza divina. Simile a un fiume del Paradiso, il nuovo evangelista di questo ultimo tempo, ha diffuso con amorosa cura le acque del Vangelo per il mondo intero, e con le opere ha additato la via e la vera dottrina del Figlio di Dio. Così in lui e per suo merito, il mondo ritrovò una nuova giovinezza e una inaspettata esultanza, e il virgulto dell'antica religione ha subito rinnovato rami, che erano ormai vecchi e decrepiti. Gli eletti furono riempiti di uno spirito nuovo e dell'abbondanza della grazia, quando questo santo servo di Cristo, come astro celeste, ha irradiato la luce della sua originale forma di vita e dei suoi prodigi. Tramite Francesco si sono rinnovati gli antichi miracoli, quando nel deserto di questo mondo è stata piantata una vite feconda, che produce, mediante un modo di vita nuovo, ma fedele agli antichi, fiori profumati di sante virtù e stende ovunque i tralci della santa religione.
90. La fragilità della condizione umana, che aveva in comune con noi, non lo trattenne nell'osservanza dei precetti comuni; ma, trascinato da un amore intenso, volle camminare la via della perfezione e raggiunse la vetta della più sublime santità e contemplò il termine di tutta la perfezione.
Perciò ogni persona, di qualsiasi condizione, sesso ed età, può trovare in lui limpide direttive di sana dottrina e splendidi esempi di opere virutose. Chi vuole, dunque, mettere mano a cose grandi e conquistare i doni più alti della via della perfezione, guardi nello specchio della sua vita e imparerà ogni perfezione. Chi invece preferisse un cammino meno arduo e esercizi più modesti, temendo di non farcela a scalare la cima del monte, guardi ancora a lui: vi troverà gli insegnamenti adatti anche a questo grado di vita spirituale. Chi infine va alla ricerca di rivelazioni prodigiose e di miracoli, badi alla santità di Francesco e sarà accontentato.
Proprio la sua vita gloriosa illumina la perfezione dei primi santi di luce più fulgida: lo provocano e lo manifestano in modo evidentissimo la Passione di Gesù Cristo e la croce di lui. E veramente il venerabile padre portava impressi nella carne i cinque segni della passione e della croce, come se fosse stato appeso alla croce con lo stesso Figlio di Dio. Questo sacramento è grande e manifesta la sublimità della prerogativa dell'amore; ma esso cela un arcano disegno e un sublime mistero, noto solo a Dio, crediamo, e rivelato in parte dallo stesso Santo ad una sola persona.
E perciò non conviene fermarsi più a lungo a lodare il Santo, dal momento che è stato esaltato da Colui che è di tutti lode, il Signore, sorgente e splendore inesauribile e che dà in premio l'eterna luce. Benedicendo, dunque, Iddio, santo, vero e glorioso, riprendiamo la semplice narrazione dei fatti.
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