mercoledì 19 ottobre 2011

Alle sorgenti della Pietà - XVI parte

Torniamo a meditare con l'opera di don Luigi Fusina che ha raccolto alcune meditazioni rivolte a semplici fedeli e capaci di sollecitare in loro un senso di meditazione e riflessione sulle grandi verità che generano nell'anima la vera pietà cristiana. La meditazione si sposta oggi sul sacrificio di Gesù che ha accettato la morte di croce per noi:

- Capitolo 14 -

"FU ANCHE CROCIFISSO PER NOI"

 LA CROCE 

P rocedendo nella recita del Credo, dopo aver affermato che il Figlio di Dio si è fatto uomo, aggiungiamo: "Crucifvcus etiam pro nobis". Nella traduzione italiana (che è quella che usiamo nella Messa) diciamo: "Fu crocifisso per noi".

Per motivi linguistici è stato trascurato quell' "etiam" (= anche) che invece ha un valore non trascurabile. Si dovrebbe dire infatti: e fu anche crocifisso per noi! La frase si rifà a S. Paolo là dove afferma: "Egli era come Dio, ma non pensò di dover conservare gelosamente il fatto di essere uguale a Dio. Rinunciò a tutto; scelse di essere come servo e diventò uomo tra gli uomini. Tanto che essi lo riconobbero come uno di loro. Abbassò se stesso e fu obbediente a Dio sino alla morte ed alla morte in croce" (Filipp 2,6-8).

Dopo esserci trovati di fronte al mistero dell'incarnazione, ora ci troviamo di fronte ad un mistero più grande e più incomprensibile: quello della passione. morte e risurrezione di Gesù.

La domanda che viene spontanea è questa: ma perché? Perché il Figlio di Dio ha dovuto patire, morire per poi risorgere?

Questa domanda se la son posta anche i due discepoli che, la sera di Pasqua, camminavano tristi verso Emmaus. La risposta venne loro da Gesù che li rimproverò così: "Voi capite poco davvero! Come siete lenti a credere quello che i profeti hanno scritto! Il Messia non doveva forse soffrire queste cose prima di entrare nella sua gloria.?" (Lc 24,25-26).

Notate bene:

1 - Gesù rimprovera ai discepoli la lentezza nel capire e nel credere perché la Bibbia parla chiaramente di questo mistero;

2 - Gesù afferma che il Messia doveva soffrire tutte queste cose "per entrare così nella. sua gloria". In tal modo Gesù ci indica la strada per arrivare alla soluzione di questo mistero: è la strada della fede nella Parola di Dio, nella Bibbia.

Perché il Messia doveva morire? Semplicemente perché doveva risorgere!

Il punto fondamentale non è la morte, ma la risurrezione.

La morte è in funzione della risurrezione, per cui, nella nostra fede e nel nostro culto, non dobbiamo mai separare la morte di Gesù dalla sua risurrezione.

Ma perché Gesù doveva risorgere? Perché in Lui doveva cominciare una vita nuova per l'umanità, un uomo nuovo, creato secondo Dio nella bontà e nella santità. Per questo bisognava che l'uomo vecchio, quello chiamato Adamo, venisse distrutto dalla morte insieme al suo peccato ed alla sua corruzione. Solo così era possibile dare origine ad un uomo nuovo! E Dio voleva un uomo nuovo, un'umanità nuova.

Quando una lampada si è bruciata non è più possibile usarla: non la si può neppure riparare. Bisogna sostituirla con una lampada nuova.

La lampada di Adamo (cioè la nostra umanità peccatrice) è stata bruciata dalla superbia fin dal principio. Nella nostra terra c'era il buio perché la lampada era spenta. Dio ha lasciato che gli uomini tentassero la via della riparazione perché si rendessero conto che era una via impossibile. Per questo diede a Mosè la sua Legge. La Legge infatti indica agli uomini la strada per piacere a Dio, per diventare giusti e santi. Ma la Legge non basta conoscerla: bisogna metterla in pratica!

LEGGE E GRAZIA

Ebbene gli uomini, messi di fronte alle esigenze dei divini comandamenti, hanno capito che cosa avrebbero dovuto fare per piacere a Dio, ma non per questo ci sono riusciti. Anche i più santi tra di loro, si sono scoperti ingiusti e peccatori. La luce della legge è una luce che ti fa sentire di più il peso del buio. Quando si brucia la lampada si ricorre al fiammifero: esso ti illumina sì, ma si mostra insufficiente a risolvere il tuo problema: ti fa sentire sempre più la necessità di una lampada nuova.

