martedì 6 aprile 2010

Un anno dopo

Un anno fa, una tragedia colpì il nostro Paese e in particolare la Regione abruzzese. Un terremoto di forte entità, ha distrutto la vita di centinaia di persone, lasciando dietro di sé una striscia di morte, desolazione, solitudine e soprattutto rabbia dovuta alla mancata prevenzione. Molti si sarebbero potuti salvare, forse sì o forse no: questo noi non lo sapremo mai, ma una cosa resta certa e cioè che l'uomo è sempre causa del suo stesso male.

In quest'anno abbiamo visto vere e proprie opere di sciacallaggio nei confronti di quelle vittime: non parlo solo di sciacalli comuni come i ladri o i ruba-galline. Mi riferisco anche all'opera di sciacallaggio politico, con le varie passerelle e le varie operazioni elettorali. Una vergogna sulla quale è meglio stendere un velo pietoso.

Pensiamo piuttosto a chi sta ancora male: voglio dedicare loro una preghiera perchè la tragedia li ha segnati per sempre tra chi ha perso la vita, a chi ha perso un proprio caro o la propria casa: "Padre, accogli le anime che quella notte ci hanno lasciati e da conforto a chi oggi vive ancora nel dolore del suo cuore, trafitto dalla spada della morte."

Voglio dedicare un pensiero anche ai volontari che hanno aiutato i terremotati e che hanno dimostrato che vi è ancora umanità e solidarietà nei nostri cuori: anche io mi unisco al coro dei grazie perchè è bellissimo ciò che è stato fatto. E' giusto che i ringraziamenti vadano a chi ha davvero aiutato sul campo quelle persone e non a chi, seduto dietro una scrivania, attendeva di essere ringraziato per un aiuto fasullo o attendeva di mettere le proprie mani su appalti e gare, sfregandosi le mani per le opportunità che il terremoto aveva creato. Per non parlare della campagna mediatica, abile nel sottolineare i successi e nascondere le delusioni e le ingiustizie...

Da allora, altre tragedia ci hanno colpito: terremoti, maremoti, uragani e guerre ci hanno colpito pesantemente. Ma noi ci siamo ancora e quindi abbiamo la possibilità di migliorarci, di aiutarci a vicenda e di confidare nel Nostro Signore Gesù Cristo che viene ignorato nella gioia e accusato nel dolore. Ricordiamoci che l'uomo è causa del suo stesso male e non Dio: "Quei diciotto sopra ai quali cadde la torre di Siloe e li uccise, credete che siano più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico,ma se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo" (Lc, 13, 1-5)

3 commenti:

Gianna ha detto...

Un papà ha perso i suoi due figli, che strazio...

Angel ha detto...

Ecco a cosa mi riferisco stella, e che non viene quasi mai ricordato: il dolore di quella popolazione non è solo per la casa perduta o per la vita non più come prima. Il dolore più grande deriva dalla perdita di figli, padri, fratelli e amici...

Raffaele ha detto...

Ciao Carissimo Angel,

Solo chi ha vissuto questo indefinibile dolore può capire cosa voglia dire l’indefinibile AMORE ed AMARE IL PROSSIMO.

Solo chi attraverso il dolore ha aperto certi portali spazio/temporali può capire il senso della vita, e cosa c'è oltre la vita.

Solo chi è riuscito a ristabilire quel contatto del cuore può capire INFINITI MONDI, INFINITI UNIVERSI INFINITE VITE SU QUESTO O SU TANTI MONDI.

Solo chi ha trasceso la mente e riesce a volare consapevolmente (OOBE) riesce percepire quella vera DIVINA COSCIENZA COSMICA che è Divina Intelligenza IL PADRE CELESTE, in sinergica armonica comunione con il Divino Amore, la MADRE CELESTE che trovano manifestazione attraverso il Figlio che è il CUORE di ogni cosa.

Solo chi è stato iniziato può capire i misteri della vita e del creato, come può capire quanto male è stato fatto ed ancora viene fatto per quel potere che si è basato sull’IGNORANZA INDOTTA.

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