mercoledì 12 gennaio 2011
Ricevere l'Eucaristia con la mano è peccato?!
Oggi conosciamo qualcosa che molti ignorano e cioè come si deve ricevere la Comunione. Ho sempre pensato che il modo giusto fosse di andare con el mani congiunte, quasi come se stessi elemosinando l'ostia. Però non avevo riflettuto su alcune cose fondamentali, come ad esempio la dignità nel poter anche solo toccare quel simbolo così altamente spirituale. E allora ho cominciato un lavoro di ricerca che mi ha condotto a scoprire che i miei timori erano fondati: come possiamo noi uomini commettere un simile atto? Oggi si è perso molto dell'antico significato dell'Eucaristia: questo è dimostrato dal fatto che molti si comunicano senza nemmeno rendersi conto di ciò che stanno facendo. Considerando l'alto valore di questo Sacramento e considerando la difficoltà di questo insegnamento, ho preferito affidarmi alle parole di un sacerdote (del sac. dott. Luigi Villa - Centro Studi Cattolici “Mater Ecclesiae”, il cui testo è stato diffuso da questo sito) che pare aver compiuto un'opera di ricerca straordinaria, giungendo a motivare oculatamente il perchè l'Eucaristia non va accolta con le mani, ma direttamente dalle mani del sacerdote:
Agostino disse: «A forza di veder tutto, si finisce con l'accettare tutto». Vero. I più si sono adeguati a questo nuovo stile in buona fede, dopo di aver assistito abitualmente a questa novità di celebrazione eucaristica, servita da sacerdoti adeguatisi al gusto del giorno.
Qui, ritorno a farne il punto, dopo due mie pubblicazioni su questo tema, per "amore della verità" (II.a Thess. 8-11) e per un vero amore verso Colui al quale noi tutti siamo tenuti a contraccambiare l'amore «con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra anima e con tutte le nostre forze» (Cfr. Rom. XII, 9-11; Gv. VIII, 4-9).
Naturalmente, non sono motivi estetici che mi fanno opporre alla Comunione sulla mano, ma perché non è di natura cattolica, essendo contro la pietà cristiana, e di nessun rispetto delle mani unte del Sacerdote, né di alcuna successione continua della Tradizione, la quale, anzi, si era sempre sviluppata in senso contrario.
Infatti, nella Chiesa cattolica, è sempre stato uso ricevere la santa Comunione nella bocca, distribuita dal Sacerdote, il quale agisce "in persona Christi". Per questo, S. Pio X inserì esplicitamente nel suo Catechismo Maggiore questo venerando costume liturgico:
«...Nei momenti di ricevere la santa Comunione, bisogna trovarsi in ginocchio, tenere la testa lievemente alzata, gli occhi modestamente rivolti verso la santa Ostia, la bocca sufficientemente aperta, con la lingua un pochino avanzata sul labbro inferiore. Bisogna tenere la tovaglia o il piattello (patena) della Comunione in modo che essi ricevano la santa Ostia se dovesse cadere... Se la santa Ostia si attaccasse al palato, bisognerebbe distaccarla con la lingua, e giammai con la dita». (Catechismo Maggiore, parte IV, c. IV, & 4).
Come vedete, non sono dettagli di poca importanza, ma manifestano la cura di sempre della Chiesa per promuovere il massimo rispetto per il SS. Sacramento e anche per le minime particelle consacrate.
False, comunque, sono state tutte le ciance di tanto clero che si son dati a raccontare che, nei primi secoli della Chiesa, la distribuzione della Comunione era senza adorazioni né genuflessioni, che si servivano anche da soli, a domicilio, intorno a un tavolo.
La verità storica è tutt'altro. Certo, le persecuzioni obbligavano i cristiani a radunarsi in privato, magari nelle catacombe. Quindi, gli altari di fortuna, le tavole, non furono mai la regola, ma solo l'eccezione. Prima di questo, il rispetto all'Eucaristia faceva sì che si scegliessero soprattutto le tombe dei Martiri come altari. San Felice (Papa dal 269 al 274) ordinò che la Messa fosse celebrata sulla tomba di un Martire (Cfr. Liber Pontificalis, tomo I, p. 158, ed. J. Bayet, Paris. E de Boccard 1955, p. 71 ss.). E questa decisione regolarizzava un uso già stabilito (cfr. "Dictionaire d'Archéologie chrètienne et de Liturgie", Paris, èd. Letpuzey et Ané., 1914, tome I, art. AUTEL, col. 3165-68).
San Pio I (Papa dal 141 al 156) aveva già inculcato il rispetto della Chiesa, "casa di Dio", e dell'altare. Anche san Soterio (Papa dal 167 al 175) (Cfr. IbdemRegesta, pp. 921-922). Si legga anche S. Ireneo di Lione (130208) (cfr. "Contra haereses", livre IV, c. 18, n. 6, PG, tome VII, col. 1029). E si leggano i San Gregorio di Nyssa (335-394), i Sant'Agostino d'Ippona (354-430), S. Pietro Grisologo (406-450)... e via via! La moda, quindi, della "Cena" intorno a un tavolo non è, dunque, di tradizione apostolica, bensì di quel ex-frate massone Lutero che fantasticò Nostro Signore che celebrava rivolto al "popolo" (I. c. p. 1-8).
