mercoledì 28 settembre 2011

Alle sorgenti della Pietà - XIV parte

Torniamo a meditare (eccezionalmente oggi per impossibilità di ieri) con l'opera di don Luigi Fusina che ha raccolto alcune meditazioni rivolte a semplici fedeli e capaci di sollecitare in loro un senso di meditazione e riflessione sulle grandi verità che generano nell'anima la vera pietà cristiana. Continua la meditazione profonda sul grande mistero dell'Incarnazione che continua a sconvolgere e stupire gli animi degli uomini per via del fatto che sembra davvero inconcepibile vedere un Essere Superiore incarnarsi nella fragile realtà umana: 

- Capitolo 12 - "...E SI E FATTO UOMO" 

 IL VERBO SI E' FATTO CARNE 

 E ' questa, come abbiamo detto, la realtà centrale del cristianesimo davanti alla quale il credente cade commosso in adorazione ed in rendimento di grazie. Nel seno della Vergine Maria, come in una meravigliosa cattedrale, il Figlio di Dio, la Seconda Persona della Santissima Trinità, si è sposato con la nostra misera carne umana, cioè con la nostra natura di uomini, così da formare con essa una cosa sola! Notate bene: il Figlio di Dio non ha preso una persona umana, ossia uno di noi: in- tal caso si sarebbe unito soltanto ad un uomo, a quell'uomo. No! Egli ha assunto la natura umana, non una persona umana: in tal modo si è unito in maniera mirabile e misteriosa a quanti posseggono questa natura, quindi ad ogni creatura umana. La natura umana è quella cosa che noi uomini abbiamo in comune; ciascuno però la possiede individualmente e personalmente. La natura umana è ciò che ci fa essere uomini e ci fa capaci di agire da uomini e non da angeli o da animali. Noi infatti siamo per natura uomini: pensiamo da uomini, amiamo da uomini, ci comportiamo sempre in ogni cosa da uomini. Il gatto, invece, vive e agisce da animale, perché la sua natura non è umana, ma animalesca. L'angelo a sua volta si comporta da spirito, perché la sua natura è spirituale, non umana. L'angelo non ha, ad esempio, i limiti della nostra carne (la malattia, la sofferenza, la morte) perché è un essere spirituale.

Noi siamo esseri umani composti di corpo e di spirito: siamo mortali per il corpo, immortali per lo spirito. Noi facciamo parte di una specie vivente tra le innumerevoli specie che hanno popolato e popolano la Terra: noi siamo la specie umana La Bibbia, pur chiamando ciascuno con il proprio nome per sottolineare l'individualità delle persone, quando parla di tutti usa un termine concreto, ci unisce tutti in un solo essere e ci chiama: adàm, il terrestre. Noi tutti formiamo una sola natura umana, una sola specie: siamo i terrestri. Io sono un terrestre, tu sei un terrestre, tutti noi siamo terrestri, cioè composti di materia e di spirito.

 Ebbene il Figlio di Dio, per redimere questo terrestre peccatore, si è fatto a sua volta terrestre "in tutto simile a noi, eccetto il peccato" dice San Paolo. Perché eccetto il peccato? Perché il peccato non è nella natura umana, ma è nelle persone. E' la persona che pecca, non la sua natura umana. II peccato, infatti, è un atto individuale, personale, responsabile e perciò imputabile a colui che lo ha commesso.

Il Figlio di Dio, facendosi uomo, non ha assunto una persona umana, un uomo, ma soltanto la natura della specie umana: ha assunto un corpo come il nostro e un'anima spirituale come la nostra. Il corpo lo ha preso dalla carne della Vergine Maria, l'anima è stata creata direttamente da Dio, come la nostra. Ma mentre per me la creazione dell'anima ha comportato la creazione di una persona umana, il mio io, per Gesù non è stato così. L'io di Gesù, la sua Persona, esisteva già ab aeterno, da sempre: è la Seconda Persona della Santissima Trinità, la persona del Figlio. Questa Persona Eterna, ha fatto suoi e il corpo e l'anima diventando così uomo: "et homo factus est!" Notate bene questa frase del Credo: et homo factus est! E' la medesima che troviamo nel Vangelo di Giovanni: "E il Verbo si è fatto carne". Dire carne e dire uomo è la stessa cosa. Notate come noi non possiamo dire: mi sono fatto uomo! Ma solo sono stato fatto uomo.

Prima io non esistevo. C'è stato qualcuno che mi ha fatto, e mi ha fatto uomo. Non mi sono fatto da me!

