giovedì 4 novembre 2010

"Educare alla vita buona del Vangelo" - Secondo appuntamento

Torna l'appuntamento settimanale, volto alla scoperta degli orientamenti pastorali per il prossimo decennio, per conoscere soprattutto il punto di vista dei Vescovi  su questioni di notevole interesse sociale, come la famiglia:

INTRODUZIONE

Alla scuola di Cristo, maestro e pedagogo

1. Nel corso dei secoli Dio ha educato il suo popolo, trasformando l’avvicendarsi delle stagioni dell’uomo in una storia di salvezza: «Egli lo trovò in una terra deserta, in una landa di ululati solitari. Lo circondò, lo allevò, lo custodì come la pupilla del suo occhio. Come un’aquila che veglia la sua nidiata, che vola sopra i suoi nati, egli spiegò le ali e lo prese, lo sollevò sulle sue ali. Il Signore, lui solo lo ha guidato, non c’era con lui alcun dio straniero» (Dt 32,10-12).
Di questa storia noi ci sentiamo partecipi. La guida di Dio, in tutta la sua forza e tenerezza, si è fatta pienamente e definitivamente visibile in Gesù di Nazaret. Clemente Alessandrino, un autore del II secolo, gli attribuì il titolo di “pedagogo”: è Lui il maestro e il redentore dell’umanità, il pastore le cui orme guidano al cielo.
Clemente individua nella Chiesa, sposa e madre del maestro, la “scuola” dove Gesù insegna, e conclude con questa esortazione: «O allievi della divina pedagogia! Orsù, completiamo la bellezza del volto della Chiesa e corriamo, noi piccoli, verso la Madre buona; diventando ascoltatori del Logos, glorifichiamo il divino piano provvidenziale, grazie al quale l’uomo viene sia educato dalla pedagogia divina che santificato in quanto bambino di Dio: è cittadino dei cieli, mentre viene educato sulla terra; riceve lassù per Padre colui che in terra impara a conoscere»1. Mentre risuonano in noi le parole del Vangelo – «uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli» (Mt 23,8) – vorremmo poter dire con Sant’Agostino: «Parliamo a voi come a condiscepoli alla stessa scuola del Signore… Sotto questo Maestro, la cui cattedra è il cielo – è per mezzo delle sue Scritture che dobbiamo essere formati – fate dunque attenzione a quelle poche cose che vi dirò»
All’educazione, dunque, intendiamo dedicare questo decennio.

