Continuiamo il percorso familiare e reimmergiamoci nelle parole della Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II. Oggi al centro dell'attenzione vi è la figura dell'anziano. Sono solo poche parole che vengono spese oggi, ma sono parole che inducono ad una profonda riflessione sul ruolo che riconosciamo agli anziani, non solo in ambito familiare, ma anche in ambito sociale. Purtroppo, oggi vi è una pericolosa generalizzazione che si traduce nell'analogia molto brutta tra anzianità e incapacità mentale. E' vero che ci sono casi in cui la senilità incide sulla capacità di comprensione e ragionamento, ma non si può far di tutta l'erba un fascio. Ci sono moltissimi anziani che danno molto alla società e ci sono moltissimi anziani che potrebbero dar molto ancora, se solo gliene dessimo l'opportunità. Pensiamo al nostro Papa Benedetto XVI che dimostra grande saggezza e forza; pensiamo al Venerabile Giovanni Paolo II che è rimasto lucido e uomo straordinario sino alla fine; pensiamo a donne di grande forza e scienza come Rita Levi da Montalcini e pensiamo a quelle migliaia di donne che servono la Chiesa, aiutando i sacerdoti e aiutando nei compiti parrocchiali. Se dunque in ambito sociale gli anziani sono ancora in grado di dare un contributo così incisivo, anche in ambito familiare l'anziano merita molto più rispetto e attenzione, ricordando che l'emarginazione, la solitudine, sono ciò che di peggio si possa fare. E' difficile comprendere come si possano considerare i propri vecchi genitori solo come pesi da scaricare nelle case di riposo ed è difficile comprendere come si possa festeggiare qualcosa sapendo che una persona a noi cara è sola e non ha nessuno con cui festeggiare. Sentiamo spesso parlare di abbandono di animali (una pratica ingiusta e scorretta), ma dobbiamo parlare soprattutto di quel fenomeno rappresentato dall'abbandono degli anziani. Ecco, Giovanni Paolo II ce lo ha ricordato e ci ha ricordato che dobbiamo riconsiderare i nostri anziani, sia per la loro saggezza e sia per il loro essere oltre le barriere generazionali:
PARTE TERZA
I COMPITI DELLA FAMIGLIA CRISTIANA
I. La formazione di una comunità di persone
Gli anziani in famiglia
27. Ci sono culture che manifestano una singolare venerazione ed un grande amore per l'anziano: lungi dall'essere estromesso dalla famiglia o dall'essere sopportato come un peso inutile, l'anziano ridervi parte attiva e responsabile - pur dovendo rispettare l'autonomia della nuova famiglia - e soprattutto svolge la preziosa missione di testimone del passato e di ispiratore di saggezza per i giovani e per l'avvenire.
Altre culture, invece, specialmente in seguito ad un disordinato sviluppo industriale ed urbanistico, hanno condotto e continuano a condurre gli anziani a forme inaccettabili di emarginazione, che sono fonte ad un tempo di acute sofferenze per loro stessi e di impoverimento spirituale per tante famiglie.
E' necessario che l'azione pastorale della Chiesa stimoli tutti a scoprire e a valorizzare i compiti degli anziani nella comunità civile ed ecclesiale, e in particolare nella famiglia. In realtà, «la vita degli anziani ci aiuta a far luce sulla scala dei valori umani; fa vedere la continuità delle generazioni e meravigliosamente dimostra l'interdipendenza del Popolo di Dio. Gli anziani inoltre hanno il carisma di oltrepassare le barriere fra le generazioni, prima che queste insorgano. Quanti bambini hanno trovato comprensione e amore negli occhi, nelle parole e nelle carezze degli anziani! E quante persone anziane hanno volentieri sottoscritto le ispirate parole bibliche che «corona dei vecchi sono i figli dei figli» (Pr 17,6) (Giovanni Paolo PP. II Discorso ai partecipanti all'«International Forum on Active Aging» 5 [5 Settembre 1980]: «Insegnamenti di Giovanni Paolo II», III, 2 [1980] 539).
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