sabato 15 gennaio 2011

La storia di San Francesco di Assisi - Ottava parte

Continuiamo a scoprire la storia di San Francesco di Assisi: oggi vediamo il poverello d'Assisi cominciare la sua predicazione evangelica che porta i primi frutti della conversione. Infatti, altri uomini cominciarono a seguire Francesco, spogliandosi di tutti e vivendo il Vangelo alla lettera. Carissimi, questa famiglia francescana che vediamo formarsi è un colpo caldo al cuore: ci mostra l'entusiasmo della fede, la bellezza della carità e la meraviglia dell'amore. Leggendo capirete queste cose, e vedrete come la vita di Francesco funge da calamita, da vera attrazione. In un mondo così lontano dalla fede come quell'attuale, sarebbe bello rivivere Francesco per comprendere come la fede sia realmente e qual è la vera bellezza del messaggio evangelico, oggi troppo spesso ridimensionato ed accantonato. Questi uomini francescani sono una nuova testimonianza di  come la fede non è una caratteristica o un ideale, ma che essa rappresenta un vero e proprio stile di vita in quanto la fede è vita!

CAPITOLO DECIMO

FRANCESCO PREDICA IL VANGELO E ANNUNCIA LA PACE.

CONVERSIONE DEI PRIMI SEI FRATI
 
23. Da allora, con grande fervore ed esultanza, egli cominciò a predicare la penitenza, edificando tutti con la semplicità della sua parola e la magnificenza del suo cuore. La sua parola era come fuoco bruciante, penetrava nell'intimo dei cuori, riempiendo tutti di ammirazione. Sembrava totalmente diverso da come era prima: tutto intento al cielo, disdegnava guardare la terra. E, cosa curiosa, iniziò la sua predicazione proprio dove, fanciullo, aveva imparato a leggere, e dove poi ebbe la prima gloriosa sepoltura, così che un felice inizio fu coronato da una fine ancor più lieta. Insegnò dove aveva imparato e terminò felicemente dove aveva incominciato.

In ogni suo sermone, prima di comunicare la parola di Dio ai popolo, augurava la pace, dicendo: «Il Signore vi dia la pace!» Questa pace egli annunciava sempre sinceramente a uomini e donne, a tutti quanti incontrava o venivano a lui. In questo modo otteneva spesso, con la grazia del Signore, di indurre i nemici della pace e della propria salvezza, a diventare essi stessi figli della pace e desiderosi della salvezza eterna.

24. Il primo tra quelli che seguirono l'uomo di Dio fu un abitante d'Assisi, devoto e semplice di spirito.

Dopo di lui frate Bernardo, raccogliendo questo messaggio di pace, corse celermente al seguito del Santo di Dio per guadagnarsi il regno dei Cieli. Egli aveva già più volte ospitato Francesco nella sua casa; ne aveva osservato e sperimentato la vita e i costumi e, attratto dalla sua santità, cominciò a riflettere seriamente, finché si decise ad abbracciare la via della salvezza. Lo vedeva passare le notti in preghiera, dormire pochissimo e lodare il Signore e la gloriosa Vergine Madre sua, e, pieno di ammirazione pensava:

«Veramente quest'uomo è un uomo di Dio!». Si affretta perciò, a vendere tutti i suoi beni, distribuendo il ricavato ai poveri non ai parenti, e, trattenendo per sé solo il titolo 44 di una perfezione maggiore, mette in pratica il consiglio evangelico: Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che hai, dallo ai poveri, e avrai un tesoro in Cielo, poi vieni a seguirmi! Fatto questo, vesti l'abito e condivideva la vita di san Francesco, e stette sempre con lui, fino a quando, cresciuti di numero, con l'obbedienza del pio padre, fu invitato in altre regioni.

La sua conversione a Dio servi di modello per tutti quelli che vennero dopo di lui: dovevano vendere i loro beni e distribuire il ricavato ai poveri. La venuta e la conversione di un uomo così pio, riempirono Francesco di una gioia straordinaria: gli parve che il Signore avesse cura di lui, donandogli il compagno di cui ognuno ha bisogno e un amico fedele.

25. Presto venne alla sua sequela un altro cittadino di Assisi, degno di ogni elogio per la sua vita, che chiuse poco dopo ancor più santamente di come l'aveva incominciata.

Ed ecco sopraggiungere frate Egidio, uomo semplice, retto e timorato di Dio, che, in tutta la sua lunga vita, praticò la santità, la giustizia, la pietà, lasciandoci esempi di obbedienza perfetta, lavoro manuale, amore al raccoglimento e alla contemplazione religiosa.

Dopo di lui arrivò un altro, e finalmente il loro numero divenne sette con frate Filippo, al quale il Signore aveva toccato e purificato le labbra con il carbone ardente così che parlava di Dio con spirito mirabile. Interpretava la Scrittura, spiegando il significato più recondito, senza aver studiato nelle scuole, simile a coloro che i principi dei Giudei disprezzavano come ignoranti e illetterati.

3 commenti:

Mikhael ha detto...

Caro Angel, sembra che la Provvidenza abbia voluto rispondere ai nostri dilemmi con questa storia di San Francesco.

In effetti pensavo qualche giorno fa agli Apostoli: erano pescatori, uomini di una certa ignoranza culturale, eppure loro hanno predicato il Vangelo con una grande sapienza, senza aver studiato e questo è stato reso possibile con l'intervento dello Spirito Santo.

Basta servire Dio in fedeltà e obbedienza: la sapienza celeste non si impara sui libri di scuola, ma dall'Amore che lo Spirito Santo soffia nel cuore dei fedeli, dai Suoi doni che Egli liberamente infonde nell'animo umano.

Ci sono tanti esempi di sapienza celeste in uomini non formati dallo studio. Gesù trasmette saperi agli umili. Inoltre c'è una frase di Gesù nel diario di Santa Faustina che dice:

"Tu dici che grandi tenebre coprono la tua mente ed allora perché in quei momenti non vieni da Me, che sono la luce e in un istante posso infondere nella tua anima tanta luce e comprensione della santità che non potrai attingere da nessun libro e che nessun confessore è in grado d'insegnare, illuminando così un'anima?"

Ecco, basta essere umili, andare da Gesù ed Egli ci donerà la sapienza!

Un caro saluto e buona serata!

Angel ha detto...

Sai Mik, ti svelerò una cosa personale: ci sono momenti in cui mi assale il dubbio: dubbio sulla fede, dubbio su me stesso, dubbio su ciò che Gesù vuole da me. Allora comincio a parlare a Gesù, come se fosse dinanzi a me: e ogni volta, parlando nella mia mente, mi do la risposta. Sembra incredibile come la mia mente mi fornisce sempre la risposta che sto cercando: leggendo questa frase tratta dal Diario, mi è venuto in mente questo particolare. E' bello sapere che siamo sempre ascoltati. A presto!

Mikhael ha detto...

I dubbi fanno parte del percorso, almeno per quanto riguarda gli inizi. Sono il bastone che il demonio cerca di metterci fra le ruote per allontanarci da Gesù, anche perché la nostra salvezza dipende dalla nostra fede:

"Chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno" (Gv 11,26).

"Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia" (Atti 16,31).

Per questo quando ci assale il dubbio dobbiamo sempre dire: "Gesù io credo in Te".

Io penso che quando ti fai delle domande e ottieni delle risposte è lo Spirito Santo che te le introduce nella mente.

Un caro saluto e a presto!

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