venerdì 14 gennaio 2011

Imparando con le Lettere Apostoliche - Ventiseiesimo appuntamento

Torna l'appuntamento settimanale con "Imparando con le Lettere Apostoliche". Il cammino di oggi ci porta a riflettere sull'Eucaristia!:

Undicesima parte della Prima Lettera ai Corinzi  

1Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo. 2Vi lodo poi perché in ogni cosa vi ricordate di me e conservate le tradizioni così come ve le ho trasmesse. 3Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l'uomo, e capo di Cristo è Dio. 4Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo. 5Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata. 6Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra.
7L'uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo. 8E infatti non l'uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo; 9né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo. 10Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli. 11Tuttavia, nel Signore, né la donna è senza l'uomo, né l'uomo è senza la donna; 12come infatti la donna deriva dall'uomo, così l'uomo ha vita dalla donna; tutto poi proviene da Dio. 13Giudicate voi stessi: è conveniente che una donna faccia preghiera a Dio col capo scoperto? 14Non è forse la natura stessa a insegnarci che è indecoroso per l'uomo lasciarsi crescere i capelli, 15mentre è una gloria per la donna lasciarseli crescere? La chioma le è stata data a guisa di velo. 16Se poi qualcuno ha il gusto della contestazione, noi non abbiamo questa consuetudine e neanche le Chiese di Dio.
17E mentre vi do queste istruzioni, non posso lodarvi per il fatto che le vostre riunioni non si svolgono per il meglio, ma per il peggio. 18Innanzi tutto sento dire che, quando vi radunate in assemblea, vi sono divisioni tra voi, e in parte lo credo. 19È necessario infatti che avvengano divisioni tra voi, perché si manifestino quelli che sono i veri credenti in mezzo a voi. 20Quando dunque vi radunate insieme, il vostro non è più un mangiare la cena del Signore. 21Ciascuno infatti, quando partecipa alla cena, prende prima il proprio pasto e così uno ha fame, l'altro è ubriaco. 22Non avete forse le vostre case per mangiare e per bere? O volete gettare il disprezzo sulla chiesa di Dio e far vergognare chi non ha niente? Che devo dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo!
23Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane 24e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me". 25Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me". 26Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga. 27Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. 28Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; 29perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. 30È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti. 31Se però ci esaminassimo attentamente da noi stessi, non saremmo giudicati; 32quando poi siamo giudicati dal Signore, veniamo ammoniti per non esser condannati insieme con questo mondo.
33Perciò, fratelli miei, quando vi radunate per la cena, aspettatevi gli uni gli altri. 34E se qualcuno ha fame, mangi a casa, perché non vi raduniate a vostra condanna. Quanto alle altre cose, le sistemerò alla mia venuta.


COMMENTO

Carissimi, ecco il momento in cui viene potenziata la prassi legata all'Eucaristia! San Paolo mette per iscritto ciò che fino ad ora si era solo trasmesso oralmente e cioè il momento caratteristico dello spezzare il pane e del bere il vino! Qui interviene per dar correzione, perchè i Corinti sembrerebbero confondere l'anima della celebrazione con la cena in senso lato. Praticamente San Paolo li ammonisce perchè essi avevano l'usanza di portarsi il cibo da casa: solo che questo creava inevitabilmente dissidi, considerando le diseguaglienze non solo economiche, ma anche ad esempio di opportunità (magari chi terminava tardi il lavoro non poteva certo pensare a portarsi una cena abbondante perchè non aveva tempo!). Allora San Paolo trasmette l'insegnamento più importante, quello che avrebbe accompagnato tutte le celebrazioni, tutte le Sante Messe e ci tengo a riportare per intero quest'insegnamento, fulcro dell'Eucaristia:

il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane 24e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me". 25Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me".

Ecco! San Paolo conferma quale deve essere il momento culmine della celebrazione in assemblea e da anche indicazioni sullo spirito con cui avvicinarsi a questa cena speciale:

Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga. 27Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. 28Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; 29perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. 30È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti. 


Ed ecco l'indicazione che la Santa Chiesa Cattolica ha mantenuta viva nel tempo: il bisogno di esaminarsi e il bisogno di riconoscere che quell'ostia è il vero Corpo di Cristo e che quel vino e il Vero Sangue di Cristo! Perciò dobbiamo accostarci a questo momento eucaristico in maniera consapevole, in maniera giusta, in maniera degna: non dobbiamo fare come molti che ricevono l'ostia come se fosse un pezzo di pane qualunque o come coloro che addirittura parlano con il Corpo di Cristo in bocca. Piuttosto dobbiamo porci in ascolto, in riflessione, in meditazione: dobbiamo entrare in comunione con Cristo, l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo! Carissimi, questo è il momento più bello, più importante e più vivo di tutta la celebrazione: ascoltiamo l'insegnamento di San Paolo che l'ha appreso direttamente dal Signore e riconosciamo in quell'ostia il cibo di grazia per il mondo, il vero e unico Corpo di Cristo che ci mette in comunione reale con il nostro Signore Gesù Cristo che ha donato il Suo Corpo per noi, per redimerci, per lavarci dalle nostre colpe. Sia Lode a Gesù Cristo e sia reso grazie al Dio Altissimo che ci ha donato il nostro Signore!



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