sabato 13 novembre 2010

La storia di San Francesco di Assisi - Prima parte

Come molti di voi sapranno, il mio Santo ispiratore è sicuramente San Francesco di Assisi. San Francesco è stato un uomo che possiamo definire quasi come il secondo Gesù, non inteso in senso blasfemo, perchè ha saputo dar vita ad una vera e propria incarnazione del Vangelo. Non per niente, egli riuscì a colpire persino il Pontefice, per non parlare di migliaia e migliaia di persone, tra le quali molti hanno poi intrapreso la stessa strada tracciata da San Francesco. Egli ha avuto la capacità e il coraggio di spogliarsi letteralmente di ogni cosa, compresi i vestiti che indossava e tutto questo per amore del Padre e di quel Vangelo che aveva sconvolto la sua vita. Io sono molto attratto da lui perchè per me è un forte esempio di fede, di carità, di umiltà e di coraggio perchè ha saputo vivere il Vangelo, non preoccupandosi delle parole delle persone, ma solo di quanto Dio avrebbe voluto da Lui. Tutti noi dovremmo prendere lui come nostro esempio, a testimonianza del fatto che la fede deve essere vissuta e non tenuta nascosta nella soffitta del nostro cuore. 
Fatto questo doveroso preambolo, diamo inizio ad un nuovo appuntamento settimanale che ci porterà alla scoperta delle radici di Francesco: si tratta di un'opera biografica che si soffermerà dettagliatamente su molti aspetti della vita del santo di Assisi e che spero possa essere per noi, un occasione di crescita spirituale e di apprendimento di uno stile di vita completamente fondato e radicato nel Vangelo di Gesù Cristo. Oggi, dopo aver dato uno sguardo al prologo che mostra la suddivisione dell'opera, ci accingiamo a leggere la prima  parte che mostra i costumi mondani della sua giovinezza ad Assisi. Una giovinezza vissuta nel male e lontano dalla fede cristiana (uno stile di vita che noi oggi abitualmente seguiamo nella funesta convinzione e nell'inganno che sia normale e lecito), fino a quando Dio non poserà lo sguardo su di lui per innalzarlo ad esempio di conversione e salvezza del peccatore:

Nel nome del Signore. Amen.

PROLOGO

1. Per ordine del glorioso signor papa Gregorio (IX), mi sono accinto a narrare diligentemente gli atti e la vita del beatissimo padre nostro Francesco. Ho cercato di farlo con ordine e devozione, scegliendo sempre come maestra e guida la verità. Ma poiché nessuno può ritenere a memoria tutte le opere e gli insegnamenti di lui, mi sono limitato a trascrivere con fedeltà almeno quelle cose che io stesso ho raccolto dalla sua viva voce o appreso dal racconto di testimoni provati e sinceri, stendendole nel miglior modo che mi è stato possibile, sebbene tanto inferiore al merito del soggetto. Potessi davvero essere degno discepolo di colui che evitò costantemente il linguaggio difficile e gli ornamenti della retorica!

2. Ho diviso in tre parti e in vari capitoli il materiale raccolto, allo scopo di non creare confusione tra episodi di tempi diversi, né dubbio circa la loro verità.

La prima parte segue l'ordine cronologico, e tratta soprattutto della purezza della sua vita, delle sue virtù esemplari e dei suoi salutari insegnamenti. Vi sono inseriti anche alcuni miracoli, tra i tanti che Dio si degnò compiere per mezzo di lui in vita.

La seconda narra gli avvenimenti dal penultimo anno della sua vita fino alla sua beata morte.

La terza infine raccoglie molti miracoli operati in terra dal Santo, ma molti più ne tace, da quando egli regna glorioso con Cristo in cielo.

Descrive pure il culto di venerazione, di onore e di lode che papa Gregorio, felicemente regnante, e tutti i cardinali di santa Chiesa romana gli tributarono, quando decisero di iscriverlo nel catalogo dei Santi.

Sia ringraziato Dio onnipotente, che nei suoi santi si mostra sempre ammirabile e amabile.


PARTE PRIMA

A lode e gloria di Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen.

Incomincia la vita

del beatissimo padre nostro Francesco


CAPITOLO PRIMO

COSTUMI MONDANI DELLA SUA GIOVINEZZA

1. Viveva ad Assisi, nella valle spoletana, un uomo di nome Francesco. Dai genitori ricevette fin dalla infanzia una cattiva educazione, ispirata alla vanità del mondo. Imitando i loro esempi, egli stesso divenne ancor più leggero e vanitoso.

Questa pessima mentalità, infatti, si è diffusa tra coloro che si dicono cristiani: si è fatto strada il sistema funesto, quasi fosse una legge, di educare i propri figli fin dalla culla con eccessiva tolleranza e dissolutezza. Ancora fanciulli, appena cominciano a balbettare qualche sillaba, si insegnano loro con gesti e parole cose vergognose e deprecabili. Sopraggiunto il tempo dello svezzamento, sono spinti non solo a dire, ma anche a fare ciò che è indecente. Nessuno di loro, a quella età, osa comportarsi onestamente, per timore di essere severamente castigato. Ben a ragione, pertanto, afferma un poeta pagano: «Essendo cresciuti tra i cattivi esempi dei nostri genitori, tutti i mali ci accompagnano dalla fanciullezza». E si tratta di una testimonianza vera: quanto più i desideri dei parenti sono dannosi ai figli, tanto più essi li seguono volentieri!

Raggiunta un'età un po' più matura, istintivamente passano a misfatti peggiori, perché da una radice guasta cresce un albero difettoso, e ciò che una volta è degenerato, a stento si può ricondurre al suo giusto stato. E quando varcano la soglia dell'adolescenza, che cosa pensi che diventino? Allora rompono i freni di ogni norma: poiché è permesso fare tutto quello che piace, si abbandonano senza riguardo ad una vita depravata. Facendosi così volutamente schiavi del peccato, trasformano le loro membra in strumenti di iniquità; cancellano in se stessi, nella condotta e nei costumi, ogni segno di fede cristiana. Di cristiano si vantano solo del nome. Spesso gli sventurati millantano colpe peggiori di quelle realmente commesse: hanno paura di essere tanto più derisi quanto più si conservano puri.

2. Ecco i tristi insegnamenti a cui fu iniziato quest'uomo, che noi oggi veneriamo come santo, e che veramente è santo!
Sciupò miseramente il tempo, dall'infanzia fin quasi al suo venticinquesimo anno. Anzi, precedendo in queste vanità tutti i suoi coetanei, si era fatto promotore di mali e di stoltezze. Oggetto di meraviglia per tutti, cercava di eccellere sugli altri ovunque e con smisurata ambizione: nei giuochi, nelle raffinatezze, nei bei motti, nei canti, nelle vesti sfarzose e morbide. E veramente era molto ricco ma non avaro, anzi prodigo; non avido di denaro, ma dissipatore; mercante avveduto, ma munificentissimo per vanagloria, di più, era molto cortese, accondiscendente e affabile, sebbene a suo svantaggio. Appunto per questi motivi, molti, votati all'iniquità e cattivi istigatori, si schieravano con lui. Così, circondato da facinorosi, avanzava altero e generoso per le piazze di Babilonia, fino a quando Dio, nella sua bontà, posando il suo sguardo su di lui, non allontanò da lui la sua ira e non mise in bocca al misero il freno della sua lode, perché non perisse del tutto.
La mano del Signore si posò su di lui e la destra dell'Altissimo lo trasformò, perché, per suo mezzo, i peccatori ritrovassero la speranza di rivivere alla grazia, e restasse per tutti un esempio di conversione a Dio.

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