Vi do un comandamento nuovo, confida ai suoi: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri (Gv 13, 34-35) […].
Siamo nell’ambito dell'Ultima Cena, poco prima del tradimento di Giuda Iscariota. E Gesù fa qualcosa di incredibile in questa cena. Non mi riferisco al riconoscimento del traditore, ma al fatto che Egli ci da un ultima grande lezione, lavando i piedi dei suoi discepoli. Questo è clamoroso: Gesù Cristo che si proclama Figlio dell’Altissimo e che viene considerato dai suoi discepoli come Rabbi (Maestro) e Cristo, si mette a servire i suoi stessi servitori! E non sorprende di come Pietro si rivolga così al Suo Maestro: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!».
Ma Perché Gesù fa una cosa simile e cosa centra questo con il Nuovo Comandamento? E soprattutto, qual è questo Nuovo Comandamento?
Rispondiamo con precisione: Gesù fa quel gesto per insegnare ai suoi discepoli, ma anche a tutti noi, una lezione importantissima, non solo di umiltà, ma di amore. Infatti Gesù dice così ai suoi discepoli sorpresi dal gesto: Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri (Gv 13, 12-14) .
Questo è solo l'anticamera del Nuovo Comandamento. Gesù mostra l'amore inteso come servizio a favore degli altri. Ed è incredibile la delicatezza di questo verso, perché Gesù si pone allo stesso livello dei suoi discepoli e non al di sopra: infatti, avrebbe potuto dire: Se io faccio questo, tanto più lo dovrete fare voi!. Invece non dice nulla di tutto questo, ma lo lascia nello sfondo, non lo richiama. Lui vuole solo essere di esempio per loro e per noi e per mostrarci di cosa ci rende degni dell’Amore di Dio.
Poi, Gesù finalmente ci presenta il Nuovo Comandamento: Vi do un comandamento nuovo, confida ai suoi: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri (Gv 13, 34-35)
Ecco il Nuovo Comandamento: ma è davvero così nuovo? Non aveva già Gesù mostrato il comandamento dell’Amore in passato? In effetti, si lo aveva già fatto qui: Maestro, qual è il più grande comandamento della Legge? Gli rispose: - Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti» (Mt 22, 36-40).
Ma c’è qualcosa di diverso tra questi due enunciati di Gesù: infatti, vi è una differenza. In Matteo 22, Gesù dice di amare il prossimo come noi stessi che in sostanza si traduce nel non fare agli altri ciò che non vuoi che gli altri facciano a te stesso. Ma nel Nuovo Comandamento, Gesù mostra un amore nuovo e diverso, molto più grande di quello concepito fino ad allora: Egli infatti dice di amare così come Lui ha amato loro! E questo è un amore che va al di là di quello conosciuto e sperimentato perché l’amore di Gesù è stato un amore puro, incondizionato, reale e vivo e vero. Fino ad allora l’amore veniva confuso, era solo una parola perché nei fatti gli ebrei dimostravano di non avere amore perché duri di cuore. Ed infatti Gesù cercava di spiegare loro l’amore in rapporto con sé stessi: era talmente duro il loro cuore che per comprendere l’amore, Gesù lo doveva presentare in rapporto a loro: e quindi non fate agli altri ciò che non volete che gli altri facciano a voi stessi. Forse così potevano riuscire a comprendere le Parole di Gesù perché ancora chiusi in un amore un po’ troppo egoistico.
In realtà questo è ciò che accade ancora al tempo di oggi: noi uomini siamo duri di cuore e raramente siamo in gradi di amare davvero qualcuno senza condizioni e in maniera pura e reale. Molti di noi confondono l’amore con l’interesse o non lo sanno esprimere o concepire. Gesù l’ha espresso fino alla fine: servendo i suoi discepoli, lavando loro i piedi e poi predisponendosi al Sacrificio finale. Gesù, per amore, dà la Sua vita per i suoi discepoli e per tutti gli uomini. Questo è l’esempio che Gesù ci da riguardo all’amore: amore che si traduce in sacrificio per gli altri. Chi di noi può dire di poter concepire lo stesso? Chi di noi ama l’uomo al punto da perdere la propria vita? Noi siamo ancora chiusi nel nostro egoismo e non ci interessano i problemi degli altri. Anzi chiudiamo la porta di casa nostra a doppia mandata per evitare di essere coinvolti dagli altri e dai loro problemi. In questo non c’è amore, ma egoismo puro e l’egoismo è un amore malsano verso sé stessi. Chi è egoista, non può capire questo Comandamento e non può capire cosa sia e cosa significhi amare. Per molti, esso si traduce in debolezza: ma amare non è debolezza, ma coraggio e forza e disponibilità nei confronti del prossimo per servire Dio. Poiché noi amandoci gli uni gli altri, non facciamo altro che vivere quell’Amore che Gesù ci ha mostrato per farci comprendere quanto Dio ci ami profondamente.
Allora Gesù, nel momento più difficile della Sua vita terrena, nel pieno dell’amore che prova verso chi lo ha seguito per tre anni, si lascia andare e ci mostra in realtà la Via da seguire: anzi, possiamo dire, che proprio in questo momento ci indica la Via, la Verità e la Vita. Poiché l’elemento in comune a queste tre espressioni racchiuse in Gesù è proprio l’Amore: amore che diventa la chiave di tutto e il comune denominatore del Messaggio del Cristo. Non avrebbe senso seguire i comandamenti e poi essere aridi nei confronti degli altri: anche perché seguire i comandamenti si traduce nell’amore verso Dio e verso gli uomini: la base di tutta la Legge di Dio, alla fine, è proprio questo amore bivalente verso Dio e verso il prossimo. Non solo, è proprio quest'amore che ci distingue dal resto del mondo. Oggi alcuni mi hanno chiesto cosa ci distingue dagli atei e cosa ci da quest'aria di superiorità morale: beh ecco la risposta: l'amore. L'amore ci distingue, l'amore ci raffigura, l'amore ci connota, l'amore ci rende liberi, l'amore ci rende empatici. Per questo, carissimi, amate: mostrate al mondo che cosa significa esser figli di Dio e cosa significa seguire Gesù Cristo.
Questo dunque è il Nuovo Comandamento che Gesù ci ha affidato: amare. Ora spetta a noi seguirlo con tutto il nostro cuore, con tutto il nostro spirito e con tutta la nostra mente!
La vera chiave di tutto è l'amore |
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