mercoledì 2 febbraio 2011

Voglia di Paradiso - II appuntamento

Torniamo a sentire voglia di Paradiso attraverso l'approfondimento dell'opera di Mons. Novello Pederzini: "Voglia di Paradiso". Oggi Mons.Pederzini ci introduce il tema del Paradiso, usando due aneddoti molto simpatici quanto tristemente reali. Questi aneddoti vi dimostreranno il pensiero comune della stragrande maggioranza di uomini che vivono sulla Terra, cristiani inclusi. Questo pensiero si traduce in una sorta di paura del Paradiso perchè non lo si conosce ancora e quindi si preferisce restare in questa vita perchè già la conosciamo. Molti accumulano tesori perchè amano questa vita terrena: ma Gesù ci ha detto di accumulare i tesori del Cielo perchè lì nessuno li avrebbe potuto rubare né l'usura li avrebbe potuti rovinare. Già da queste parole di Gesù possiamo comprendere come il Paradiso sia un posto che merita la nostra attenzione principale: in questa vita terrena, infatti, siamo soggetti al tempo e all'usura nonché al male che ci circonda e che ci minaccia. Il Regno dei Cieli è invece privo di male e lì non c'è nemmeno la cognizione del tempo. Ma andiamo piano e non mettiamo troppa carne sul fuoco. Seguiamo invece il percorso logico-teologico di Mons.Pederzini nell'introdurre questo tema meraviglioso, cominciando da un breve aneddoto sull'imperatore Napoleone:

Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava... Ma l'altro lo rimproverava... Poi aggiunse: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno". Gli rispose: "In verità ti dico, OGGI SARAI CON ME IN PARADISO!" (Lc 23, 39-43). Quando Napoleone, a S. Elena, sentì avvicinarsi la fine dei suoi giorni, chiese al Papa Pio VII, che lui aveva tenuto prigioniero e bistrattato, un Sacerdote che lo disponesse al grande passaggio.In quell'occasione, gli fu chiesto: "ma come, tu, il grande Napoleone, senti la necessità di un prete?". E Napoleone di rimando: "solo un incosciente si accinge a varcare la soglia del mistero senza riconciliarsi con Dio: IL BUON LADRONE INSEGNA!".

Ecco, persino il grande Napoleone dinanzi al mistero si arrende! Napoleone è stato uno degli imperatori più potenti della storia del mondo eppure, in punto di morte, vediamo la sua piccolezza, il suo essere totalmente insignificante dinanzi al mistero della morte. E lì, dinanzi a quel mistero, Napoleone riscopre la saggezza dell'anima: chiede un sacerdote! Chiede un sacerdote per riconciliarsi con Dio! Esattamente come fece quel ladrone che riconobbe il Cristo nella persona di Gesù. Questo ci deve far capire l'importanza della riconciliazione con Dio perchè non sempre si può avere la fortuna di sapere quando giungerà la nostra ora. Ma soprattutto, questo ci deve far capire quanto effimera è la nostra vita terrena: essa è come un soffio, come  una fiamma destinata a spegnersi perchè l'ossigeno che la mantiene in vita sta per terminare, anche se non si sa quando. Napoleone ha avuto tutto ed ha raggiunto la vera grandezza: eppure, dinanzi a Dio è un essere inerme, totalmente incapace di far valere tutto ciò che ha conquistato. Ecco che ora risuonano le parole di Gesù: "Non accumulate tesori sulla terra ma nel cielo". Continuiamo ora a leggere il pensiero di Mons.Pederzini:


1.

VOGLIA DI PARADISO

La vita è una crescita verso la solitudine. Alla fine, resti solo, resti sola. Allora la tua anima non colloquia che con Dio, con tanta VOGLIA di immergerti soltanto in Lui! G. Lentini
 
Gli uomini non pensano al cielo e si illudono di essere felici. Sono come pesci che guizzano nel piccolo vaso, e sono felici perché non sanno che lo sarebbero di più se potessero guizzare nel vasto mare. Se lo sapessero, avrebbero tanta VOGLIA di tuffarsi in esso! S. Giovanni Maria Vianney

Voglia di Paradiso

Due curiosi episodi per introdurre il tema. Sono due episodi veri, anche se curiosi; e mi sembrano particolarmente efficaci per introdurre il tema del Paradiso.

1. Un Parroco, un giorno, dopo aver ampiamente illustrato le bellezze del Paradiso e descritti i mezzi per raggiungerlo, volle fare una verifica sull'interesse suscitato, e domandò: «chi di voi desidera andare in Paradiso?».  Tutti alzarono la mano, ad eccezione di un vecchietto, proprio in prima fila.
Il Parroco, sorpreso, volle fare un altro riscontro, e domandò: «e chi di voi vuole andare all'Inferno?», Nessuno alzò la mano, vecchietto compreso.
Allora gli si avvicinò e, con delicatezza, gli chiese: «ma lei dove vuole andare? In Paradiso, no; all'Inferno, neppure!...».
E il vecchietto prontamente rispose: «il Paradiso sarà bello, ma non ci voglio andare, perché sto proprio bene qui!».