Una sera mi trovavo nella mia stanza con alcuni amici per fare un certo lavoro di ricerca. Avevamo messo sul tavolo tanti libri e stavamo leggendo or qua or là, quando venne a mancare la luce. A tentoni cercai la scatola di fiammiferi e ne accesi uno. Immediatamente ci fu un po' di luce. Guardammo la lampada: era bruciata. Bisognava cambiarla! Subito il fiammifero si spense e ne dovetti accendere un altro. Proseguire nello studio era impossibile con la luce del fiammifero. Occorreva una lampada nuova. Allora mi misi a cercarla, sempre alla luce dei fiammiferi, mentre i miei amici dovevano restare fermi ed inerti: al buio non si può lavorare ed è pericoloso muoversi. Finalmente trovai una lampada nuova. Era molto più luminosa di quella che si era bruciata: ora ci si vedeva veramente bene!

Con il peccato originale si è fatto buio su tutta la terra: la luce della divina grazia si era spenta. 'Tenebrae factae sunt... " (Sono venute le tenebre).

L'umanità ha tentato invano di riprendere il suo cammino accendendo i fiammiferi delle varie religioni e filosofie.

Allora Dio affidò a Mosè ed al Popolo Ebreo due fiaccole: la Legge e la Rivelazione dell'Antico Testamento. Anch'esse però si dimostrarono incapaci di riportare la pace e la comunione tra l'uomo e Dio. Anzi, illuminando le esigenze della santità divina esse mostrarono sempre più l'incapacità dell'uomo a salvarsi. "Nessuno mai si è salvato ad opera della Legge" scrive la Bibbia (Rm 3,20).

E pensare che c'è anche oggi chi cerca di salvarsi con i propri sforzi, quasi che dipenda da lui, dalle sue opere, dalle sue penitenze la salvezza!

In realtà la salvezza è dono di Dio. Solo Lui può salvarci! Ed ecco allora il Piano, il Progetto, il Mistero di Dio: un piano molto semplice, ma anche molto profondo. Egli non solo ha cercato di migliorare l'umanità peccatrice: ma l'ha sostituita con una nuova!

E' inutile sforzarsi di battere sulla lampada spenta quando è bruciata: conviene svitarla e metterne una nuova al suo posto. Dio ha fatto proprio così: ha svitato la vecchia lampada spenta per il peccato, ed ha avvitato una lampada nuova capace di dare una luce infinitamente più bella e più grande. Quindi Dio ha compiuto due operazioni:

- una negativa: ha svitato la lampada vecchia e morta;

- una positiva: ha avvitato la lampada nuova, splendente. Queste due operazioni Dio le ha compiute in Gesù:

- in Lui, mediante la croce, ha fatto morire la vecchia umanità con tutti i suoi peccati;

- in Lui, mediante la risurrezione, ha fatto brillare una nuova umanità, costruita secondo i suoi progetti.

Non è possibile avvitare la lampada nuova, se prima non si toglie quella vecchia. Non è possibile dare una vita nuova, se prima non si fa morire quella vecchia.

Ecco perché Gesù dice che "il Messia doveva morire per entrare nella sua. gloria.". La gloria del Messia è la vita nuova, la vita della risurrezione che Egli ha ottenuto dal Padre come premio della sua passione e morte. Così Egli è diventato sorgente della nuova vita per tutti gli uomini che credono in Lui!

Morendo sulla croce Gesù ha fatto morire con sè ed in sè tutti noi: ci ha come racchiusi nel suo cuore trapassato dalla lancia nel suo corpo trafitto dai chiodi. Tutti noi siamo stati crocifissi con Lui e siamo morti con Lui. Questa è stata la parte negativa del Mistero della Croce. Questa morte però era finalizzata alla vita nuova della risurrezione.

Gesù è morto per risorgere, ci ha uniti alla sua morte per unirci alla sua nuova vita. Così quando la lancia del soldato trapassò il cuore di Gesù, subito ne uscì sangue ed acqua, simbolo della nuova vita. Il cuore di Gesù è diventato la sorgente della vita eterna per tutti noi.

