mercoledì 10 novembre 2010
Abuso della Divina Misericordia
Negli scorsi giorni, ho letto alcuni commenti ad un mio scritto, di qualche tempo fa (presente su un mio vecchio blog), relativo al peccato dell'autoerotismo e della lussuria. Le risposte sono ormai incalcolabili, sono più di 250 e alcune di esse mi hanno spinto a cercare di risolvere un inganno diffuso: quella della misericordia. Attenzione, non sono divenuto eretico: quanto voglio dire è che non bisogna confondere la misericordia con un condono obbligatorio. Mi spiego meglio: il fatto che ci sia la Confessione non è un alibi per poter peccare: chi pensa che, attraverso la Confessione, si ottenga automaticamente il perdono di tutti i peccati, inganna sé stesso e questo lo spinge a peccare con la consapevolezza di potersi poi rivolgere alla misericordia di Dio. Ecco perchè ho iniziato a leggere alcuni documenti di sapienza cristiana e ho trovato uno particolarmente adatto che svela l'inganno che provoca un abuso della misericordia di Dio. E' uno scritto di Sant'Alfonso Maria dé Liguori, un santo che la Vigna ha preso molto a cuore grazie alla sua incredibile sapienza, sicuramente ispirata da Dio. Vi esorto a leggerlo, meditandolo nel vostro cuore perchè lì c'è qualcosa che riposiziona il concetto di misericordia, affiancandolo a quello di Giustizia (che noi ormai abbiamo dimenticato):
""Si ha nella parabola della zizzania in S. Matteo (Mt 13) che essendo cresciuta in un campo la zizzania insieme col grano, volevano i servi andare ad estirparla. Ma il padrone rispose: No, lasciatela crescere, e poi si raccoglierà e si manderà al fuoco. Da questa parabola si ricava per una parte la pazienza che il Signore usa coi peccatori; e per l'altra il rigore che usa cogli ostinati. Dice S. Agostino che in due modi il demonio inganna gli uomini: "Desperando, et sperando". Dopo che il peccatore ha peccato, lo tenta a disperarsi col terrore della divina giustizia; ma prima di peccare, lo stimola al peccato colla speranza della divina misericordia. Perciò il Santo avverte: non merita misericordia chi si serve della misericordia di Dio per offenderlo. La misericordia si usa con chi teme Dio, non con chi si avvale di quella per non temerlo. Chi offende la giustizia, dice l'Abulense, può ricorrere alla misericordia, ma chi offende la stessa misericordia, a chi ricorrerà?
Difficilmente si trova peccatore così disperato, che voglia proprio dannarsi. I peccatori vogliono peccare, senza perdere la speranza di salvarsi. Peccano e dicono: Dio è di misericordia; farò questo peccato, e poi me lo confesserò. Ecco come parlano i peccatori, scrive S. Agostino.
La misericordia di Dio è infinita, ma gli atti di questa misericordia (che son le miserazioni) son finiti. Dio è misericordioso ma è ancora giusto.
La misericordia sta promessa a chi teme Dio, non già a chi se ne abusa.
Dice S. Bernardo che Lucifero perciò fu così presto castigato da Dio, perché si ribellò sperando di non riceverne castigo. Il re Manasse fu peccatore, poi si convertì, e Dio lo perdonò; Ammone suo figlio, vedendo il padre così facilmente perdonato, si diede alla mala vita colla speranza del perdono; ma per Ammone non vi fu misericordia
Chi offende Dio colla speranza del perdono, "irrisor est non poenitens", dice S. Agostino. Ma all'incontro dice S. Paolo che Dio non si fa burlare (Galat 6,7). Sarebbe un burlare Dio continuare ad offenderlo, sempre che si vuole, e poi andare al paradiso. La rete con cui il demonio trascina all'inferno quasi tutti quei cristiani che si dannano, è quest'inganno, con il quale loro dice: peccate liberamente, perché con tutti i peccati vi salverete. La speranza del peccatore dopo il peccato, quando vi è pentimento, è cara a Dio, ma la speranza degli ostinati è abominio di Dio.
