sabato 22 gennaio 2011

La storia di San Francesco di Assisi - Nona parte

Continuiamo a scoprire la storia di San Francesco di Assisi: oggi contempliamo lo spirito profetico di un uomo chiaramente toccato da Dio e ricolmato di Spirito Santo. Francesco si è rivolto a Dio esattamente come fece Davide, così come abbiamo visto oggi nell'Angolo di Sapienza. Davide confessò i suoi peccati, riconoscendosi degno della punizione e allo stesso modo fece Francesco. E Dio, per questo, ricolmò entrambi di grandi benedizioni. Francesco fu così reso il primo di una moltitudine che ancora oggi accorre per seguire la sua regola nell'ordine. Ecco, a Francesco fu rivelato tutto questo, ma fu rivelato anche che vi sarebbero stati frutti marci poiché il male è ovunque. Molti oggi si sdegnano per i casi di pedofilia in Chiesa e per questo accusano l'intera istituzione: ma in realtà, non è la Chiesa colpevole, ma lo sono coloro che si sono lasciati corrompere dal male e cioè coloro che rappresentano il frutto marcio. Leggiamo appresso la rivelazione profetica:

CAPITOLO UNDICESIMO

SPIRITO DI PROFEZIA E PREDIZIONI DI SAN FRANCESCO
 
26. Il beato padre Francesco, ricolmo ogni giorno più della grazia dello Spirito Santo, si adoperava a formare con grande diligenza e amore i suoi nuovi figli, insegnando loro, con principi nuovi, a camminare rettamente e con passo fermo sulla via della santa povertà e della beata semplicità.
Un giorno, pieno di ammirazione per la misericordia del Signore in tutti i benefici a lui elargiti, desiderava conoscere dal Signore che cosa sarebbe stato della sua vita e di quella dei suoi frati. A questo scopo si ritirò, come spesso faceva, in un luogo adatto per la preghiera. Vi rimase a lungo invocando con timore e tremore il Dominatore di tutta la terra, ripensando con amarezza agli anni passati malamente e ripetendo: «O Dio, sii propizio a me peccatore!». A poco a poco si sentì inondare nell'intimo del cuore di ineffabile letizia e immensa dolcezza. Cominciò come a uscire da sé: l'angoscia e le tenebre, che gli si erano addensate nell'animo per timore del peccato, scomparvero, ed ebbe la certezza di essere perdonato di tutte le sue colpe e di vivere nello stato di grazia. Poi, come rapito fuori di sé e trasportato in una grande luce, che dilatava lo spazio della sua mente, poté contemplare liberamente il futuro. Quando quella luce e quella dolcezza dileguarono, egli aveva come uno spirito nuovo e pareva un altro.
27. Allora fece ritorno ai suoi frati e disse loro pieno di gioia: «Carissimi, confortatevi e rallegratevi nel Signore; non vi rattristi il fatto di essere pochi; non vi spaventi la mia e vostra semplicità, perché, come mi ha rivelato il Signore, Egli ci renderà una innumerevole moltitudine e ci propagherà fitio ai confini del mondo. Sono costretto a raccontarvi a vostro vantaggio quanto ho veduto; sarebbe più opportuno conservare il segreto, se la carità non mi costringesse a parlarne. Ho visto una gran quantità di uomini venire a noi, desiderosi di vivere con l'abito della santa Religione e secondo la Regola del nostro beato Ordine. Risuona ancora nelle mie orecchie il rumore del loro andare e venire conforme al comando della santa obbedienza! Ho visto le strade affollate da loro, provenienti da quasi tutte le nazioni: accorrono francesi, spagnoli, tedeschi, inglesi; sopraggiunge la folla di altre varie lingue». Ascoltando queste parole, una santa gioia si impadronì dei frati, per la grazia che Iddio concedeva al suo Santo, perché assetati come erano del bene del prossimo, desideravano che ogni giorno venissero nuove anime ad accrescere il loro numero per trovarvi insieme salvezza.
28. E Francesco riprese il suo discorso: «Per ringraziare con fedeltà e devozione il Signore Dio nostro per tutti i suoi doni, o fratelli, e perché conosciate come dobbiamo vivere ora e nel futuro, ascoltate la verità sugli avvenimenti futuri. All'inizio della vita del nostro Ordine troveremo frutti dolci e deliziosi; poi ne avremo altri meno gustosi; infine ne raccoglieremo di quelli tanto amari da non poterli mangiare, perché a motivo della loro asprezza saranno immangiabili per tutti, quantunque siano estremamente belli e profumati. Ef­fettivamente come vi dissi, il Signore ci farà crescere fino a diventare un popolo assai numeroso; poi avverrà come di un pescatore che, gettando le reti nel mare o in qualche lago, prende grande quantità di pesci, ma dopo averli messi tutti nella sua navicella, essendo troppi, sceglie i migliori e i più grossi da riporre nei vasi e portar via, e abbandona gli altri».
Di quanta verità e chiarezza rifulgano queste predizioni del Santo è manifesto a chiunque le consideri con spirito obiettivo e sincero. Ecco come lo spirito di profezia riposava su San Francesco!

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