THEOTOCOS - MADRE DI DIO

Di Gesù invece la Bibbia dice: " il Verbo si è fatto carne!" (Gv 1,14). Il Verbo, cioè il Figlio di Dio, esisteva ancora prima di farsi carne: Egli esiste da sempre perché è eterno! Ma, come insegna San Paolo, "quando arrivò il tempo stabilito, Dio mandò il Figlio Suo, nato da donna" (Gal 4,4). Colui che esiste ab aeterno come Figlio di Dio, cominciò ad esistere nella nostra storia e sulla nostra terra anche come figlio di una donna. Non sono due persone distinte, una che esiste in Cielo e che viene ad abitare in quell'altra che esiste sulla terra come insegnava Nestorio nel secolo V. Nestorio credeva e insegnava questo errore: in Gesù ci sono due nature: la natura spirituale ed unica di Dio e la natura carnale dell'uomo. Inoltre, egli diceva, in Gesù ci sono pure due persone: la Persona del Figlio di Dio e la persona del figlio di Maria. In altre parole in Gesù ci sono - sempre secondo Nestorio - due esseri: Dio e l'uomo. L'uomo sarebbe come posseduto dalla Persona del Figlio di Dio, più o meno come avviene per coloro che sono posseduti dal demonio. Ne viene di conseguenza - dice ancora Nestorio - che Maria non può e non deve essere chiamata Madre di Dio ma semplicemente Madre di Cristo, ossia madre dell'uomo posseduto da Dio.

La Chiesa condannò come eretica, cioè falsa, questa interpretazione del Mistero dell'Incarnazione, e proclamò, nel Concilio di Efeso del 431, che Gesù è veramente Dio, come pure è veramente uomo. In Lui una sola è la Persona: quella eterna del Figlio, la seconda Persona della Santissima Trinità, mentre invece sono due le nature: quella divina e quella umana. Perciò Maria è vera Madre di Dio per cui può e deve essere chiamata così e non soltanto Madre di Gesù.

Tutto questo discorso potrà sembrarvi astruso e difficile. Difficile sì, lo ammetto, ma non astruso. Anzi esso è quanto mai concreto e incide profondamente nella nostra vita a patto che lo accogliamo in noi mediante la fede. Domandiamoci infatti perché mai il Figlio di Dio si è fatto uomo, ha preso cioè la natura umana e non anche la persona di un uomo.

Assumendo la nostra natura Egli ha assunto un po' ciascuno di noi, si è incarnato, in un certo senso, in ciascuno di noi. Egli non si è fatto quell'uomo, ma si è fatto uomo. Non ha sposato quell'uomo, ma ha sposato l'uomo. In altre parole Egli, rimanendo nella sua Persona di Figlio di Dio, si è unito mediante una sua propria carne umana, a tutti gli uomini che furono, che sono e che saranno cosicché tutti gli uomini che Lo avessero accolto, potessero partecipare alla sua figliolanza divina. Ecco come ce ne parla la Bibbia: "Dio mandò suo Rglio, nato da donna, ...perché ricevessimo l'adozione a figli" (Gal 4,5), cioè perché diventassimo in Lui suoi figli adottivi. E ancora: "A coloro che lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio: a quelli cioè che credono in Lui" (Gv 1,12). Ecco chiaro allora il disegno di Dio: per rendere gli uomini partecipi della sua natura divina Egli si fa uomo, cioè fa propria la nostra natura umana composta di corpo e spirito. Da quel momento Dio è anche uomo e ogni uomo, se vuole, può partecipare alla vita stessa di Dio.

IL SEGNO DELL'ACCOGLIENZA: L'Eucaristia

 Che cosa devo fare? Semplicemente credere, cioè accogliere il dono di Dio che mi viene offerto, ossia accogliere Gesù. Noi esprimiamo visibilmente questa accoglienza di fede quando ci accostiamo alla Santa Comunione Eucaristica. Dio, rappresentato dal celebrante, ci offre suo Figlio fatto uomo, presente sotto le specie del pane e del vino. Noi accogliamo questo Figlio e Lo facciamo nostro mangiando e bevendo. Ma questo gesto è un gesto sacramentale: esso raffigura e concretizza la fede. "E' il Corpo di Cristo" ci dice il celebrante mostrandoci la particola prima di mettercela in bocca come fa la mamma con il suo bambino. E noi rispondiamo: "Amen!", che vuol dire: è proprio così! lo credo! Poi, con la semplicità dei piccoli, apriamo le nostre labbra e ci lasciamo nutrire dalla nostra mamma che è la Chiesa, come il bambino si lascia nutrire dalla sua mamma.

A qualcuno piace di più ricevere la comunione in mano, per meglio esprimere la propria maturità! E' questione di abitudini e di gusti! lo però preferisco riceverla in bocca, perché amo di più essere trattato come un piccolo bambino, nutrito con tanto amore dal Padre e da Maria: il cibo santo che ricevo infatti è Gesù stesso, il Figlio di Dio e di Maria.

Comunque si faccia, il gesto sacramentale significa sempre lo stesso mistero: Dio mi dona suo Figlio fatto uomo, quel Figlio che esiste da sempre come Dio, ma che è nato dal seno di Maria come uomo! Egli me lo dona perché la vita divina ed eterna che è in Gesù, diventi anche mia: la mia nuova vita di figlio di Dio: "Colui che mangia di Me vivrà per Mc" (Gv 6,57).

