venerdì 15 ottobre 2010

Imparando con le Lettere Apostoliche - Quindicesimo appuntamento

Torna l'appuntamento settimanale con "Imparando con le Lettere Apostoliche". Il cammino di oggi ci mostra alcuni consigli finali di San Paolo e il suo commiato finale:

Ultima parte della Lettera di San Paolo apostolo ai Romani 

1Noi che siamo i forti abbiamo il dovere di sopportare l'infermità dei deboli, senza compiacere noi stessi. 2Ciascuno di noi cerchi di compiacere il prossimo nel bene, per edificarlo. 3Cristo infatti non cercò di piacere a se stesso, ma come sta scritto: gli insulti di coloro che ti insultano sono caduti sopra di me. 4Ora, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché in virtù della perseveranza e della consolazione che ci vengono dalle Scritture teniamo viva la nostra speranza. 5E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti ad esempio di Cristo Gesù, 6perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo.

7Accoglietevi perciò gli uni gli altri come Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. 8Dico infatti che Cristo si è fatto servitore dei circoncisi in favore della veracità di Dio, per compiere le promesse dei padri; 9le nazioni pagane invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto:

Per questo ti celebrerò tra le nazioni pagane,
e canterò inni al tuo nome.

10E ancora:

Rallegratevi, o nazioni, insieme al suo popolo.

11E di nuovo:

Lodate, nazioni tutte, il Signore;
i popoli tutti lo esaltino.

12E a sua volta Isaia dice:

Spunterà il rampollo di Iesse,
colui che sorgerà a giudicare le nazioni:
in lui le nazioni spereranno.

13Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo.

14Fratelli miei, sono anch'io convinto, per quel che vi riguarda, che voi pure siete pieni di bontà, colmi di ogni conoscenza e capaci di correggervi l'un l'altro. 15Tuttavia vi ho scritto con un po' di audacia, in qualche parte, come per ricordarvi quello che già sapete, a causa della grazia che mi è stata concessa da parte di Dio 16di essere un ministro di Gesù Cristo tra i pagani, esercitando l'ufficio sacro del vangelo di Dio perché i pagani divengano una oblazione gradita, santificata dallo Spirito Santo. 17Questo è in realtà il mio vanto in Gesù Cristo di fronte a Dio; 18non oserei infatti parlare di ciò che Cristo non avesse operato per mezzo mio per condurre i pagani all'obbedienza, con parole e opere, 19con la potenza di segni e di prodigi, con la potenza dello Spirito. Così da Gerusalemme e dintorni fino all'Illiria, ho portato a termine la predicazione del vangelo di Cristo. 20Ma mi sono fatto un punto di onore di non annunziare il vangelo se non dove ancora non era giunto il nome di Cristo, per non costruire su un fondamento altrui, 21ma come sta scritto:

Lo vedranno coloro ai quali non era stato annunziato
e coloro che non ne avevano udito parlare, comprenderanno.

22Per questo appunto fui impedito più volte di venire da voi. 23Ora però, non trovando più un campo d'azione in queste regioni e avendo già da parecchi anni un vivo desiderio di venire da voi, 24quando andrò in Spagna spero, passando, di vedervi, e di esser da voi aiutato per recarmi in quella regione, dopo avere goduto un poco della vostra presenza.

25Per il momento vado a Gerusalemme, a rendere un servizio a quella comunità; 26la Macedonia e l'Acaia infatti hanno voluto fare una colletta a favore dei poveri che sono nella comunità di Gerusalemme. 27L'hanno voluto perché sono ad essi debitori: infatti, avendo i pagani partecipato ai loro beni spirituali, sono in debito di rendere un servizio sacro nelle loro necessità materiali. 28Fatto questo e presentato ufficialmente ad essi questo frutto, andrò in Spagna passando da voi. 29E so che, giungendo presso di voi, verrò con la pienezza della benedizione di Cristo. 30Vi esorto perciò, fratelli, per il Signore nostro Gesù Cristo e l'amore dello Spirito, a lottare con me nelle preghiere che rivolgete per me a Dio, 31perché io sia liberato dagli infedeli della Giudea e il mio servizio a Gerusalemme torni gradito a quella comunità, 32sicché io possa venire da voi nella gioia, se così vuole Dio, e riposarmi in mezzo a voi. Il Dio della pace sia con tutti voi. Amen.
16

1Vi raccomando Febe, nostra sorella, diaconessa della Chiesa di Cencre: 2ricevetela nel Signore, come si conviene ai credenti, e assistetela in qualunque cosa abbia bisogno; anch'essa infatti ha protetto molti, e anche me stesso.

3Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù; per salvarmi la vita essi hanno rischiato la loro testa, 4e ad essi non io soltanto sono grato, ma tutte le Chiese dei Gentili; 5salutate anche la comunità che si riunisce nella loro casa.

Salutate il mio caro Epèneto, primizia dell'Asia per Cristo. 6Salutate Maria, che ha faticato molto per voi. 7Salutate Andronìco e Giunia, miei parenti e compagni di prigionia; sono degli apostoli insigni che erano in Cristo già prima di me. 8Salutate Ampliato, mio diletto nel Signore. 9Salutate Urbano, nostro collaboratore in Cristo, e il mio caro Stachi. 10Salutate Apelle che ha dato buona prova in Cristo. Salutate i familiari di Aristòbulo. 11Salutate Erodione, mio parente. Salutate quelli della casa di Narcìso che sono nel Signore. 12Salutate Trifèna e Trifòsa che hanno lavorato per il Signore. Salutate la carissima Pèrside che ha lavorato per il Signore. 13Salutate Rufo, questo eletto nel Signore, e la madre sua che è anche mia. 14Salutate Asìncrito, Flegónte, Erme, Pàtroba, Erma e i fratelli che sono con loro. 15Salutate Filòlogo e Giulia, Nèreo e sua sorella e Olimpas e tutti i credenti che sono con loro. 16Salutatevi gli uni gli altri con il bacio santo. Vi salutano tutte le chiese di Cristo.

17Mi raccomando poi, fratelli, di ben guardarvi da coloro che provocano divisioni e ostacoli contro la dottrina che avete appreso: tenetevi lontani da loro. 18Costoro, infatti, non servono Cristo nostro Signore, ma il proprio ventre e con un parlare solenne e lusinghiero ingannano il cuore dei semplici.

19La fama della vostra obbedienza è giunta dovunque; mentre quindi mi rallegro di voi, voglio che siate saggi nel bene e immuni dal male. 20Il Dio della pace stritolerà ben presto satana sotto i vostri piedi. La grazia del Signor nostro Gesù Cristo sia con voi.

21Vi saluta Timòteo mio collaboratore, e con lui Lucio, Giàsone, Sosìpatro, miei parenti. 22Vi saluto nel Signore anch'io, Terzo, che ho scritto la lettera. 23Vi saluta Gaio, che ospita me e tutta la comunità. Vi salutano Erasto, tesoriere della città, e il fratello Quarto.

25A colui che ha il potere di confermarvi
secondo il vangelo che io annunzio
e il messaggio di Gesù Cristo,
secondo la rivelazione del mistero
taciuto per secoli eterni,
26ma rivelato ora
e annunziato mediante le scritture profetiche,
per ordine dell'eterno Dio, a tutte le genti
perché obbediscano alla fede,
27a Dio che solo è sapiente,
per mezzo di Gesù Cristo,
la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

COMMENTO

Oggi terminiamo il nostro cammino con la Prima Lettera di San Paolo ai Romani. Certamente questo appuntamento continuerà poiché vi sono ancora numerose lettere da leggere, altrettanto importanti per la nostra crescita spirituale e per il nostro vivere quotidiano.
Questa parte finale che abbiamo letto oggi è un commiato da parte di San Paolo ai destinatari della Lettera e cioè i romani. E' interessante perchè da alcuni consigli finali che potrebbero avere validità anche per tutti noi. Il primo di questi è quello di aiutare chi è più debole nella fede, evitando di compiacersi per questo. Questo è un consiglio importante per noi perchè ci invita a realizzare ciò che Gesù vuole da noi: l'amore reciproco fraterno. Sì, perchè aiutando chi è debole, mostriamo amore e mostrando amore, mostriamo Gesù e così diveniamo tutti una cosa sola, un corpo solo destinato a pronunciare la lode e la gloria del Signore. Per cui, non mostriamo pregiudizi e soprattutto, non dimentichiamoci che Gesù vuole unità, amore e non divisione. In tal senso, San Paolo dà un avvertimento: l'avvertimento è di conservare la dottrina che lui ha loro insegnato poiché vi saranno uomini che porteranno divisione e ostacolo. E questo è accaduto con il sorgere delle numerose eresie frutto di un interpretazione biblica assolutamente personale e lontana dalla logica dell'amore. 
Tutt'oggi noi cristiani non siamo un corpo solo, ma siamo divisi: a volte siamo lontani anni luce, altre volte siamo più vicini. Ma queste divisioni sono frutto di satana che semina zizzania e fa in modo che ognuno di noi abbia una visione della Bibbia diversa, distorta. La Chiesa Cattolica ha sempre avuto, per questo motivo, il monopolio nell'interpretazione poiché discende direttamente dai primi apostoli, San Pietro e lo stesso San Paolo: in questo modo, si è ridotta la possibilità della divisione eretica, anche se purtroppo non si è limitata del tutto come dimostrato dalle confessioni protestanti dei giorni nostri. San Paolo invitava all'unità, al rispetto delle divergenze di fede, mentre non ha mai chiesto la divisione o la protesta. Certo, ci sono stati momenti bui nella Chiesa, ma questo non ha ma influenzato il Catechismo: chi si è opposto è stato solo chi ha ritenuto più semplice trovare una via alternativa, una via che conducesse ad un interpretazione biblica personale e discostante da quella ufficiale cattolica: con il risultato di crearsi regole più agevoli come l'abolizione del celibato dei sacerdoti mentre noi sappiamo dell'importanza fondamentale di una simile virtù, come mostrato sin dai tempi dei libri sapienziali. 