Un rinnovato impegno ecclesiale

2. Da sempre la Chiesa riserva peculiare attenzione all’educazione. La nostra scelta intende, in particolare, riproporre e approfondire l’insegnamento del Concilio Vaticano II: «La santa madre Chiesa, nell’adempimento del mandato ricevuto dal suo divin Fondatore, che è quello di annunziare il mistero della salvezza a tutti gli uomini e di edificare tutto in Cristo, ha il dovere di occuparsi dell’intera vita dell’uomo, anche di quella terrena, in quanto connessa con la vocazione soprannaturale; essa perciò ha un suo compito specifico in ordine al progresso e allo sviluppo dell’educazione».
3. Molti passi del recente cammino della Chiesa in Italia hanno trovato convergenza sul tema educativo. Il decennio appena concluso è stato illuminato dall’esperienza spirituale del Grande Giubileo del 2000, che incoraggiava a “prendere il largo”, come fecero un giorno gli Apostoli, rispondendo all’invito del Signore (cfr Lc 5,4). La coincidenza del Giubileo con l’inizio del nuovo millennio ha aiutato a collocare con ancora maggiore chiarezza il mistero di Cristo nel grande orizzonte della storia della salvezza. Il cristianesimo, infatti, è religione calata nella storia. Lo scriveva Giovanni Paolo II, spiegando che l’incarnazione del Figlio nel grembo di Maria, culminata nella Pasqua e nel dono dello Spirito, «costituisce il cuore pulsante del tempo, l’ora misteriosa in cui il Regno di Dio si è fatto vicino (cfr Mc 1,15), anzi ha messo radici, come seme destinato a
diventare un grande albero (cfr Mc 4,30-32), nella nostra storia»
Frutto di questa consapevolezza sono stati gli Orientamenti pastorali pubblicati nel 2001, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia5. A essi seguì nel 2004 la Nota pastorale Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia6, dove l’attenzione si rivolgeva in modo speciale a queste comunità, perché in esse trova concretezza la vocazione della Chiesa a essere segno della fecondità del Vangelo nel territorio. Al centro del decennio, si è situato il IV Convegno ecclesiale nazionale, tenuto a Verona nell’ottobre 2006. In esso si è manifestato il volto di «un popolo in cammino nella storia, posto a servizio della speranza dell’umanità intera, con la multiforme vivacità di una comunità ecclesiale animata da una sempre più robusta coscienza missionaria». A Verona siamo stati sostenuti dalla parola di Benedetto XVI, il quale ci ha riproposto il grande sì che in Gesù Cristo «Dio ha detto all’uomo e alla sua vita, all’amore umano, alla nostra libertà e alla nostra intelligenza» Alla luce di questa esperienza, sono state focalizzate alcune scelte di fondo: il primato di Dio nella vita e nell’azione delle nostre Chiese, la testimonianza quale forma dell’esistenza cristiana e l’impegno in una pastorale che, convergendo sull’unità della persona, sia in grado di «rinnovarsi nel
segno della speranza integrale, dell’attenzione alla vita, dell’unità tra le diverse vocazioni, le molteplici soggettività ecclesiali, le dimensioni fondamentali dell’esperienza cristiana».Al tempo stesso ha incontrato un consenso crescente l’opzione di declinare la testimonianza nel mondo secondo gli ambiti fondamentali dell’esistenza umana, cercando nelle esperienze quotidiane l’alfabeto per comporre le parole con le quali ripresentare al mondo l’amore infinito di Dio. In tal modo si è fatta strada la consapevolezza che è proprio l’educazione la sfida che ci attende nei prossimi anni: «ci è chiesto un investimento educativo capace di rinnovare gli itinerari formativi, per renderli più adatti al tempo presente e significativi per la vita delle persone, con una nuova attenzione per gli adulti». Il Santo Padre ci incoraggia in questa direzione, mettendo in evidenza l’urgenza di dedicarsi alla formazione delle nuove generazioni. Egli riconosce che l’educare, se mai è stato facile, oggi assume caratteristiche più ardue; siamo di fronte a «una grande ‘emergenza educativa’, confermata
dagli insuccessi a cui troppo spesso vanno incontro i nostri sforzi per formare persone solide, capaci di collaborare con gli altri e di dare un senso alla propria vita».
4. Queste ragioni ci inducono a impegnarci nel decennio pastorale 2010-2020 in un’approfondita verifica dell’azione educativa della Chiesa in Italia, così da promuovere con rinnovato slancio questo servizio al bene della società. In piena docilità allo Spirito, vogliamo operare con disponibilità all’ascolto e al dialogo, mettendo a disposizione di tutti la buona notizia dell’amore paterno di Dio per ogni uomo.

In qualità di pastori, posti a servizio delle comunità che ci sono affidate, proponiamo le nostre riflessioni sull’educazione a partire dall’incontro con Gesù Cristo e il suo Vangelo, del quale quotidianamente sperimentiamo la forza sanante e liberante. A noi sta a cuore la proposta esplicita e integrale della fede, posta al centro della missione che la Chiesa ha ricevuto dal Signore. Questa fede vogliamo annunciare, senza alcuna imposizione, testimoniando con gioia la bellezza del dono ricevuto, consapevoli che porta frutto solo quando è
accolto nella libertà.
Il Vangelo fa emergere in ognuno le domande più urgenti e profonde, permette  di comprenderne l’importanza, di dare un ordine ai problemi e di collocarli nell’orizzonte della vita sociale. Una speranza affidabile, anima dell’educazione.

0 commenti:

Posta un commento