Dirà taluno: Dio mi ha usate tante misericordie nel passato, così spero che me le userà per l'avvenire. Ma io rispondo: E perché ti ha usate tante misericordie, per questo lo vuoi tornare ad offendere? Dunque (ti dice S. Paolo) così tu disprezzi la bontà e la pazienza di Dio? Non lo sai che "il Signore ti ha sopportato sin'ora non perchè tu prosegua ad offenderlo, ma affinchè piangi il mal fatto?" (Rom 2,4). Quando tu, confidando nella Divina Misericordia, non vuoi finirla, la finirà il Signore. Dio aspetta ma quando giunge il tempo della vendetta, non aspetta più e castiga. (Dt 32,35).
Se quella pianta di fico trovata dal padrone senza frutto, dopo l'anno concesso a coltivarla, neppure avesse reso alcun frutto, chi mai avrebbe sperato che il Signore le avesse dato più tempo e perdonato il taglio? Senti dunque S. Agostino: Il castigo (dice il santo) ti è stato differito, ma non già tolto, se ancora abuserai della divina misericordia, finalmente ti taglierà. Che vuoi aspettare, che proprio Dio ti mandi all'inferno? Ma se ti ci manda, già lo sai che non vi sarà poi più rimedio per te. Il Signore tace, ma non tace sempre; quando giunge il tempo della vendetta, non tace più.
Ti metterà avanti le misericordie che ti ha usate, e farà che quelle stesse ti giudichino e ti condannino.""
(Sant'Alfonso Maria De Liguori sintesi da: "Apparecchio alla Morte")
Spero che queste parole abbiano sortito l'effetto sperato perchè purtroppo l'inganno è presente in tutti noi e pochi possono negare di non aver mai provato questo tipo di sentimento mentre era nel momento della tentazione. Peccare con il pensiero della Confessione è grave perchè allontana da noi la misericordia di Dio, attirando invece la Sua ira perchè Dio non è un uomo che può essere raggirato: Dio è onnipotente, legge i cuori, penetra nelle anime e nessuno può raggirarlo poiché tutti noi siamo stati da Lui creati! Quindi, diveniamo ora più forti sapendo che la soluzione alla tentazione è un inganno: ora siamo consapevoli di questo e possiamo aggiungere maggior forza e determinazione, nell'ora della tentazione!
""Si ha nella parabola della zizzania in S. Matteo (Mt 13) che essendo cresciuta in un campo la zizzania insieme col grano, volevano i servi andare ad estirparla. Ma il padrone rispose: No, lasciatela crescere, e poi si raccoglierà e si manderà al fuoco. Da questa parabola si ricava per una parte la pazienza che il Signore usa coi peccatori; e per l'altra il rigore che usa cogli ostinati. Dice S. Agostino che in due modi il demonio inganna gli uomini: "Desperando, et sperando". Dopo che il peccatore ha peccato, lo tenta a disperarsi col terrore della divina giustizia; ma prima di peccare, lo stimola al peccato colla speranza della divina misericordia. Perciò il Santo avverte: non merita misericordia chi si serve della misericordia di Dio per offenderlo. La misericordia si usa con chi teme Dio, non con chi si avvale di quella per non temerlo. Chi offende la giustizia, dice l'Abulense, può ricorrere alla misericordia, ma chi offende la stessa misericordia, a chi ricorrerà?
Difficilmente si trova peccatore così disperato, che voglia proprio dannarsi. I peccatori vogliono peccare, senza perdere la speranza di salvarsi. Peccano e dicono: Dio è di misericordia; farò questo peccato, e poi me lo confesserò. Ecco come parlano i peccatori, scrive S. Agostino.
La misericordia di Dio è infinita, ma gli atti di questa misericordia (che son le miserazioni) son finiti. Dio è misericordioso ma è ancora giusto.
La misericordia sta promessa a chi teme Dio, non già a chi se ne abusa.