IL SEGNO DELL'ACCOGLIENZA: il Matrimonio

Vi è un altro gesto sacramentale mediante il quale ci viene significato e donato questo mistero del Dio fatto uomo: è il matrimonio. Abbiamo accennato sopra come il seno di Maria sia stato la cattedrale immacolata e santa dove il Verbo di Dio ha sposato la nostra carne umana facendola sua per sempre. Non è affatto un gioco di parole o di fantasia; è realtà autentica, solo che noi siamo poco abituati a questo modo di parlare ed a riflettere a fondo sulle cose di Dio. Già nell'Antico Testamento i profeti hanno paragonato l'amore di Dio per il popolo eletto al fidanzamento e all'amore coniugale. Infatti la caratteristica dell'amore coniugale è il dono di se all'altro ed il frutto di questo amore è l'unione. "L'uomo lascerà suo padre e sua madre per donarsi alla donna - dice la Bibbia - i due saranno una carne sola" (Gn 2,24) ossia una realtà nuova formata dall'unione di due persone. Il matrimonio è una seconda nascita: muore l'individuo e nasce la coppia e la famiglia, muore l'egoismo e nasce l'amore che si dona!

Ebbene la Bibbia dell'Antico Testamento ci parla di Dio come di un fidanzato che ha visto una povera donna sola, abbandonata da tutti, preda dei violenti, schiava dei malvagi. Egli ha amato questa donna, l'ha riscattata a caro prezzo, l'ha rivestita di ricchi ornamenti, l'ha fatta regina piena di splendore e di bellezza. Potete leggere queste pagine commoventi nel libro del profeta Osea o anche in quello del profeta Isaia.

Gesù riprende il discorso e si presenta a noi come lo sposo celeste venuto sulla terra per celebrare il matrimonio con la sua fidanzata, cioè con l'umanità. Non per nulla ha scelto una festa nunziale, a Cana di Galilea, per manifestarsi come Colui che porta il vero vino inebriante dell'amore di Dio. E non per nulla ha voluto che ciò avvenisse per la preghiera di Maria! Maria non è soltanto la Madre del Verbo Incarnato: ne è anche la Sposa e la Compagna: Mater Domini, Sponsa Verbi, Socia Christi la chiamavano giustamente i Padri della Chiesa.

- Mater Domini: la madre di Dio in quanto Gli ha dato la vita umana. Lo ha generato come uomo.

- Sponsa Verbi: la sposa immacolata del Verbo, perché ha riassunto in sè tutta l'umanità quando ha dato il consenso alle nozze della natura divina con la natura umana in Cristo, Dio e uomo.

- Socia Christi: la compagna del Salvatore, perché da Lui assunta quale Madre di tutti gli uomini, collaboratrice nella sua opera di redenzione in nome ed in persona di tutta la Chiesa.

Il Concilio Vaticano II parla di questo ruolo sponsale di Maria nel cap. 8° della costituzione "Lumen Gentium" dove insegna che in Maria si riassume tutta la Chiesa. Del resto anche San Paolo, sia pure indirettamente, accenna a Lei quando descrive le meraviglie che l'amore nunziale di Cristo compie nella Chiesa Sua Sposa: la rende pura e senza macchia, gloriosa, senza difetto e senza ruga, tutta bella! E dov'è che la Chiesa raggiunge il vertice della sua immacolatezza, della sua santità, della sua bellezza e della sua gloria se non nella Madonna? Ecco, amici, il grandioso mistero d'amore che esprimiamo nel Credo quando diciamo: "et homo factus est! E si è fatto uomo!". E' una grandiosa realtà che coinvolge non solo Gesù e la Madonna, ma anche noi, sia personalmente, che collettivamente presi. Mediante il battesimo, infatti, veniamo uniti all'umanità che il Verbo ha sposato e diventiamo membra del suo Corpo che è la Chiesa. Mediante l'Eucaristia, il Matrimonio e gli altri sacramenti noi partecipiamo allo sposalizio ed al convito nuziale di Cristo con l'umanità redenta.

Mediante il nostro sforzo e la nostra virtù cooperiamo a rendere sempre più pura e santa e gloriosa la Sposa del Verbo, cioè la Chiesa.

Infine noi viviamo nell'intimità del nostro essere, l'unione misteriosa del Figlio di Dio con la carne umana, perché Egli vive in noi e ci unisce sempre più strettamente a sè mediante l'amore che lo Spirito Santo effonde nel nostro cuore.

Il cristianesimo, amici, è un mistero d'amore e di unione. Quindi un mistero di gioia e di salvezza!

La Madonna ci aiuti a comprenderlo e a viverlo sempre più come l'ha vissuto Lei!

CONTEMPLAZIONE

Immagina di essere presente alle nozze di Cana e di partecipare al colloquio tra Gesù e sua Madre. Cerca di penetrare con fede e umiltà nel profondo del mistero. Quelle nozze alludono al matrimonio cristiano nel quale Gesù si fa presente sacramentalmente quale mistico sposo della Chiesa che dona il "vino nuovo", simbolo dello Spirito Santo.

Vangelo di Giovanni cap. 2

 Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà». Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: «Riempite d'acqua le giare»; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi glíene portarono. E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po' brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono». 

Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. Efesini cap. 5

 Il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto. E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola, alfine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Questo mistero è grande; lo dico in ríferimento a Cristo e alla Chiesa!

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