mercoledì 7 settembre 2011

Alle sorgenti della Pietà - XI parte

Torniamo a meditare con l'opera di don Luigi Fusina che ha raccolto alcune meditazioni rivolte a semplici fedeli e capaci di sollecitare in loro un senso di meditazione e riflessione sulle grandi verità che generano nell'anima la vera pietà cristiana. Continua l'approfondimento teologico su Gesù Cristo: oggi l'attenzione è puntata su un argomento teologicamente delicato poiché riguarda la natura stessa di Gesù quale Unigenito Figlio di Dio: 

- Capitolo 9 -

"UNIGENITO FIGLIO DI DIO,

NATO DAL PADRE PRIMA DI TUTTI I SECOLI"

 FARE TEOLOGIA 

L argomento di questo capitolo è uno di quelli che, come direbbe Dante, fanno tremare le vene e i polsi. Si tratta di un tema di altissima teologia. Un tema che proprio per questo viene troppo facilmente lasciato alla speculazione dei teologi pensando, ma a torto, che il popolo cristiano sia incapace di affrontarlo. La stessa cosa capita anche per altri temi analoghi e così il popolo di Dio viene privato di un suo diritto fondamentale che è quello di fare teologia, cioè di fare "un discorso su Dio". Infatti se esaminiamo bene la parola teologia (di origine greca) vediamo che essa è composta di due parti: la parola theos', che significa Dio e la parola logos che significa discorso. Teologia vuol dire discorso su Dio, parlare di Dio.

Ora ogni cristiano ha la capacità soprannaturale di recepire e di fare un discorso su Dio perché Gesù ci ha rivelato come in ogni credente sia presente lo Spirito Santo con i suoi doni ed i suoi frutti. Inoltre ogni cristiano deve fare teologia, cioè deve fare un discorso su Dio, perché è mandato dal Signore a portare il Vangelo ad ogni creatura ed il Vangelo che cos'è se non un grande discorso su Dio e sul mistero della sua opera di salvezza? Non dobbiamo perciò evitare di toccare certi temi della fede solo perché profondi e difficili. Dobbiamo avere fede nella promessa di Gesù quando assicura ai suoi discepoli: "lo Spirito Santo verrà in voi e vi ricorderà tutto quello che io vi ho insegnato. Egli vi condurrà alla verità piena" (cfr Gv 16,13). Certo, se noi volessimo partecipare alla nostra gente le grandi speculazioni teologiche sulla natura, sulla persona, sulle processioni trinitarie e via dicendo, faremmo probabilmente un buco nell'acqua o, peggio, creeremmo una grande confusione. Ma se noi, con parole umili e semplici, presentiamo i misteri di Dio così come il Vangelo ce li rivela e la Chiesa ce li insegna, ci accorgeremo che anche il più povero e il più piccolo dei figli Dio è in grado di recepirli. Anzi avviene talvolta che proprio i più semplici penetrano in questi misteri assai più a fondo dei grandi teologi e ciò capita quando lo Spirito di Dio li trova disponibili ed aperti alla sua luce soprannaturale, indipendentemente dalle loro capacità naturali e dai loro studi. Ne abbiamo prove lampanti nella vita dei santi: S. Caterina da Siena, ad esempio, non ha mai studiato teologia: eppure ha parlato di Dio, quindi ha fatto teologia, in maniera straordinaria tanto che il Papa l'ha proclamata Dottore della Chiesa.

lo non ho paura ad affrontare il tema che il Simbolo ci propone, anche se esso presenta un grande mistero. Ho fiducia nello Spirito Santo che mi illumina e che illumina voi. Sarà lo Spirito, cari amici, che ci renderà capaci di fare un discorso su Dio, cioè di fare teologia, nell'umiltà e nella semplicità, ma anche nella profondità.

IL MISTERO DEL SIGNORE GESU’

Nel capitolo precedente abbiamo meditato sopra i tre titoli che il Simbolo esprime a proposito di Gesù: Salvatore, Messia e Signore. Ora il Simbolo prosegue e dice: "Credo in un solo Signore, Gesù Cristo... Unigenito Fíglio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli. Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero. Generato, non creato: della stessa sostanza del Padre, Per mezzo di lui tutte le cose sono state create". E' un lungo articolo di fede nel quale la Chiesa ha condensato il mistero del Signore Gesù. Esso è il risultato di lunghe e laboriose discussioni teologiche che vescovi e laici hanno sostenuto per secoli contro gli eretici, ossia contro quei fedeli che pertinacemente negavano qualche verità riguardante Gesù. L'affermazione centrale è questa: Gesù è l'Unigenito Figlio di Dio!