Una vita che si è mostrata in tutto il suo splendore nella sua risurrezione. Ecco come saremo: come Gesù Risorto! Dunque Gesù è morto in croce non solo per dimostrare la bruttezza e la gravità del peccato, non solo per dimostrare l'amore suo e del Padre per noi, ma anche e prima di tutto per compiere in sè stesso (come in una cellula germinale) il trapasso dalla vecchia alla nuova umanità, dalla corruzione all'incorruttibilità, dalla morte alla vita senza fine!

Capite ora l'importanza di quell' "etiam pro nobis "? Non solo si è fatto uomo come noi, ma anche è stato crocifisso per noi! Vedete allora come la Croce di Gesù è davvero il punto centrale della storia umana: la porta che fa passare ogni uomo da una vita mortale e peccatrice, ad una vita immortale e santa. La Croce è come la porta che immette in una nuova dimensione, nella dimensione degli uomini nuovi, rinati, giusti! Gesù ha aperto questa porta là, sul Calvario, nel suo Cuore trafitto e nel suo sepolcro. Non è possibile diventare giusti, diventare uomini nuovi, possedere la vita eterna, se non passando attraverso quella porta.

Ogni uomo, se vuole salvarsi, deve prendere il fardello dei propri peccati e camminare verso questa porta. Come egli la oltrepassa, ecco che i peccati scompaiono ed una vita nuova lo invade.

IL SEGNO DEL BATTESIMO

Gesù stesso ha scelto un rito che esprime questo passaggio: è il rito del Battesimo. Il peccatore, pieno di fede, passa attraverso l'acqua del fonte battesimale, vi depone la vita vecchia con tutti i suoi peccati e poi risale rinnovato e trasformato dallo Spirito Santo. La vita nuova di Gesù lo invade completamente. Un giorno anche il suo corpo sarà trasformato dalla vita del Cristo Risorto!

Tempo fa sono stato a Nazareth ed ivi ho ammirato il fonte battesimale dell'antichissima basilica giudeo-cristiana. Vi è una scala che scende in una vasca e poi un'altra scala, composta di 7 gradini, che risale. I sette gradini raffigurano i 7 doni dello Spirito Santo che riempiono l'anima del battezzato. Costui, appena risalito come da un sepolcro, viene a trovarsi su un mosaico dove, in maniera veramente sublime, è simbolicamente descritta la nuova vita che ora lo riempie: vi è il simbolo del Paradiso, il simbolo di Cristo Salvatore, il simbolo della Ss.ma Trinità alla cui vita ora partecipa in Gesù!

I primi cristiani erano molto istruiti in questa visione del disegno di Dio tanto che S. Paolo vi accenna continuamente nelle sue lettere e fa intendere che i suoi lettori lo capivano bene e sapevano bene di che cosa parlava.

Ecco perché, tra l'altro, egli afferma convinto che di null'altro si gloria se non della croce del Signore! Ogni altra cosa, dice S. Paolo, è inutile: non serve alla salvezza! Solo la Croce di Gesù, cioè il mistero della sua morte e della sua risurrezione, è per noi fonte di vita e di salvezza!

E' così anche per noi? Oppure meritiamo anche noi il rimprovero del Signore: "Come siete lenti a capire ed a credere?". Dio ci mostra il grande mistero della Croce perfettamente realizzato in una creatura: la Vergine Maria. In vista di questa Croce Essa è stata preservata da ogni peccato, anche da quello originale, è stata riempita di grazia fin dal primo istante della sua immacolata concezione ed ora si trova in Cielo viva, non solo con il suo spirito, ma anche con il suo corpo glorioso vivificato dalla nuova vita donatale da Gesù Risorto. Guardando a Lei noi ammiriamo quello che un giorno saremo anche noi se con fede accogliamo in noi Gesù quale nostro Salvatore e Signore, sorgente unica ed inesauribile di vita eterna.

CONTEMPLAZIONE

Con il tuo spirito oltrepassa i confini del tempo e portati con Maria sul Calvario ai piedi della croce e domandati: perché? Perché Gesù deve patire e morire? Poi portati sulla strada di Emmaus e cammina con i due discepoli ascoltando le spiegazioni di Gesù...

Luca 24

 Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto».  Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
 Rom 3,20
 Infatti in virtù delle opere della legge nessun uomo sarà giustificato davanti a lui perché per mezzo della legge si ha solo la conoscenza del peccato.
Gal 2,19-20
 In realtà mediante la legge io sono morto alla legge, per vivere per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.
Gal 6,14
Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.

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