Così pure non ci fu mai l'uso di passare di mano in mano, su un piatto o in un canestro, l'Ostia consacrata. Questa non veniva presa, ma ricevuta... e solo dalla mano di un Sacerdote. Lo affermò anche Tertulliano:
«Non la riceviamo dalla mano di altri, nec de aliorum manu sumimus» (Cfr. Liber de Corona, III, 3-RL., tomo li, col. 79). È, dunque, storicamente falso ogni altro dire.
S. Sisto I (Papa dal 117-al 136) scrisse: «Solo i ministri del culto sono abilitati a toccare i sacri misteri: hic constituit ut mysteria sacra non tangerentur nisi a ministris» (cfr. Liber Pontificalis, tomo I, p. 57-Mansi I. 653; e cfr. "regesta Pontificum Romanorum", p. 919). L'abitudine di alcuni di fare diversamente, spinse la Chiesa a prendere delle sanzioni per far adempiere le norme apostoliche. San Damaso (Papa dal 366 al 384) interdisse l'abitudine di tenere in privato l'Alimento divino: "oblationes sub dominio laicorum detineri vetat" (Cfr. Regesta, p. 931). Il Concilio di Saragozza, nel 380, lanciò l'anatema (canone III) contro coloro che facevano come ai tempi di persecuzione. Lo stesso fu fatto dal Concilio di Toledo, nell'anno 400 (canone XIV). Ma già prima, da Santo Stefano (Papa dal 254 al 257) aveva prescritto che «i laici non dovevano considerare le funzioni ecclesiastiche come fossero loro attribuite» (Cfr. Regesta, p. 925-Mans I, 889). Gli abusi, quindi, non erano la regola della Chiesa primitiva, né della Chiesa primitiva, il costume tradizionale di comunicarsi.
S. Leone I (Papa dal 440 al 461) voleva che il Sacramento dell'Eucarestia si ricevesse tramite la bocca: «hoc enim ORE sumitur quod Fide tenetur» (cfr. F L., tomo 54, col. 452).
Papa Agapito I nel 536, compì un miracolo di guarigione improvvisa durante la Messa: "cumque ei Dominicus Corpus mitteret in os", cioè dopo aver dato l'Ostia consacrata nella bocca.
I soli che si comunicavano in piedi e con la mano, furono gli Ariani; ma questi negavano la divinità di Cristo e vedevano nell'Eucarestia solo un semplice simbolo d'unione.
La Chiesa cattolica, quindi, non ha mai cambiato disciplina.
S. Tommaso d'Aquino, il maggior dottore della Chiesa cattolica (1225-1274), si fece eco di questa prescrizione apostolica: «La distribuzione del Corpo di Cristo appartiene al Sacerdote per tre motivi: in primo luogo, perché è lui che consacra, tenendo il posto di Cristo. Ora, è Cristo stesso che ha consacrato il suo Corpo nella Cena, ed è Lui stesso che lo ha dato agli altri da mangiare. Dunque, come la consacrazione del Corpo di Cristo appartiene al Sacerdote, altrettanto appartiene a lui la distribuzione. In secondo luogo, il sacerdote è stabilito intermediario tra Dio e il popolo. Di conseguenza, come a lui spetta l'offrire a Dio i doni del popolo, altrettanto spetta a lui donare al popolo i doni santificati da Dio. In terzo luogo, per il rispetto dovuto a questo Sacramento, nulla può toccarlo che non sia consacrato. Per questo motivo, il corporale e il calice vengono consacrati, ed altrettanto le mani del Sacerdote vengono consacrate per toccare questo Sacramento, e nessun altro ha il diritto di toccarlo, se non in caso di necessità». (Cfr. Summa Teologica, III.a pars, q. 82, a. 3).
Il Concilio di Trento, nel 1551, dirà: «... Questo costume deve essere ritenuto di diritto e a giusto titolo come proveniente dalla Tradizione apostolica» (cfr. Sess. XIII, DE EUCHARISTIA, c. VIII-Denz Sch. Enchridion... ed. 33 a, N. 16-48°).
Lo stesso Paolo VI, nella sua enciclica "Mysterium Fidei" (3.9.1965), scrisse che "non bisognava cambiare il modo tradizionale di ricevere la Comunione" (&& 61-62).
Anche il "Memorial Domini" (29 maggio 1969), richiama alla disciplina cattolica: «... Tenuto conto della situazione attuale della Chiesa nel mondo intero, questa maniera di distribuire la santa Comunione deve essere conservata, non solamente perché essa ha dietro di sé una tradizione plurisecolare, ma soprattutto perché essa esprime il rispetto dei fedeli verso l'Eucarestia... questo modo di agire, devesi considerare tradizionale, assicura più efficacemente che la santa Comunione venga distribuita con il rispetto, il decoro e la dignità che le competono (...). Una forte maggioranza di vescovi ritiene che nulla debba essere cambiato alla disciplina attuale».
