sabato 29 gennaio 2011

La storia di San Francesco di Assisi - Decima parte

Continuiamo a scoprire la storia di San Francesco di Assisi: oggi iniziamo a vedere l'opera di evangelizzazione portata avanti da san Francesco e da coloro che cominciano a seguirlo in questo cammino verso il Signore. San Francesco, prima di inviare i frati esattamente come Gesù inviò i suoi discepoli (ammirabile l'intima imitazione della vita di San Francesco con la vita terrena di Gesù), spiegò loro alcune cose fondamentali concernenti il Regno di Dio, il disprezzo del mondo, il rinnegamento della propria volontà, il dominio che si deve esercitare sul proprio corpo. Queste sono ritenute da san Francesco aspetti fondamentali che devono forgiare l'animo di colui che decide di servire il Signore. Ma sono delle precise indicazioni anche per tutti noi che ci ritroviamo in questo pellegrinaggio terreno verso il Regno dei Cieli. Se noi ambiamo alla meta preziosa, allora dobbiamo tener presente queste considerazioni: cominciamo dal disprezzo del mondo. Esso significa non seguire la mondanità, non lasciarsi coinvolgere dai pensieri che il mondo diffonde e restare saldi nella fede. Rinnegamento della propria volontà significa solamente dar significato a quanto diciamo recitando il Padre Nostro: "sia fatta la Tua Volontà". Se noi recitiamo il Padre nostro senza ipocrisia, allora dobbiamo implicitamente ammettere che la Volontà di Dio prevale sulla volontà nostra! E questa prevalenza avviene spesso perchè la nostra volontà è influenzata dall'egoismo e dal mondo che ci circonda e quindi difficilmente riesce a coincidere con quella del Signore. Infine, c'è un ultima considerazione che riguarda il dominio del proprio corpo. Se noi vogliamo esser liberi e soprattutto degni di Cristo, dobbiamo imparare a dominare le pulsioni e le passioni come ci insegna il Siracide e la Bibbia in generale. Parliamo non solo di passioni sessuali (sicuramente le più ostiche da reprimere perchè il maligno fa leva su questa debolezza per annientare la volontà dell'uomo), ma di ogni tipo di impulsi atti a incidere sulla nostra libertà d'azione. 
Fatte queste considerazioni, guardiamo da vicino questo nuovo atto della vita di san Francesco: 


CAPIOLO DODICESIMO

FRANCESCO MANDA I FRATI A DUE A DUE NEL MONDO; POCO TEMPO DOPO SI RITROVANO INSIEME

29. Nello stesso tempo entrò nell'Ordine una nuova e ottima recluta, così il loro numero fu portato a otto. Allora il beato Francesco li radunò tutti insieme, e dopo aver parlato loro a lungo del Regno di Dio, del disprezzo del mondo, del rinnegamento della propria volontà, del dominio che si deve esercitare sul proprio corpo, li divise in quattro gruppi, di due ciascuno e disse loro: «Andate, carissimi, a due a due per le varie parti del mondo e annunciate agli uomini la pace e la penitenza in remissione dei peccati; e siate pazienti nelle persecuzioni, sicuri che il Signore adempirà il suo disegno e manterrà le sue promesse. Rispondete con umiltà a chi vi interroga, benedite chi vi perseguita, ringraziate chi vi ingiuria e vi calunnia perché in cambio ci viene preparato il regno eterno».

Ed essi, ricevendo con gaudio e letizia grande il precetto della santa obbedienza, si prostravano davanti al beato padre, che abbracciandoli con tenerezza e devozione, diceva ad ognuno: «Riponi la tua fiducia nel Signore ed Egli avrà cura di te». Era la frase che ripeteva ogni volta che mandava qualche frate ad eseguire l'obbedienza.

30. Allora frate Bernardo con frate Egidio, partì per Compostella, al santuario di San Giacomo, in Galizia; san Francesco con un altro compagno si scelse la valle di Rieti; gli altri quattro, a due a due, si incamminarono verso le altre due direzioni. Ma passato breve tempo, san Francesco, desiderando di rivederli tutti, pregò il Signore, il quale raccoglie i figli dispersi d'Israele, che si degnasse nella sua misericordia di riunirli presto. E tosto, secondo il suo desiderio e senza che alcuno li chiamasse, si ritrovarono insieme e resero grazie a Dio. Prendendo il cibo insieme manifestano calorosamente la loro gioia nel rivedere il pio pastore e la loro meraviglia per aver avuto il medesimo pensiero. Si raccontano poi i benefici ricevuti dal misericordioso Signore e chiedono e ottengono umilmente la correzione e la penitenza dal beato padre per le eventuali colpe di negligenza o di ingratitudine.

E così solevano fare sempre quando si recavano da lui; non gli nascondevano neppure il minimo pensiero e i moti involontari dell'anima, e dopo aver compiuto tutto ciò che era stato loro comandato, si ritenevano ancora servi inutili. E veramente la «purezza di cuore» riempiva a tal punto quel primo gruppo di discepoli del beato Francesco, che, pur sapendo operare cose utili, sante e rette, si mostrava del tutto incapace di trarne vana compiacenza. Allora il beato Francesco, stringendo a sé i figli con grande amore, comincio a manifestare a loro i suoi propositi e ciò che il Signore gli aveva rivelato.

31. Durante questo tempo si aggregarono a loro e si fecero discepoli di Francesco altri quattro uomini degni e virtuosi. Perciò l'interesse per il movimento e la fama dell'uomo di Dio cresceva sempre più tra il popolo. E veramente in quel tempo Francesco e i suoi compagni provavano una immensa allegrezza e una gioia inesplicabile quando qualcuno dei fedeli, chiunque e di qualunque condizione fosse, ricco, povero, nobile, popolano, spregevole, onorato, prudente, semplice, chierico, indotto, laico, guidato dallo spirito di Dio veniva a prender l'abito della loro santa religione. Riscuotevano tutti la sincera ammirazione degli uomini del mondo, e l'esempio della loro umiltà era per essi una provocazione a vivere meglio e far penitenza dei propri peccati.

Né l'umiltà della condizione, né la povertà che il mondo ritiene una infermità, potevano impedire che fossero incorporati nella costruzione di Dio quelli che egli voleva inserirvi, poiché Dio trova la sua compiacenza nello stare con i semplici e con quelli che il mondo disprezza.

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