domenica 18 dicembre 2011

L'angelo del Signore portò l'annunzio a Maria

Nella Quarta ed ultima Domenica di Avvento, torna l'appuntamento domenicale di meditazione del Vangelo: quest'oggi, meditiamo il passo evangelico che ci riporta al glorioso annuncio dell'angelo Gabriele a Maria, attraverso il commento di mons. Antonio Riboldi:

Ci sono eventi nella storia dell'uomo che segnano come l'inizio della Storia per l'Umanità: un inizio, in questo caso, che ha nome Salvezza.
Bisogna risalire alla nostra creazione, quando i nostri progenitori, creati da Dio con il solo fine di partecipare alla Sua felicità per sempre, dicendo "sì" al Suo amore, messi alla prova, preferirono l'offerta di un assurdo 'farsi come Dio', proposto da colui che divide, il diavolo, e con il loro gesto inevitabilmente rifiutarono Dio. Ma può una creatura, voluta per partecipare all'amore di Dio, conoscere la gioia, che è nel 'sì' a Chi ci ha creati per amore, se respinge la Sorgente stessa della felicità? Lo smarrimento di Adamo e di Eva si svelò subito e la Sacra Scrittura lo descrive così: Dio cercò Adamo e lo chiamò: 'Uomo dove sei?', 'Mi sono nascosto perché sono nudo'.
E da lì l'espulsione dal paradiso e quindi la condanna a vivere lontani dal Padre, come figli privi, non solo del Padre, ma della ragione e bellezza di vivere con Lui e per Lui. Uomini senza domani.
Ed è veramente la grande tristezza che ci prende quando siamo lontani dall'amore, che è il vero 'soffio della vità; è la stessa, a volte tragica, angoscia che sente il mondo, poiché, anche se non vuole ammetterlo, non è fatto per questa valle di lacrime, ma per qualcosa di più alto e concreto e senza fine. Ma la bontà immensa del Padre, subito, cercò il dialogo con chi aveva creato e che considera figli prodighi. Non poteva un Padre eternamente accettare di avere tanti figli senza casa. E ci volle tutta la storia di avvicinamento e di educazione paterna del Popolo eletto, raccontata nel Vecchio Testamento, per giungere al momento di riallacciare l'amicizia.
Sembra quasi impossibile che la grandezza di Dio, pur offeso, abbia conservato e conservi la fedeltà all'amore verso di noi. Ma è così. Eppure tante volte continuo a chiedermi come sia possibile che Dio ci voglia tanto bene, nonostante il nostro continuo rinnegarLo o ignorarLo platealmente o per superficialità. Davvero Dio è Dio nella Sua incredibile fedeltà all'amore: è Amore assoluto ed eterno! Non è certamente del cuore di Dio il poter accettare una situazione di sue creature disorientate, disperse, angosciate, sofferenti, come non fossero suoi figli. E' proprio da qui che ci si spiega il ritorno di Dio tra noi per conquistarci e riaprirci la Sua Casa e il Suo cuore di Padre, dopo avere preparato la Sua dimora, in una donna, concepita senza peccato originale, Maria SS. ma.

Così lo racconta il Vangelo di Luca:
"In quel tempo, Dio mandò l'Angelo Gabriele a Nazareth, un villaggio della Galilea. L'angelo andò da una fanciulla che era fidanzata ad un certo Giuseppe, discendente del re Davide. La fanciulla si chiamava Maria. l'angelo entrò in casa e le disse: 'Rallegrati, Maria, il Signore è con te. Egli ti ha colmata di grazia. Maria fu molto impressionata da queste parole e si domandava sul significato che poteva avere quel saluto. Ma l'angelo le disse: 'Non temere, Maria! tu hai trovato grazia presso Dio.
Avrai un figlio, lo darai alla luce e gli metterai il nome Gesù. Egli sarà grande e Dio, l'Onnipotente, lo chiamerà Suo Figlio. Il Signore lo farà re, lo porrà sul trono di Davide, suo padre ed egli regnerà per sempre sul popolo di Israele. Il Suo regno non finirà mai'.

Allora Maria disse all'angelo: 'Come è possibile questo dal momento che io sono vergine?'. L'angelo rispose: 'Lo Spirito Santo verrà su di te e l'Onnipotente Dio, come una nube, ti avvolgerà. Per questo il bambino che avrai sarà santo, Figlio di Dio. Vedi, Elisabetta, tua parente, alla sua età aspetta un figlio. Tutti pensavano che non potesse avere bambini, eppure è già al sesto mese. Nulla è impossibile a Dio!'. Allora Maria disse: 'Eccomi, sono la serva del Signore. Dio faccia con me come tu hai detto '. Poi l'angelo la lasciò". (Lc. 1,26-38)
Si rimane affascinati dal modo con cui Dio si accosta alle sue creature, annunziando la possibilità di una riconciliazione con ciascuna, tramite la venuta di Suo Figlio Gesù nella nostra storia e, dall'altra parte, il sì di Maria. Impossibile sottrarsi alla stessa confusione di Maria nel contemplare come, nonostante la nostra debolezza e infedeltà, ma ancora più, nonostante il nostro nulla, agli occhi di Dio continuiamo ad essere quei figli che Lui ama di infinito amore. Una grandezza che non sempre rispettiamo o di cui abbiamo coscienza. Così come è bello contemplare l'umiltà di Maria, la sua garbata incapacità a cogliere un tale Evento e poi quella parola che da sola contiene la storia della salvezza: "sì".

