lunedì 21 febbraio 2011

Scopriamo Santa Maria Faustina Kowalska - Quinto appuntamento

 Torniamo ad approfondire la figura di Santa Faustina Kowalska, nota come l'Apostola della Divina Misericordia. Oggi continuiamo a leggere i tormenti che Santa Faustina ha dovuto affrontare, ma vediamo anche come il Signore Gesù era con lei, sostenendola e dandole la forza di affrontare sfide molto difficili e faticose.
Molte anime attraversano tormenti simili e molte anime vagano senza comprendere che la vera fonte di sostegno è Gesù: l'anima di Santa Faustina non trova sollievo se non in Gesù e questo deve farci comprendere come possiamo trovare ciò che cerchiamo, colmando i vuoti che proviamo, soltanto se ci rivolgiamo a Lui che ci attende amorevolmente, così come ha atteso Santa Faustina. 
E' vero, bisogna soffrire, ma il premio di tanta sofferenza è immenso e sin da ora possiamo scorgerne alcuni aspetti. Inoltre, Gesù dimostra di non essere affatto insensibile alle nostre preghiere, mostrandoci come la preghiera può giungere a salvare città intere, esattamente come accaduto in passato con la preghiera d'intercessione di Abramo:

Le sofferenze non diminuiscono affatto. Debolezza fisica; dispensa da tutte le pratiche di pietà, o meglio loro sostituzione con giaculatorie. Venerdì Santo. Gesù attrae il mio cuore nel centro infuocato dell'amore. Ciò è avvenuto durante l'adorazione serale. Improvvisamente la presenza di Dio s'impadronì di me. Dimenticai ogni cosa. Gesù mi fa conoscere quanto ha sofferto per me. Questo durò molto brevemente. Una nostalgia tremenda. Un desiderio ardente di amare Dio.

I primi voti.

Un ardente desiderio di annientarmi per Dio mediante un amore attivo, ma che sfugga all'occhio anche delle suore che mi stanno più vicino. Anche dopo i voti però l'oscurità continuò a regnare nella mia anima fino a circa metà dell'anno. Durante la preghiera Gesù penetrò tutta l'anima mia. L'oscurità scomparve. Udii nell'intimo queste parole: «Tu sei la Mia gioia, tu sei delizia del Mio cuore ». Da quel momento percepli nel cuore, cioè nel mio intimo, la Santissima Trinità. In maniera sensibile mi sentii inondata di luce divina. Da allora la mia anima vive in intimità con Dio, come un bimbo col proprio padre affezionato. Una volta Gesù mi disse: « Va' dalla Madre Superiora e pregala di autorizzarti a portare il cilicio per sette giorni e durante la notte ti alzerai una volta e verrai in cappella ». Risposi di si, ma avevo una certa difficoltà a recarmi dalla Superiora. Verso sera Gesù mi chiese: « Fino a quando rimanderai?». Decisi di parlarne alla Madre Superiora al primo incontro. il giorno dopo prima di mezzogiorno mi accorsi che la Madre Superiora andava in refettorio e siccome la cucina, il refettorio e la stanzetta di Suor Luisa si trovano quasi assieme, invitai la Madre Superiora nella stanzetta di Suor Luisa e le riferII la richiesta di Gesù. La Madre mi rispose: « Non le permetto di portare nessun cilicio. Nel modo più assoluto. Se Gesù le dà la forza di un colosso, le permetterò queste mortificazioni ». Mi scusai con la Madre per averle fatto perdere tempo ed uscII dalla stanzetta. All'improvviso vidi Gesù in piedi sulla porta della cucina e Gli dissi: « Mi ordini di andare a chiedere delle penitenze, che la Madre Superiora non intende permettere ». Allora Gesù mi disse: «Ero qui durante il colloquio con la Superiora e so tutto e non voglio le tue mortificazioni, ma l'obbedienza. Con questo Mi dai una grande gloria ed acquisti dei meriti per te ». Una delle Madri, quando venne a conoscere il mio stretto rapporto con Gesù, mi disse che ero una povera illusa. Mi disse che Gesù manteneva rapporti simili solo coi santi « e non con anime peccatrici come lei, sorella ». Da quel momento fu come se diffidassi di Gesù. In un colloquio mattutino dissi a Gesù: « Gesù, non sei per caso un'illusione? ». Gesù mi rispose: « Il Mio amore non delude nessuno ». Una volta stavo riflettendo sulla SS. Trinità, sull'Essenza di Dio. Volevo assolutamente approfondire e conoscere chi è questo Dio... In un istante il mio spirito venne come rapito in un altro mondo. Vidi un bagliore inaccessibile e in esso come tre sorgenti di luce, che non riuscii a comprendere. E da quella luce uscivano parole sotto forma di fulmini, che si aggiravano attorno al cielo ed alla terra. Non comprendendo nulla di questo, mi rattristai molto. Improvvisamente dal mare di luce inaccessibile usci il nostro amato Salvatore, di una bellezza inconcepibile, con le Piaghe sfavillanti: E da quella luce si udì questa voce: « Qual è Dio nella Sua essenza, nessuno potrà sviscerarlo, né la mente angelica, né umana ». Gesù mi disse: « Procura di conoscere Dio attraverso la meditazione dei Suoi attributi ». Un momento dopo Gesù tracciò con la mano il segno della croce e scomparve.

