venerdì 22 ottobre 2010

Imparando con le Lettere Apostoliche - Sedicesimo appuntamento

Torna l'appuntamento settimanale con "Imparando con le Lettere Apostoliche". Il cammino di oggi ci mostra una nuova Lettera ed un insegnamento molto importante:
 
Prima lettera ai Corinzi
1

1Paolo, chiamato ad essere apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Sòstene, 2alla Chiesa di Dio che è in Corinto, a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù, chiamati ad essere santi insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: 3grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.

4Ringrazio continuamente il mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, 5perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della scienza. 6La testimonianza di Cristo si è infatti stabilita tra voi così saldamente, 7che nessun dono di grazia più vi manca, mentre aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. 8Egli vi confermerà sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo: 9fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!

10Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d'intenti. 11Mi è stato segnalato infatti a vostro riguardo, fratelli, dalla gente di Cloe, che vi sono discordie tra voi. 12Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: "Io sono di Paolo", "Io invece sono di Apollo", "E io di Cefa", "E io di Cristo!".

13Cristo è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per voi, o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati? 14Ringrazio Dio di non aver battezzato nessuno di voi, se non Crispo e Gaio, 15perché nessuno possa dire che siete stati battezzati nel mio nome. 16Ho battezzato, è vero, anche la famiglia di Stefana, ma degli altri non so se abbia battezzato alcuno.

17Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il vangelo; non però con un discorso sapiente, perché non venga resa vana la croce di Cristo. 18La parola della croce infatti è stoltezza per quelli cha vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio. 19Sta scritto infatti:

Distruggerò la sapienza dei sapienti
e annullerò l'intelligenza degli intelligenti.

20Dov'è il sapiente? Dov'è il dotto? Dove mai il sottile ragionatore di questo mondo? Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo? 21Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. 22E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, 23noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; 24ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio. 25Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.

26Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. 27Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, 28Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, 29perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. 30Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, 31perché, come sta scritto:

Chi si vanta si vanti nel Signore.

COMMENTO

Iniziamo oggi il nuovo percorso attraverso la Lettera scritta da San Paolo ai Corinzi. Questa lettera inizia con l'ovvio saluto che però non è nemmeno così ininfluente visto che mostra un modo di salutarsi davvero bello che noi oggi non siamo più in grado di compiere. E' bello potersi salutare nel nome di Gesù Cristo, come fanno ad esempio le suore. Ma nella società odierna non c'è spazio per queste formule a causa dell'indifferenza e della paura di essere presi in giro dai nostri interlocutori. Invece sarebbe bello ed opportuno mostrare il segno che ci contraddistingue già dal nostro modo di salutarci, in modo che venga manifestato esteriormente il nostro amore verso il Signore nostro Gesù Cristo e il prossimo.

Detto questo, arriviamo al punto principale della Lettera che è importante perchè mostra la verità riveltata anche da Gesù, con quest'improvviso ringraziamo al Padre:
Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

E' una bellissima lode che Gesù rivolge al Padre: da questa lode scaturisce quella verità che San Paolo ha ricordato ai Corinzi destinatari della Lettera e cioè che Dio ha rivelato le cose del Cielo ai piccoli, nascondendole ai sapienti. Infatti, i sapienti si perdono nel loro pensiero e non riescono a trovare il sentiero che gli umili trovano con semplicità. Perchè questo? Perchè gli umili sono semplici, non hanno alcun vanto da difendere  e non hanno paura di ammettere la propria inferiorità e piccolezza rispetto al mondo. Il sapiente, invece, cerca di analizzare le cose, cerca di difendere non la verità in sé, ma la superbia che lo caratterizza: e questo lo porta fuori strada il più delle volte perchè si perde nei suoi pensieri senza capire che la strada principale non è quella della ragionevolezza illuministica, ma quella dell'amore, del cuore. L'umile conosce l'amore mentre il sapiente che pensa di conoscere ogni cosa, non conosce proprio l'essenziale e cioè l'amore. Non si riesce ad ammettere che il mondo sia frutto non di complicati schemi scientifico-razionali, ma di amore che il Padre ha riversato su queste creature che sono gli uomini. Dio ha tanto amato l'uomo, da porlo in rapporto di prearicazione al mondo, rendendo ogni cosa a lui congeniale. Il sapiente non vede questa realtà, e si perde nella sua indagine come moltissimi scienziati i quali, giunti ad un certo punto, si sono dovuti arrendere poiché non sono stati capaci di trovare una risposta che escludesse la presenza di un Geometra dietro la meraviglia dell'universo. E mentre lo scienziato indaga la materia, l'umile, magari anche ignorante, già possiede la verità poiché Dio ha avuto compassione del suo cuore umile e ha rivelato proprio a quel cuore, la Verità. Questo perchè Dio ama l'umile, ma non tollera chi si glorifica dinanzi a Lui poiché costui è figlio della stoltezza: egli si crede saggio tra gli uomini e si vanta della sua saggezza, ma cosa è quella saggezza in confronto a Dio che ha donato quella stessa saggezza? Può forse una creatura essere più sapiente del Suo creatore? 
 Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.

Dunque, l'insegnamento quotidiano di San Paolo è di restare uniti (evitando di dividersi poiché noi siamo tutti uniti in Cristo), di evitare le divisioni dottrinali (che purtroppo hanno costellato la storia cristiana fino al punto da scinderla in più correnti) e di avere l'unico vanto nel Signore e non in noi stessi poiché ogni cosa che abbiamo non ci appartiene, ma è frutto del dono che Dio ci ha fatto mediante la fede in Cristo Gesù!



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