venerdì 29 aprile 2011

Imparando con le Lettere Apostoliche - Quarantesimo appuntamento

 Torna l'appuntamento settimanale con "Imparando con le Lettere Apostoliche". Il cammino di oggi ci mostra ancora l'organizzazione del servizio di elemosina predisposto dalla comunità corinzia:

Nona parte della Seconda Lettera ai Corinzi  

1Riguardo poi a questo servizio in favore dei santi, è superfluo che ve ne scriva. 2Conosco infatti bene la vostra buona volontà, e ne faccio vanto con i Macèdoni dicendo che l'Acaia è pronta fin dallo scorso anno e già molti sono stati stimolati dal vostro zelo. 3I fratelli poi li ho mandati perché il nostro vanto per voi su questo punto non abbia a dimostrarsi vano, ma siate realmente pronti, come vi dicevo, perché 4non avvenga che, venendo con me alcuni Macèdoni, vi trovino impreparati e noi dobbiamo arrossire, per non dire anche voi, di questa nostra fiducia. 5Ho quindi ritenuto necessario invitare i fratelli a recarsi da voi prima di me, per organizzare la vostra offerta già promessa, perché essa sia pronta come una vera offerta e non come una spilorceria.

6Tenete a mente che chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. 7Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. 8Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene, 9come sta scritto:

ha largheggiato, ha dato ai poveri;
la sua giustizia dura in eterno.
10Colui che somministra il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, somministrerà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia. 11Così sarete ricchi per ogni generosità, la quale poi farà salire a Dio l'inno di ringraziamento per mezzo nostro. 12Perché l'adempimento di questo servizio sacro non provvede soltanto alle necessità dei santi, ma ha anche maggior valore per i molti ringraziamenti a Dio. 13A causa della bella prova di questo servizio essi ringrazieranno Dio per la vostra obbedienza e accettazione del vangelo di Cristo, e per la generosità della vostra comunione con loro e con tutti; 14e pregando per voi manifesteranno il loro affetto a causa della straordinaria grazia di Dio effusa sopra di voi. 15Grazie a Dio per questo suo ineffabile dono! 

COMMENTO

Continuiamo dunque a vedere il proseguo dell'esortazione rivolta da San Paolo ai Corinzi, nel presentare un'offerta ai Macedoni. Abbiamo già parlato a lungo di questo la scorsa volta e oggi mi sento di aggiungere come ci colpisca l'importanza data da San Paolo a quest'atto di generosità. Egli, infatti, designa anche la caratteristica dell'offerta che non deve essere forzata: Dio non ama chi dona perchè costretto o perchè non vuol far una brutta figura; Dio ama colui che dona con gioia e che non rimugina sul denaro donato.
Oggi, purtroppo, pochi riescono a donare con gioia al punto che tutto sembra solo un atto di forzata cortesia: anche quando offriamo qualcosa in dono, c'è un pezzo di noi che desidererebbe veder il prossimo rifiutare il nostro dono; e non parliamo di quando molti amano sparlare proprio di coloro che accettano senza ritegno. Tutto questo mostra il lato peggiore di noi: falsi caritatevoli e ipocriti.
Invece San Paolo ci mostra come la liberalità deve essere fatta: con generosità, secondo quanto il nostro cuore sente di voler dare. E soprattutto, ciò che conta, è donare con gioia, sapendo di fare qualcosa di bello e gradito al Signore nostro Dio. Egli ci mostra anche di tenerci a questo servizio (al punto che notiamo una punta di lieta ironia quando accenna all'arrossamento del viso!): egli non vuole che i Corinzi mostrino che le parole dell'apostolo siano state vane nei loro confronti. Ci tiene particolarmente a mostrare come la comunità dei Corinzi sia governata dall'amore, dalla generosità e dallo spirito evangelico. Vediamo persino richiamare un vecchio proverbio: ha largheggiato, ha dato ai poveri; la sua giustizia dura in eterno.
 
 Ma ciò che a San Paolo preme sottolineare, è soprattutto la conseguenza di un siffatto atto di amore: la lode a Dio. I poveri loderanno Dio perché avranno visto i suoi figli e discepoli comportarsi secondo obbedienza e secondo Vangelo: essi ringrazieranno Dio per aver effuso la Sua grazia su di loro!

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