domenica 31 ottobre 2010

Venite ed andate

Oggi mi faccio da parte e lascio lo spazio alle parole di un caro amico che ho conosciuto tramite Youtube, Fabio, il cui nickname è non a caso Lucesperanza!  (Il suo canale lo trovate qui). Egli oggi mi ha inviato un messaggio con delle parole bellissime ed ho subito pensato di doverle condividere con voi tutti perchè sono parole che spronano ad accettare il mandato che Cristo ci ha lasciato e cioè quello di rendere testimonianza della buona novella. Prima però vi ricordo l'invito nostro e di tutta la Chiesa Cattolica, a non festeggiare Haloween perchè festa pagana contraria al Signore. Celebriamo questa Giornata che appartiene solo al Signore Gesù Cristo che ha sconfitto la morte!
Vi lascio a queste parole bellissime e spero suscitino in voi la stessa sensazione che hanno suscitato in me, fino a spingermi a questa pubblicazione:

VOGLIO COMUNICARE UNA COSA BELLA CHE SICURAMENTE RIEMPIRA' DI GIOIA I VOSTRI CUORI..EBBENE CARI AMICI SONO FELICE PIENO DI PACE E AMORE DI GESU' COME NON LO SONO MAI STATO..QUESTA E' UNA GRAZIA CHE A UGURO A TUTTI VOI, LA GIOIA DI ESSERE VIVO E DI POTER AMARE IL MIO PROSSIMO MI RIEMPIE DI GESU.

Tutto il Vangelo o meglio, tutta la vita cristiana, può essere racchiusa da due verbi...Venite ed Andate. Parole utilizzate dallo stesso Gesù verso i suoi discepoli,all'inizio a chi cominciava a seguirlo e poi, successivamente, come esortazione all'evangelizzazione del mondo.
In ogni celebrazione eucaristica c'è questo movimento del popolo di Dio:esso si raduna proveniendo da ogni parte, convocati a celebrare l'evento pasquale che si riattualizza nelle domeniche. Gli eventi del cenacolo i fanno a noi contemporanei; Parola ed Eucaristia, plasmano il popolo radunato, rendendolo un popolo trasformato da questo incontro col Risorto e pronto ad una missione senza confini.
L'andate in pace non è una rassicurazione ma più uno sprone scaturito da quest'incontro che deve perciò essere annunciato.
Don Tonino Bello affermava: "Uno che vede e ascolta poi tace appartiene a una cosca mafiosa non ai testimoni. Attenti, delle nostre parole, ne renderemo conto davanti al tribunale della storia, dei nostri silenzi dobbiamo renderne conto davanti a Dio".

Non poche volte questa esperienza cristiana si risolve in un incontro intimo tra noi e il Signore senza poi però portare questi battiti di gioia agli altri, lungo questo tempo.
La notizia è troppo bella per rimanere chiusa nei nostri cenacoli dove rischiamo di "sequestrare" la Parola.
Il Risorto ci invia e invita alla comunione senza che prendiamo nulla perchè possiamo benissimo offrire testimonianza senza perdere alcun contenuto di essa.

Il peccato più grande del cristiano, probabilmente, è una vita sterile, che non conosce il profmo e non raccoglie i suoi frutti, non va a braccio con quell'andare e venire frutto vissuto dell' Eucaristia. E' utile riscoprire alcune parole fondamentali del cristiano come cammino come pellegrini sulla strada di Cristo, condivisione ricordando che la carità aumenta se si divide con gli altri e pace..quella che profuma di Vangelo e non di slogan. il cristiano che non grida sui tetti non è credibile o più semplicemente non è. Il cristiano non è muto e se non bastassero le parole continuano i gesti e diventano traduzione di una fede sincera.

Per Gesù la sequela è una missione,. un imperativo...Andate!

Il mandato missionario al termine delle celebrazioni non è uno slogan o un optional ma una pia esortazione, un consiglio ad ingrossare le fila delle comunità. E' un imperativo che non ci permette di addolcirne il significato e ne tantomeno di sminuirne la sua carica.Cristo è contemporaneo e ci chiede non un Vangelo di carta ma una vita che sia Vangelo, dovremmo essere disposti a seguire il signore e i suoi progetti. Per concludere...la messa non è affatto finita!!!

Buona domenica a tutti.


7 commenti:

Mikhael ha detto...

Grazie Angel per aver condiviso questa bellissima riflessione di Fabio!

Un caro saluto!

MsFrancescaC ha detto...