Invece, dopo il Vaticano II, s'incominciò la rivoluzione; il "fumo di Satana" inondò tutto il Tempio di Dio della Chiesa cattolica. Fu una vera rivoluzione! Si sono truccati persino i testi primitivi; si sono truccate sistematicamente anche le enciclopedie, i dizionari, i testi di teologia, di spiritualità, di archeologia, di liturgia, di catechesi mistogogiche e via dicendo. Si sono fatte affermazioni gratuite, citando vicendevolmente da un testo all'altro, giochi da ping-pong che valsero per gli ingenui, gli impreparati, i sentimentali, i propensi alle grullerie, come fossero del materiale scientificamente dimostrato.
Così i fedeli vennero gabbati a gettito continuo, abbagliati con mezzi gonfiati dal padre della menzogna, travestito da angelo di luce.
Concludendo questi pochi accenni storici teologici, tolti da un mare di materiale su questo comunicarsi con la mano, noi abbiamo l'ardire di affermare che coloro che comunicano, ingiungendo di comunicarsi con la mano, commettono certamente un atto peccaminoso sotto diversi aspetti.
Per primo, sarebbe una disubbidienza alla Tradizione cattolica. E poi, sarebbe un'ingiustizia per l'empietà che commette verso Dio di cui lede la Maestà, e verso il Sacerdote cattolico di cui usurpa le prerogative. Certo, solo Dio sa quale misura abbiano questi peccati, non solo materiali ma anche formali. È incredibile che si sia dimenticato quanto ci insegnavano prima, in proposito, che era già materia leggera, nel sacrilegio se si toccava un calice, una patena e altri pannolini sacri, senza essere stati autorizzati (cfr. Codice 1306).
I fedeli che non si sono lasciati sorprendere dal gioco dei modernisti e progressisti, si astenevano dal comunicarsi con la mano. Ma c'era proprio da domandarsi come si è giunti fino a quel punto. Il principio fu del clero che cessò di trasmettere le verità di fede al popolo dei battezzati, facendone delle pecorelle smarrite ed erranti. Noi di "Chiesa viva" abbiamo subito reagito, con ben 12 articoli, storico teologici, contro questa disposizione sacrilega, chiaramente contro i testi dogmatici del Concilio di Trento.
Ma possibile che non si sappia che la "Comunione sulla mano" faceva parte di un "piano massonico" da lunga data preparato? Eppure, proprio la CEI (novembre 1989), con un vero "colpo di mano" da parte di vescovi progressisti e neomodernisti, approfittando dell'assenza di molti Presuli, da un loro raduno su questo tema, riuscì a far passare l"’ordinanza" con un solo voto in più! E così, questo "placet" divenne "causa" di profanazioni sacrileghe, di sottrazioni di Ostie consacrate per usi sacrileghi, di "messe nere", di dispersione di frammenti per terra, di allontanamento, infine, delle anime dei fedeli dal ringraziamento dopo la Messa, così da sfumare il senso del divino. Per fare questo, si è proceduto a tappe: dall'obbligo ("bisogno") si passò alla convenienza ("conviene"); dalla convenienza, poi, si passò al silenzio, perché non ci fu più, o quasi, il ringraziamento.
Eppure, Pio XII aveva scritto: «Raccogliti nel segreto e gioisci del tuo Dio, poiché tu possiedi Colui che il mondo intero non può toglierti» (cfr. "Mediator Dei", 20 settembre 1947).
Piano piano, si abrogò che il Sacerdote facesse l'abluzione delle sue dita dopo la Comunione; si eliminò quasi del tutto il digiuno, previa l'assunzione eucaristica; si è tolto il Santissimo Sacramento dal centro dell'altare, mettendolo "in laterale", in oscura posizione: si ridussero e si finì col disusare sia le private che le pubbliche devozioni latreutiche para-liturgiche; si tolse dai calendari la solennità del Corpus Domini; si minuscolizzarono le iniziali delle parole sacre; si tolsero i banchi col genuflessorio, sostituendolo con banali sedie e, oggi, si sono tolte anche queste; non si parlò più della necessità della confessione prima di ricevere la santa Comunione, quando fosse necessaria per peccati gravi; si fan trattare le Sacre Specie da tante mani indegne, e si è arrivato persino, in USA, a spedire, per posta, l'Ostia consacrata a coloro che desideravano comunicarsi...
