venerdì 29 ottobre 2010

Imparando con le Lettere Apostoliche - Diciasettesimo appuntamento

Torna l'appuntamento settimanale con "Imparando con le Lettere Apostoliche". Il cammino di oggi ci mostra il fondamento della sapienza divina:

Seconda parte della Prima Lettera ai Corinzi 

1Anch'io, o fratelli, quando sono venuto tra voi, non mi sono presentato ad annunziarvi la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di sapienza. 2Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso. 3Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore e trepidazione; 4e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, 5perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.

6Tra i perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che vengono ridotti al nulla; 7parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria. 8Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla; se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. 9Sta scritto infatti:

Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,
né mai entrarono in cuore di uomo,
queste ha preparato Dio per coloro che lo amano.


10Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. 11Chi conosce i segreti dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio. 12Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato. 13Di queste cose noi parliamo, non con un linguaggio suggerito dalla sapienza umana, ma insegnato dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. 14L'uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito. 15L'uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno.

16Chi infatti ha conosciuto il pensiero del Signore
in modo da poterlo dirigere?


Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo.

COMMENTO

Per una benevola coincidenza, oggi San Paolo richiama a noi la sapienza divina che abbiamo visto, nell'Angolo di Sapienza, trattata dal Siracide: in questo libro, abbiamo visto come un consiglio prezioso per l'uomo è quello di ricercare la sapienza poiché essa è davvero inestimabile e vale più di ogni altra ricchezza. San Paolo conferma questa visione, mostrandoci il fondamento della sapienza divina che non si poggia su basi umani, ma spirituale: e infatti lo Spirito Santo di Dio che ispira la sapienza negli animi che sono rinati in Cristo. Proprio per evitare che i suoi interlocutori confondessero la sapienza divina con quell'umana, San Paolo ha mostrato ed evangelizzato Cristo attraverso i segni che l'avevano colpito: e non ci riesce difficile immaginare che abbia cominciato con il mostrare sé stesso come miracolo della potenza divina poiché chi lo conosceva, aveva visto in lui il feroce persecutore anti-cristiano: colui che aveva gettato nelle carceri decine e decine di discepoli di Gesù!

Però, la Sapienza non deve essere dimenticata. Essa è un qualcosa che non appartiene a questo mondo e che nemmeno i dominatori hanno mai conosciuto. Difatti, se le autorità ebraiche avessero conosciuto questa sapienza, non avrebbero crocifisso Gesù, ma avrebbero visto in Lui il Messia che Dio aveva annunciato attraverso i profeti. Essi avrebbero visto la salvezza che Dio aveva preparato per l'uomo: purtroppo, essi non avendo conosciuto la Sapienza di Dio, hanno seguito quell'umana e il risultato è stato catastrofico.

Noi dunque, che abbiamo ricevuto il Battesimo nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, dobbiamo cercare non la sapienza mondana (che conduce in luoghi impervi e lontani da Dio), ma dobbiamo ricercare la sapienza divina, abbeverarci alla sua fonte e crescere con essa e attraverso di essa, evangelizzare il prossimo. Dobbiamo dunque distinguerci dal mondo e non smaniarsi per farne parte: infatti, l'uomo di mondo non comprende queste cose e vedendo un uomo di Dio, lo ritiene un folle: quanti oggi prendono in giro i frati e le suore per il loro stile di vita? Essi lo fanno perchè non comprendono, non conoscono la sapienza di Dio e per questo la ritengono una follia. Ma chi è di Dio, comprende e non considera folle un uomo che vive il Vangelo, ma anzi lo considera saggio e fortunato perchè toccato dalla mano di Dio: è così che noi consideriamo uomini come San Francesco di Assisi che hanno incarnato il Vangelo; al suo tempo, molti lo hanno ritenuto folle e oggi noi lo esaltiamo e lo veneriamo come patrono d'Italia perchè abbiamo riconosciuto in lui, la saggezza dello Spirito Santo di Dio. Prendiamo dunque esempio poiché noi ora abbiamo davvero il pensiero di Cristo e come tale, dobbiamo ascoltarlo, comprenderlo e metterlo in pratica affinché produca frutti!

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