Una volta vidi una gran folla di gente nella nostra cappella, davanti alla cappella e sulla strada, perché non c'era posto nella cappella. La cappella era addobbata per una solennità. Vicino all'altare c'era un gran numero di ecclesiastici, poi le nostre suore e molte di altre congregazioni. Aspettavano tutti la persona che doveva prendere posto sull'altare. Ad un tratto sentii una voce che diceva che io dovevo prendere il posto sull'altare. Però appena uscii dall'abitazione, cioè dal corridoio per attraversare il cortile ed andare in cappella seguendo la voce che mi chiamava, ecco che tutta la gente cominciò a gettarmi addosso tutto quello che poteva: fango, sassi, sabbia, scope, tanto che in un primo momento rimasi indecisa se proseguire o meno; ma quella voce mi chiamava con insistenza ancora maggiore ed allora, nonostante tutto, cominciai ad avanzare coraggiosamente. Quando attraversai la soglia della cappella, i superiori, le suore, le educande e perfino i genitori cominciarono a colpirmi con quello che potevano tanto che, volente o nolente, dovetti salire in fretta al posto destinato sull'altare. Non appena occupai il posto destinato, subito quella stessa gente e le educande, e le suore, e i superiori, e i genitori, tutti cominciarono a tendere le mani ed a chiedere grazie ed io non provavo alcun risentimento verso di loro, che m'avevano scagliato addosso tutta quella roba ed anzi stranamente provavo un amore particolarissimo proprio per quelle persone che mi avevano costretta a salire più rapidamente nel posto a me destinato. In quel momento la mia anima fu inondata da una felicità inconcepibile ed udii queste parole: « Fa' quello che vuoi, distribuisci grazie come vuoi, a chi vuoi e quando vuoi». E subito la visione scomparve. Una volta sentii queste parole: « Va' dalla Superiora e chiedi che ti permetta di fare ogni giorno un'ora di adorazione per nove giorni; durante questa adorazione cerca di fare la tua preghiera con Mia Madre. Prega di cuore in unione con Maria; procura inoltre in questo tempo di fare la Via Crucis ». Ottenni il permesso non per un'ora intera, ma soltanto per il tempo che avevo, dopo compiuti i miei doveri. Dovevo fare quella novena per la patria. Il settimo giorno della novena vidi la Madonna fra cielo e terra, in una veste chiara. Pregava con le mani giunte sul petto e lo sguardo rivolto al cielo e dal suo Cuore uscivano dei raggi di fuoco, alcuni dei quali erano diretti verso il cielo, mentre gli altri coprivano la nostra terra. Quando parlai di alcune di queste cose col confessore, mi rispose che potevano provenire realmente da Dio, ma che potevano anche essere un'illusione. Siccome avevo spesso dei cambiamenti, non avevo un confessore fisso e per di più facevo una fatica incredibile ad esporre cose di quel genere. Perciò pregavo ardentemente perché il Signore mi concedesse una grande grazia, quella di avere un direttore spirituale. Ma questa grazia l'ottenni soltanto dopo i voti perpetui, quando venni a Wilno. Si tratta di Don Sopocko. Il Signore me l'aveva fatto conoscere interiormente, prima che arrivassi a WIIno. Se avessi avuto fin dall'inizio un direttore spirituale, non avrei sprecato tante grazie del Signore. Un confessore può essere di grande aiuto per un'anima, ma può anche procurarle molto danno. Oh! come dovrebbero stare attenti i confessori all'azione della grazia di Dio nell'anima dei loro penitenti. Questa è una cosa di grande importanza. Dalle grazie di un'anima si può conoscere il suo stretto