mercoledì 21 dicembre 2011

Sulla via di Betlemme: San Gregorio Nazianzeno

Torniamo sulla "via di Betlemme" avvicinandoci sempre più al giorno della rievocazione del mistero più grande di tutti. Meditiamo questa giornata attraverso le parole di San Gregorio Nazianzeno (Dai discorsi di san Gregorio Nazianzeno, vescovo) che si sofferma sulla grandezza di questo giorno unico che è il Natale poiché "di nuovo è nata la Luce" e il Verbo si è fatto carne, assumendo la nostra stessa condizione:

Cristo è nato: rendetegli onore; Cristo è disceso dai cieli, venite ad incontrarlo; Cristo è sulla terra, gridate la vostra gioia. Canta al Signore, terra tutta. Si rallegrino i cieli ed esulti la terra a causa del Cristo celeste innanzitutto e del Cristo terrestre poi. Il Cristo infatti si è fatto carne: trasalite di timore e di gioia insieme; di timore per la colpa, di gioia per la speranza. Chi non dovrebbe onorare colui che fin dall'inizio esiste? Chi non dovrebbe glorificare colui che è il compimento di ogni cosa?

Di nuovo sono abolite le tenebre, di nuovo è nata la luce, di nuovo l'Egitto è punito con la notte, di nuovo Israele è illuminato da una colonna. Il popolo immerso nell'ombra dell'ignoranza contempli ora la grande luce della conoscenza. Le cose vecchie sono passate; tutto ecco è diventato nuovo. La lettera ha ceduto il posto allo spirito: essa trionfa; le ombre si dissipano, la verità avanza: un piccolo bambino ci è nato, ci è stato dato un figlio che porta sulla spalla l'insegna regale - attraverso la croce infatti egli è stato elevato - gli è stato dato come nome Angelo del gran consiglio, cioè del consiglio del Padre suo. Gridi dunque Giovanni: Preparate la strada del Signore. Anch'io proclamerò la grandezza di questo giorno: l'immateriale si incarna, il Verbo si fa carne; l'invisibile si mostra agli occhi; colui che le nostre mani non possono raggiungere può ora essere toccato, l'intemporale ha un inizio, il Figlio di Dio diventa Figlio dell'uomo: è Gesù il Cristo colui che ieri, oggi e nei secoli è per sempre. Si scandalizzino i Giudei, se ne facciano beffe i Greci, pruda la lingua agli eretici; crederanno quando l'avranno visto salire al cielo o almeno discendere dal cielo e sedere come giudice.

Natale, la festa della Natività che oggi celebriamo ha due nomi, due appellativi che indicano la stessa cosa. Dio infatti, con la sua nascita, si è mostrato agli uomini: da un lato, egli esiste e da tutta l'eternità è generato dall'Eterno: il suo essere è perciò al di sopra di ogni ragione e giustificazione - in realtà nessuna causa potrebbe essere superiore al Verbo- d'altra parte è nato per noi, perché colui che ci dà l'esistenza ci faccia anche dono della felicità; o piuttosto per ricondurci grazie alla sua incarnazione all'innocenza che avevamo perduto a causa del peccato. La festa di oggi poiché ricorda l'apparizione di Dio sulla terra si chiama Theofania e in quanto suggerisce l'idea della nascita si chiama Natività.

Ecco dunque la solennità che celebriamo: l'arrivo di Dio presso gli uomini, perché noi possiamo andare a Dio o piuttosto, più esattamente, perché noi ritorniamo a lui, affinché, spogliato l'uomo vecchio, rivestiamo il nuovo e così come siamo morti in Adamo, viviamo in Cristo, nasciamo con lui, siamo crocifissi con lui, sepolti con lui e con lui risorgiamo. La mia vita deve subire infatti questa magnifica conversione: e come dopo i giorni felici vengono quelli tristi, così dopo la tristezza viene la felicità.

 Poiché lì dove regnò l'errore, la grazia ha sovrabbondato e se la sensualità è stata per l'uomo causa di perdizione, con quanta più abbondanza la passione di Cristo l'ha giustificato! Celebriamo così questa festa, non come una gioia mondana, ma in Dio, non come la capisce il mondo, ma in modo soprannaturale; vediamo in essa non il significato che noi vorremmo darle, ma quello che il Signore ha voluto, non le opere della debolezza, ma quelle del risanamento, non il miracolo della creazione, ma quello della restaurazione.

San Gregorio Nazianzeno

Cristo è sulla terra, gridate la vostra gioia

Cristo è nato, rendetegli onore.
Cristo è disceso dai cieli, venite a incontrarlo;
Cristo è sulla terra, gridate la vostra gioia.
Canta al Signore tutta la terra.
Anch’io proclamerò la grandezza di questo giorno:
l’immateriale si incarna, il Verbo si fa carne;
l’invisibile si mostra agli occhi;
colui che le nostre mani non possono raggiungere
pu? ora essere toccato, l’intemporale ha un inizio,
il Figlio di Dio diventa Figlio dell’uomo:
E' Gesù Cristo colui che ieri, oggi e nei secoli è per sempre.
Ecco dunque la solennitá che celebriamo:
l’arrivo di Dio presso gli uomini, perchè noi possiamo andare a Dio
piuttosto o più esattamente, perchè noi ritorniamo a Lui...

(Dal Sermone sulla teofania)

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