mercoledì 14 dicembre 2011

Alle sorgenti della Pietà - XXIII parte

Torniamo a meditare con l'opera di don Luigi Fusina che ha raccolto alcune meditazioni rivolte a semplici fedeli e capaci di sollecitare in loro un senso di meditazione e riflessione sulle grandi verità che generano nell'anima la vera pietà cristiana:

- Capitolo 21 -

"E' SIGNORE E DA' LA VITA"

 LA FONTE DELLA VITA 

Nel Credo, dopo aver affermato che lo Spirito Santo è una Persona, e precisamente la Terza Persona della Ss.ma Trinità, affermiamo altre due realtà: 1 ° che Egli è Signore; 2° che Egli dà la vita.

1 - Lo Spirito Santo è Signore. Che vuol dire?

Si tratta di una professione di fede nella divinità dello Spirito Santo: Egli è una Persona Divina in tutto uguale al Padre ed al Figlio. Tant'è vero che gli viene dato il medesimo titolo divino che nell'Antico Testamento si dava a Jahwè e nel nuovo Testamento a Gesù glorificato.

Di solito noi chiamiamo Signore il Padre e Gesù. Diciamo, per esempio: il Signore ha fatto il cielo e la terra. Oppure: vado a pregare il Signore.

In queste espressioni intendiamo parlare semplicemente di Dio. Ma diciamo pure: Il Signore è morto e risuscitato per noi Ed in questo caso intendiamo parlare del Figlio di Dio, cioè di Gesù.

Chiamando Signore anche lo Spirito Santo intendiamo riconoscergli la medesima natura divina che è nel Padre e nel Figlio. Dire che lo Spirito Santo è Signore, significa dire che è Dio! Certo, per noi è difficile parlare della Ss.ma Trinità, tanto più che noi accompagniamo sempre le nostre parole con immagini e non c'è nessuna immagine che possa esprimere questo mistero. Certe immagini che vengono talvolta presentate non solo sono inadeguate, ma addirittura pericolose perché possono falsificare il vero mistero della Trinità.

E' un mistero, cioè una realtà divina incomprensibile e basta! Noi l'accettiamo per fede, perché ce lo ha rivelato Gesù e non perché lo comprendiamo!

Ebbene, proprio per fede noi crediamo che lo Spirito Santo è Dio come il Padre e come il Figlio: un unico Dio, il Dio che ci ha creati, il Dio che ci ama, il Dio che ci aspetta in Cielo. Ma è una Persona distinta sia dal Padre che dal Figlio. Una Persona con la quale, come abbiamo visto nel capitolo precedente, possiamo intrattenere rapporti di amicizia e di amore.

2 - Ma è il secondo titolo che ora c'interessa più da vicino: Egli è vivificante dice il Credo, cioè Colui che dona la vita.

E' Gesù stesso che ce lo rivela al termine del suo grande discorso eucaristico nel cap. 6° di S. Giovanni. Egli dice: "E' lo Spirito che dà la vita!".

Di quale vita si parla qui? Non della vita naturale, ma della vita soprannaturale quella che Gesù chiama vita eterna e che noi usiamo chiamare "Grazia di Dio". Certo, lo Spirito Santo è anche il donatore della vita in genere, come lo è il Padre, come lo è il Figlio. Infatti ogni vita viene da Dio Creatore, in modo particolare la vita degli uomini. Nell'uomo, infatti, la vita procede sì da una generazione biologica, ma c'è anche uno spirito immortale (che noi siamo abituati chiamare anima) e questo non può che essere dono di Dio.

Tuttavia la vita di cui si parla qui, nel Credo, è un'altra: quella della grazia. Si tratta di una realtà nuova, superiore ad ogni aspettativa ed esigenza umana che Dio dona ai discepoli di Gesù facendoli così diventare suoi figli di adozione. Questa parola "adozione" non deve trarci in inganno. Infatti altra è l'adozione umana, altra l'adozione divina.

L'adozione umana è una finzione giuridica mediante la quale un bambino viene accolto come figlio nella famiglia dell'adottante. Ne riceve il nome, l'eredità, i titoli: non però la vita.