In questo passo, vi è anche la conferma dell'universalità del messaggio evangelico: la salvezza riguarda ormai tutto il mondo intero, così come i profeti avevano profetato in passato per grazia dello Spirito Santo. E San Paolo ha avuto il compito precipuo di lavorare in mezzo ai pagani, in mezzo a coloro che ancora non avevano conosciuto Gesù e né tantomeno Dio! Un compito arduo che però Dio ha semplificato rendendo i cuori pagano meno duri e aperti alla buona novella! Ed infatti, il cristianesimo si diffuse in una maniera incredibile in poco tempo, riuscendo persino a sovvertire il popolo romano e le sue leggi!


3 commenti:

Mikhael ha detto...

La Chiesa Cattolica ha nel suo nome il significato di "assemblea universale". Il problema è sorto dal momento in cui gli uomini hanno deciso di abbandonare l'"assemblea universale" per creare delle assemblee proprie, non più facenti riferimento al vicario di Cristo, ma a propri eletti i quali non hanno ricevuto nessun mandato da Dio.

Ecco perché la Chiesa Cattolica era, è e rimarrà l'una (unica), santa e apostolica poiché essa è guidata dall'eletto del Signore incaricato di pascere il gregge. Chi si autoproclama "guida" senza aver ricevuto alcun mandato dal Signore, può solo guidare gli uomini alla perdizione. Soltanto chi ha ricevuto lo Spirito per fare questo può guidare il popolo verso la via della verità che è la stessa della santità e della salvezza e il Papa lo ha ricevuto. Chi invece non ha ricevuto lo Spirito, non può guidare il popolo verso la verità poiché gli manca quel lume che Dio solo dona ai Suoi eletti. Gli scismatici dunque ritornino nell'ovile santo che è la Chiesa Cattolica ove vi sono i veri pastori incaricati dal Pastore e Maestro Gesù Cristo.

Chi guarda invece agli errori degli uomini presenti nella Chiesa Cattolica, faccio un semplice esempio: In un ovile è possibile che fra tante pecore vi sia una cattiva. Non è dunque l'ovile ad essere cattivo, ma la pecora. Per cui la Chiesa Cattolica resterà santa, gli uomini invece all'interno di essa che peccano non hanno ascoltato il Pastore, ma il serpente che cerca di seminare zizzania anche nella Casa di Dio, ma non ci riuscirà poiché le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. Non guardino gli scismatici o i non credenti agli errori degli uomini di Chiesa, guardino invece ai tesori della Chiesa Cattolica che sono quelli veri e santi.

Buona giornata.

Angel ha detto...

Hai detto una cosa giusta Mik e ha spiegato bene il concetto che avevo introdotto. Dubbi sulla Chiesa non ce ne sono e ci ha preferito discostarsene è stato per una semplicità pratica come l'abolizione del celibato e del sacramento della Confessione. Un caro saluto e a presto!

Mikhael ha detto...

Abolire il Sacramento della Riconciliazione è un'eresia davvero infernale... non si può vivere senza la remissione dei peccati... anche con un solo peccato prima di morire si finisce dritti all'inferno... queste chiese sono davvero nelle mani del demonio. Credono di fare la volontà di Dio ma in verità sono molto lontani dall'adempierla. Per cui dobbiamo sempre far conoscere la verità agli altri, anche al costo di essere perseguitati perché è importante che gli uomini sappiano che Cristo è nella Chiesa Cattolica e solo in essa possono trovare la vera via che è Cristo. I sacramenti sono le colonne della vita spirituale dei cristiani. Abbiamo bisogno dei sacramenti come abbiamo bisogno di cibo e aria.

Un caro saluto e buona serata!

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