giovedì 29 aprile 2010

Camminare nella Luce di Dio


Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, questo è il messaggio che abbiamo udito da Gesù Cristo e che ora vi annunziamo: Dio è luce e in lui non ci sono tenebre. Se diciamo che siamo in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.
Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa. Se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.


Oggi, voglio dire qualcosa sulla Prima Lettura della giornata di oggi, giorno in cui ricordiamo anche la figura di Santa Caterina da Siena. Lo voglio fare perchè mi ha colpito il primo passo quando Giovanni dice che in Dio non vi è tenebra e dunque se noi vogliamo camminare con lui, anche noi dobbiamo essere privi di tenebra. La Luce è purezza e non si nasconde mentre la tenebra è oscura e ama nascondersi perchè teme la luce che la fa scomparire. Ecco, questo è un importantissimo insegnamento che ci viene dato dall'apostolo Giovanni perchè serve a farci capire che, per essere degni di Dio e quindi per essere in comunione con Lui, non possiamo avere le tenebre nel cuore, ma dobbiamo camminare esattamente come cammina Lui. D'altronde è Gesù che dice: "Siate perfetti come lo è il Padre Celeste"; allora perchè ci ostiniamo a dire che la santità non è per tutti, che la perfezione non ci appartiene e che noi non siamo peccatori perchè non abbiamo ucciso nessuno?

Ci sono molti luoghi comuni da sfatare, alcuni molto pericolosi perchè danno la salvezza eterna per scontata: non è così che funziona perchè la Giustizia di Dio non si può fermare alla scontatezza. Noi non possiamo dire di amare Dio e quindi la Luce, se nello stesso tempo, amiamo il peccato e quindi la tenebra. Sarebbe un comportamento totalmente ipocrita che ci renderebbe peggio degli atei perchè noi abbiamo conosciuto la Luce e pur conoscendola, continuiamo ad amare il peccato e la tenebra che da esso proviene: non siamo degni di Dio se giustifichiamo il peccato che commettiamo. E qui ci ricolleghiamo al secondo passo della Lettera di San Giovanni, quando egli dice che è un inganno dire di non essere peccatori. L'uomo oggi si auto-assolve perchè pensa che il peccato possa essere stabilito da noi e non da Dio. E questo capita numerose volte, anche qui ho avuto a che fare con uomini che difendevano il loro peccato, giustificandola con pensieri umani: ma Dio ci chiama a pensare secondo il pensiero di Dio e non secondo il pensiero degli uomini. State pur certi che non tutto ciò che l'uomo ritiene giusto è davvero giusto e retto dinanzi a Dio: quel poco di giusto che riusciamo a riconoscere è grazie alla coscienza, una voce potente che si insinua nella nostra testa per impedirci di commettere ciò che è male agli occhi di Dio. Ma questa voce noi la strozziamo e non le diamo ascolto perchè pensiamo che sia frutto dei tempi e del bigottismo dei nostri nonni: non pensiamo invece che quella voce non è frutto di alcun bigottismo, ma è frutto di Dio che lavora sin dalla creazione dell'uomo perchè pur concedendo il libero arbitrio, Dio ha voluto darci una guida per aiutarci nel discernere il bene dal male. E così che possiamo capire che rubare è sbagliato e che aiutare è giusto. 

Questo messaggio, Giovanni lo ha dato ai cristiani del suo tempo, ma è rivolto a tutti noi: se noi vogliamo davvero essere cristiani, discepoli di Cristo e veri e degni figli di Dio, dobbiamo imparare a camminare secondo la Luce di Dio, allontanando la tenebra che copre il nostro cuore e riconoscendo i nostri peccati, chiedendo perdono per la nostra debolezza e per la nostra iniquità. Allora, potremo essere pronti per intraprendere il percorso che conduce alla perfezione a cui Gesù ci chiama insistentemente!  

Non esser troppo sicuro del perdono tanto da aggiungere peccato a peccato. (Sir 5, 5) 


1 commenti:

Mikhael ha detto...

Grazie per questa stupenda riflessione!

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