E potrei continuare, ma credo sia sufficiente quello che abbiamo detto, pur avendo tralasciato di citare il pensiero dei Padri della Chiesa e del Magistero solenne, "de fide" (Concilio di Firenze e Concilio di Trento), che hanno definito la "Presenza Reale" di Cristo anche nelle "particelle", o "frammenti" di Pane eucaristico, per cui, essendo "de fide", diventa certa e logica la mia affermazione che il distribuire la "Comunione sulla mano" diventa un gesto oggettivamente sacrilego. Si legga, ad hoc, anche la definizione che ne dà il "Codice di Diritto Canonico": «Sacrilegio: è profanazione di persona, cosa e luoghi sacri o consacrati con rito religioso». Ora, qui, nella santa Comunione eucaristica, la "Presenza Reale" non è forse la stessa Persona di Gesù, Figlio di Dio e Dio Lui stesso, presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità, anche in tutti i "frammenti" che, con la nuova prassi liturgica, possono facilmente cadere in terra e venir calpestati, e tantissime altre particole consacrate finiscono nelle tasche e persino sui corpi immondi di donne, come avviene nelle "messe nere" o in altre profanazioni sataniche, alimentate, appunto, da questi sacrilegi sulle "Ostie consacrate", trafugate dalle chiese attraverso proprio la distribuzione sulle mani?..
E chiudo richiamando quello che disse il Concilio di Trento: «L'USO CHE SOLO IL SACERDOTE DIA LA COMUNIONE CON LE SUE MANI CONSACRATE, È UNA TRADIZIONE APOSTOLICA» (Sessione 13 c.8).
E con una chiarificazione del sommo teologo della Chiesa, San Tommaso d'Aquino:
«IL CORPO DI CRISTO APPARTIENE Al SACERDOTI... ESSO NON SIA TOCCATO DA ALCUNO CHE NON SIA CONSACRATO»!
Agostino disse: «A forza di veder tutto, si finisce con l'accettare tutto». Vero. I più si sono adeguati a questo nuovo stile in buona fede, dopo di aver assistito abitualmente a questa novità di celebrazione eucaristica, servita da sacerdoti adeguatisi al gusto del giorno.
Qui, ritorno a farne il punto, dopo due mie pubblicazioni su questo tema, per "amore della verità" (II.a Thess. 8-11) e per un vero amore verso Colui al quale noi tutti siamo tenuti a contraccambiare l'amore «con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra anima e con tutte le nostre forze» (Cfr. Rom. XII, 9-11; Gv. VIII, 4-9).
Naturalmente, non sono motivi estetici che mi fanno opporre alla Comunione sulla mano, ma perché non è di natura cattolica, essendo contro la pietà cristiana, e di nessun rispetto delle mani unte del Sacerdote, né di alcuna successione continua della Tradizione, la quale, anzi, si era sempre sviluppata in senso contrario.
Infatti, nella Chiesa cattolica, è sempre stato uso ricevere la santa Comunione nella bocca, distribuita dal Sacerdote, il quale agisce "in persona Christi". Per questo, S. Pio X inserì esplicitamente nel suo Catechismo Maggiore questo venerando costume liturgico:
«...Nei momenti di ricevere la santa Comunione, bisogna trovarsi in ginocchio, tenere la testa lievemente alzata, gli occhi modestamente rivolti verso la santa Ostia, la bocca sufficientemente aperta, con la lingua un pochino avanzata sul labbro inferiore. Bisogna tenere la tovaglia o il piattello (patena) della Comunione in modo che essi ricevano la santa Ostia se dovesse cadere... Se la santa Ostia si attaccasse al palato, bisognerebbe distaccarla con la lingua, e giammai con la dita». (Catechismo Maggiore, parte IV, c. IV, & 4).
Come vedete, non sono dettagli di poca importanza, ma manifestano la cura di sempre della Chiesa per promuovere il massimo rispetto per il SS. Sacramento e anche per le minime particelle consacrate.
False, comunque, sono state tutte le ciance di tanto clero che si son dati a raccontare che, nei primi secoli della Chiesa, la distribuzione della Comunione era senza adorazioni né genuflessioni, che si servivano anche da soli, a domicilio, intorno a un tavolo.
La verità storica è tutt'altro. Certo, le persecuzioni obbligavano i cristiani a radunarsi in privato, magari nelle catacombe. Quindi, gli altari di fortuna, le tavole, non furono mai la regola, ma solo l'eccezione. Prima di questo, il rispetto all'Eucaristia faceva sì che si scegliessero soprattutto le tombe dei Martiri come altari. San Felice (Papa dal 269 al 274) ordinò che la Messa fosse celebrata sulla tomba di un Martire (Cfr. Liber Pontificalis, tomo I, p. 158, ed. J. Bayet, Paris. E de Boccard 1955, p. 71 ss.). E questa decisione regolarizzava un uso già stabilito (cfr. "Dictionaire d'Archéologie chrètienne et de Liturgie", Paris, èd. Letpuzey et Ané., 1914, tome I, art. AUTEL, col. 3165-68).