rapporto con Dio. Una volta venni citata al giudizio di Dio. Stetti davanti al Signore faccia a faccia. Gesù era tale e quale è durante la Passione. Dopo un momento scomparvero le Piaghe e ne rimasero solo cinque: alle mani, ai piedi ed al costato. Vidi immediatamente tutto lo stato della mia anima, cosi come la vede Iddio. Vidi chiaramente tutto quello che a Dio non piace. Non sapevo che bisogna rendere conto al Signore anche di ombre tanto piccole. Che momento! Chi potrà descriverlo? Trovassi di fronte altre volte Santo! Gesù mi domandò: «Chi sei? ». Risposi: « Io sono una tua serva, Signore ». « Devi scontare un giorno di fuoco nel purgatorio ». Avrei voluto gettarmi immediatamente fra le fiamme del purgatorio, ma Gesù mi trattenne e disse: « Che cosa preferisci: soffrire adesso per un giorno oppure per un breve tempo sulla terra? ». Risposi: « Gesù, voglio soffrire in purgatorio e voglio soffrire sulla terra sia pure i più grandi tormenti fino alla fine del mondo ». Gesù disse: « E sufficiente una cosa sola. Scenderai in terra e soffrirai molto, ma non per molto tempo ed eseguirai la Mia volontà ed i Miei desideri ed un Mio servo fedele ti aiuterà ad eseguirla. Ora posa il capo sul Mio petto, sul Mio Cuore ed attingivi forza e vigore per tutte le sofferenze, dato che altrove non troverai sollievo, né aiuto, né conforto. Sappi che avrai molto, molto da soffrire, ma questo non ti spaventi. Io sono con te ». Poco dopo mi ammalai. I disturbi fisici furono una scuola di pazienza per me. Solo Gesù sa quanti sforzi di volontà dovetti fare per adempiere i miei doveri. Gesù quando intende purificare un'anima, usa gli strumenti che vuole. La mia anima si sente completamente abbandonata dalle creature. Talvolta l'intenzione più retta viene interpretata male dalle suore. Questa è una sofferenza molto dolorosa, ma il Signore la permette e bisogna accettarla, perché questo ci fa assomigliare maggiormente a Gesù. Una cosa non sono riuscita a comprendere per molto tempo, cioè che Gesù mi ordinava di dire tutto ai superiori, mentre i superiori non credevano alle mie parole e mi commiseravano come fossi stata una povera illusa o una vittima della mia fantasticheria. Per questo motivo, temendo di essere un'illusa, decisi di evitare interiormente Dio, dato che avevo paura delle illusioni. Ma la grazia di Dio m'inseguiva ad ogni passo e quando meno me l'aspettavo, Iddio mi rivolgeva la parola. Un giorno Gesù mi disse che avrebbe fatto scendere il castigo su di una città, che è la più bella della nostra Patria. il castigo doveva essere uguale a quello inflitto da Dio a Sodoma e Gomorra. Vidi la grande collera di Dio ed un brivido mi scosse, mi trafisse il cuore. Pregai in silenzio. Un momento dopo Gesù mi disse: « Bambina Mia, unisciti strettamente a Me durante il sacrificio ed offri al Padre Celeste il Mio Sangue e le Mie Piaghe per impetrare il perdono per i peccati di quella città. Ripeti ciò senza interruzione per tutta la S. Messa. Fallo per sette giorni ». Il settimo giorno vidi Gesù su di una nuvola chiara e mi misi a pregare perché Gesù posasse il Suo sguardo sulla città e su tutto il nostro paese. Gesù diede uno sguardo benigno. Quando notai la benevolenza di Gesù, cominciai ad implorarne la benedizione. Ad un tratto Gesù disse: « Per te benedico l'intero paese » e fece con la mano un gran segno di croce sulla nostra Patria. Vedendo la bontà del Signore, l'anima mia fu inondata da una grande gioia.

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