martedì 26 aprile 2011

Familiaris Consortio - La famiglia cristiana - XXIV

Continuiamo il percorso familiare e reimmergiamoci nelle parole della Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II. Oggi scopriamo come i genitori cristiani possono svolgere un ruolo fondamentale nel disegno di Dio, anche in presenza di sterilità fisica che impedisce la procreazione. Molti oggi si chiedono cosa fare dinanzi ad una notizia così brutta, ma in realtà la sterilità fisica non significa impossibilità di creare una famiglia o di trasmettere amore fecondo. Il mondo odierno presenta un numero infinito di bambini che vivono situazioni disagiate e che vorrebbero tanto sperimentare l'amore di una vera famiglia. Quei genitori che non possono aver figli, sono chiamati proprio ad "allargare" la propria famiglia oltre i vincoli di sangue, adottando o prendendo in affidamento quei bambini che hanno bisogno solo di amore e di cura. In questo modo, tutti sono contenti: i bambini perchè possono finalmente crescere in una famiglia amorosa e i genitori perchè possono sperimentare la gioia di avere un figlio. Ci sono numerose testimonianze di genitori cristiani che hanno fatto dell'adozione o dell'affidamento, la loro missione di vita e questo ci conforta perchè ci mostra come l'amore cristiano trascende i valori carnali e sanguigni e si irradia su tutte le creature poiché esse sono figlie dell'Altissimo. Scopriamo ora il pensiero e l'auspicio del Venerabile Giovanni Paolo II, ormai prossimo alla beatificazione:

II. Il servizio della vita

1) La trasmissione della vita 

Un servizio molteplice alla vita

41. Il fecondo amore coniugale si esprime in un servizio alla vita dalle forme molteplici, delle quali la generazione e l'educazione sono quelle più immediate, proprie ed insostituibili. In realtà, ogni atto di vero amore verso l'uomo testimonia e perfeziona la fecondità spirituale della famiglia perché è obbedienza al dinamismo interiore profondo dell'amore come donazione di sé agli altri.

A questa prospettiva, per tutti ricca di valore e di impegno, sapranno ispirarsi in particolare quei coniugi che fanno l'esperienza della sterilità fisica.

Le famiglie cristiane che nella fede riconoscono tutti gli uomini come figli del comune Padre dei cieli, verranno generosamente incontro ai figli delle altre famiglie, sostenendoli ed amandoli non come estranei, ma come membri dell'unica famiglia dei figli di Dio. I genitori cristiani potranno così allargare il loro amore al di là dei vincoli della carne e del sangue, alimentando i legami che si radicano nello spirito e che si sviluppano nel servizio concreto ai figli di altre famiglie, spesso bisognosi delle cose più necessarie.

Le famiglie cristiane sapranno vivere una maggiore disponibilità verso l'adozione e l'affidamento di quei figli che sono privati dei genitori o da essi abbandonati: mentre questi bambini, ritrovando il valore affettivo di una famiglia, possono fare esperienza dell'amorevole e provvida paternità di Dio, testimoniata dai genitori cristiani, e così crescere con serenità e fiducia nella vita, la famiglia intera sarà arricchita dai valori spirituali di una più ampia fraternità.

La fecondità delle famiglie deve conoscere una sua incessante «creatività», frutto meraviglioso dello Spirito di Dio che spalanca gli occhi del cuore per scoprire le nuove necessità e sofferenze della nostra società, e che infonde coraggio per assumerle e darvi risposta. In questo quadro si presenta alle famiglie un vastissimo campo d'azione: infatti, ancor più preoccupante dell'abbandono dei bambini è oggi il fenomeno dell'emarginazione sociale e culturale, che duramente colpisce anziani, ammalati, handicappati, tossicodipendenti, ex carcerati, ecc.

In tal modo si dilata enormemente l'orizzonte della paternità e della maternità delle famiglie cristiane: il loro amore spiritualmente fecondo è sfidato da queste e da tante altre urgenze del nostro tempo. Con le famiglie e per mezzo loro, il Signore Gesù continua ad avere «compassione» delle folle.

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