Forse poche volte la nostra attenzione si ferma a questa divina manifestazione di affetto. Così come, forse, poche volte pensiamo che quell'apparente semplice 'sì' di Maria a Dio ci ha riaperto la via della salvezza. Ecco perché un tempo, e forse anche oggi, in tante chiese si ritma la giornata con il suono delle campane che sembra la scandiscano, ricordandoci che Dio ci ama. E' il suono dell'Angelus, il mattino, a mezzogiorno, la sera. Quelle campane vogliono ricordarci la gioia del nostro ritorno nel cuore di Dio. Era abitudine, e forse lo è ancora, per tanti, di accompagnare la giornata proprio con la recita di questo Vangelo, annuncio, ossia la recita dell'Angelus, come a voler rivivere in ogni istante della nostra quotidianità, la solennità della annunciazione: Dio è tra noi.

Così commentava, quel grande Papa del sorriso che fu Giovanni XXIII, la bellezza di Maria SS. ma:
"Colei che, in vista dei meriti di Suo Figlio redentore, è stata preservata dal peccato originale, ha avuto questo privilegio, perché predestinata alla sublime missione di Madre di Dio. Essa, che doveva una carne mortale al Verbo eterno del Padre, non poteva essere contaminata neppure per un istante dall'ombra del peccato. IMMACOLATA si dice dunque in dipendenza da Gesù Cristo, perché tutto la madre ha ricevuto in funzione del Figlio. Lo sbocciare in terra di questa corolla candidissima, è PRESAGIO SICURO DI RICONCILIAZIONE DELL'UMANITÀ CON DIO"
Tocca ora a noi immedesimarci in questo grande Evento che ci avvicina al Natale di Gesù. Non poteva il Padre amarci di più. Sapere che Dio ci ama tanto da tornare tra noi con la semplicità che è nel racconto dell'Angelus ci commuove. Forse noi a volte non lo comprendiamo in pieno, perché frastornati dalle creature nel mondo, tanto fragili da durare poco lasciandoci poi vuoto e tristezza.
Voglio pregare Maria, Madre di Gesù e nostra, con una preghiera che accompagnava il primo mistero del rosario: 'l'Annunciazione".
Ogni giorno, o mia cara Madre, forse l'uomo popola la sua immaginazione di sogni. Sogna ogni giorno di ricevere una bella notizia: la notizia di un lieto avvenimento in famiglia, il sogno di star bene o di diventare ricco, ma a sera, poi, si ritrova sempre con le mani vuote.
O Madre, i nostri sogni volano troppo in basso, non hanno l'impennata delle grandi cose, quelle che ci fanno conoscere l'ebbrezza del cielo.
Tu, Maria, forse non avevi che un sogno: essere amata da Dio ed amarLo con tutto il cuore.
Un amore così grande e totale e radicale da escludere dalla tua vita altri sogni che non si riferissero a Dio. Anche la scelta che facesti di Giuseppe, che appariva come tuo promesso sposo, forse era più un aderire alla consuetudine del tuo tempo, che una effettiva volontà di appartenergli.
Tu non aspettavi notizie, come noi, ma a te fu riservata la più grande notizia che si possa dare ad una donna. Dio esprime il Suo amore e lo conferma donandoci suo Figlio, come aveva sempre promesso. Così venendo tra noi Gesù, poteva avere inizio la nuova creazione, come se l'uomo venisse di nuovo impastato e su di lui si posasse il Suo Spirito. Una notizia da cambiare tutti. Ed è la notizia che tu avesti dall'Angelo. Una notizia che si intuiva dal saluto dell'Angelo, o meglio, una notizia che aveva bisogno di essere preceduta da un saluto, che subito facesse prevedere cose grandi:

'Ave, Maria. piena di grazia, il Signore è con te'

Un saluto da confondere chiunque, proprio come un dialogo tra due che si amano. Una notizia che non chiede attese, ma si fa subito evento. Chiede subito una risposta, coinvolge tutta la persona. Ti si chiedeva quello che tu non avevi mai immaginato, ossia di diventare 'madre dell'Altissimo', ma non per opera di uomo, ma per opera dello Spirito Santo. Ti si chiedeva di diventare 'madre dell'A1tsssimo. E non è cosa da poco, anzi è notizia che chiede una risposta immediata, perché dal sì dipendeva l'incredibile, ossia Dio tra noi e quindi un totale cambiamento dei nostri rapporti con il Padre.
Il tuo 'sì' apriva la strada nel tempo ai nostri 'sì' che a loro volta ci riportavano come figli nella casa del Padre: la casa che Lui aveva preparato creandoci.
O Maria, è stata grande la tua risposta. Con quel minuscolo 'sì' hai contribuito a creare la nuova storia del mondo.
Davanti alla nostra povertà di amore, insegnaci come fare a dire i sì a Dio quando Egli ci chiama a prove che siano conferma di amore. Siamo pigri, titubanti, a volte paurosi, ma con il tuo aiuto, rendici capaci di dire: "Si compia in me la Tua volontà".

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