2. Un frate Cappuccino, confessore del Granduca di Toscana, assistendolo in punto di morte, continuava a dirgli: «Altezza, che bella cosa andare in Paradiso! Com'è fortunato lei che sta per raggiungere il Cielo!». Al che, l'illustre infermo, con disarmante lucidità, rispose: «caro Padre, perché non ci va lei in Paradiso? Io sto tanto bene a Palazzo Pitti!».

Il tema del Paradiso

Introdurre un tema impegnativo come quello del Paradiso con due aneddoti che si direbbero congeniali più alla letteratura popolare che alla Teologia, sembrerebbe irriverente e poco costruttivo, ma non è così, perché ci danno la chiara sensazione della difficoltà del tema.
Il vecchietto e il Granduca, pur così diversi per mentalità e condizione sociale, di fronte alla prospettiva dei Paradiso, non hanno una reazione positiva, e non mostrano di esserne particolarmente affascinati. Concordano nel dire:

• meglio la terra che il cielo!

• meglio un piccolo paradiso quaggiù, che un impalpabile e indefinibile Paradiso lassù!

• meglio fare della vita un paradiso terrestre, che rifugiarsi nella speranza di un Paradiso celeste...

Ed è questa la reazione della quasi totalità degli uomini e delle donne di questo mondo: una reazione assurda, se si tiene conto che il tema del Paradiso è il più essenziale, il più urgente, e il più affascinante.

Un tema essenziale, urgente, affascinante

Proprio per questa diffusa mentalità, si impone l'obbligo di parlare del Paradiso: del Paradiso vero (con la P maiuscola), che non deve essere confuso con i tanti paradisi (con la p minuscola) terreni ritenuti tali. Il tema del Paradiso è:

• essenziale, perché il Paradiso è:

- lo scopo per il quale siamo stati creati, e quindi

- il fine della vita,

- il traguardo del cammino terreno,

- il premio alla fatica del vivere,

- il conforto alle sofferenze,

- la piena e definitiva felicità alla quale aspiriamo;

• urgente, cioè tale da essere annunciato senza indugi e senza paure perché troppe sono le persone che vivono angosciate e demotivate per il fatto che non essendo attratte dalla prospettiva di un futuro felice, si rifugiano in paradisi artificiali e deludenti;

• affascinante, perché annunciare il Paradiso significa:

- dare fiducia,

- infondere speranza,

- comunicare ottimismo,

- dare senso e valore a ogni cosa, anche la più piccola e insignificante,

- fare della vita la serena attesa di un futuro appagante e felice,

- instillare la certezza che il meglio per noi è riposto nelle realtà che ci attendono, e non in quelle che appartengono al passato.

Un tema disatteso da sempre e dai più

Incredibile, ma vero!
Il tema che dovrebbe maggiormente infiammare gli uomini provati da tante sofferenze e fatiche è quello meno considerato e quindi più disatteso.
E non solo da ora!
Basta ricordare ciò che dice l'Autore dell'Imitazione di Cristo: «Il mondo promette beni fugaci e di poco conto, eppure le persone lo servono con grande avidità. Io prometto il Bene sommo e imperituro, ma i loro cuori languono nel torpore.
Per un lieve guadagno sono disposte a correre in lungo e in largo, ma per la vita eterna stentano a muovere un passo.
Ahimé! per il Bene che non perisce, per il valore che supera ogni stima, per il più alto degli onori, per la gloria che non conosce termine sono pigri ad affrontare fatiche anche lievi e di poco conto». Ma perché tanta indifferenza e resistenza?Perché tanta superficialità nel valutare ciò che veramente giova al bene presente e futuro, anche da parte di chi è dotato di intelligenza e di saggezza umana? Vedremo il perché, e cercheremo di capire.

Voglia o nostalgia di Paradiso?

I due termini sembrano uguali, ma in realtà non lo sono. La nostalgia è il richiamo struggente di un bene passato, del quale si continua a sentire un grande desiderio. La voglia è l'attrattiva verso una cosa che affascina, ma che è ancora futura e lontana, forse irraggiungibile. Nell'incertezza della scelta, ho preferito il secondo termine perché lo reputo più rispondente allo scopo del presente libro, che si prefigge di animare le menti e i cuori a desiderare il Paradiso e a raggiungerlo come il Bene supremo.
Oso dire che nella parola VOGLIA vedo concentrata la mia grande e sincera passione di essere utile ai fratelli nella scelta di ciò che li può rendere felici nella vita presente e in quella futura.
Dunque: voglia di Paradiso! Non solo desiderio vago e superficiale, ma aspirazione intensa, tensione mirata, orientamento determinato verso un Bene che non ha l'eguale.

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