Per il cristiano questa affermazione è fondamentale e qualificante.

Non si è cristiani se non si accetta Gesù come vero Figlio di Dio!

Gesù stesso, a Cesarea di Filippo, ha voluto chiarire questo fatto. Prima ha chiesto quale fosse il pensiero della gente nei suoi riguardi. Gli fu riferito che la gente lo riteneva un profeta, un santo, qualcuno anche il Messia. Allora Gesù interrogò gli apostoli: 'E voi chi dite che io sia?". Non era più alla gente che ora si rivolgeva, ma ai suoi discepoli, alla sua Chiesa. Allora lo Spirito Santo parlò per bocca di Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!". Pietro, illuminato da Dio, proclamò in quel momento il dogma basilare della fede cristiana.

Gesù ne fu contento e chiarì che quella proclamazione non era il frutto di una speculazione razionale e neppure il risultato di un insegnamento umano, ma di una rivelazione del Padre (Mt 16,13-19).

La proclamazione di Pietro è pure la nostra: Gesù è il figlio del Dio Vivente: "Credo in solo Signore Gesù Cristo, Unigenito Figlio di Dio". Ma che cosa significano queste parole? Quale è il senso profondo di questa affermazione? Queste domande se le sono fatte anche i cristiani dei primi secoli ed hanno tentato di dare delle risposte.

Nacque così un lungo discorso sul mistero della Ss.ma Trinità ed in particolare sul mistero della divinità di Cristo. Un discorso che con semplicità ed in forma sintetica vogliamo fare anche noi.

In questo articolo del Simbolo diciamo due cose riguardo a Gesù: diciamo cioè che è Figlio di Dio e che è l'Unigenito.

1) Innanzitutto affermiamo che Gesù è il Figlio di Dio. Che cosa vuol dire? Spostiamo la domanda: che significa essere figlio per noi uomini?

 Significa essere stati generati. Altro è essere generati. altro è essere fatti. Una cosa si dice che è fatta quando riceve l'esistenza dal di fuori, dall'esterno. Io faccio qualcosa quando adopero la materia che è fuori di me e la trasformo con le mie mani. Così dico che ho fatto un quadro: non dico che ho generato un quadro! Dico che ho fatto un articolo giornalistico: non dico che ho generato un articolo. Invece quando parlo di mio figlio dico: io l'ho generato! Il figlio non lo faccio, ma lo genero, perché il figlio non viene dal di fuori di me, ma dal di dentro. Egli è il frutto delle mie viscere, è carne della mia carne, sangue del mio sangue, vita della mia vita. In mio figlio sono io stesso che continuo a vivere: è la mia vita che si espande! Guardate, per esempio, la differenza che c'è tra una casa ed un frutto. La casa è fatta, è costruita, mattone su mattone. Non nasce dalla terra, non è generata dalla terra, non sboccia dalla terra. Invece il frutto da dove viene? Viene dall'albero e l'albero nasce dalla terra. Perciò parliamo di madre terra, parliamo della terra che genera le piante.

 Passiamo ora a Dio. Affermando che Gesù è Figlio di Dio neghiamo prima di tutto che egli sia una creatura di Dio, un'opera di Dio fatta dall'esterno, come sono state create tutte le cose del mondo. Ci sono stati degli eretici (e ce ne sono ancora) che sostenevano proprio questa cosa. Dicevano: Gesù è la prima creatura di Dio, è stato fatto da Dio prima del mondo. E' la creatura più grande e più importante, ma non è che una creatura. Allora la Chiesa, illuminata dallo Spirito santo, ha proclamato: "Egli è il Figlio di Dio, generato, non fatto. Egli è della stessa sostanza del Padre". Come il figlio di un uomo è della stessa sostanza dell'uomo che lo genera perché viene dal di dentro di lui, così Gesù è della stessa sostanza del Padre perché viene dal di dentro del Padre: è generato non creato! Per meglio mettere in chiaro questa realtà di Cristo il Simbolo aggiunge: "Egli è luce da luce, Dio da Dio, vero Dio dal vero Dio". Cioè: il Padre è luce eterna (è un'immagine per indicare la spiritualità di Dio). Ebbene Gesù è lui pure luce eterna. San Giovanni infatti scrive: "Egli è la Luce che illumina il mondo" (cfr Gv 1,9). E Gesù stesso ha affermato: "Io sono la luce del mondo!" (Gv 8, 12). Il raggio di luce è della stessa sostanza della fonte di luce da cui deriva. Così Gesù è della stessa sostanza del Padre che lo genera. Il Padre è Dio, è il vero Dio: così Gesù è Dio è vero Dio perché viene da Lui generato.