E' bellissima..... quando ci si sente amati dal Signore, la vita stessa la si percepisce come un dono enorme...ogni più piccola cosa riacquista il suo valore...questa è una testimonianza non comune..le persone normalmente gioiscono per ben altro...ma il Signore quando opera in un'anima lascia la sua impronta che è visibile e tangibile...Se questa è la gioia che viene da Lui...che cosa dovrà mai essere quando lo incontreremo faccia a faccia!!!Grazieeee^___^

Angel ha detto...

Grazie a voi per i vostri commenti! Cara Franca, nessuno di noi può lontanamente immaginare cosa si proverà dinanzi a Dio, ma una cosa certa: tale sensazione sarà di estasi eterna e varrà tutti gli sforzi che quotidianamente compiamo! Un caro saluto a entrambi!

Fabio ha detto...

Grazie di cuore amici per aver commentato il mio scritto (verità del Signore, volevo aggiungere alle vostre considerazioni che tutti chi più chi meno ricevono un pezzetto di paradiso già quì su questa terra (in modo speciale chi segue Gesù)è come se fosse il richiamo del pastore alla sua pecorella, dal vangelo: Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. (4) E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. (5) Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei.

Fabio ha detto...

Hai detto giusto Franca,quando dici ma il Signore quando opera in un'anima lascia la sua impronta che è visibile e tangibile...qui sotto un bel commento che fa capire a cosa serve l'impronta tangibile e visibile per la pecorella che segue in fila l'una lall'altra.
Per i piccoli
La voce di Gesù. Dice oggi il vangelo che le pecore riconoscono la sua voce. Che strano! Delle pecore che si sentono chiamare una ad una e vanno verso chi le chiama. Può una pecora distinguersi dall'altra? Sono tutte che vanno una dietro l'altra! Perché Gesù prende come esempio proprio le pecore? Una cosa è certa. Le pecore hanno bisogno di protezione, non se la cavano da sole. Hanno bisogno che qualcuno le porti al pascolo. E sono capaci di stare insieme, perché una pecora da sola non si vede quasi mai. Vanno dietro alla voce loro familiare. C'è un legame, un modo per riconoscersi: il pastore chiama, la pecora risponde. E il pastore non ne chiama una o due per volta, ma una dopo l'altra finché tutte non sono uscite. Questo vincolo che fa delle pecore un tutt'uomo è il Pastore. Da sole si disperderebbero. Non ci si sente tanto bene a sentirsi una pecora, ma anche Gesù ha scelto di diventare agnello, figlio di una pecora del gregge, Maria. Vuol dire che non è proprio così male essere una pecorella? O preferisci essere un leone? Le bestie feroci fanno tutto da sé, non hanno bisogno del Pastore. E il guardiano del recinto chi è? Gli apostoli, tutti coloro a cui Gesù ha affidato il suo gregge. Le pecore sono tante e sono smarrite, perché pastori ce ne sono pochi. A te non piacerebbe fare il pastore? O vuoi restare una pecora del gregge? La voce di Gesù la riconosci ormai, cosa ti dice nel cuore? Potrai domani essere un pastorello? Chissà...tutti gli agnellini che stanno nascendo ora, avranno bisogno di un pastore per non disperdersi! Vedi tu cosa ti dice il cuore.

MsFrancescaC ha detto...

E' bellissima! Ed è bellissimo essere pecorelle perchè chiamate ad una ad una..Leggendo questo scritto, mi veniva in mente anche a quanto è importante essere "Chiesa", essere "un Corpo"..un "solo gregge"...una pecorella da sola si perderebbe....è importante vivere la propria fede in comunione con i fratelli^___^ Un salutone enorme a tutti!PACE!

Angel ha detto...

Essere pecora significa seguire il Pastore perchè ci si fida di lui. Oggi si preferisce invece non essere pecore, ma pecoroni: si segue non il Pastore, ma gli altri pecoroni senza sapere qual è la loro meta. Noi dobbiamo essere orgogliosi di essere pecore del gregge di Dio poiché Egli si prende cura di noi e come ha detto Gesù con la Parabola del Buon Pastore, Egli va in cerca anche di una sola pecorella smarrita: questo ci deve incoraggiare e rendere gioiosi perchè non solo siamo conosciuti da Dio, ma siamo da Lui amati al punto che ci cerca anche quando lasciamo il gregge e ci perdiamo nel mondo esterno. Grazie Fabio per questo momento di riflessione molto importante! Un caro saluto a tutti voi!

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