San Pio I (Papa dal 141 al 156) aveva già inculcato il rispetto della Chiesa, "casa di Dio", e dell'altare. Anche san Soterio (Papa dal 167 al 175) (Cfr. IbdemRegesta, pp. 921-922). Si legga anche S. Ireneo di Lione (130208) (cfr. "Contra haereses", livre IV, c. 18, n. 6, PG, tome VII, col. 1029). E si leggano i San Gregorio di Nyssa (335-394), i Sant'Agostino d'Ippona (354-430), S. Pietro Grisologo (406-450)... e via via! La moda, quindi, della "Cena" intorno a un tavolo non è, dunque, di tradizione apostolica, bensì di quel ex-frate massone Lutero che fantasticò Nostro Signore che celebrava rivolto al "popolo" (I. c. p. 1-8).
Così pure non ci fu mai l'uso di passare di mano in mano, su un piatto o in un canestro, l'Ostia consacrata. Questa non veniva presa, ma ricevuta... e solo dalla mano di un Sacerdote. Lo affermò anche Tertulliano:
«Non la riceviamo dalla mano di altri, nec de aliorum manu sumimus» (Cfr. Liber de Corona, III, 3-RL., tomo li, col. 79). È, dunque, storicamente falso ogni altro dire.
S. Sisto I (Papa dal 117-al 136) scrisse: «Solo i ministri del culto sono abilitati a toccare i sacri misteri: hic constituit ut mysteria sacra non tangerentur nisi a ministris» (cfr. Liber Pontificalis, tomo I, p. 57-Mansi I. 653; e cfr. "regesta Pontificum Romanorum", p. 919). L'abitudine di alcuni di fare diversamente, spinse la Chiesa a prendere delle sanzioni per far adempiere le norme apostoliche. San Damaso (Papa dal 366 al 384) interdisse l'abitudine di tenere in privato l'Alimento divino: "oblationes sub dominio laicorum detineri vetat" (Cfr. Regesta, p. 931). Il Concilio di Saragozza, nel 380, lanciò l'anatema (canone III) contro coloro che facevano come ai tempi di persecuzione. Lo stesso fu fatto dal Concilio di Toledo, nell'anno 400 (canone XIV). Ma già prima, da Santo Stefano (Papa dal 254 al 257) aveva prescritto che «i laici non dovevano considerare le funzioni ecclesiastiche come fossero loro attribuite» (Cfr. Regesta, p. 925-Mans I, 889). Gli abusi, quindi, non erano la regola della Chiesa primitiva, né della Chiesa primitiva, il costume tradizionale di comunicarsi.
S. Leone I (Papa dal 440 al 461) voleva che il Sacramento dell'Eucarestia si ricevesse tramite la bocca: «hoc enim ORE sumitur quod Fide tenetur» (cfr. F L., tomo 54, col. 452).
Papa Agapito I nel 536, compì un miracolo di guarigione improvvisa durante la Messa: "cumque ei Dominicus Corpus mitteret in os", cioè dopo aver dato l'Ostia consacrata nella bocca.
I soli che si comunicavano in piedi e con la mano, furono gli Ariani; ma questi negavano la divinità di Cristo e vedevano nell'Eucarestia solo un semplice simbolo d'unione.
La Chiesa cattolica, quindi, non ha mai cambiato disciplina.
S. Tommaso d'Aquino, il maggior dottore della Chiesa cattolica (1225-1274), si fece eco di questa prescrizione apostolica: «La distribuzione del Corpo di Cristo appartiene al Sacerdote per tre motivi: in primo luogo, perché è lui che consacra, tenendo il posto di Cristo. Ora, è Cristo stesso che ha consacrato il suo Corpo nella Cena, ed è Lui stesso che lo ha dato agli altri da mangiare. Dunque, come la consacrazione del Corpo di Cristo appartiene al Sacerdote, altrettanto appartiene a lui la distribuzione. In secondo luogo, il sacerdote è stabilito intermediario tra Dio e il popolo. Di conseguenza, come a lui spetta l'offrire a Dio i doni del popolo, altrettanto spetta a lui donare al popolo i doni santificati da Dio. In terzo luogo, per il rispetto dovuto a questo Sacramento, nulla può toccarlo che non sia consacrato. Per questo motivo, il corporale e il calice vengono consacrati, ed altrettanto le mani del Sacerdote vengono consacrate per toccare questo Sacramento, e nessun altro ha il diritto di toccarlo, se non in caso di necessità». (Cfr. Summa Teologica, III.a pars, q. 82, a. 3).
Il Concilio di Trento, nel 1551, dirà: «... Questo costume deve essere ritenuto di diritto e a giusto titolo come proveniente dalla Tradizione apostolica» (cfr. Sess. XIII, DE EUCHARISTIA, c. VIII-Denz Sch. Enchridion... ed. 33 a, N. 16-48°).
Lo stesso Paolo VI, nella sua enciclica "Mysterium Fidei" (3.9.1965), scrisse che "non bisognava cambiare il modo tradizionale di ricevere la Comunione" (&& 61-62).