Naturalmente qui il Simbolo parla della natura divina di Gesù, non della natura umana. Questa è stata generata per mezzo di Maria, come vedremo più avanti. Ma Gesù esisteva ancora prima di Maria: Egli era il Figlio di Dio prima di essere il figlio di Maria.

Da quanto tempo esiste il Figlio di Dio? Da quando esiste il Padre che lo genera. Ora il Padre esiste da sempre: è eterno. Così anche il Figlio esiste da sempre: è eterno: "Prima di tutti i secoli!".

Concludiamo: Gesù - afferma il simbolo della fede - è vero figlio di Dio. Non è stato creato, ma è generato. E' della stessa sostanza del Padre; come la luce viene dalla luce egli è Dio che viene da Dio.

Non siamo d'accordo perciò con quanti, pur dichiarandosi cristiani, rifiutano questa verità fondamentale della fede: la divinità e l'eternità del Signore. Oggi, tra questi, ci sono anche i Testimoni di Geova ed i Mormoni. Essi non accettano Gesù come Figlio vero di Dio, anche se usano chiamarlo così. In realtà essi dicono che Gesù è una creatura di Dio. E' stato creato - dicono - non generato! Attenti perciò a non lasciarvi ingannare dalle parole di questa gente che ripete gli errori degli antichi eretici. Sembrano dire cose nuove, in realtà riprendono errori ed eresie antiche di secoli! Noi che ci proclamiamo cristiani siamo fondati sulla grande verità che è la base di tutto il Vangelo: Gesù è veramente il Figlio eterno di Dio!

2) Ed è l'unigenito: cioè l'unico vero figlio di Dio. Questo lo affermiamo per distinguerlo da tutti gli altri che vengono chiamati così, come diciamo dei credenti. Noi siamo figli di Dio per adozione, cioè per partecipazione in quanto, mediante la fede ed il battesimo, abbiamo ricevuto una vita nuova, la vita stessa del Figlio. Gesù è figlio di Dio per natura, noi invece per grazia, ossia per partecipazione. Noi restiamo sempre delle creature, anche se, uniti a Gesù, partecipiamo alla sua vita di figlio. Gesù al contrario rimane sempre il vero Figlio di Dio, anche se ha voluto assumere da Maria la nostra natura umana. Egli è l'Unigenito. cioè l'Unico Eterno Vero Figlio di Dio!

Abbiamo fatto un discorso su Dio, abbiamo fatto teologia: con umiltà e semplicità. Di fronte al grande mistero di Gesù e della sua divina figliolanza non ci resta che contemplare e adorare. Ma anche ringraziare e lodare perché questo mistero ci è stato rivelato per la nostra salvezza.

"Chi crede nel Figlio di Dio - scrive S. Giovanni - ha in sè la vita eterna! " (Gv 6,47).

CONTEMPLAZIONE

Anche quest'oggi la contemplazione si basa su una delle pagine più belle del Nuovo Testamento. Ancora una volta immagina di vedere Gesù davanti a te e ascolta con il cuore quanto di Lui afferma la Parola di Dio.

Ringraziamo con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce.

 E' lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati.

 Egli è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.

Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui.

Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa; il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose.

 Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sè tutte le cose, rappaciando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli.

E anche voi, che un tempo eravate stranieri e nemici con la mente intenta alle opere cattive che facevate,

 ora egli vi ha riconciliati per mezzo della morte del suo corpo di carne, per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili al suo cospetto:  purché restiate fondati e fermi nella fede e non vi lasciate allontanare dalla speranza promessa nel vangelo che avete ascoltato, il quale è stato annunziato ad ogni creatura (Col 1,12-23).

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