martedì 25 gennaio 2011

Familiaris Consortio - La famiglia cristiana - XI

Continuiamo il percorso familiare e reimmergiamoci nelle parole della Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II. Oggi è il principio dell'indissolubilità del matrimonio che viene richiamato dal Venerabile Wojtyla. Proprio oggi, in una trasmissione della rete ammiraglia, c'è stato un acceso confronto sulla durata dell'unione coniugale e l'ammissibilità del divorzio. E' stata un accerchiamento nei confronti del povero sacerdote presente il quale da solo difendeva il carattere indissolubile della comunione coniugale. E' aberrante quanto sta accadendo nella società odierna e Giovanni Paolo II aveva già colto ai suoi tempi quest'aspetto che oggi va diffondendosi sempre di più. Manca la convinzione che un matrimonio possa durare eternamente: il matrimoni, se non schivato del tutto, è visto come un contratto giuridico, un qualcosa che lega solo giuridicamente, non più spiritualmente e materialmente (unione della carne per divenire una cosa sola). Ecco perchè quest'esortazione apostolica assume un significato ancor più pregnante di guida per i novelli sposi e per i fidanzati di oggi: dobbiamo diffondere nuovamente il pensiero cristiano avulso dalle componenti civilistiche e personali di chi ha inteso l'unione matrimoniale come una semplice formalità pratico-giuridica. Bisogna risvegliare i valori del matrimonio e richiamare tutti all'impegno che esso comporta, nel superare insieme le difficoltà che inevitabilmente si pongono sul cammino della vita. Non si può pensare al divorzio ogni volta che si è in difficoltà perchè questo sarebbe un acconsentire alle pressioni del nemico che spinge alla divisione. Prendiamo esempio dalle famiglie cristiane autentiche e dalle persone sante che hanno saputo vivere il matrimonio pur se in costante difficoltà come Santa Monica. E' tempo di pensare secondo Dio e non secondo il nostro piacere momentaneo e questo dovrebbe esser scritto nei nostri cuori in ogni cosa che facciamo. Leggiamo ora il pensiero della Familiaris Consortio sul tema in questione:

PARTE TERZA
I COMPITI DELLA FAMIGLIA CRISTIANA

I. La formazione di una comunità di persone 

Una comunione indissolubile

20. La comunione coniugale si caratterizza non solo per la sua unità, ma anche per la sua indissolubilità: «Questa intima unione, in quanto mutua donazione di due persone, come pure il bene dei figli, esigono la piena fedeltà dei coniugi e ne reclamano l'indissolubile unità» («Gaudium et Spes», 48).

E' dovere fondamentale della Chiesa riaffermare con forza - come hanno fatto i Padri del Sinodo - la dottrina dell'indissolubilità del matrimonio: a quanti, ai nostri giorni, ritengono difficile o addirittura impossibile legarsi ad una persona per tutta la vita e a quanti sono travolti da una cultura che rifiuta l'indissolubilità matrimoniale e che deride apertamente l'impegno degli sposi alla fedeltà, è necessario ribadire il lieto annuncio della definitività di quell'amore coniugale, che ha in Gesù Cristo il suo fondamento e la sua forza (cfr. Ef 5,25).

Radicata nella personale e totale donazione dei coniugi e richiesta dal bene dei figli, l'indissolubilità del matrimonio trova la sua verità ultima nel disegno che Dio ha manifestato nella sua Rivelazione. Egli vuole e dona l'indissolubilità matrimoniale come frutto, segno ed esigenza dell'amore assolutamente fedele che Dio ha per l'uomo e che il Signore Gesù vive verso la sua Chiesa.

Cristo rinnova il primitivo disegno che il Creatore ha iscritto nel cuore dell'uomo e della donna, e nella celebrazione del sacramento del matrimonio offre un «cuore nuovo»: così i coniugi non solo possono superare la «durezza del cuore» (Mt 19,8), ma anche e soprattutto possono condividere l'amore pieno e definitivo di Cristo, nuova ed eterna Alleanza fatta carne. Come il Signore Gesù è il «testimone fedele» (Ap 3,14), è il «sì» delle promesse di Dio (cfr. 2Cor 1,20) e quindi la realizzazione suprema dell'incondizionata fedeltà con cui Dio ama il suo popolo, così i coniugi cristiani sono chiamati a partecipare realmente all'indissolubilità irrevocabile, che lega Cristo alla Chiesa sua sposa, da Lui amata sino alla fine (cfr. Gc 13,1).

Il dono del sacramento è nello stesso tempo vocazione e comandamento per gli sposi cristiani, perché rimangano tra loro fedeli per sempre, al di là di ogni prova e difficoltà, in generosa obbedienza alla santa volontà del Signore: «Quello che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi» (Mt 19,6).

Testimoniare l'inestimabile valore dell'indissolubilità e della fedeltà matrimoniale è uno dei doveri più preziosi e più urgenti delle coppie cristiane del nostro tempo. Per questo, insieme con tutti i confratelli che hanno preso parte al Sinodo dei Vescovi, lodo e incoraggio tutte quelle numerose coppie che, pur incontrando non lievi difficoltà, conservano e sviluppano il bene dell'indissolubilità: assolvono così, in modo umile e coraggioso, il compito loro affidato di essere nel mondo un «segno» - un piccolo e prezioso segno, talvolta sottoposto anche a tentazione, ma sempre rinnovato - dell'instancabile fedeltà con cui Dio e Gesù Cristo amano tutti gli uomini ed ogni uomo. Ma è doveroso anche riconoscere il valore della testimonianza di quei coniugi che, pur essendo stati abbandonati dal partner, con la forza della fede e della speranza cristiana non sono passati ad una nuova unione: anche questi coniugi danno un'autentica testimonianza di fedeltà, di cui il mondo oggi ha grande bisogno. Per tale motivo devono essere incoraggiati e aiutati dai pastori e dai fedeli della Chiesa.

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