Anche il "Memorial Domini" (29 maggio 1969), richiama alla disciplina cattolica: «... Tenuto conto della situazione attuale della Chiesa nel mondo intero, questa maniera di distribuire la santa Comunione deve essere conservata, non solamente perché essa ha dietro di sé una tradizione plurisecolare, ma soprattutto perché essa esprime il rispetto dei fedeli verso l'Eucarestia... questo modo di agire, devesi considerare tradizionale, assicura più efficacemente che la santa Comunione venga distribuita con il rispetto, il decoro e la dignità che le competono (...). Una forte maggioranza di vescovi ritiene che nulla debba essere cambiato alla disciplina attuale».
Invece, dopo il Vaticano II, s'incominciò la rivoluzione; il "fumo di Satana" inondò tutto il Tempio di Dio della Chiesa cattolica. Fu una vera rivoluzione! Si sono truccati persino i testi primitivi; si sono truccate sistematicamente anche le enciclopedie, i dizionari, i testi di teologia, di spiritualità, di archeologia, di liturgia, di catechesi mistogogiche e via dicendo. Si sono fatte affermazioni gratuite, citando vicendevolmente da un testo all'altro, giochi da ping-pong che valsero per gli ingenui, gli impreparati, i sentimentali, i propensi alle grullerie, come fossero del materiale scientificamente dimostrato.
Così i fedeli vennero gabbati a gettito continuo, abbagliati con mezzi gonfiati dal padre della menzogna, travestito da angelo di luce.
Concludendo questi pochi accenni storici teologici, tolti da un mare di materiale su questo comunicarsi con la mano, noi abbiamo l'ardire di affermare che coloro che comunicano, ingiungendo di comunicarsi con la mano, commettono certamente un atto peccaminoso sotto diversi aspetti.
Per primo, sarebbe una disubbidienza alla Tradizione cattolica. E poi, sarebbe un'ingiustizia per l'empietà che commette verso Dio di cui lede la Maestà, e verso il Sacerdote cattolico di cui usurpa le prerogative. Certo, solo Dio sa quale misura abbiano questi peccati, non solo materiali ma anche formali. È incredibile che si sia dimenticato quanto ci insegnavano prima, in proposito, che era già materia leggera, nel sacrilegio se si toccava un calice, una patena e altri pannolini sacri, senza essere stati autorizzati (cfr. Codice 1306).
I fedeli che non si sono lasciati sorprendere dal gioco dei modernisti e progressisti, si astenevano dal comunicarsi con la mano. Ma c'era proprio da domandarsi come si è giunti fino a quel punto. Il principio fu del clero che cessò di trasmettere le verità di fede al popolo dei battezzati, facendone delle pecorelle smarrite ed erranti. Noi di "Chiesa viva" abbiamo subito reagito, con ben 12 articoli, storico teologici, contro questa disposizione sacrilega, chiaramente contro i testi dogmatici del Concilio di Trento.
Ma possibile che non si sappia che la "Comunione sulla mano" faceva parte di un "piano massonico" da lunga data preparato? Eppure, proprio la CEI (novembre 1989), con un vero "colpo di mano" da parte di vescovi progressisti e neomodernisti, approfittando dell'assenza di molti Presuli, da un loro raduno su questo tema, riuscì a far passare l"’ordinanza" con un solo voto in più! E così, questo "placet" divenne "causa" di profanazioni sacrileghe, di sottrazioni di Ostie consacrate per usi sacrileghi, di "messe nere", di dispersione di frammenti per terra, di allontanamento, infine, delle anime dei fedeli dal ringraziamento dopo la Messa, così da sfumare il senso del divino. Per fare questo, si è proceduto a tappe: dall'obbligo ("bisogno") si passò alla convenienza ("conviene"); dalla convenienza, poi, si passò al silenzio, perché non ci fu più, o quasi, il ringraziamento.
Eppure, Pio XII aveva scritto: «Raccogliti nel segreto e gioisci del tuo Dio, poiché tu possiedi Colui che il mondo intero non può toglierti» (cfr. "Mediator Dei", 20 settembre 1947).
Piano piano, si abrogò che il Sacerdote facesse l'abluzione delle sue dita dopo la Comunione; si eliminò quasi del tutto il digiuno, previa l'assunzione eucaristica; si è tolto il Santissimo Sacramento dal centro dell'altare, mettendolo "in laterale", in oscura posizione: si ridussero e si finì col disusare sia le private che le pubbliche devozioni latreutiche para-liturgiche; si tolse dai calendari la solennità del Corpus Domini; si minuscolizzarono le iniziali delle parole sacre; si tolsero i banchi col genuflessorio, sostituendolo con banali sedie e, oggi, si sono tolte anche queste; non si parlò più della necessità della confessione prima di ricevere la santa Comunione, quando fosse necessaria per peccati gravi; si fan trattare le Sacre Specie da tante mani indegne, e si è arrivato persino, in USA, a spedire, per posta, l'Ostia consacrata a coloro che desideravano comunicarsi...