Invece nell'adozione divina noi riceviamo una vita nuova: diventiamo partecipi della vita stessa di Dio! Come insegna S. Pietro nella sua Lettera (cfr 2Pt 1,4). E S. Giovanni afferma: "Non solo siamo chiamati figli di Dio: lo siamo nella realtà. Ora però non si vede questa realtà in maniera manifesta. Ma verrà un giorno in cui essa apparirà visibilmente. Allora vedremo Dio faccia faccia, cioè vivremo anche in maniera manifesta la nuova vita che abbiamo ricevuto" (cfr 1Gv 3,1-2).

Questa rivelazione è molto importante: è fondamentale! Non si riesce a capire il cristianesimo se non si coglie la realtà della nostra vita. Infatti Gesù è venuto proprio per darci questa nuova vita: "Sono venuto - Egli dice - perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza!" (Gv 10,10 ). Egli definisce se stesso "pane della vita" ed addirittura la vita" stessa: "Io sono la vita". Gesù usa paragonare questa vita di grazia all'acqua viva e paragona lo Spirito Santo alla sorgente che zampilla questa vita per tutta l'eternità (cfr Gv 7,37-38).

Noi siamo soliti dire che Gesù è venuto a togliere i nostri peccati ed a morire per i nostri peccati. Ed è giusto! Ma non è esatto fermarsi lì. Bisogna aggiungere che Egli è venuto a toglierci i peccati per darci la nuova vita ed è risorto perché noi potessimo avere questa vita mediante la sua risurrezione. Cerchiamo di spiegarci.

Con il peccato l'uomo si separa da Dio, fonte eterna della vita. Questa separazione è raffigurata nella Bibbia dal racconto del peccato originale, quando Adamo ed Eva furono cacciati via dal Paradiso Terrestre affinché non potessero più gustare i frutti dell'albero della vita. Quell'albero è un simbolo: il simbolo della vita eterna che Dio vuole donare all'uomo perché, pur restando uomo, possa partecipare alla felicità stessa di Dio! La vita umana ci viene data, sempre da Dio, per naturale generazione e mediante la creazione dell'anima immortale. Ma questa vita umana è inquinata di peccato ed ha come punto di riferimento prima la morte fisica, poi un'immortalità infelice, lontana da Dio. Questo è il destino dell'uomo dopo il peccato! Ma Dio non ha accettato questo destino: non si è arreso di fronte al peccato dell'uomo! Dio persegue il suo disegno d'amore nonostante il peccato. Dio, infatti, non ci vuole bene perché siamo buoni noi, ma ci vuol bene perché Lui è buono! Il suo amore scaturisce dalla sua bontà: non è frutto della nostra giustizia!

Di fronte al peccatore l'amore di Dio diviene misericordia, ossia un amore rivolto al misero, attratto dalla miseria, come l'acqua della sorgente corre a riempire le buche e le valli, fino alla grande buca del mare.

Dio, dunque, persevera nel disegno di fare dell'uomo un suo figlio di adozione. Ma per ottenere ciò è necessario ché l'uomo venga rifatto ex-novo, sia ri-creato cioè creato di nuovo, rigenerato cioè generato ex novo non più dalla carne, ma dallo Spirito.

San Paolo insegna che " la carne non possederà mai il regno di Dio" (1Cor 15,50). Con la parola carne Egli intende l'uomo peccatore discendente da Adamo. Occorre far "rf-nascere" l'uomo, ma dallo Spirito. Come? Ecco il meraviglioso disegno di Dio: Egli manda dal Cielo il proprio Figlio Unigenito come sorgente della nuova umanità. Egli sarà per gli uomini il nuovo Adamo, la fonte della nuova vita spirituale, il nuovo Albero della vita.

Chiunque viene innestato in questo albero, riceve una vita nuova, la vita eterna! Ma per essere innestati, bisogna prima essere staccati dal vecchio albero marcio: bisogna morire al peccato!

Come può un uomo morire e rinascere?

Ecco il grande mistero della Morte e della Risurrezione di Cristo.

Il Figlio di Dio si fa uomo e si carica del peccato dell'uomo. Poi lo porta sulla croce dove muore. Muore non solo per espiare il peccato, ma perché la sua carne deve essere riempita di una vita nuova in modo da diventare sorgente di vita eterna per tutti noi. Con la morte di Gesù la vecchia umanità peccatrice muore, ed è distrutta sia nella carne, che nel peccato. Con la risurrezione di Gesù una vita nuova entra nella carne umana: una vita eterna.