Dice S. Bernardo che Lucifero perciò fu così presto castigato da Dio, perché si ribellò sperando di non riceverne castigo. Il re Manasse fu peccatore, poi si convertì, e Dio lo perdonò; Ammone suo figlio, vedendo il padre così facilmente perdonato, si diede alla mala vita colla speranza del perdono; ma per Ammone non vi fu misericordia
Chi offende Dio colla speranza del perdono, "irrisor est non poenitens", dice S. Agostino. Ma all'incontro dice S. Paolo che Dio non si fa burlare (Galat 6,7). Sarebbe un burlare Dio continuare ad offenderlo, sempre che si vuole, e poi andare al paradiso. La rete con cui il demonio trascina all'inferno quasi tutti quei cristiani che si dannano, è quest'inganno, con il quale loro dice: peccate liberamente, perché con tutti i peccati vi salverete. La speranza del peccatore dopo il peccato, quando vi è pentimento, è cara a Dio, ma la speranza degli ostinati è abominio di Dio.
Dirà taluno: Dio mi ha usate tante misericordie nel passato, così spero che me le userà per l'avvenire. Ma io rispondo: E perché ti ha usate tante misericordie, per questo lo vuoi tornare ad offendere? Dunque (ti dice S. Paolo) così tu disprezzi la bontà e la pazienza di Dio? Non lo sai che "il Signore ti ha sopportato sin'ora non perchè tu prosegua ad offenderlo, ma affinchè piangi il mal fatto?" (Rom 2,4). Quando tu, confidando nella Divina Misericordia, non vuoi finirla, la finirà il Signore. Dio aspetta ma quando giunge il tempo della vendetta, non aspetta più e castiga. (Dt 32,35).
Se quella pianta di fico trovata dal padrone senza frutto, dopo l'anno concesso a coltivarla, neppure avesse reso alcun frutto, chi mai avrebbe sperato che il Signore le avesse dato più tempo e perdonato il taglio? Senti dunque S. Agostino: Il castigo (dice il santo) ti è stato differito, ma non già tolto, se ancora abuserai della divina misericordia, finalmente ti taglierà. Che vuoi aspettare, che proprio Dio ti mandi all'inferno? Ma se ti ci manda, già lo sai che non vi sarà poi più rimedio per te. Il Signore tace, ma non tace sempre; quando giunge il tempo della vendetta, non tace più.
Ti metterà avanti le misericordie che ti ha usate, e farà che quelle stesse ti giudichino e ti condannino.""
(Sant'Alfonso Maria De Liguori sintesi da: "Apparecchio alla Morte")
Spero che queste parole abbiano sortito l'effetto sperato perchè purtroppo l'inganno è presente in tutti noi e pochi possono negare di non aver mai provato questo tipo di sentimento mentre era nel momento della tentazione. Peccare con il pensiero della Confessione è grave perchè allontana da noi la misericordia di Dio, attirando invece la Sua ira perchè Dio non è un uomo che può essere raggirato: Dio è onnipotente, legge i cuori, penetra nelle anime e nessuno può raggirarlo poiché tutti noi siamo stati da Lui creati! Quindi, diveniamo ora più forti sapendo che la soluzione alla tentazione è un inganno: ora siamo consapevoli di questo e possiamo aggiungere maggior forza e determinazione, nell'ora della tentazione!
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3 commenti:
Bellissima riflessione, ci voleva per rispondere una volta per tutte a chi dice "tanto Dio mi perdonerà...". Come sempre Sant'Alfonso è impeccabile nel saper trattare questi argomenti e riesce in breve ad esprimere i concetti in un modo tanto profondo quanto semplice.
Un caro saluto e buona serata!
Hai detto bene Mik e non ti nascondo che mi ha colpito molto la sua sapienza nel trattare certi argomenti sicuramente non facili. Si vede che era un uomo ispirato dallo Spirito Santo! A presto!
Esattamente! Un santo di grande cultura nonché di ampia sapienza!
Buona serata!
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