E potrei continuare, ma credo sia sufficiente quello che abbiamo detto, pur avendo tralasciato di citare il pensiero dei Padri della Chiesa e del Magistero solenne, "de fide" (Concilio di Firenze e Concilio di Trento), che hanno definito la "Presenza Reale" di Cristo anche nelle "particelle", o "frammenti" di Pane eucaristico, per cui, essendo "de fide", diventa certa e logica la mia affermazione che il distribuire la "Comunione sulla mano" diventa un gesto oggettivamente sacrilego. Si legga, ad hoc, anche la definizione che ne dà il "Codice di Diritto Canonico": «Sacrilegio: è profanazione di persona, cosa e luoghi sacri o consacrati con rito religioso». Ora, qui, nella santa Comunione eucaristica, la "Presenza Reale" non è forse la stessa Persona di Gesù, Figlio di Dio e Dio Lui stesso, presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità, anche in tutti i "frammenti" che, con la nuova prassi liturgica, possono facilmente cadere in terra e venir calpestati, e tantissime altre particole consacrate finiscono nelle tasche e persino sui corpi immondi di donne, come avviene nelle "messe nere" o in altre profanazioni sataniche, alimentate, appunto, da questi sacrilegi sulle "Ostie consacrate", trafugate dalle chiese attraverso proprio la distribuzione sulle mani?..
E chiudo richiamando quello che disse il Concilio di Trento: «L'USO CHE SOLO IL SACERDOTE DIA LA COMUNIONE CON LE SUE MANI CONSACRATE, È UNA TRADIZIONE APOSTOLICA» (Sessione 13 c.8).
E con una chiarificazione del sommo teologo della Chiesa, San Tommaso d'Aquino:
«IL CORPO DI CRISTO APPARTIENE Al SACERDOTI... ESSO NON SIA TOCCATO DA ALCUNO CHE NON SIA CONSACRATO»!
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12 commenti:
Caro Angel ho letto solo un pezzo, ma essendo l'articolo molto lungo mi propongo di leggerlo domani. Che l'ostia vada presa in bocca sarebbe opportuno per le motivazioni riportate dal sacerdote, io però con questo tipo di liturgia ho sempore paura che mi cada dalla bocca, è per questo che con tanto amore e devozione la tengo sul palmo sollevato quasi all'altezza di bocca se il sacerdote è alto. Ci sono molti che tengono le due mani incrociate all'altezza della cintura, e sappiamo bene quanto oggi le vite siano basse. E' una vergogna che il sacerdote debba posare lì l'ostia, io mi rifiuterei di comunicare in quel modo. Personalmente, anche se sò che il ricevimento in bocca sarebbe la cosa migliore, sono serena nel prendere in mano tale corpo sapendo che lo tratto con devozione, ma non tutti la pensano così.
Mi preme ringraziarti per ciò che hai scritto sul mio canale, anche Giovanni si è molto arrabbiato. Forse il termine più appropriato è "deluso" l'arrabbiatura avviene davanti a questi scritti che denotano l'infantilità delle persone nonostante la matura età.
Affidiamo tutto al Signore giusto giudice e giusto amico.
Ciao caro amico, buona serata a domani. Ciao
Enza
MA infatti Enza, continuando a leggere, vedrai che sarebbe opportuno mettere la tovaglia sotto il mento per evitare che cade l'ostia. Quello che fai tu è un sostituire questo metodo che i nostri sacerdoti purtroppo non praticano più. Però sono contento nel vedere che anche tu sei d'accordo con il tema.
Per quanto riguarda la questione, anche io sono deluso perchè vedo che si pende più da una parte che dall'altra: ma quello che mi ha colpito è stato leggere una frase su chi era nel giusto, ma lasciamo perdere che è meglio. A presto!
Caro Angel, stavo leggendo l'articolo ma appena ho letto "Chiesa viva" ho subito lasciato perdere perché in passato proprio questi di "Chiesa viva" hanno criticato i Papi, Paolo VI, Giovanni Paolo II, sono gli stessi che hanno detto che la Chiesa di Giovanni Rotondo è un tempio massonico...
Inoltre gettano fango sul Concilio Vaticano II: ecco che questi sono uomini che vanno contro la Chiesa.
Giovanni Paolo II era un sostenitore del Concilio Vaticano II.
Quelli di Chiesa Viva sono quelli "tradizionalisti" che sono pronti a sparare a zero su tutti, anche sui preti santi di oggi se sono sostenitori del Concilio Vaticano II.
Io la comunione l'ho sempre ricevuta alla bocca dal sacerdote perché preferisco così. E' vero ed è giusto che si deve rispettare il Corpo Eucaristico, ma se un uomo riceve la comunione dalla mano del sacerdote, non credo commetta sacrilegio perché è autorizzato in un certo senso dal sacerdote a riceverla.
Io consiglio di non ascoltare quelli di "Chiesa viva" perché gettano fango in un modo disgustoso sulla Chiesa e sui Papi e sui sacerdoti. Dei cristiani che criticano con arroganza la Chiesa Cattolica, possono dirsi dei buoni cristiani? Fatti un giro sulla Home page di Chiesa viva e guarda cosa troverai. C'è la copertina di un libro: "Karol Wojtyla Beato?.. mai!" ... Pensa che cattiveria...