Ecco: Gesù Risorto è l'Albero della Vita Eterna!

Che cosa deve fare un uomo per possedere questa vita? Una cosa sola: credere!

Mediante la fede nel Salvatore e nel Signore Risorto l'uomo mangia, per così dire, il frutto dell'albero della vita "Io sono il Pane deUa vita... Chi mangia di Me non morrà in eterno!" (cfr Gv 6,48-51). La fede porta l'uomo ad unirsi alla morte ed alla risurrezione di Gesù nel Sacramento del Battesimo ed in ogni altro sacramento. Allora la Vita Eterna, che è Gesù stesso, fluisce in lui, lo vivifica ora nell'anima, un giorno anche nel corpo. Questa carne mortale deve passare, con Gesù, attraverso la morte fisica, ma per risorgere alla vita eterna!

Ed è qui che lo Spirito Santo si mostra datore della vita, vivificante.

E' il Soffio Santo di Dio, la Terza Persona della Santissima Trinità, che compie in noi il passaggio dal peccato alla vita di grazia, dalla morte alla risurrezione. E' questa la Missione che Egli ha compiuto nella carne di Gesù ed è la Missione che compie nei credenti.

Egli ha riempito con il suo amore e con la sua potenza il seno verginale di Maria e l'ha fatta diventare Madre del Figlio di Dio e Madre di tutti i credenti. Egli ha fatto compiere alla carne (cioè alla natura umana) di Gesù il passaggio dalla morte alla vita. Ora Egli fa compiere questo passaggio ai credenti: prima nella fede e nei sacramenti, poi nella morte fisica e nella risurrezione:

Per questo Gesù ha detto: 'E' bene che io me ne vada, perché se io non me ne vado non verrà a voi il Consolatore" (Gv 16,7). Una volta salito al Cielo alla destra del Padre, Gesù lascia l'umanità allo Spirito Santo che ha il compito di vivificarla. Lo Spirito porta la vita stessa del Figlio di Dio nel cuore e nella carne dei credenti per cui ogni cristiano può dire: "Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me". Verrà un giorno in cui questa vita nuova ed eterna si renderà visibile: sarà il giorno della risurrezione. Ora essa è già presente in noi, ma noi possiamo rendercene conto solo mediante la fede. Noi sappiamo che in noi c'è una vita nuova ed eterna, non perché la sentiamo, ma perché crediamo alla Parola del Signore.

II fondamento della nostra certezza è la Parola del Signore. Questa Parola ci assicura che Gesù ora siede alla destra del Padre e che, di conseguenza, lo Spirito ci è stato donato come vivificante: Colui che porta la vita. "Quando sarò andato al Padre, vi invierò lo Spirito" ha promesso Gesù (cfr Gv 14,15-17). Dove è ora Gesù? E' alla destra del Padre! Dunque lo Spirito ci è dato, secondo la sua promessa! Non conta il sentirlo o non sentirlo: conta la Parola del Signore! "Carissimi, vi scrivo per dirvi che voi siete figli di Dio e che possedete la vita eterna" dice San Giovanni. Poi afferma: "Sappiamo che chiunque è nato da Dio non appartiene più al mondo del peccato: la vita di Dio lo salva ed il Maligno non può fargli alcun male.

Sappiamo anche che noi veniamo da Dio, mentre il mondo appartiene al Maligno.

Sappiamo infine che il Figlio di Dio è venuto per darci la conoscenza del vero Dio (cioè la fede) e così inserirci (immetterci) in suo Figlio. Questo Figlio è vero Dio ed è la Vita eterna" (cfr 1Gv 5,18-20).

Sappiamo: è la certezza della fede, fondata sulla Parola di Dio!

Credo nello Spirito Santo che dà la vita! Grazie, Signore!

Maria, tempio dello Spirito Santo, prega per me!

CONTEMPLAZIONE

Come spunto per la contemplazione di questo mistero immagina di trovarti con gli apostoli nel cenacolo e ascolta, con le orecchie del cuore, quello che Gesù dice.

Vangelo di Giovanni cap. 14

 «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiatefede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via».
 Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
 Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre?
 Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete. Perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi.
 Ma il Consolatore. lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome. egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo, egli non ha nessun potere su di me, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato».

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