venerdì 7 gennaio 2011

Imparando con le Lettere Apostoliche - Venticinquesimo appuntamento

Torna l'appuntamento settimanale con "Imparando con le Lettere Apostoliche". Il cammino di oggi ci porta a riflettere sull'esempio degli eventi occorsi agli israeliti nei tempi antichi:

Decima parte della Prima Lettera ai Corinzi 

1Non voglio infatti che ignoriate, o fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, tutti attraversarono il mare, 2tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nuvola e nel mare, 3tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, 4tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo. 5Ma della maggior parte di loro Dio non si compiacque e perciò furono abbattuti nel deserto.

6Ora ciò avvenne come esempio per noi, perché non desiderassimo cose cattive, come essi le desiderarono. 7Non diventate idolàtri come alcuni di loro, secondo quanto sta scritto: Il popolo sedette a mangiare e a bere e poi si alzò per divertirsi. 8Non abbandoniamoci alla fornicazione, come vi si abbandonarono alcuni di essi e ne caddero in un solo giorno ventitremila. 9Non mettiamo alla prova il Signore, come fecero alcuni di essi, e caddero vittime dei serpenti. 10Non mormorate, come mormorarono alcuni di essi, e caddero vittime dello sterminatore. 11Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per ammonimento nostro, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi. 12Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere. 13Nessuna tentazione vi ha finora sorpresi se non umana; infatti Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita e la forza per sopportarla.

14Perciò, o miei cari, fuggite l'idolatria. 15Parlo come a persone intelligenti; giudicate voi stessi quello che dico: 16il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? 17Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane. 18Guardate Israele secondo la carne: quelli che mangiano le vittime sacrificali non sono forse in comunione con l'altare?

19Che cosa dunque intendo dire? Che la carne immolata agli idoli è qualche cosa? O che un idolo è qualche cosa? 20No, ma dico che i sacrifici dei pagani sono fatti a demòni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demòni; 21non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni. 22O vogliamo provocare la gelosia del Signore? Siamo forse più forti di lui?

23"Tutto è lecito!". Ma non tutto è utile! "Tutto è lecito!". Ma non tutto edifica. 24Nessuno cerchi l'utile proprio, ma quello altrui. 25Tutto ciò che è in vendita sul mercato, mangiatelo pure senza indagare per motivo di coscienza, 26perché del Signore è la terra e tutto ciò che essa contiene.

27Se qualcuno non credente vi invita e volete andare, mangiate tutto quello che vi viene posto davanti, senza fare questioni per motivo di coscienza. 28Ma se qualcuno vi dicesse: "È carne immolata in sacrificio", astenetevi dal mangiarne, per riguardo a colui che vi ha avvertito e per motivo di coscienza; 29della coscienza, dico, non tua, ma dell'altro. Per qual motivo, infatti, questa mia libertà dovrebbe esser sottoposta al giudizio della coscienza altrui? 30Se io con rendimento di grazie partecipo alla mensa, perché dovrei essere biasimato per quello di cui rendo grazie?

31Sia dunque che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio. 32Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; 33così come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare l'utile mio ma quello di molti, perché giungano alla salvezza.

COMMENTO

Dopo le festvitià natalizie, riprendiamo il cammino con San Paolo per cercare di attingere consigli utili per il nostro pellegrinaggio. Oggi, San Paolo richiama alla nostra mente il comportamento degli Israeliti, prima della venuta del Cristo. Richiama alla mente soprattutto quegli episodi, narrati nella Bibbia, in cui gli israeliti voltarono le spalle a Dio, mettendolo alla prova o sostituendolo con idoli creati dalle proprie mani (il vitello d'oro che portò Mosè a rompere le prima Tavole della Legge). Egli fa questo richiamo mentale per metterci nella condizione di capire come tutto quanto accaduto ad essi, siano un esempio per tutti noi. Infatti, Dio ha punito gli ebrei mostrando l'iniquità delle loro azioni; pensiamo alla sorte di Sodoma e Gomorra: queste due città furono rase al suolo perchè gli abitanti erano ormai perversi fino al midollo, consumati dal fuoco della fornicazione. Qual è dunque l'esempio che scaturisce da quest'episodio? Sicuramente l'esempio che dobbiamo trarre è che dobbiamo non cedere alla fornicazione e alle passioni lussuriose poiché bruciano il nostro corpo e la nostra anima. Ma nonostante noi conosciamo la sorte di Sodoma e Gomorra, continuiamo a porre in essere comportamenti lussuriosi e per di più cerchiamo la giustificazione, attraverso una rilettura della Parola di Dio, adattata ai tempi oppure attraverso una rilettura della stessa azione lussuriosa, ormai diventata stimolo della natura.
Carissimi, San Paolo ci ha messi in guardia per comprendere queste cose e ci ha detto qualcosa di molto importante per la nostra lotta quotidiana contro il male: "Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita e la forza per sopportarla.". Ecco le parole più importanti per le nostre orecchie: non siamo mai tentati oltre le nostre forze il che significa che satana, da abile ingannatore, ci fa credere erroneamente di non potercela fare, ci fa credere che il peccato e la tentazione siano più forti di noi. Svelato dunque l'inganno, ora dobbiamo fare in modo di ricordarci queste cose: se noi sappiamo che Dio ci da la forza per resistere e per allontanare l'iniquità, allora non dobbiamo aver paura né del peccato e né della sua tentazione perchè noi siamo più forti. E se ciò non bastasse, ricordiamoci che Gesù Cristo ha vinto il peccato, ha vinto la morte e ci ha resi partecipi della Sua vita immortale, rendendo così esplicita la supremazia del bene sul male.

L'ultimo passaggio del passo odierno ci dice che possiamo cibarci di ogni alimento poiché non vi sono idoli e noi non crediamo ad essi. Questo passaggio delle carni immolate agli idoli aveva più ragion di esistere ai tempi di San Paolo poiché forte era l'idolatria in quei giorni. Oggi, fortunatamente, l'idolatria è un problema meno diffuso, ma sicuramente esistente, anche se in maniera diversa e non più legata ai sacrifici. Dunque possiamo mangiare ogni cosa tranquillamente perché del Signore è la terra e tutto ciò che essa contiene.

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