Invece Giovanni Paolo II sarà beatificato quest'anno!
I cristiani tradizionalisti sono più velenosi di una serpe perché confondono la Fede con l'orgoglio.
Un caro saluto.
Mi correggo: intendevo dire se un cristiano riceve la comunione nelle mani dal sacerdote, non penso sia sacrilegio.
Comunque sia quelli di Chiesa viva è gente pericolosa. Non creano spirito di armonia come fa Gesù, come fa la Chiesa oggi, ma sono arroganti e cattivi.
Intendevo dire non "trasmettono" spirito di armonia.. scusate gli errori!
A presto!
Mik, non sapevo questo particolare: ma stavolta sono d'accordo perchè se avrai letto la storia del Sacro Cuore di Gesù, troverai le medesime conclusioni. In un'apparizione si dice che Gesù stesso non voleva questo perchè l'uomo è indegno e peccatore per poter prendere il Corpo di Cristo in mano e portarselo in bocca. Il sacerdote è il solo che ha la dignità di poterlo fare. Quindi, anche se non condivido l'autore, non posso non condividere questa tesi: e come me anche il sito cattolico che l'ha ospitato, a dimostrazione della fondatezza di queste parole. A presto!
Allora i ministri come i diaconi, i tierziari, sono indegni di poter dare la comunione agli uomini?
No, perchè da essi ricevono l'autorizzazione. Potrei io dare la comunione se il sacerdote non mi desse l'autorità per farlo? Ma nel ricevere è diverso, visto anche ciò che è contenuto nelle rivelazioni del Sacro Cuore di Gesù. Comunque questa è una questione per la quale potremo rivolgerci ad un sacerdote, per chiarire. Che ne dici?
Volevo aggiungere, sono d'accordo sul fatto di ricevere la comunione direttamente alla bocca per mano del sacerdote, anche perché io ho sempre fatto così, ma spero d'ora in avanti non si faccia una caccia alle streghe verso tutti coloro che ricevono la comunione dalle proprie mani. Sarebbe assurdo poi mettersi ad osservare e a criticare quanti fanno così. Magari è gente con tanta fede e lo fa ingenuamente, non meriterebbe di essere ingiustamente criticata da chi magari prende la comunione nel modo tradizionale, anzi questi diverrebbe più peccatore e la comunione cosa la prende a fare se poi deve mettersi a criticare i suoi fratelli?
Comunque ho letto il resto dell'articolo.. non nascondo di essere d'accordo su molti punti, e sono d'accordissimo che bisogna avere massima riverenza verso il Corpo di Cristo che è Dio. Più che per la comunione presa dalle proprie mani, vorrei approfondire sulla consegna della comunione da parte di ministri straordinari, diaconi, terziari ecc.
Ecco Angel, il messaggio l'ho scritto prima di leggere la tua risposta.
Da quanto scritto nell'articolo si dice che solo i sacerdoti possono toccare la comunione. Ora se i ministri come i diaconi ecc. possono dare la comunione perché autorizzati, non sono altrettanto "autorizzati" quanti la ricevono nelle mani dal sacerdote? Oppure si potrebbe rivoltare dicendo che la Chiesa sbaglia ad autorizzare i diaconi a dare la comunione?
Il fatto che loro (quelli di Chiesa viva) criticano il Concilio Vaticano II, mi lascia pensare...
Inoltre penso che il sacerdote debba visionare quanti ricevono la comunione nelle proprie mani, osservando che questi la porti alla bocca e non se la conservi.
Hai comunque tirato fuori una bella questione, mi piacerebbe approfondire. Però se noti una cosa, quelli di Chiesa viva lasciano sospettare su chiunque: se criticano il Concilio Vaticano II, uno potrebbe pensare che il sacerdote magari è "abbagliato" dalle ultime direttive della Chiesa e magari è in errore e non potrebbe darci la giusta risposta... e allora gira che ti rigira non si vive più nella serenità della fede, ma nel sospetto e non è bello così.
La cosa migliore da fare a mio parere è di vivere sempre con massimo rispetto verso il Signore ed essere obbedienti alla Chiesa, avere un atteggiamento rispettoso e decoroso in Chiesa, fare la Volontà di Dio facendo del bene... e allora che problemi si hanno se si fa la Volontà di Dio?
Poi comunione ricevuta direttamente alla bocca dal sacerdote o dalle proprie mani, questa è un'altra questione... che va sì approfondita.
Un caro saluto!
Concordo con quanto dici Mik: e penso comunque che approfondiremo sulla questione. A presto!
LA COMUNIONE IN MANO E' SACRILEGIO GRAVISSIMO, PUNTO E BASTA! I PEZZETTI DI OSTIA CONSACRATA, CIOE' IL CORPO DI GESU', FINISCONO A TERRA E LA GENTE LI CALPESTA! E' SACRILEGIO!
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